Il Re Carlo andrà in visita a Ravenna, ma se tutto fosse rimasto come un tempo, sarebbe stata Milano Marittima la località perfetta per ospitarlo.

“Ravenna aspetta il Re”, così titolava a piena pagina il Corriere del primo Febbraio 2025 per dare la notizia della prossima visita di Re Carlo d’Inghilterra alla città bizantina.

re carlo ravenna milano marittima

Ma la località ravennate che sarebbe stata più blasonata (è proprio il caso di dirlo) ad accogliere il sovrano era proprio la mia Milano Marittima. Non solo perché era la città giardino per eccellenza, e sappiamo la vera fissazione del Re Carlo per tutto ciò che è green, ma perché vantava un’altissima concentrazione di famiglie nobiliari che le hanno dato quella fama sulla quale la località, e soprattutto i nuovi “imprenditori ” calati di recente, campano tuttora. Fra l’altro, nel 1958, Milano Marittima fu al centro di uno scandalo che coinvolgeva proprio una cugina dei reali inglesi, ovvero la principessa Sandra Torlonia Lequio.

No, signori e signore, la fama di Milano Marittima non si deve alla, peraltro relativamente recente, frequentazione di sedicenti vip, veline, calciatori più o meno pensionati e baraccone vario del protagonismo isterico di tante mezze cartucce del gossip plebeo, queste sono vere cazzate di una propaganda ignorante iniziata negli anni ’90, quando hanno rigirato la polpetta, pardon la vision, con la città dei vip e modaiola.

Milano Marittima non era vip, era signora. Milano marittima non era moda, ma stile. Una differenza abissale. Fra l’altro varie famiglie di autentica nobiltà erano impegnate anche nel mondo imprenditoriale mar milanese, come noi Ausiello Mazzi (boutiques La Tartana e La Tartana 2) Apperti (foto Weber) Pifferi (boutique Marlys, hotel Europa) Mazzolani (Area 51, cinema Arena Mare e Arena Pineta) Ricci Maccarini (sanitaria Viale Gramsci, hotel Isabella) Ricci Bartoloni (boutique Biby). E famiglie che addirittura un re di Inghilterra lo avevano ospitato a casa, come i Ferniani nel 1717, o che tuttora frequentano la famiglia reale inglese Mountbatten con la quale hanno pure parentela, come la famiglia di una mia carissima amica anche lei residente a Milano Marittima. Famiglie che discendevano da personaggi noti a tutti come Lorenzo il Magnifico, Machiavelli, o il grande Dante Alighieri. Al di là delle stronzate, perché tali sono e tali vanno chiamate, di chi parla di “periferia ” quando ciarla delle traverse, sappiate che ogni traversa, quasi nessuna esclusa ,vantava la presenza di almeno una famiglia nobile con villa o appartamento.

In un’intervista alla Voce del 27 Dicembre 2012 l’attuale sindaco di Ravenna disse “Il Centenario (di M.M. ndr) ha fatto scoprire a tutta la città ed ai turisti, che spesso la vedevano quasi come un entità a parte, che Milano Marittima è in realtà parte integrante di Cervia” dimostrando di non conoscere minimamente la realtà di allora, che era proprio quella. Del resto l’élite di Milano Marittima, e Milano Marittima stessa, sono sempre state sconosciute a Cervia. Il confine sociale fu molto più sentito di quello territoriale, prima accorciato ed oggi annullato dalla progressiva urbanizzazione, dalla progressiva proletarizzazione dell’offerta di non poche realtà come i family hotel e la movida della ragazzaglia.

L’élite di quella Milano Marittima, benché ferocemente chiusa, classista , autoreferenziale, fatta dalle famiglie nobili e di una certa borghesia solida da generazioni, ha comunque impresso un marchio alla località che oggi è stato trasformato in utilissimo brand per “venderla” nonostante la Milano Marittima di oggi, cioè degli ultimi anni, non ha più che il nome in comune con quell’altra. Non si vedono più garden party nelle ville, non si vedono più domestici in divisa andare a fare la spesa o portare i cani a spasso, non si vedono più le signore (quelle vere) andare in spiaggia con la servitù. Come si poteva giustamente leggere sul Carlino del 25 Luglio 2012 “è finita l’era in cui Milano Marittima metteva soggezione”, e ce ne siamo accorti.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

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