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Intervista all’agronoma Valeria Mariani

L’agronoma Valeria Mariani risponde alle domane del blog Cervia e Milano Marittima sul tema dei pini e la loro conservazione.

Chi ci segue da tempo sa che noi del blog Cervia e Milano Marittima siamo molto sensibili ai temi ambientali, soprattutto per quanto riguarda i pini e la loro conservazione.

Siamo anche consci però che c’è molta ignoranza e disinformazione su questi grandi alberi con i quali siamo chiamati a convivere ogni giorno. C’è chi ne vorrebbe di più, chi ne vorrebbe di meno e chi vorrebbe abbatterli tutti e sostituirli con altre piante.

Al di là delle opinioni personali, ci siamo chiesti se davvero, oggettivamente, sia possibile convivere con i pini; d’altronde chi è nato a Cervia, ma soprattutto a Milano Marittima come noi, sa che conviverci è possibile anche se è vero che qualche problema possono darlo.

Per cercare di fare chiarezza sull’argomento abbiamo chiesto delucidazioni all’agronoma Valeria Mariani, che si occupa ogni giorno di piante ed effettua valutazioni fitosanitarie dei pini e perizie di abbattimento. Chi meglio di lei può sciogliere ogni nostro dubbio?

Valeria Mariani

L’agronoma Valeria Mariani

Valeria ha conseguito la laurea triennale a Imola in Verde ornamentale e Tutela del Paesaggio nel 2015. Nell’anno accademico 2017/2018 ha partecipato ad un Master Universitario di I Livello sulla Difesa del verde Ornamentale per Produzioni e Progettazioni ecosostenibili e nel 2020/2021 ha conseguito un altro Master Universitario di I Livello sulla Gestione Tecnica e Progettazione dei Tappeti Erbosi Sportivi ed Ornamentali. Nel 2019 ha dato l’esame di Stato per l’abilitazione alla professione diventando un Dott. Agronomo Jr.

L’INTERVISTA ALL’AGRONOMA VALERIA MARIANI

Blog Cervia e Milano Marittima

Siamo convinti che la nostra città, essendo nata con i pini, con essi dovrebbe convivere. Ma non tutti la pensano così e, al contrario, alcuni nostri lettori dicono che i pini stanno bene solo in pineta e in città ci vorrebbero altri alberi meno dannosi. Cosa ne pensi, è possibile convivere con i pini nelle strade e nei cortili di casa?

Valeria Mariani

Penso che Milano Marittima senza pini non sarebbe più la stessa cosa. Concordo in parte con chi dice che questi alberi dovrebbero stare solo in pineta, ma obiettivamente la pineta ha fatto spazio alle nostre abitazioni e quindi è giusto rispettare l’habitat in cui viviamo essendo una caratteristica peculiare della nostra zona. Giustamente il Comune di Cervia li sta piano piano sostituendo con altre specie vegetali, tipo querce. Dobbiamo imparare quindi a convivere con loro, saperli gestire nel modo migliore salvaguardando la struttura scheletrica e senza deturparli della loro natura.

Blog Cervia e Milano Marittima

Ha fatto molto discutere il video che abbiamo pubblicato nel quale il Dott. Giovanni Morelli sfata alcuni miti sui pini, in particolare quello sulle potature che non andrebbero fatte. Sei d’accordo con il tuo collega?

Valeria Mariani

Si sono d’accordo con il mio collega. Con la potatura si accorcia la vita degli alberi, perché una pianta che viene potata frequentemente e in modo intenso, vive meno a lungo di una non potata. Nelle piante giovani possono essere previste potature di formazione per rimuovere i rami secchi presenti e tagliare le branche quando ancora sono piccole, meno di 2 cm di diametro; nelle piante adulte o negli alberi veterani, il legno morto deve essere conservato al fine di proteggere la biodiversità a meno che non sussistano dei rischi di danneggiamento a persone o cose. Spesso si sente dire che “i pini sporcano, soprattutto gli aghi“, “sono un pericolo per le macchine perché cadono le pigne“, “il problema della resina“, “le radici rompono i marciapiedi, alzano le cancellate, muovono i muretti“; queste affermazioni nascono perché l’albero è stato piantato o perché si trova in posizioni “scomode“ per noi e quindi facciamo di tutto per ridurre la sua vita. Bisogna tenere conto che una potatura mal effettuata è molto stressante per la pianta e può provocare l’insorgere di malattie o al peggio la morte.

Blog Cervia e Milano Marittima

Ci spiegheresti la differenza fra il pino domestico menzionato nel video e quello marittimo e come riconoscerli?

Valeria Mariani

Pinus pinea o pino domestico è un albero di altezza tra i 12 e i 20 metri, con una chioma verde intenso a forma di ombrello.

