luca goldoni Archivi - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Milano Marittima pizza, fichi e pubblicità

Tre articoli di oltre dieci anni fa ci fanno capire come già a quel tempo l’andamento di Milano Marittima fosse evidente e nessuno è intervenuto.

“A Milano Marittima il nuovo Self Service dei pescatori di Fano. Si può trovare un posto spendendo per un pranzo completo quello che altrove si spende per una bibita ed un panino? Si, lo abbiamo trovato non in un angolo depresso di un Italia minore ma in una delle patrie del divertimento, un posto pieno di Vip di calcio, tennis, musica, TV, spettacolo, rifugio serale e notturno fino alle 6 del mattino, è Milano Marittima frazione verdissima della verdissima Cervia” questo scriveva Edoardo Raspelli, sulla Stampa del 16 Giugno 2011, riguardo l’apertura della mensa ad 11 euro in Rotonda Primo Maggio con ingresso dov’era il mio primo barbiere..

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Già questa presentazione della location si contraddiceva da sola, a partire dal fatto che nessun luogo di vera élite ammette nel suo centro più centro un locale da dopo lavoro operaio, ma nella realtà Milano Marittima aveva già allora preso la china proletaria e a basso costo del venite pure tutti. Si era capito dopo la chiusura di 4 veri salotti del gotha del turismo d’élite come Perla, Nuovo Fiore, Sporting e Cluny, altro che certa roba attuale.

Poi la vision snaturata di una località che da signorile ed educata era ed è diventata meta prediletta del circo dei protagonisti del nulla e della caciara annessa e connessa, appunto fino alle 6 di mattina con gli ubriachi vandalici e molesti (anche sabato notte non abbiamo dormito, è il nuovo turismo). Siamo lontani mondi, non anni luce, da quando Collina serviva la gente in mare con personale vestito di tutto punto o da quando la nonna di un mio amico, per mangiare in spiaggia, si faceva seguire dalla servitù armi e bagagli.

Più che altro, in quell’articolo siamo giusto l’anno dopo in cui un grande professionista come Bolognesi della Frasca diceva chiaro e tondo di essersi pentito di aver aperto anche a Milano Marittima, era il 2010, una lunga intervista al Carlino.

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“Mancano locali per persone che amano il bello, non esistono solo i ventenni” diceva Bolognesi, ovviamente inascoltato, come tutti quelli che non fanno comodo a chi gestisce il baraccone da vent’anni in qua, chi si adegua bene, altrimenti ciao. Ma l’analisi, sul Carlino del 9 Settembre 2008, ben tre anni prima, l’aveva già fatta chiaramente il mio vicino di casa Goldoni, il grande Luca Goldoni, che scrisse “Non si possono esibire camerieri in alta uniforme e poi ridurre le sale da pranzo (degli hotel, ndr) ad un mix di mensa aziendale o da asilo nido”. Apparenza e fumo negli occhi, poi sostanza ben differente, e vanno avanti così ancora dopo 14 anni.

Il sintomo che Milano Marittima sia un posto sempre più proibitivo e di classe è dato dall’aumento costante e progressivo di punti di ristoro piadine, pizzette e negozi pakistani.

Fra l’altro Goldoni, nella sua analisi a 360 gradi, accennava anche al fatto che i denari dei parchimetri poi non venivano usati davvero per lavori utili alla città. E nel 2008 non c’erano ancora né tutte le righe blu di oggi (2022) e nemmeno le tariffe che sapete meglio di me. Goldoni aveva visto avanti anche su questo, molto avanti, perché conosce la zona ed i suoi meccanismi da decenni, almeno dal 1974 come me.

Il ridicolo è che quando aprì la mensa di Fano molti del settore si lamentarono, quasi più perché era gente di fuori che per il prezzo da battaglia: gli 11 euro, poi diventati 12 ed infine 13. Alcuni di questi erano quelli che poi hanno fatto lo stesso nei loro ristoranti, offrendo tuttora pranzi a 10 euro, quindi ancora a meno! Quando si dice i prezzi proibitivi di Milano marittima…

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Cervia, beata ignoranza

Un articolo di giornale sulla valorizzazione della storia locale da spunto al Conte per parlare di quanto in realtà la storia non sia mai stata importante per Cervia.

Partiamo dalla fine. Sul Corriere di oggi, 19 Luglio 2021, mi ritrovo un grande articolo sulla avvenuta presentazione della Mappa dei Luoghi della Cultura, progetto che coinvolge operatori del turismo, turisti e cittadini della località. Leggo che tutto nasce dall’onda delle emozioni che hanno ispirato alcuni scrittori, poeti e filosofi al cospetto di Cervia. Cavoli, al cospetto di Cervia, neanche fosse Roma o Parigi…

Cervia, beata ignoranza

Corriere di Romagna del 21/07/2021

Certo, per tutti casa propria è la città più bella del mondo, e subito penso al carissimo Nino Giunchi appena scomparso, a come gli brillavano gli occhi quando parlava della sua adorata Cervia, quella vera, quella della quale ormai parlava solo lui, non quella dei dépliant per turisti o libri ruffiani debitamente confezionati per accreditare vulgate di comodo. Grande Nino, quante ore della mia vita hai arricchito, anche se come a tutti i vecchi cervesi ti stava sulle balle Milano Marittima e tutto il resto… Tu sapevi tutto, eri sempre assolutamente documentato, e come ti arrabbiavi a sentire o leggere tutte quelle cazzate spacciate per storia! Tu e Zimbo, quanta ne sapevate.

Una Cervia da sempre allergica alla cultura, infatti, è la città della Romagna che da anni in tutti i sondaggi ha il più basso numero di laureati e ha l’8% degli studenti della scuola alberghiera che vengono da fuori (cfr Corriere 19.1.2012). Mai si sono volute altre scuole superiori in più di quella.

A Milano Marittima erano tanti i luoghi della cultura con la maiuscola, dai simposi del conte Volpe, al famoso Trebbo Poetico nato addirittura in un campeggio e poi scippatoci da Cervia. Fra i luoghi dove respirare cultura a vario titolo c’erano i negozi atelier di artisti di buon nome, dal plurucitato Werther Morigi, Pantieri, Venturini, Onestini, la galleria Borghi che proponeva i primi Schifano, e l’immancabile Vialetto degli Artisti nato nel 1974, per la quale riapertura mi sono battuto e adesso si è trasformato in un ennesimo anonimo mercatino che qualche mia amica con grazia ha soprannominato Via Margutta di Milano Marittima…

La vergogna di non aver letto riga o sentito verbo quando abbiamo perso l’unica libreria e ancora prima il mitico Neddo Cicognani, ideatore ed animatore di rassegne davvero culturali e che ha portato a Milano Marittima grandi firme.

Cervia, beata ignoranza

Neddo Cicognani

Neddo, però, da sempre è stato bistrattato, a partire dalle tante difficoltà che gli venivano create per dargli una debita location per le conferenze, le quali a quanto pare, davanti al suo negozio in via Ravenna accanto al cinema prima e poi davanti alle poste, davano fastidio. Allucinante!

Non è molto che un altro vero vip di Milano Marittima come Dino Amadori, luminare di medicina, faceva fatica a farsi sentire nella sua intervista per la musica a tutto volume sparata dai locali vicini… E poi parlano di cultura… L’unico che difese e ricordò sempre Neddo fu Luca Goldoni. Che ha avuto il torto di denunciare per primo il bordello e la decadenza di Milano Marittima e non gli è stata perdonata.

Cervia, beata ignoranza

Luca Goldoni sul Resto del Carlino

A leggere l’articolo di oggi trovate cento nomi, ma non il suo, ci trovate nomi di gente che a Milano Marittima non ci ha mai messo piede e manco l’ha mai nominata, come Ezra Pound, un amico della contessa Carla Approvini sorella di mio nonno. Luca Goldoni no. Luca Goldoni che a Milano Marittima aveva casa e veniva anche in inverno, poi ha preso casa anche a Cervia, appassionato di vela… Lui no.

È citato anche Rino Alessi, che i cervesi hanno trattato malissimo, è citata la solita Grazia Deledda, la cui villa è stata per anni dependance dormitorio e parcheggio di un hotel che ci stendeva i panni… È citato Max David, la cui villa ho proposto anni fa come luogo di incontro culturale e finalmente qualcuno si è mosso, ovviamente senza darmi la soddisfazione dell’idea. Come quando nel 2014 col blog portammo a Milano Marittima RAI Storia per un documentario e nessuno dei piani alti fece verbo, ci mancherebbe, la gente indipendente la sua indipendenza deve pagarla cara.

È citato Dante e non sanno che nella vecchia élite di Milano Marittima c’era una sua discendente diretta che aveva qui la villa, oggi divenuta appartamenti pollaio… È citato Guareschi e ovviamente i cervesi non hanno la minima idea che il vero Don Camillo, morto nel 2016, era nato a Montaletto di Cervia nel 1922, vero nome padre Tommaso Toschi, anche lui ovviamente messo da parte perché iperattivo sacerdote anti comunisti… Quando è morto arrivarono ai frati francescani del convento di Bologna condoglianze da tutto il mondo, anche dal nipote della imperatrice Sissi…

Dalla Cervia tanto culturale e amante della sua storia, non credo sia arrivata una sola riga…

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi