Il blog di Cervia e Milano Marittima

Moda Milano Marittima
Milano Marittima 2018

Quante volte hanno scritto, scrivono e scriveranno ancora, che Milano Marittima è modaiola, ma poi in realtà… Il 21 Luglio 2018 leggo su “La Stampa” un articolo spassosissimo per quante cazzate concentra, sotto la rubrica “Esserci di stile” ed il titolo “I bermuda si sintonizzano sul classico”. Cari miei, basterebbe guardare come andava in spiaggia il duca di Windsor, e sareste edotti che avete scoperto l’acqua calda! Poi “Il blu è in netta ascesa” (sai che novità!) per arrivare alle camicie dal taglio “quasi sartoriale” una scemenza illeggibile, perché un capo o è sartoriale, o non lo è, punto! Quasi sartoriale non significa nulla. Si finisce con un esperto riminese, già in forza a Pucci, che tira in ballo Fellini (mah) ed i calzoncini rossi dei bagnini… A Milano Marittima quindi, ti aspetteresti di trovare legioni di fashion victim debitamente dressati… ed invece… Ed invece basta sedersi la sera, su una panchina del Viale Matteotti, vecchio e nuovo, e guardare, e vedere, e vedere anche nel weekend, come gira tanta, troppa gente. Fra l’altro sedendosi su una panchina alle traverse dopo le 22 guardando il rientro dal centro si vedrà che praticamente l’unico shopping sono le bottiglie di acqua da portare in hotel o al mare, buste dei negozi griffati non se ne vedono, e dire che da piccoli ci divertivamo a contarle e scommettere su quale negozio aveva venduto di più. Innanzitutto, se vedi un uomo con la giacca, al 99% è sicuramente un cameriere o un receptionist che sta andando al lavoro, o ne torna, purtroppo la giacca ormai è out anche per la clientela maschile di hotel pluristellati, e non è più neanche conditio sine qua non per salire nella nota discoteca… Alle orrende infradito, che mantengono non solo il piede perennemente sporco ma offrono la vista di pedicure dovute a discepoli di Jack lo Squartatore, sono assortiti non già eleganti bermuda (come sopra) ma jeans tagliati corti sopra il ginocchio, con orlino risvoltino che fa molto pescatore Sampey. E sopra, l’immancabile T-shirt uso 24 ore su 24 (e relativi odori accumulati). Qualche elegantone osa invece una polo, ma sono rari. I più sportivi e fisicati prediligono calzoni corti coi tasconi sui lati, che danno quel tocco elettricista/muratore che ormai è sempre più il nostro target del weekend giovanile (ma non solo). La Domenica, i veri fighi, quelli della serie manager arrogante rampante, via coi costumi pantaloncino possibilmente fantasia floreale, e sopra l’immancabile camicia classica, ovvero quella più sbagliata, quella cioè da ufficio ecc che andrebbe sempre dentro i pantaloni perché le camicie da portare fuori sono ben altre… Purtroppo dilagano le canottiere ascellari, che forse fa molto salinaro cervese, e l’omaggio è anche simpatico, ma fuori dalla spiaggia non è mai un bel vedere: volgare nei ragazzi anche fisicati, penosa negli anziani. Spesso la vediamo accessoriata di marsupio, davvero un evergreen che pensavamo più retaggio di Ostia Lido e C. ed invece… Qui le soluzioni sono due. Chi piazza il marsupio sulla maletta, quasi un extension al maschile del pacco, chi un po’ sopra in girovita, stile Fantozzi Couture, con effetto gonnellino falpala’ sottostante. Cote’ femminile, tante girano per le Traverse come fossero un prosieguo dei bagni o di casa propria, quindi spesso in costume succinto Inter chiappale, che però altrettanto spesso sembra più un cordone che tiene due mozzarelle scadute… E da parecchio, mai vista tanta giovane cellulite come quest’anno, mia madre a 77 anni non è così! Passando dalla celllulite alla celluloide, quest’anno molte le rifatte, che sembrano accordarsi anche nello stile, con florilegi di robette comprate a kilo dai vucumpra’ pakistani e spacciate poi per Positano ecc. Anche tuniche lunghe e striscianti stile comparse film Sinuhe l’Egiziano… Insomma per ambosessi mai un bel pareo, mai una bella camicia di lino naturale, e veramente sartoriale, mai un bel mocassino o un bel sandaletto davvero stile Capri. Piuttosto tanti sandaloni tipo Birkenstock (per l’uomo abbinato a calzino corto) comodissimi, per carità, ma poco Milano Marittima Fashion e da far apparire al confronto le Sanagens come la scarpetta di Cenerentola. Il ridicolo di certe donnette sicuramente piene di soldi ed onuste di chincaglieria stile Mago Otelma già di mattina e per di più in spiaggia (obbrobrio!) offre almeno la possibilità di farci qualche risata in questa Estate che da ridere ci offre invece poco… Insomma, lontanissimo il tempo in cui i Cervesi per primi si facevano il vestito buono per fare un giretto a Milano Marittima davvero glam, e seduti col gelato sulle panchine ammiravano il passaggio elegante! Se penso che a 14 anni mio padre già voleva vietarmi i bermuda (quelli veri sartoriali) dopo il tramonto, sia per la sopravvenuta Maggiore età, sia per convenienza vestimentaria, davvero ho vissuto in un altro mondo, ma una cosa è certa: ricchi e poveri forse non avevano la stessa qualità di abbigliamento, ma tutti indistintamente conoscevano il DECORO PERSONALE.

Il Conte che non conta

2 risposte

  1. Hai pienamente ragione. Qui non si tratta di essere ricchi per vestire bene o vestire firmati (spesso alcune griffe propongono vestiti da veri cafonazzi). Qui si tratta di educazione. Non si possono vedere queste schiere di donne dai 20 ai 50 anni che escono dall albergo direttamente in costume. Ma un bel pareo? un copricostume? Ce ne sono dei bellissimi per tutte le tasche. L’infradito le tollero solo in spiaggia, ma purtoppo in estate è un proliferare di ciabatte anche nell’ufficio dove lavoro io. Se dici qualcosa ti rispondono che l’importante è svolgere bene il proprio lavoro, non certo l’outfit… quando mi sono permessa di dire ad una collega che Chiara ferragni poteva evitare di andarsene in giro per capri, alla sera, con le chiappe a vista, coperte da un filo interdentale e un vestito trasparente a rete( tipo pesca per tonni) mi ha risposto che ognuno fa quel che gli pare. Discorso chiuso. D’altronde il di lei marito, fedez,visto con i miei occhi, era ospite del conte zanardi landi a rivalta di piacenza, dove io ero a pranzo quella domenica, e ha visitato il castello rigorosamente a torso nudo… e non era disdicevole perché “non ci si presenta a torso nudo alla presenza di un conte”; era disdicevole perché non ci si presenta a torso nudo a casa di nessuno. Bellissima l’espressione della madre della ferragni, che cercava di tenere botta e non sprofondare nell imbarazzo, bellissima ed elegante nella sua semplicità. Sulla figlia no comment… indossava un paio di anfibi e una mini ascellare…

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