Valeria Mariani

Il tronco è generalmente dritto, cilindrico, con corteccia rugosa, profondamente solcata di colore bruno-rossiccio nelle piante giovani e di colore grigio-bruno a grosse placche rettangolari in quelle più mature. La pigna (strobilo) è di forma arrotondata, abbastanza pesante e con squame spesse e legnose (all’interno ha i pinoli).

Pinus pinaster o pino marittimo ha un’altezza compresa tra i 20-35 metri, con una chioma verde scuro a forma piramidale o cupolare.

Valeria Mariani

Il tronco può essere slanciato e colonnare, dritto o al limite inclinato, con corteccia grigia e poi con l’età rossiccia solcata da fessure più o meno profonde. La pigna è di forma allungata e compatta (non si apre come quella del pino domestico).

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Si sente spesso dire che il pino è un albero instabile perché fa radici orizzontali in superficie e capita spesso che durante i lavori stradali vengano un po’ troppo facilmente recise rendendo il pino instabile. È proprio così?

Valeria Mariani

Poniamoci la domanda “Perché in pineta non si trovano tutte queste radici superficiali come nelle nostre strade?“ La risposta è perché molto spesso lungo le nostre strade sono state piantate piante provenienti da vivaio, quindi senza il fittone e di conseguenza la pianta non riesce ad andare in profondità, sviluppando cosi le radici laterali. Quindi si, tagli troppo vicini al tronco e in profondità possono rendere il pino instabile perché vanno a modificare l’equilibrio tra l’apparato radicale e la cima dell’albero, portando cosi uno scompenso e possibile caduta di esso in caso di eventi meteorologici estremi.

Blog Cervia e Milano Marittima

Alcuni affermano che i pini cadono perché le loro radici non sopportano l’acqua salata del mare, ma è anche vero che, soprattutto nella foce del Bevano e alla Colonia Varese, i pini arrivano quasi in acqua e sembrano stare benissimo. Quanto c’è di vero in questa affermazione?

Valeria Mariani

Se facciamo una passeggiata lungo la foce del Bevano o accanto alla Colonia Varese possiamo notare la presenza di Pinus pinaster, cioè pini marittimi e non pini domestici. Questo perché il pino marittimo è nato per consolidare i litorali sabbiosi e quindi resiste molto bene all’acqua salata e la particolare conformazione della chioma lo aiuta a resistere ai venti provenienti dal mare.

Blog Cervia e Milano Marittima

Un articolo della Stampa del 5 Aprile 2019 suggeriva l’esempio di Barcellona da imitare qui nelle nostre riviere, cioè piantare la varietà di Pinus canariensis, quello che in lingua nostra si chiama Pi de Canaries e che l’assessorato al Verd Urba’, il verde urbano di Barcellona, ha importato in città. Questo tipo di pino potrebbe essere utilizzato per rimpiazzare in nostri pini?

Valeria Mariani

Partendo dal presupposto che non c’è bisogno di rimpiazzare i nostri pini, il suddetto Pinus canariensis non è specie autoctona. Ha un habitat di crescita tra i 600 e i 2000 mt sul livello del mare. È una specie subtropicale incapace di sopravvivere alle gelate invernali dei climi temperati. Possiamo quindi affermare che questo pino non è ideale per le nostre zone climatiche.

Blog Cervia e Milano Marittima

Veniamo alla neve. Se, da quello che abbiamo capito, potarli è sbagliato, poi non è che ci ritroviamo un pino in testa perché cade per il peso della neve depositata sulla chioma?

Valeria Mariani

Si, può essere. Perché più noi potiamo e più loro si sviluppano e si allungano portando cosi ad uno sbilanciamento chioma/radice. Inoltre, possiamo affermare che, il pino domestico non è nato per sopportare nevicate abbondanti che, fortunatamente, nella nostra zona avvengono di rado.

Blog Cervia e Milano Marittima

Non tanti anni fa venne fuori la piaga della cocciniglia che faceva seccare i pini e assistemmo ad un’ampia opera di sfoltimento del prezioso verde in tutta Milano Marittima. Che fine ha fatto oggi quell’insetto? Siamo riusciti a debellarlo o alcuni pini vengono ancora oggi abbattuti per colpa di questa piaga?

Valeria Mariani

Questa piaga o Crisicoccus pini (cocciniglia cotonosa del pino) è ancora presente ma a livelli insignificanti e viene monitorata costantemente dal Servizio Fitosanitario Regionale. La presenza di Cryptolaemus montrouzieri e i lanci effettuati successivamente alla scoperta dell’insetto alieno, hanno portato ad un contenimento naturale del problema. Ad oggi non mi risulta che vengano ancora abbattuti pini colpiti da questa avversità.

Blog Cervia e Milano Marittima

Una curiosità. Da bambini trovavamo a terra moltissime pigne piene di pinoli che aprivamo e mangiavamo, oggi guardiamo per terra e sembrano introvabili. E’ una cosa che ci hanno riferito anche alcuni lettori. Sbagliamo la stagione o effettivamente qualcosa è cambiato?

Valeria Mariani

Qualcosa è cambiato. Non lontano da noi, in Toscana, è stata rilevata la presenza di Leptoglossus occidentalis, cimice dalle zampe a foglia, dannosa su Pinus pinea per la produzione dei pinoli, in quanto causa l’aborto delle infiorescenze e delle giovani pigne, e i pinoli raggiunti dalle punture divengono commercialmente inutilizzabili. Nella nostra zona, per ora non ci sono state segnalazioni, ma è possibile che ci sia già; nel caso non sono previsti trattamenti in quanto su quelle di interesse ornamentale non causa danni vegetativi. Un’altra causa che potrebbe provocare l’assenza dei pinoli è il cambiamento climatico e la non impollinazione delle pigne dovuta alla mancanza di polline di infiorescenza maschili.

Blog Cervia e Milano Marittima

Quindi, alla luce di tutto quello che ci siamo detti, se avessi carta bianca nella gestione dei pini di tutta Cervia e Milano Marittima, quale sarebbe la tua soluzione per far convivere persone, case e pini?

Valeria Mariani

Sicuramente la prima soluzione sarebbe piantare pini al posto giusto quindi, lontano da case, confini e strade. Dare il giusto spazio alla crescita di questa maestosa pianta che ci caratterizza come città e tutelare piante secolari valorizzandole e mettendo al corrente la popolazione e i turisti di queste meraviglie (per esempio il gelso secolare che abbiamo a Cervia e che pochi conoscono). Importante è sensibilizzare i cittadini alla protezione di questi esemplari proteggendoli dal taglio indiscriminato per motivi edilizi o futili.

Intervista a Sante Crepaldi

La nostra intervista al grande fotografo Sante Crepaldi che con i suoi scatti ha reso immortale la Dolce Vita di Cervia e Milano Marittima.

In memoria di Sante Crepaldi 1931-2021.

Il finale di questa stagione estiva ci ha regalato una delle mostre più belle che i Magazzini del Sale abbiano mai ospitato. Protagonista indiscusso Sante Crepaldi, storico fotografo di Cervia che ha chiuso la sua attività a settembre 2012, con alcuni dei suoi scatti migliori degli anni ’60-’70.

Più volte, sia sul blog che sulla pagina Facebook, abbiamo parlato della mostra, ma avevamo la curiosità di poter conoscere personalmente Sante che, con estrema disponibilità, ci ha concesso  di incontrarlo per fare quattro chiacchiere con noi.

L’INTERVISTA A SANTE CREPALDI

Sante Crepaldi

Sante Crepaldi

Sante, sappiamo che lei ha origini venete. Che cosa l’ha portata a vivere in Romagna?

Sono nato in Veneto nel 1931 e dopo l’alluvione del 1951 mi sono trasferito in Romagna, precisamente a Cesenatico. In Veneto avevo già acquisito esperienza nella fotografia, esperienza che ho poi consolidato anche in Romagna, lavorando fino al 1961 nel negozio di fotografia di mio fratello. Nel 1962, insieme a mia moglie Anna, abbiamo aperto il nostro negozio di fotografia in C.so Mazzini a Cervia.

Come e quando è iniziata la sua passione per la fotografia?

La passione per la fotografia mi accompagna da quando sono piccolo. Durante la guerra, abitavo vicino al Po e mi divertivo ad osservare un ragazzo polacco che, vicino all’argine, fotografava i traghetti. Da quel momento, ho iniziato ad interessarmi alla fotografia e andavo in giro per il paese a fotografare. Mi ricordo che le ragazzine del paese mi aspettavano in piazza perché, dicevano, “è arrivato il fotografo“. Avevo 15 o 16 anni, avevo imparato da poco a fotografare e sviluppare i miei rullini, ma la passione ancora oggi è la stessa.

Circuito motociclistico di Milano Marittima

Circuito motociclistico di Milano Marittima. © Sante Crepaldi

E’ stato testimone dei più grandi eventi di Cervia: quale le è rimasto più impresso?

L’ emozione che mi ha trasmesso Papa Giovanni Paolo II durante lo Sposalizio del Mare del 1986 non è paragonabile a nessun altro evento che ho fotografato nel corso della mia carriera. Non sono riuscito a parlargli, ma ho apprezzato tantissimo la sua complicità nel farsi fotografare, sorridendo e mettendosi in posa per me in modo molto naturale.

Se dovesse riassumere tutti i suoi anni di lavoro in 3 fotografie, quali sceglierebbe?

Questa è una domanda veramente difficile! Sicuramente quella del Papa sulla barca (quella con la scritta “Cervia” davanti alla barca ndr)la foto con Guareschi che negli anni è diventato un caro amico e la foto con Adriano Celentano. Ricordo, poi, con piacere uno scatto “rubato” ad un giovanissimo Gianni Morandi a cena con la sua fidanzata (Laura Efrikian, la sua prima moglie). Mi chiamò Silvano Collina perché Morandi era ospite al Cavallino Bianco; quando mi presentai fui rimproverato dallo stesso Collina come si fa oggi con i paparazzi (ma in realtà mi aveva chiamato lui). Gianni fu molto comprensivo e, sorridendo, acconsentì allo scatto!

Nel nostro blog le foto d’epoca stanno riscuotendo un grande successo per il fascino che trasmettono: erano veramente più belle le nostre città?

Sì, l’atmosfera che si respirava a quei tempi era molto diversa. Gli imprenditori si conoscevano tutti e facevano squadra. Anche le idee erano molto originali: mi ricordo l’inaugurazione del depuratore per esempio; fu organizzata una sfilata di moda alla presenza di fotografi (tra cui io) e giornalisti per dimostrare che il depuratore non emanava cattivi odori. Questo è solo uno dei tanti esempi dell’imprenditorialità di quegli anni.

Nella sua carriera avrà sicuramente conosciuto gli imprenditori più famosi. Chi gli è rimasto più nel cuore?

Silvano Collina. Quante ne abbiamo combinate insieme! Un imprenditore ed un amico straordinario che con le sue idee rendeva uniche le vacanze dei turisti. Mi ricordo che una sera organizzò una corrida nel suo hotel (il Bellevue): si vestì da torero e portò una mucca nella sala da pranzo lasciando tutti di stucco… soprattutto quando l’animale, emozionato, scaricò le sue emozioni! Mi ricordo che una volta organizzò “lo sbarco degli alieni in spiaggia”: aveva realizzato delle sculture in acciaio di dischi volanti e vicino vi posizionò dei piccoli omini per inscenare un atterraggio alieno. Nel mio archivio fotografico conservo gelosamente questo scatto.

A pranzo nel mare con Silvano Collina

Pranzo in mare a Milano Marittima. © Sante Crepaldi

C’è una foto che avrebbe voluto fare ma non gli è stato possibile?

Sì. Tutti ricordano la famosa traversata Cervia-Pola di Rudy Neumann che ho ampiamente documentato. Pochi forse sanno che c’era un altro avvenimento sportivo, ovvero la “Trieste-Cervia” del 1970, con il paracadute. Dovevo documentare il lancio di Rudy Neumann ma non mi fu possibile: la nebbia era così fitta che girai a vuoto, così a vuoto che tornai a casa senza aver scattato nessuna fotografia.

Come è cambiato il mondo della fotografia negli anni?

E’ molto cambiato! Ora tutti possono fare foto: il digitale ha semplificato tante cose. Quando lavoravo, portavo con me molta attrezzatura e dovevo prestare molta attenzione ad ogni scatto perché non potevo permettermi nessun errore. Solo in laboratorio scoprivi il risultato del tuo lavoro! Si lavorava con molta frenesia perché i tempi di sviluppo erano ovviamente più lunghi: mi ricordo, per esempio, quando rischiai di non riuscire a consegnare ben 400 ingrandimenti ad un gruppo di tedeschi in vacanza. Lavorai tutta la notte con molti inghippi che mi dilungarono il lavoro e arrivai tardi a consegnare le fotografie, il pullman di tedeschi era appena partito. Ma io e il Prof. Camprini non ci perdemmo d’animo e “volammo” verso l’aeroporto di Rimini (rischiando anche multe salate) per consegnare il lavoro. Ci riuscimmo, ma che fatica!

sante crepaldi adriano celentano

Adriano Celentano a Cervia © Sante Crepaldi

Ora che è in pensione ha appeso la macchina fotografica al chiodo?

Assolutamente no! Fotografo ancora e di tutto. Quest’anno ho partecipato a tutti gli eventi della nostra città, dalla Rimessa del Sale alla Color Run: mi viene d’istinto. Un vero fotografo non appende mai la macchina fotografica al chiodo!

Sante è un personaggio veramente unico: ci teniamo ad informarvi che alla veneranda età di 82 anni si è scansionato DA SOLO ben 15.000 fotografie, apprendendo subito il sistema di archiviazione delle stesse nelle cartelle del pc perché gli ricordavano le buste dove un tempo metteva le foto sviluppate.

A Sante e al Comune di Cervia chiediamo di organizzare un’altra mostra: lo merita Sante e lo meritano tutti i cervesi.

Se volete riguardare gli scatti della mostra, potete visitare il suo sito seguendo questo link.

Intervista realizzata da Thomas Venturi e Irene Bagni