Il blog di Cervia e Milano Marittima

Negli ultimi anni è ancora possibile stare sotto ai pini a Milano Marittima? Le statistiche dicono di si ma i fatti sono ben altri.

“Sotto ai pini a Milano Marittima” cantava tanti anni fa Secondo Casadei, il mitico padre della dolce signora Riccarda. Oggi girando per Milano Marittima ci si accorge invece di quanto verde, specie arboreo, non c’è più. A leggere il Corriere del 14 Febbraio 2019 sembrerebbe il contrario, dato che ci dicono che addirittura il verde cervese è pure aumentato, che abbiamo 167mq di verde per ogni abitante (standard molto elevato) e che siamo la località “più verde della Riviera Adriatica”.

Per carità, a livello di numeri possiamo anche starci (tenendo sempre ben presente il famoso pollo statistico di Trilussa) ma a vista le cose sono a mio avviso molto differenti. Chiunque sia di Milano Marittima può confermare: di verde e di alberi ne sono spariti, tanti, troppi. La prima causa è la cementificazione selvaggia, poi certe malattie che nel passato non abbiamo mai avuto e alcuni eventi meteo che evidentemente fanno danni solo recentemente.

Piazzale Torino negli anni ’60/’70

Il Conte Ginanni, celebre storico del ‘700, scrisse che la nostra Pineta contava 889 ettari, adesso sono 260, dove ci sia l’aumento del verde sfugge anche a chi, come me, aveva 4 in matematica.

sotto i pini a milano marittima?
Piazzale Torino ai giorni nostri

I CONTI DEL CONTE

Che a Milano Marittima il verde iniziasse ad essere sacrificato lo denunciò per primo Aldo Spallicci in tanti scritti e ricorsi al governo nazionale (vedi ad esempio Gazzetta di Cervia numero 5 del 1958), quindi, certi proclami che vorrebbero farci passare Milano Marittima ancora oggi “fedele” alla Garden City originale (Carlino 2/3/2012) sono solo fuffa propagandistica, visto che già mezzo secolo prima la musica era cambiata.

Non era musica ma rumore sordo di motoseghe quello che per tutto Dicembre 2018 ha eliminato cataste e cataste di pini nella fascia dietro le prime traverse con nessuna prospettiva di ripiantumazione. Perché il nocciolo è tutto qui: se per i più svariati motivi ti vengono meno un certo numero di alberi in una zona e poi non ne ripianti altrettanti nello stesso luogo, ma ne ripianti altrettanti altrove nel comune, logicamente a livello numerico di alberatura siamo pari e patta, ma quella zona non sarà più la stessa. A maggior ragione se in quei punti ci hai fatto costruire appartamenti.

Si fece gran dire della tempesta del 6 Febbraio 2015, alla quale fu imputato l’abbattimento di centinaia di alberi. Sul Corriere del 12 Febbraio 2015 si scriveva che la tempesta aveva abbattuto molte alberature fra Anello del Pino e zone limitrofe, ma io posso assicurare che le motoseghe e non la tempesta, avevano già abbattuto moltissimi pini nei giorni precedenti la burrascata. All’Anello del Pino le motoseghe era già attive fra il 26 e il 28 Gennaio, con gente di Savio che veniva a far legna dalle cataste. Ancor prima lo furono nei piazzali Genova e Torino nei giorni 14, 15 e 16 Gennaio. Poi ancora nei giorni 28 e 29 Gennaio… Come la mettiamo con le date?

PIÙ IL VERDE È FITTO E PIÙ È RESISTENTE

È risaputo che una fitta boscaglia sia di contrasto ai danni da intemperie. Un articolo apparso su “La Santa Milizia” del 4 Agosto 1934 spiegava come la fitta boscaglia “moderi la violenza dei venti” e difatti dove c’erano e ci sono tanti alberi, non cade quasi nulla. La colonia Varese è sul mare, quindi, esposta in prima linea ai venti, eppure non è caduto nulla, chissà come mai… Quanti viali di Milano Marittima hanno conservato la bella alberatura che li faceva sembrare un tunnel di verde? Praticamente nessuno. È rimasto un po’ Viale dei Pini Giuseppe Palanti e Viale Leopardi, amen.

Per capire cosa fosse la folta copertura arborea dei viali di Milano Marittima basterebbero per esempio le immagini del vecchio circuito motociclistico oppure i vari passaggi dei ciclisti del Giro d’Italia come nel 1985. Nel Viale Matteotti, proprio nel tratto interessato dal restyling, c’era doppia alberatura, oltre i pini c’erano i cipressi, non lo ricordate? Basta vedere le vecchie foto e cartoline di tanti punti di Milano Marittima per vedere la differenza!

L’unica foto ricordo di mia nonna paterna (foto sopra), la marchesa Giovanna Cangiano, fu fatta sul muretto del Canalino nell’Aprile del 1983: un vero viale alberato pure lui!

sotto i pini a milano marittima?

Poi c’è anche una mia foto, nello stesso punto nell’Ottobre 2004 e già si vede l’enorme differenza, alberi praticamente zero e ad oggi 15 anni dopo la situazione pari è, la vedete tutti, ammesso la vogliate vedere. Che quei 50 Pini che rendevano il Canalino così poetico e suggestivo adesso siano stati ripiantati a Cannuzzo o alla Malva, certo non cambia il bilancio di verde pro capite cittadino, ma credo abbia cambiato (e non in meglio) un luogo molto caratteristico della nostra località.

Il Conte Ottavio Ausiello-Mazzi

Una risposta

  1. Noi quando facemmo la piscina nell’hotel nell’inverno del 1989 abbattemmo 5 pini, ma il comune ci impose di ripiantarne 10 e bisognava aspettare 2 anni per vedere che non seccassero altrimenti bisognava ripiantarli.
    Ne piantammo 3 all’interno del giardino dell’albergo , 2 sul viale 2 giugno e 5 nella terza traversa verso il mare.
    Anche la zona ne ebbe beneficio.
    Questa era un bene per il verde ma credo che adesso non si faccia più

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