benito mussolini Archivi - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Il Fascismo nasce e muore a Milano Marittima

Il grande impatto che il Fascismo ha avuto su Milano Marittima durante il Ventennio è ulteriormente confermato da una recente scoperta del Conte.

Il Fascismo, si sa, nasce a Milano. Lo sanno tutti. Ma praticamente nessuno sa, e certamente questa curiosità mi verrà rubata per essere inserita come tante altre volte in libri e giornali senza citarmi, che Milano del mare tanta parte ha in questa storia, dall’inizio alla fine.

L’IMPRONTA DEL FASCISMO A MILANO MARITTIMA

Chi entra a Milano Marittima da Ravenna lo fa dal Viale Nullo Baldini, questo il nome dal dopoguerra. Prima era Viale Benito Mussolini, il secondo, visto che già ne aveva uno Cervia centro, poi divenuto Viale Roma.

viale Dux milano marittima

Il Viale Nullo Baldini quando era il Viale Dux

A Milano Marittima c’erano le ville dei gerarchi più famosi come Balbo (qui la storia della sua villa) e Grandi ma non solo, o dei loro eredi, come i Muti la famiglia di Ettore.

Hotel Terminus

La villa di Italo Balbo in Viale Gramsci. Oggi Hotel Terminus.

Poi le grandi colonie, anzi la più bella colonia del regime, quella del fascio di Varese, mai completata dopo gli eventi della Seconda Guerra Mondiale, come il progetto dell’autostrada per collegare Milano Marittima e Cesenatico al termalismo di Castrocaro.

colonia varese milano marittima

La Colonia Varese in Viale Matteotti. Oggi è in stato fatiscente.

Oppure lo stupendo progetto polifunzionale dell’architetto Vietti Violi del 1931 che avrebbe arricchito Milano Marittima di strutture sportive di livello olimpionico. Lo Stadio dei Pini, fatto con la donazione del Duce in tempi record, almeno quello.

Il terreno donato dal Duce dove sorgerà lo Stadio dei Pini.

La chiesa Stella Maris, allora Santa Maria della Vittoria, partita da una cappellina ancora oggi esistente a lato, sui circa 20 mila metri quadrati regalati dal Duce ai suoi cari francescani nel 1938.

UN NOME STORICO NASCOSTO TRA LE PANCHE DELLA CHIESA

Proprio alla Stella Maris, la mia chiesa, che da anno scorso non è più parrocchia a sé, nessuno sa che c’è il ricordo degli esordi del Fascismo a Milano Marittima. È una delle targhette sui banchi dove ho pregato, negli ultimi anni anche in qualità di Cerimoniere, per mezzo secolo. Un nome ed un cognome carichi di storia: Giuseppe Blanc.

fascismo giuseppe blanc

La panca intestata a Giuseppe Blanc nella chiesa Stella Maris di Milano Marittima

Giuseppe Blanc, morto nel 1969, è stato l’autore della famosissima canzone fascista Giovinezza, praticamente l’inno del regime. La figlia era diventata la moglie di un altro importante fascista e altresì fondatore di Milano marittima. Giovinezza, ovvero l’alba del Fascismo, poi è arrivata anche la fine, e tutti sanno che è partita dal famigerato Ordine del Giorno Grandi.

fascismo giuseppe blanc giovinezza

Ho la testimonianza di un anziano vip di Milano Marittima (ma non faccio il nome per non farmi rubare pure quello), allora bambino, che mi ha assicurato di aver visto proprio Dino Grandi far tappa nella villa di Milano Marittima prima di andare a Roma per il Gran Consiglio che portò all’arresto del Duce. Il quale Duce fu poi ucciso per ordine e responsabilità del generale Cadorna che fatalità aveva pure lui villa a Milano Marittima e addirittura vicino a quella di Balbo.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Le Saline di Mussolini

Le Saline di Cervia hanno un legame con la famiglia Mussolini che nessuno finora ha mai evidenziato.

I cervesi, specie ultimamente, hanno rivalutato vari aspetti e momenti della loro storia più che altro a scopo di marketing, più che spinti da un vero interesse ancestrale. Quando ero bambino, quasi era vergogna la discendenza dai due grandi ceppi, salinai e pescatori, stigma di secoli di miseria nera, che come ricorda anche qualche storico onesto, riguardava anche i piccoli nobili paesani. Adesso si è passati alla mitizzazione e, francamente, nonostante certe esagerazioni, è bello che finalmente ci si interessi alla propria storia.

IL LEGAME DI MUSSOLINI CON LE NOSTRE LOCALITÀ

Le Saline di Mussolini

Le Saline di Cervia in una foto di Thomas Venturi

Le saline cervesi sono nel DNA della città e hanno un legame con la famiglia del Duce di Predappio che nessuno finora ha mai evidenziato, e del resto proprio sul Ventennio a Cervia nessuno ha mai prodotto nulla per non scomodare troppi altarini creati a Ventennio finito. Mussolini fece anche una visita ufficiale a Cervia registrata dal Cine Giornale dell’Istituto Luce del 30 Giugno 1938.

Rimaneva l’astio per la vicina Milano Marittima, legatissima al fascismo, non fosse per le colonie fra cui la Varese, definita da vari storici come la più bella in assoluto, e poi i vari progetti realizzati e non, passando dalle ville di famosi gerarchi e delle loro famiglie come Balbo, Grandi, Muti, ecc.

Le Saline di Mussolini

La villa di Italo Balbo a Milano Marittima (oggi Hotel Terminus)

Lo Stadio dei Pini e la chiesa di Santa Maria della Vittoria, poi Stella Maris, sono altri testimoni, come la splendida villa Perelli poi Grand Hotel Touring. In ultimo il progetto dell’autostrada che doveva collegare Milano Marittima a Forlì e alle Terme di Castrocaro in una vision di wellness ante litteram che coniugasse mare e montagna, balsamica aria di mare e di pineta con i benefici delle terme.

Le Saline di Mussolini

La statua del Duce nei progetti della Colonia Varese

Se anche la grande statua del dittatore alla Varese rimase sulla carta, sulla carta rimane anche la presenza a Cervia di un antenato del Duce, nonostante nessuno ne faccia menzione.

FACCIAMO UN PASSO INDIETRO

Nei suoi scritti Mussolini dice che i suoi avi erano dei ghibellini bolognesi cacciati dai guelfi e rifugiatisi nella valle sopra Forlì. Il che è possibile, perché Forlì era la più importante città ghibellina romagnola, e non pochi bolognesi vi erano arrivati esuli. Comunque, prima della cacciata, che fra l’altro coinvolse anche la mia famiglia, i Mazzi, ramo cognatizio dei Carbonesi, è storia che nel 1260 il Comune di Bologna si fosse riservato tutti i diritti sul sale di Cervia, e che nel 1269 avesse mandato proprio un Giacomo Mussolini a reggere le saline in suo nome.

Quando il Comune concesse al Duce la cittadinanza onoraria in occasione del primo anniversario della marcia su Roma, forse nessuno ricordava più questo precedente. Un precedente che io feci presente ad Alessandra Mussolini quando l’8 Luglio del 2016 le feci visita durante il suo soggiorno all’Hotel Palace.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Mussolini ospite del Mare Pineta

Benito Mussolini conosceva molto bene le nostre località e molti non sanno che a lui si devono grandi opere che hanno aiutato lo sviluppo della città, fra le quali le colonie Montecatini e Varese, lo Stadio dei Pini, il terreno sul quale sorge la parrocchia, il Viale Matteotti e il Viale Dux, oggi chiamato Viale Nullo Baldini.

Quello che vi andiamo a raccontare è un fatto abbastanza noto per chi è del luogo ma chissà che fra di voi non ci sia qualcuno che se lo è perso e per questo motivo abbiamo pensato di raccontarvelo così come viene tramandato di generazione in generazione…

mussolini ospite del mare pineta

Gino “Bull” Guidazzi

Gino Guidazzi, soprannominato “Bull” era un personaggio assai noto per le sue avventure. Il nipote Zimbo ricorda un episodio che risale al 1939, quando Mussolini, ospite del Mare Pineta, desiderò andare a pesca di sgombri. Il Duce arrivò in riva al mare con un costume intero nero, un grande cappello di paglia in testa ed un paio di occhialoni scuri che gli nascondevano il viso.

Salito sul moscone con Bull ai remi, si allontanarono loro due soli per circa 200 metri dalla riva. Mussolini gettò la canna con relativa esca e Bull alzò i remi restando immobile e in silenzio; il Duce assorto in chissà quali problemi mentre Bull non proferì parola per non rompere l’incantesimo di trovarsi, lui povero bagnino, insieme all’uomo più potente d’Italia in mezzo al “suo” mare.

Dopo circa un’ora di assoluto silenzio e senza che nessun movimento fosse venuto ad interrompere questa scena, Mussolini ruppe gli indugi e fissandolo chiese: “Ma come mai non abboccano?” Bull estasiato di aver ascoltato la voce del “supremo”, senza avere coscienza precisa della risposta, disse: “Ma gli sgombri non sanno mica che lei è il Duce!”.