La fontana di Cervia, simbolo della nostra piazza, ha una storia antica che affrontiamo in questo articolo con dovizia di foto e particolari.
Nel luglio 1873 seguendo l’esempio di città vicine, il Comune diede ampia diffusione ad un timido manifesto per invitare i turisti al soggiorno nella nostra spiaggia. I risultati di quella prima iniziativa furono deludenti, ma ormai erano maturi i tempi e la volontà per aggredire i vecchi problemi irrisolti: le bonifiche, i collegamenti viari, miglior condizioni di vita e ovviamente un rifornimento idrico.
LA COSTRUZIONE DELLA FONTANA DI CERVIA
Un vecchio progetto per la costruzione di un “pozzo a pompa” era stato da tempo approvato dal Comune, finché nel 1880 vennero iniziati i lavori di scavo. Il Comune poi decise, per sopravvenute disponibilità finanziarie, di costruire in sua vece un pozzo artesiano. Fu una decisione coraggiosa per la forte spesa ed il rischio di sprecarla senza nulla risolvere.
Il pozzo artesiano fu progettato e costruito dalla ditta Foresti-Selli di Conselice e il primo progetto prevedeva una perforazione con speciali trivelle fino alla profondità di 60 metri. Una volta eseguita la prima operazione e non avendo ottenuto alcun risultato, fu stipulato un altro contratto per continuare il foro mediante una seconda colonna di tubi del diametro di 26 centimetri da inserire nella prima fino a raggiungere una profondità di 100 metri.
Un altro contratto per arrivare a 150 metri non fu messo in opera, perché operando ulteriormente sulla seconda colonna con l’ausilio di una attrezzatura speciale venuta appositamente da Modena si riuscì ad un ulteriore abbassamento. Finché alle ore 11,45 del 12 gennaio 1882 da 115,30 metri scaturì un getto alto 2 metri.
Fonte “Gazzettino di Cervia” del 1987. Articolo di G. Pilandri via Gabriele Bini.
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Era appena stata liberata Cervia quando “Bill” si fece ritrarre davanti al Grand Hotel. Settant’anni dopo, suo nipote Allan, intraprenderà un lungo viaggio dal Canada a Cervia per ritrovare il luogo della foto.
Il treno delle 8.35 da Pesaro a Cervia era bello e silenzioso. Si tratta di un treno costiero che si dirige verso Ravenna e che ha toccato molte città conosciute dalle mie guerre: Cattolica, Rimini e Cesenatico. La stazione di Cervia era abbastanza piccola e solo un’altra persona è uscita dal treno con me.
L’ARRIVO A CERVIA
Quel giorno c’erano 14 gradi ed era nuvoloso con un po’ di nebbia verso il mare. Cervia ha una grande spiaggia larga e molti alberghi sono stati chiusi dopo la stagione estiva. I marciapiedi erano coperti di foglie d’acero, come Vienna e Pesaro, cosa che mi colpisce perché noi canadesi mettiamo quella foglia nella nostra bandiera. Era un grande giorno per me perché avrei potuto tirar fuori la copia stampata della foto di mio nonno da mostrare alla gente del posto.
Sono andato subito all’ufficio turistico dove dovevo incontrare Dolores, la mia corrispondente e-mail che però tardava ad arrivare e così nel frattempo sono andato in un bar. Il proprietario, che sembrava più vecchio dei suoi 56 anni, parlava inglese in modo corretto e mi raccontò una storia che aveva sentito, ovvero che un soldato canadese fu ucciso in quel angolo di strada dai tedeschi che venivano da Milano Marittima. Mi ha preso la foto per farla vedere ad un anziano cieco dai modi gentili, descrivendo le foto e traducendo una breve conversazione. Il signore ha chiesto la mia età, mi ha stretto la mano e l’ha baciata ringraziandomi e dicendo che i soldati canadesi si erano fatti notare per la loro generosità.
Il negoziante raccontò un’altra storia su come uno dei suoi parenti avesse ospitato un soldato canadese in una città più a sud, mentre un altro membro della sua famiglia a Cervia aveva ospitato un soldato tedesco. Il caffè in sé era piuttosto carino, aveva decorazioni natalizie e per la maggior parte del tempo che ho passato lì ascoltavano musica dei vecchi anni ’50 che pensavo abbastanza vicina a quella degli anni ’40 con cui stavo percorrendo questo viaggio.
Daniel un ragazzo albanese-italiano, mi ha accompagnato da Dolores all’ufficio turistico e poi mi ha fatto strada verso il mio hotel. Ha anche detto che ha una fidanzata che vive sull’isola di Vancouver la quale gli ha detto che hanno appena avuto una grande nevicata! Non ho mai sentito un rapporto meteo del Canada da qualcuno di Cervia! Dolores e io ci scambiammo grandi sorrisi mentre la ringraziavo per il suo aiuto nell’identificare la foto di mio nonno e descrivere Cervia. Si è scusata del non poter dedicare più tempo a mostrarmi la città. Suo figlio Andrea mi ha portato in un ristorante tipico della zona nel quale ho mangiato pasta come primo, carne con verdure come secondo e bevuto mezzo litro di vino servito in piccoli bicchieri molto spessi.
Militari della British Columbia Dragoons della 5° Divisione Corazzata Canadese davanti alla fontana del Grand Hotel Cervia. Il nonno T.W. “Bill” East è il secondo a partire da destra.
DAL CANADA A CERVIA PER RITROVARE LA FONTANA
Il giorno dopo, con mia grande sorpresa (e di Dolores), trovammo il Grand Hotel chiuso. Questo è l’edificio dove si fece ritrarre! Ho scattato una foto di me in piedi davanti alla fontana nel punto esatto in cui la fece mio nonno 70 anni prima. Il mio povero fotografo era un vecchio signore che non parlava inglese, dapprima cercò di dirmi “no” indicando i suoi occhi e dicendo “diabetici”, ma poi si convinse e lo feci stare tra un cespuglio e una siepe per ottenere lo stesso angolo del 1944 dove mio nonno si fece ritrarre insieme ai commilitoni della British Columbia Dragoons della 5° Divisione Corazzata Canadese.
Allan davanti alla fontana
Ringrazio Dolores Ringressi per averci segnalato questa bellissima storia.