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Com’è bella la fantasia

“Com’è bella la fantasia” diceva mio padre quando mi mascheravo per Carnevale impersonando qualche eroe dei fumetti o dei cartoni animati. Oggi, anche se non è Carnevale, a Milano Marittima è pieno di gente che cerca di appropriarsi di un passato non proprio, d’atteggiamenti ad emulo o erede di quel bel mondo, di quella mondanità d’èlite che solo certe cronache giornalistiche pretendono esista ancora nella città di Palanti. Se nel resto del mondo “signore” significa essere dotati di una certa nascita, di una certa educazione, di una certa cultura, in romagna purtroppo “signore” è che più che altro chi ha tanti soldi. Uno può anche essere uno zoticone, ignorante come una capra e un fior di cafone, ma se ha il portafoglio pieno, è un “signore”, se poi si compra casa a Milano Marittima, ecco che è come avesse acquistato anche un blasone. Ma la domanda nasce spontanea, se in un lotto di terra prima abitava una sola famiglia in villa con ampio giardino, eppoi spianata villa e giardino ci costruiscono dieci appartamenti per altrettante famiglie, i “signori” di Milano Marittima erano quelli della villa monofamigliare, o sono quelli del piccolo condominio con appartamenti da 65mq che ne ha preso il posto?. I vecchi “signori” avevano ville e le chiamavano case; oggi quelli che comprano anche un bilocale dicono che hanno la villa. Nelle vecchie ville anche nobiliari c’era spazio per il pollaio e ne seppe qualcosa una vecchia contessa ferrarese che vi fu rinchiusa per dispetto dalla propria cameriera. Questo perchè si viveva molto semplicemente e senza ostentazione. Ci sono poi interi condomini che, alla faccia dell’eccezione del termine e del vocabolario, si intestano “ville”. La moltiplicazione esponenziale di appartamenti ricorda più la crescita delle periferie proletarie delle grandi città industriali degli anni del Boom, che non una signorile città rivierasca alla quale troppo spesso s’applica l’aggettivo “esclusiva”. Escludere significa favorire i pochi rispetto ai più. Distruggere ville monofamigliari per edificare complessi di parecchi appartamenti è logica esattamente opposta, altro che esclusiva. Ormai Milano Marittima è la nuova frontiera della Bauhaus del secolo scorso. L’ideale della Bauhaus era quello di “far vivere da signori in una casa da operai”. Un po’ come negli anni 80 col fenomeno multiproprietà: una decina di operai della Fiat comprava un bilocale in multiproprietà in Sardegna, e si sentiva come Agnelli. Libri, giornali, siti, mai nessuno che citi “i residenti di Milano Marittima”. Ammesso possa dirsi, Milano Marittima SIAMO PRIMA NOI. E se ci fossimo comportati nel passato come fanno oggi tanti dei nuovi residenti, il fascino della Milano Marittima che costoro vorrebbero comprare, comprando pochi metri quadri di casa, sarebbe già finito da un pezzo. Ultimamente sui giornali vediamo solo gli ultimi arrivati o gente del tutto trascurabile come veline e personaggi dei reality: mai una volta (soprattutto in occasione del centenario!) che si facessero i nomi dei personaggi veramente importanti che hanno vissuto Milano Marittima, e voglio dire musicisti di fama come Gened Cappellari o Franco Tolomei, grandi storici come Elma Fattorini oppure grandi scienziati come Folco Quilici e Benedetto Scimemi, poeti come Bruto Carioli o grandi soldati come Delcroix, illusti medici come Fabrizio Salvi e grandi giornalisti e scrittori come Rino Alessi morto nel suo appartamento nel Grattacielo Marinella. Per non dire di altri spesso citati solo en passant come l’ammiraglio Aliprandi, Silvano Collina, Rudy Neumann, gli Allegri, i Benzi, Pupo Sovera e i coniugi Prestinenzi. Non si può sfogliare uno dei più noti settimanali e in un articolo dedicato almeno nel titolo al centenario di Milano Marittima, trovare solo foto di fanciulle tette e culi più o meno in bella vista nei soliti bagni e locali di Milano Marittima, con buona pace di Palanti ecc.

Il Conte che non conta

Chi guasta il glamour (Seconda parte)

Continua da Chi guasta il glamour (Prima Parte)

In tutte le realtà turistiche DI LIVELLO (come pretende essere Milano Marittima) è stato sempre un certo target DI LIVELLO a farne fortuna e nomea. Target al quale s’addice anche questo benedetto aggettivo, glamour. Ed è SEMPRE il prezzo a fare selezione del target di clientela che si vuole. Un addetto ai lavori come Fanelli (della Pro Loco in aggiunta) ha messo in guardia gli operatori perché “si sta innescando una pericolosa corsa al ribasso” (Corriere, Voce e Carlino 14.06.13). Insomma, prezzi medio-alti, buona clientela; prezzi medio-bassi o scontati, clientela bassa e deludente. La “politica” dei prezzi scontatissimi, del “tutto compreso”, ricchi premi e cotillon non denota certo glam e professionalità e men che meno dignità del lavoro. Ma solo un clima da “si salvi chi può” ed una mentalità arraffona nettamente contrastante con la ossessiva propaganda sulla “Milano Marittima località sempre trendy e ricercata dai miliardari arabi e russi” (Carlino 18.11.12), con addirittura la richiesta di approntare in pineta un eliporto solo per loro con collegamenti con Cortina e altre località). Velleità aristocratiche a parole; mentalità da sagra paesana nei fatti, “Bisogna far venire gente” (Carlino 17.08.13) è il motto anche se presenze NON significano fatturato, finalmente ve ne siete accorti. Nei reportage che, per tutta l’estate vari giornali ci hanno proposto riguardo le spiagge davvero vip, Milano Marittima chissà perché non c’è mai! Alla faccia di quanto scrivono i giornalisti nostrani, quelli foresti non ci calcolano. Esaustivo l’articolo a firma Pamela Dell’Orto “Un mare di soldi” (Giornale 26.8.13) con nomi, indirizzi e prezzario. “Tra Liguria e Toscana i bagni più esclusivi che a Miami, ma con servizi come nessuno”. Nella nostra località vogliamo fare Miami solo con i grattacieli! I bagni “Fiore” a Paraggi danno ombrellone, 2 lettini e spogliatoio per 100€ al giorno e tassativamente per due, non come in Romagna dove hanno inventato i lettini condivisi. Uno dei bagni più vip di Milano Marittima invece offriva lettino giornaliero + cappuccino + brioche + mezza minerale a 5€, come segno dei prezzi proibitivi per cui saremmo noti (Carlino 20.06.13), anzi, la “rinomata e costosa Milano Marittima” (Voce 03.08.13) che se davvero fosse tale, non potrebbero venirci famiglie intere di turisti provenienti da aree d’Italia dall’800 considerate “depresse” e povere, e dalle quali non venivano a Milano Marittima neanche per lavorarci. Prendiamo il tanto sbandierato Golf di Milano Marittima. Fa pubblicità sui giornali “Prova il golf: socio per 6 mesi a 75€. Previsti inoltre pacchetti di lezioni promozionali”. Che vip: sempre sti “pacchetti”! Vuol dire che costa circa 13€ al mese e 42 centesimi al giorno. Il Golf Club bolognese dei Sassoli De Bianchi (cugini dei Bargagli-Petrucci di Milano Marittima) ha la quota associativa (2010) di 5.000€ cioè 416€ al mese e 14€ al giorno. La proporzione è che da noi il costo è 32 volte DI MENO. A metà anni 70 il titolare della prestigiosa boutique “Oscar” in Viale Ceccarini a Riccione, diceva a mio padre che la clientela che frequentava Milano Marittima era più chic di quella che frequentava la Perla! La quale ci ha anche tolto il “titolo”, basta leggere anche i più recenti giornali (cfr. Carlino 20.08.13) “Riccione città-giardino”, dove si ripercorre la storia della città eppure non si citano i conti Pullè, che invece tanto fecero per lo sviluppo turistico. C’è stato un boom economico ignorato dai media in quelle regioni? o Milano Marittima son balle che sia “cara”? Basta qualche striscia blu, quando più di metà della città è ancora parcheggio libero (e selvaggio) e scoppia il casino (Carlino 23.06.13). A Positano ci fai un oretta con i quasi 3€ di parcheggio giornaliero di Milano Marittima! Come ha detto il Presidente FIPE di Venezia “I capricci si pagano”. Qui tutti vogliono spararsi la posa, ma vogliono farlo a spese nostre, altro che glamour!

Ristoranti che ci tengono molto a pubblicizzarsi come “in pieno centro a Milano Marittima” ma che poi propongono pizza a metà prezzo come neanche i negozietti periferici di pizza e kebab dei pakistani, sono glam? Molti dei nuovo negozi che vendono a prezzi inferiori o poco superiori ai 10€ nei pressi della Rotonda Primo Maggio sono glam? Portare a lavorare a Milano Marittima le sciantose sfrattate da altri locali rivieraschi (cfr. Voce 11.08.13) è aumentare il glam? Al massimo aumenta il “tiraggio” ma non certo quello turistico! Estate 2013: mai così tanti tatuati, così tanti svizzeri e francesi, così tanti cani (finalmente li accettano in hotel e in spiaggia) e così tante… carrozzine! Sono dappertutto, a tutte le ore. Sia a notte fonda quando esci dal Pineta sia in giro all’ora della canicola. Questa è l’ora dei papà, che girano per Milano Marittima (altra attività molto glamour, viste anche le ultime dichiarazioni di H.R.H il duca di Cambridge) come un tempo le bambinaie quando portavano ai giardinetti i pargoli delle famiglie “bene”. Potessero portarsele in acqua queste carrozzine, sicuramente lo farebbero! Gia  le spingono ostinatamente sulla battigia, con faticate degne dei minatori e dei carbonai dell’800 . Sarebbe il caso, con l’amico Ubaldo Dirani già collaboratore del dopoguerra a Stoccarda di Werner von Braun (si quello delle bombe) di progettare la “carrozzina anfibia”: faremo miliardi a Milano Marittima! E quanto al glamour inteso come decoro ed eleganza? I russi hanno optato per uno stile retrò da far invidia ai francesci. Gli uomini vanno in spiaggia coi berrettini che ricordano Capitan Findus più che ricchissimi capitano d’industria; le donne ostentano cappelloni di paglia stile mondina in “Riso Amaro”, che quand’ero bambino erano appannaggio delle venditrici di canditi e “loverie”. E gli italiani? Come s’esplica il loro glam sulla spiaggia più “in”? Le donne si sono date allo stile Santanchè, e detto questo, è detto tutto. Se la moda dell’Est è portare la frutta in spiaggia, grazie ai tanti tanga pare d’essere ad una perenne fiera della Prugna Secca. L’uomo ha ricoperto la sua virilità, rispolverando barba e slip. Siccome abbiamo tanti manager (siamo a Milano Marittima) non possono far a meno del cellulare e se lo infilano negli slip, forse sperando in uno squillo extravibrante: in tal caso il Conte consiglia la suoneria Daitarn Tre che, grazie all’effetto mitraglietta dovuto alle batterie di semicrome, può risultare utile. Invece i fumatori infilano il pacco nel pacco. Se il contenuto di questo pacco (sigarette) uccide (come da fascetta) il contenuto dell’altro pacco, difficile stenda qualcuna. Lorsignorini son troppo presi da altro, tipo giochi proibiti. Proibiti non perché erotici, e ci mancherebbe, proibiti perché disturbanti come racchettoni e calcetto tra i lettini. Ma da veri vip se ne fregano di spararti qualcosa in faccia, è colpa tua che stazioni li. Come la sera, la pedona diventa un velodromo pieno di schizzati che schizzano in bici e di fessi che magari a te che vai a passo d’uomo ti insultano perché, a detta loro, “vai contromano”. I giovani vip glamour si muovono in branchi, mai meno 6/7, con punte oltre la dozzina e rigorosamente unisex, o tutti ragazzi o tutte ragazze. Diego Angeloni (Voce 26.08.13) ha definito “Tristi spettacoli, vi assicuro” gli approcci degli uomini in spiaggia verso le belle turiste. Per me è spettacolo ben più triste vedere tanti giovani che si sballano fino a mattina con alcol e droga! Infine ci sono quelli che proprio non vedono l’ora di farci capire, soprattutto sentire visto che urlano, chi sono e dove vengono. Specie la notte e nei ristoranti prima dell’andare a gavazzare, giù con coretti da far sembrare l’Oktoberfest il raduno di Ascot. Fra loro si parlano senza nomi di battesimo (per i quali 20/30 anni prima si sono scervellati i loro genitori sui libri e calendari) si chiamano con suoni gutturalpastorali “Oh!” oppure “Aoh!” a seconda dell’origine geografica. Ma non bisogna essere snob e fare di tutta l’erba un fascio sperando che Milano Marittima sia una location burrosa come quelle dei film di Inga Lindstrom. Poiché anche fra loro c’è chi ha studiato, e lo dimostra articolando frasi ben più complesse tipo “Oh! dove cazzo andiamo?” oppure “Aoh! che cazzo facciamo?” il che fa ben sperare per il futuro dell’Italia e del nostro turismo glam.

Pensare che già un ventennio fa, ci dicono, l’anziana padrona dell’hotel Aurelia vedendosi sfilare davanti questo campionario, sbatteva in terra il bastone dicendo “E questa è gente che deve venire a Milano Marittima?” Ma a rovinarci il glam, pare, sono i palloncini e lo zucchero filato tanto discussi…

Il Conte che non conta

Chi guasta il glamour (Prima parte)

“Degli 11 alberghi a 5 stelle in Emilia Romagna 4 sono a Milano Marittima” scrive sulla Voce del 10.08.2013 Ottavio Righini, annunciando la nascita a Milano Marittima della suite “più prestigiosa della riviera”. Conoscevo Righini, la cui famiglia aveva la Pensione Cina in Viale dei Pini e che da anni ha venduto la casa dove giocavo con la figlia Francesca ed il cane lupo Silla. Volentieri conoscerei il parere di “Nani” Marcucci-Pinoli patron di “Alberghi di classe per ospiti di prestigio” (abbiamo amici comuni) sui “prezzi trattabili per i lunghi periodi” della suite; il che più che un hotel di lusso ricorda un annuncio della Pulce (Carlino 14.08.13 e Voce 10.08.13). Se Batani nel nuovo hotel di Cesenatico ha bagni firmati Versace, pochi sanno che da anni alla Stella Maris abbiamo i bagni piastrellati Valentino! L’ambasciatore mondiale del marchio non si chiama CACA DE SUOZA? Un nome, un destino. Fra lussi di cessi, con annessi e connessi, “a Milano Marittima però c’è anche chi guasta il glamour” (Corriere 20.07.13).

Sarà perché William e Kate d’Inghilterra hanno snobbato i villini della nostra città (che offrono tanto di Personal Concierge adattissimo a dei neo genitori) per una cascina nel Senese? Chiederò lumi alla senese marchesina Bargagli-Petrucci, di blasone senese DOC come la nipote del marchese Bartolini-Salimbeni. A Milano Marittima però, che guastano il glamour ci sono sicuramente i venditori abusivi e i cassonetti, “Viale Gramsci è diventato terra di nessuno, dove non si notano mai vigili e gli abusivi vendono palloncini e zucchero filato, abbiamo perfino le cartomanti”. E dire che un anno fa (Carlino 12.07.12) l’assessore Coffari diceva del Gramsci “è stato individuato come area d’alto valore istituzionale ed è discrezionale la sua concessione”. Finita l’era, ancor primi anni 80, in cui “Milano Marittima metteva soggezione” (Carlino 25.07.12) come ricordano i cervesi sopra i 50 anni, Lamborghini s’accontentava di Lido di Savio e Ferrari di Viserba (Carlino 14.08.13). Troppe inverso le parti della città dove imperversano soggetti ben più invasivi! Intanto, odio sto “Mi.Ma” anche se prima di scrivere queste righe ero nel bagno omonimo dove aleggia la scuola di Sovera, in compagnia di Gualfreduccio Degli Oddi e con Guido Farneti-Merenda-Salecchi, che molto si diverte al mio racconto di come sia tosta suor Libera nell’allontanare dalla spiaggia privata delle Orsoline i vucumprà o “i mori”, come li chiama lei in dialetto. Suor Libera, rovigotta che ama la Romagna ed i romagnoli, sarà anche vecchietta ma sa far la voce grossa come Tarzan, sia quello dei film che quell’altro, ovvero il loro bagnino Primo, detto appunto Tarzan per via del nome che s’era messo come radioamatore. Diffidate sempre di chi dice “Il turismo è cambiato” perché al 99% è uno di quelli che ha contribuito al cambiamento (in peggio) e non vuol prendersene la responsabilità/colpa. Siamo noi che facciamo cambiare le cose, il Destino ci parla col linguaggio delle nostre scelte. Sul Corriere del 28.07.12 un noto esercente si poneva e ci poneva la domanda giusta, cioè se Milano Marittima vuol tornare ad essere località d’élite o vuol essere popolaresca e da sballo.

Negli stessi giorni, la stampa nazionale (La Repubblica 12.08.12) irrideva al nostro turismo di ragazzi che cenano all’aperitivo e dormono in auto o in spiaggia. Fondatore del turismo nostrano, Primo Grassi “protestò con veemenza contro la vacanza a 16 euro tutto compreso (Così si uccide il turismo) e contro l’aridità degli operatori contemporanei” (Voce 18.08.13). Qui fanno tanto i fashion-glam, poi gli “eventi” sono sempre una sagra ed un mercatino. Così anche per il Centenario, col mercatino “speciale Centenario” all’Anello del Pino. Pensare che Guido, che ha 15 anni più di me, ha vissuto gli ultimi anni davvero d’oro di Milano Marittima con gli amici Orsini-Mangelli, Ferniani, Rodino Dal Pozzo parenti di Vittorio Cini, quello del Festival del Cinema figlio di Ida Borelli. Sere fa fui travolto da un gruppo che diceva ai passanti “Sémo de Torpignattara!”, ecco la Milano Marittima attuale, fra l’epoca di Torlonia e quella di Torpignattara. Qualcuno (Carlino 14.08.13) dice che “anche all’élite Ci VUOLE UN FRENO”: ma il freno ai ragazzotti che perpetrano sistematici vandalismi, poi messi in conto a noi residenti? non guastano il glam? Eppure il Codice Penale art. 674 punisce tali comportamenti, al pari degli schiamazzi notturni, altro must delle notti glam. Se una pattuglia girasse a piedi fra le 3 e le 6 di mattina per sanzionarli, il Comune incasserebbe parecchio! “Danneggiano 7 auto, rovesciano cassonetti e reagiscono a poliziotto”; “Auto danneggiate in serie, due arresti. Nella zona dei locali notturni hanno spaccato 7 specchietti laterali di auto ma in totale fra calci e pugni le vetture danneggiate sono state una quindicina” (cfr. Voce e Carlino 11.08.13). E questi erano solo due.

La morte del Cardinale Tonini è stata annunciata sulle nostre spiagge. Nelle giornate del Pio Manzù del 1998, Tonini parlò dell’educazione al futuro per i giovani: “sarà creato da coloro che sono in grado di mettere il respiro nell’anima dei ragazzi”. Noi abbiamo un viale pedonalizzato fino alle 2.30 dove possono invece mettersi dentro fiumi d’alcol. Alla faccia delle utili e innocenti fontanelle (tutte chiuse) di cui ha nostalgia anche Luca Goldoni: ne ha parlato sul Carlino del 15.08.13 e ne ha parlato con me, ricordandoci quando eravamo vicini di casa (viene a Milano Marittima dai primi anni 70 “siamo venuti per la tua nascita” diceva ridendo). E’ ora di finirla anche con un’altra canzone, suonata troppo spesso in una compilation di tre/quattro luoghi comuni che fanno comodo. Che, cioè, tutto può convivere a Milano Marittima è FALSO. Con degrado, maleducazione, vandalismi, rumore, abusivisimo NON si può né si deve convivere. Certa gente o capisce che non è gradita o va sanzionata. La gente glam, la gente perbene, vuole l’opposto, tranquillità, ordine, decoro, non ragazzotti casinari e cafoni in trasferta dal contado. Tutto e tutti non possono convivere in un posto che, ossessivamente, martella propagandandosi come “esclusivo”. E’ una contraddizione in termini e nei fatti! Spesso i nostri fashiongiornalisti paragonano Milano Marittima a Forte dei Marmi e Saint Tropez. Un mio conoscente ha l’appartamento dal 1968 che affitta e adesso non ci vuole più venire e se ne va proprio a Saint Tropez dove c’è anche quel Port Grimaud (since 1964) tutto PRIVATO. In una recente intervista (Carlino 08.08.13) Gherardo Guidi della “Capannina” del Forte diceva “Oggi arrivano frotte di giovani indiavolati e le attrazioni sono le veline e i calciatori…” (come da noi e sappiamo chi ringraziare) “…prima c’era più ordine e l’ordine si sa, porta stile”. Caro Guidi, evidentemente qui non lo sanno… Se lo stile avesse almeno lasciato il posto al semplice decoro, invece neanche quello! Se in tempi non lontani chi girava per Milano Marittima pareva l’incarnazione di un cartellone di Dudovich e di una foto di Slim Aarons ora i più paiono usciti da un video cafonal di musica latina, da una puntata di Jersey Shore (quando li cacciarono da Firenze li accolse Rimini), o peggio. Un ristorante si è munito di un muretto strategico forse per non far più vedere i vip che, appena a tavola, subito si tolgono le scarpe, più spesso le ciabatte, il che inquadra subito il target circolante… Quanto al resto, li vedi conciati così la mattina a colazione, così il pomeriggio in spiaggia, così la sera per il centro, e pure così vanno a letto. Comodità non significa trasandatezza, sciatteria. Ciabatta infradito (declinata in tutti i colori), t-shirt, calzoncino sopraginocchio mutuato dalle partitine di calcetto, questa la tenuta base di troppa gente, anche 40/50 enni, e di non pochi esercenti di note boutiques. Qualche elegantone usa la polo, ma rarissime le camicie e i pantaloni lunghi (i tedeschi li avevano sempre, altro che sandali coi calzini). Magari un marsupio sulla maletta, che da quel tocco di sportiva eleganza décontracté, ideale per lo shopping nella nostra glam-city! A molti con la canottiera manca solo la cassetta del pesce in spalla e son pronti più per una foto ricordo in Borgo Marina che per una fashion night.

Quando una radio locale imperversava con una canzoncina “A Milano Marittima ti fai toccare, tutto è concesso, la vita è sesso” lo segnalai a chi di dovere, ma nessuno si prese la briga non tanto di rispondermi, ma di bloccare l’emissione, anzi, un noto rappresentante di categoria si mostrò scocciatissimo della mia segnalazione. Non interessando l’immagine della città, mi rivolsi a chi si occupa di moralità, ed ebbi prontissimo riscontro ed interessamento dal Vescovo Verucchi: la lettera scrittami è a disposizione come “prova” di quanto sopra. Continua…

Il Conte che non conta

Chi cerca non trova

Da qualche anno chi sente il nome di Milano Marittima subito lo identifica con una parola (purtroppo): MOVIDA, in primis sulla spiaggia. La stampa locale, continuamente, parrebbe confermarci questa idea che, però, pare sia ormai solo una fissazione più che una realtà (per fortuna). Infatti, la stampa nazionale e non solo quella, sono di parere molto diverso! Un documentatissimo reportage sull’argomento apparso su “La Repubblica” del 16.7.2014 s’intitolava “Musica, tuffi e cocktail bar. Le spiagge della meglio gioventù”. Riportava con dovizia di particolari e fonti, la top-ten delle più gettonate spiagge del continente. Ai primi due posti due località italiane: primo posto per il bagno Turquoise di Rimini, secondo posto per il Pogo Bay di Porto Cesareo. Fuori dalla top-ten altre località balneari italiane: Gallipoli, Panarea, Fregene, Capocotta… e Milano Marittima? Non era citata manco en-passant cari amici lettori! Del resto, parlando proprio con un giovane DJ che lavora spesso in un bar di Mi.Ma (l’acronimo che detesto), riguardo Gallipoli mi ha confermato che ormai “Gallipoli è la nuova Milano Marittima”. Un’affermazione che riflette un’epoca. Il ragazzo ha ventanni, la metà dei miei, non può sapere cosa fosse la VERA Milano Marittima, perché da quando lui è nato, Milano Marittima è questa roba qui! Ma noialtri continuiamo a leggere ossessivamente sulla stampa nostrana che siamo la spiaggia chic e vip, nonostante anche qui la stampa nazionale ci confermi il contrario. Con l’inizio dell’Estate, il quotidiano “Il Giornale” ha iniziato una serie di reportage dalle varie zone di mare. Uno dei primi, se non il primo, è apparso il giorno 6.7.2014 intitolato “Turismo con stile”. Qui Milano Marittima veniva citata, ma al negativo, come meta dei cosiddetti “TRUZZI” cioè dei cafoni, scrivendo: “…i quali frequentano in massa Milano Marittima, Ibiza, Mykonos e Sharm”. Più chiari di così! Mentre Forte dei Marmi che tanto spesso si vuole assimilare a noialtri, era data a metà strada fra S.Tropez ed appunto Milano Marittima. Ma tutto già si sapeva dalla fine degli ’80, basta guardarsi il film “Roba da ricchi” del 1987, quando in una scena, Lino Banfi, un industrialotto pugliese in trasferta con la famiglia a Montecarlo, fa una battutaccia dove mette sullo stesso piano Milano Marittima con Ostia e Terracina! Questo è quanto, ma nessuno naturalmente, vuole leggere i giornali nazionali, né guardare film rivelatori del passato.

Il Conte che non conta

Che sapore ha una giornata uggiosa

Il Generale Inverno è arrivato. Oggi 5 Ottobre, mentre scrivo, è proprio una giornata uggiosa. La news del giorno è l’ennesima stoccata del Papa “No ai cristiani da pasticceria”. Sugli stessi giornali, un’altra notizia è la morte dell’imprenditore Panattoni, il “re dei gelati” nonché inventore del gelato gusto stracciatella, il mio preferito. Originario di Lucca e trasferitosi a Bergamo nel 1946, creò questa variante a metà anni 50. Vent’anni dopo fu tristemente noto per il rapimento del figlio, il primo bambino a subire rapimento in Italia. Vicende da anni tutte ben note a chi scrive, in quanto la nuora Giusy e i nipoti di Panattoni vengono in ferie a Milano Marittima da sempre, prima all’hotel Pic Nic che era della famiglia di Emanuela Rossi (nel 1951 ospitò gli sfollati del Polesine), ed attualmente all’hotel Arizona, delle sorelle Nardi (dove padre Geremia portava i suoi ragazzi modenesi e dove disse probabilmente la prima Messa ben prima di fondarci la parrocchia). Ironia della sorte i congiunti di un altro protagonista di un celebre rapimento (Cesare Casella) venivano in vacanza nella pensione Villa Grazia della fam. Zanetti nella stessa Ottava Traversa. Peccato che nonostante i reiterati inviti, non siamo mai andati a trovare i Panattoni nella tenuta-ristorante “il Pianone” dove nel 1750 nacque l’illustre matematico Lorenzo Mascheroni, amico di Napoleone, che lo onorò con funerali di stato a Parigi!

A ragione dicesi che nulla sia più evocativo di un sapore, eppure ci sono tante cose che, comunque, mi riportano subito negli anni che furono della mia Milano Marittima e difficili da far capire a chi non li ha vissuti. Dicono anche che siano gli inglesi quelli fissati a parlare del meteo, ma anche noi non scherziamo, infatti parlando del più e del meno con parecchi dei vecchi residenti ho notato che si finiva sempre proprio sul meteo, che nella Milano Marittima della mia infanzia era diversissimo e con molte giornate uggiose.  Tolte certe “ottobrate” da far invidia a quelle romane e per molti versi sublimi bisognava aspettare almeno la Pasqua per avere stabilmente bel tempo o almeno un tempo accettabile. Ricordo alcune nevicate proprio a Pasqua, neve che da sempre è magica poesia a Milano Marittima e fare a palle di neve in riva al mare è un’esperienza unica. A rendere davvero la nostra città gemellata con Milano, era la nebbia, anche lei presente molto spesso, un vero must delle giornate uggiose locali con annesso il suono del nautofono. Ricordo il nebbione che spesso saliva dal mare, ed invadeva le strade e la pineta, ammantandola in poesia e facendola davvero quel quadretto decadentista descritto nell’800 dal francese de Vogué: come se da un momento all’altro, da questo fumo quasi innaturale potesse riaffacciarsi Dante! L’umidità era un’altra componente fondamentale, come ricorda specie al mattino, con le macchine quasi completamente bagnate, la simpatica Giovanna Baratelli, manco fossero uscite da un autolavaggio! Ricordo poi il freddo. Che anche d’estate le temperature fossero più basse e piovesse più spesso, lo ricorda Ada Serena-Monghini, innamoratasi di Milano Marittima tanti decenni fa. Adesso bastano tre o quattro giorni di pioggia d’inverno e giù a urlare emergenza e se questo accade d’estate, i turisti giù a urlare rimborso. Sembra uno scherzo ma è vero: per l’estate 2014 a Cesenatico partirà “Soleggiati o rimborsati”, ossia i turisti non pagheranno per i giorni di maltempo (cfr. Carlino 29-09-2013). Sono diversi i ricordi “old” Milano Marittima altamente evocativi, almeno per chi scrive, per esempio quando dai rubinetti scendeva acqua gialla, poteva sembrare Thé (anche altro ma siccome siamo in località glam non si può dire) e talvolta arrivava anche la sabbia! Un piacere quando dovevo lavarmi i denti la mattina presto. Questo ricordo lo abbiamo evocato con i Bianchi Baggio discendenti di fondatori milanesi, allorché hanno avuto non pochi grattacapi con le vecchie tubature della villetta. Passeggiando lungo il Canalino, con Elena Chertizza (praticamente sosia con la celebre creatrice Art Déco Elizabet Eyre de Leanux) ricordavamo invece quello strano odore, anzi profumo, che questo a volte esala e che, quando lo inalo, subito mi riporta alla mia fanciullezza con tutti gli annessi e connessi. Le tante giornate uggiose, fredde, nebbiose, facevano si che noi bimbi giocassimo nelle case, che spesso erano gli hotel visto che molti albergatori vi vivevano tutto l’anno. Sicché tutt’oggi conosco tante di quelle case e soprattutto hotel da potermici muovere ad occhi chiusi. I cartoni animati li vedevamo su Antenna Nord, sul canale della Svizzera Italiana, su Tele Capodistria, su Telemare e su RTV38, che usava come sigla un canzone tuttora molto nota. Un altro motore non indifferente di ricordanze legate alla mia Milano Marittima della fine anni 70 inizio 80, fu “Year of the cat” di Al Stewart. Per non dire delle canzoni di Cristopher Cross dell’album del 1979, fra cui la magica “Sailing” degna colonna sonora dell’atmosfera che promana da quello che oggi dicono “il mare d’inverno”. Le messe vespertine per noi pochi in cappellina alla Stella Maris, le lezioni di catechismo con padre Francesco Colaianni in primavera, o in anguste stanzette per contenere il caldo con addosso sciarpe, berretti e cappottini. Il fare salotto degli adulti, specie le donne, nei vari negozi aperti, (più di quanti pensiate e più di quanti ricordi qualcuno). Il Motoclub e l’idea del circuito motociclistico dell’Anello del Pino non nacquero nel retrobottega della macelleria Battistini? Che sapore avevano quindi le “giornate uggiose” di Milano Marittima? Per me il sapore della stracciatella di Panattoni, un mix del dolce della crema e del amaro del cioccolato fondente…

Il Conte che non conta