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Milano Marittima capitale dell’atteggiamento

Milano Marittima era uno stile e negli ultimi 20 anni è stata degradata a fenomeno moda. Ma lo stile resta, le mode passano.

Milano Marittima, capitale dell’atteggiamento, ormai è un fatto. Un topos relativamente recente, ma tant’è. Se il Comune di Cervia (Cervia Milano Marittima non esiste e anche su questa nuova dicitura abusiva ci sarebbe da scrivere fior di psicologia) potesse far pagare una sorta di tassa di soggiorno per chi si riempie la bocca di Milano Marittima ogni due parole, avrebbe le casse più ricche delle Cayman, della Svizzera, del Liechtenstein il cui principe ha un ramo di discendenza napoletano in comune con chi scrive.

IL NUOVO MODO DI VIVERE MILANO MARITTIMA

Così come si è imposta una serie assurda di sovrastrutture pseudo storiche ad hoc, ormai si è imposta e sedimentata una serie di sovrastrutture mentali fatta di luoghi comuni originatisi nel cervello di gente assolutamente estranea a Milano Marittima. Luoghi comuni che qualcuno ha applicato in maniera retroattiva, inquinando la nostra vera storia cittadina.

Milano Marittima capitale dell’atteggiamento

Scena tratta dal film Pretty Woman

Si spazia dalla spocchia di alcune commesse del centro, che ricorda una scena del film Pretty Woman e sulla quale arroganza c’è tutta una vera enciclopedia, oltre a non pochi articoli di giornale ad hoc, passando per gli sburoni a noleggio che affittano macchinone e magari pure orologione e zoccolone per farsi vedere alla Rotonda Primo Maggio, per finire a chi deve portare assolutamente la prole a scuola e catechismo a Milano Marittima pur avendo scuola e chiesa accanto a casa a Pinarella piuttosto che a Pisignano. Fine del tempo davvero topico quando, e non solo nella nostra località, tutto era familiare, naturale ed elegante allo stesso tempo, come raccontava un viveur al Carlino del 15.8.2014… Si potrebbe riassumere con la celebre battuta romana del “tu te la canti e tu te la soni” e guai a dire che sono cazzate.

Come quando li senti postulare che tal cane piuttosto che un altro non è una razza da Milano Marittima (a Milano Marittima il pedigree dei cani è sempre inversamente proporzionale a quello dei padroni. Ne ho parlato qui), oppure senti tizio che dice che si è vestito da Milano Marittima. Mai nessuno, dei vecchi residenti, quelli veri, e della vecchia élite, quella vera, si sarebbero mai sognati ste stronzate. Alle quali dobbiamo aggiungere le pseudo analisi pseudo sociologiche di certi assessori calati da tutt’altre parti della regione che sprofessorano come sul Carlino del primo agosto del 2014 dove, addirittura, si postulava una località in piena crisi di identità con un’analisi tanto superficiale quanto ingenerosa.

DA STILE A MODA IL PASSO È BREVE

Lo stridente contrasto fra l’essere e l’apparire. Una Milano Marittima che era uno stile e la hanno degradata a fenomeno moda. Chi “è” non ha bisogno di apparire e mantiene lo stile. Lo stile resta, le mode passano. Mentre chi non è niente, fa di tutto per apparire e la moda è il suo vangelo.

Ecco anche il perché siamo passati da una località in cui regnava la sostanza ad una località delle vetrine. Altro luogo comune. Fede ne fa la dichiarazione di un politico di recente importazione che a La Voce del 6 aprile 2014 afferma “A Milano Marittima i turisti sono sempre venuti per fare shopping e passeggiare fra i negozi”. Fantascienza se pensiamo alle nuove generazioni, locali e turistiche, che hanno la vision di una Milano Marittima del perpetuo casino, del posto dove si va a sfoggiare il look di moda pensando sia giusto così… e no, non lo è. Soprattutto che sia da sempre stato così… e no, non lo è mai stato. Mah, roba da ridere, come le battute di Gino Bramieri che quando era a Milano Marittima veniva dalla mia vicina di negozio Rosina Neri a scambiarsi le barzellette.

milano marittima gino bramieri

Gino Bramieri con il Conte da bambino a sinistra

La località dove i vip si sparano le pose e dove se le deve sparare chiunque ci venga per un malinteso e malsano spirito di imitazione. Quando sappiamo, invece, come a Milano Marittima l’élite avesse invece il culto militante del basso profilo. E parliamo di gente che lasciava 500 mila lire di mancia, non centinaia di euro di vandalismi alla città. Milano Marittima dalla fine degli anni ’90 è cambiata antropologicamente, non solo morfologicamente. L’imperativo sociale ormai è sono perché frequento.

“Chi è rimasto di noi? Nessuno!” mi disse ad una recente messa pasquale il conte Adriano Michele Bernabei, energetico, simpatico e nobile di Milano Marittima, che siccome non se la tira assolutamente come anche chi scrive, ovviamente non viene tenuto per un vero blasonato. La signorile umiltà non paga su questo teatro delle vanità a buon mercato che vede come facili palcoscenici ambienti assolutamente diversi come i baretti di strada o la chiesa Stella Maris….

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

L’albergatore e la movida

In questi giorni un noto albergatore cervese si è lamentato della confusione che gli arriva dalla movida dei bagni.

La movida gira, si delocalizza, e girano le palle a sempre più persone. Il 27 aprile, sul sito del Corriere Romagna, ho letto un’intervista report che sembra pari pari ad uno dei miei vecchi articoli o un’intervista fatta a tantissimi altri residenti di Milano Marittima degli ultimi 20 anni, da quando il casinificio, detto movida, imperversa a Milano Marittima centro ed in alcune strade come viale Matteotti; il grande corridoio di rientro della ragazzaglia alcolica e vandalica fra le 3 e le 7 di ogni mattino estivo, salvando, ma solo per ora, altre parti della località a partire dalla fascia alberghiera sul mare… per ora.

movida

La movida a Milano Marittima

L’ALBERGATORE CONTRO LA MOVIDA

Perché oggi a me, domani a te, e difatti nell’intervista è proprio un noto albergatore che si lamenta del casino che gli arriva dalla movida dei bagni. Quando a Milano Marittima avremo il lungomare come a Cervia, sarà anche qui lo stesso bordello. Già le prime avvisaglie e lamentele l’anno scorso nell’area del primo tratto realizzato fra Canale Porto e Canalino di Milano Marittima, con gruppi notturni di ragazzini molesti, con la scusante che dovevano sfogarsi dalle restrizioni invernali del Covid. Cazzate.

Comunque non si può ragionare per categorie dando tutte le colpe ai baretti e ai bagnini. Il casino viene ampiamente praticato e tollerato anche nei ristoranti dove le tavolate dei gruppi di ragazzi assicurano il pienone e gli urli da stadio li senti da varie traverse di distanza. Per non dire degli alberghi stessi che non necessariamente ormai hanno solo questa clientela che è capace di stare in camera e sui balconi pure 8 ore di fila con birre e schiamazzi e musica a palla, e guai a chiedere tregua, ci si beccano insulti e minacce perché non sono loro che rompono i coglioni a noi ma noi a loro. E chi giustifica sta gente dovrebbe smetterla di parlare di turismo cambiato ed essere denunciata per apologia di reato.

Nell’intervista di Massimo Previato l’albergatore dice che la movida della spiaggia male si associa alla tranquillità dei clienti dell’hotel. Vero, ma non valeva lo stesso per noi a Milano Marittima? Dove non solo non si dorme più, dove non solo si deve pagare per i vandalismi altrui, ma dove il valore degli immobili è sempre meno appetibile proprio a causa del bordello.

movida

Carlino 18 giugno 2021

Se la musica del lungomare è un problema, in centro come anche in tanti altri bar che vogliono imitarlo, no? Secondo l’albergatore bisognerebbe intervenire con sanzioni, giustamente, eppure anche anno scorso dal palazzo hanno detto no, e ci mancherebbe pure che multiamo questa bella gente e questo turismo di qualità.

movida

Carlino 18 agosto 2007

E dire che proprio anno scorso c’erano stati anche gravi atti di estrema violenza contro i carabinieri, e non era una novità, perché i carabinieri già dagli esordi del fenomeno movida avevano iniziato a subire e si capiva che avevano a che fare fin da subito con un cancro che si sarebbe espanso. L’albergatore dice che nessuno si prende la responsabilità di mettere un freno. Forse qualcuno ricorderà un’intervista in cui il sindaco di Cervia sulla Voce del 4 novembre 2014 propone addirittura “Si alla movida anche in inverno”. Semplicemente agghiacciante. L’albergatore dice che questo allontana la buona clientela. Vero, io personalmente posso dire che ho perso tutta la mia clientela della Boutique La Tartana stanca del nuovo andazzo volgare e casinaro di Milano Marittima.

EPPURE C’ERANO GIÀ STATI DEI SEGNALI

L’albergatore dice giustamente che questo modello di turismo già era stato bocciato da Riccione 30 anni fa e da Marina di Ravenna 15 anni fa. L’ho scritto pure io più volte. Ma c’è da dire che furono proprio tanti nostri operatori a volerlo importare a Milano Marittima, della serie “adesso li prendiamo noi questi splendidi turisti, con i ragazzi fare soldi è facile, si fa presto, si impazzisce di meno, poca spesa tanta resa”.

Ripeto, tutti sordi e ciechi quando tutto era circoscritto al centro di Milano Marittima, un salotto di eleganza trasformato in un orgia che è stata pure tutelata anche quando a causa del Covid gli assembramenti di migliaia di persone in spazi ristretti andavano se non del tutto proibiti perlomeno molto limitati, ed invece… Ed invece anche questa estate 2022 sarà un casinificio dei peggiori, pardon sarà una splendida movida glamour, vip, fashion, esclusiva…

Un grande grazie e buon lavoro alle forse dell’ordine a partire dai carabinieri.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Quando faceva (davvero) freddo

Il Conte ricorda il freddo, quello vero, nella Milano Marittima che con la neve diventava fiabesca.

Esattamente un anno fa, il 7 Aprile 2021, una spolverata di neve su Milano Marittima mi ha risvegliato tanti ricordi legati al freddo. In tempi più recenti ricorderete il gran nevone fra il 31 Gennaio e il 13 Febbraio del 2012, oppure la grande neve su tutto il Nord Italia del 1991. Ma fino a tutti gli anni ’80 a Milano Marittima nevicava spesso, non era raro anche a Pasqua. Ho un netto ricordo del 1978, nevicata a Dicembre come da copione e nevicata a Pasqua molto più pesante, con 30 centimetri il 27 Marzo… ed eravamo già in stagione. Oggi siamo rimasti pochini a ricordare.

Quando a Milano Marittima faceva (davvero) freddo

Anni ’80, neve all’Ottava Traversa

E poi il freddo, anche le estati non erano così africane e, anzi, erano spesso piovosette. La nebbia poi, quella fitta, una costante quasi quotidiana da Ottobre ad Aprile. In classe alle elementari stavamo col cappottino. Quanto al riscaldamento, era un lusso. La maggior parte delle case non erano concepite per essere abitate tutto l’anno, e ci si arrangiava. Stufette elettriche o a bombole a gas. Casa mia aveva il doppio privilegio di un camino nel salone e di termosifoni in ogni stanza, praticamente un unicum a Milano Marittima, non a caso del nostro attico parlavano tutti come di un qualcosa all’avanguardia.

Quando a Milano Marittima faceva (davvero) freddo

1978, il Conte e sua mamma in Piazzale Napoli

Ma l’inverno del 1973, nel quale mia madre era incinta, abitavano in un altro appartamento in Viale Verdi in piena Austerity, allentatasi poi nell’Aprile del 1974, proprio quando sono nato io, e li faceva freddo come dappertutto a Milano Marittima. Ho ancora davanti le stufette dal tabacchi all’Ottava Traversa, dal giornalaio Neddo in Viale Matteotti accanto al cinema, dalla giocattolaia zia del velista Simone Bianchetti alla Ventesima Traversa ecc… dd il clima era già migliorato!

Non erano tanti gli anni prima in cui i ragazzini di Milano Marittima facevano il falò per riscaldarsi in attesa dello scuolabus. Erano già gli anni ’90, e pure dopo, quando ghiacciavano i vetri esterni delle finestre, tanto da sembrare ricamati, e si cercava di sgelare con l’asciugacapelli le serrature delle automobili per aprirle. Certo, disagi, ma ripagati dall’indescrivibile poesia di una cittadina che aveva ancora tutti i suoi alberi e il suo verde, e che con la neve diventava fiabesca, ma una fiaba che noi potevamo vivere.

Quando a Milano Marittima faceva (davvero) freddo

Anni ’80, neve in Viale Matteotti

E poi non era da tutti vedere la neve in spiaggia. Solo noi abbiamo vissuto davvero il mare d’inverno, adesso è una moda, una posa, altro che storie. Anche perché mare ed inverno c’erano pure allora, però non era stata lanciata la moda, ne credo che col tempo le distanze chilometriche per raggiungere Milano Marittima si siano accorciate favorendo le calate del week end. Una magia disprezzata perché sento alcuni dire “Ma come fate a vivere d’inverno a Milano Marittima? Ma io dopo una settimana mi sparerei!”. Ed è stato meglio così, certa gente non avrebbe meritato quella Milano Marittima, ce la siamo goduta noi…

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Da Anello del Pino ad Anello delle Righe Blu

L’Anello del Pino di Milano Marittima, dal progetto di parco multifunzionale a quello di megaparcheggio a pagamento.

“Un nuovo modo di vivere un’area verde di grande prestigio”, così vi avevano presentato l’Anello del Pino fra il 2014 e il 2015. Adesso siamo nel 2022 e la vivrete davvero in un modo nuovo, ma non da parco multifunzionale, ma da enorme parcheggio a pagamento (qui l’articolo con i dettagli e gli abbonamenti).

La bellezza di ben 357 posti (Corriere 14.01.2022) fra parte anulare e tratti a mare delle traverse (che qualche pirla chiama stradelli). Quindi all’Anello del Pino, dai e dai, ci saranno alla fine più parcheggi a pagamento che pini.

IL PRECEDENTE PROGETTO DELL’ANELLO DEL PINO

Avevano scritto di “un progetto fiabesco” (Voce 18.6.2014) e già prevedo non poche fiabesche incazzature. Lasciando perdere poi la solita propaganda “ogni pino sarà conservato gelosamente” (Corriere 16.6.2014).

Da Anello del Pino ad Anello delle Righe Blu

Clicca per ingrandire il progetto

Un progetto di parco multifunzionale che doveva durare 9 anni, cioè proprio fino ad ora. Quindi doveva essere ancora lì, invece è durato un’estate e oggi… via di righe blu! Anzi, le righe blu non ci sono ancora, forse per farle si aspettano i turisti e il caos di Pasqua per favorire le riapertura delle attività limitrofe, però da almeno una settimana le colonnine per pagare le hanno già messe su.

Da Anello del Pino ad Anello delle Righe Blu

Si era detto ai tempi che vi si sarebbe dovuto trovare un percorso vita, teatrino, recinto animaletti, zona skateboard, area cultura, una iniziativa che nei fatti fu poi realizzata molto ma molto diversamente e in minimi termini rispetto al progetto presentato (vedi Riviera di Cervia n.6 Luglio 2014) ed è meglio che mi taccio perché sono un signore e voglio restare tale…

Doveva essere inaugurato il 30 Maggio 2015 ma nel Febbraio 2015, però, ci fu una pesante burrasca con conseguente mareggiata e strage di pini. Il Corriere 12.2.2015 scrisse per l’Anello del Pino di “vuoti incolmabili”, il Carlino contò 130 pini caduti, eppure… Eppure posso dire che fra il 26 e il 29 Gennaio, e non solo li ma anche davanti casa mia e in Piazzale Torino, le moto seghe erano già andate alla grandissima arrivando a lavorare anche 11 ore al giorno, quindi dar poi tutta la colpa della strage alla burrasca successiva francamente… E all’anello dei pini le moto seghe tornarono ancora il 2 Marzo sempre del 2015. Traete voi le debite conclusioni…

IL PROBLEMA DEL PARCHEGGIO SELVAGGIO

In teoria da questa estate 2022, con i controlli dei pedaggi, dovrebbe cessare una volta per tutte il parcheggio selvaggio e strafottente sui marciapiedi dell’Anello del Pino lato opposto al mare e nelle aree pinetate, sia quelle esistenti che quelle sparite per farci delle case.

Da Anello del Pino ad Anello delle Righe Blu

Da Anello del Pino ad Anello delle Righe Blu

Decine di auto e addirittura camper. Un’abitudine recente come la solfa della mancanza di parcheggio, che francamente anni fa nessuno di noi sentiva, e dire che c’erano molti più alberghi e pensioni, quindi più gente che aveva bisogno di posteggiare. Solo fra Terza e Dodicesima Traversa ricordo Castagnoli, Napoleon, Serena, Lucciola, Savoia, Onarmo, Touring, Aura, Geranio Principe, Esperia, Esmeralda, Villa Grazia, Giardino, Locanda dei Pini, Adriana, Patrizia, Argentina, Nautilus, Saratoga, Viviella…

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi