magazzini del sale Archivi - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Quando volevano abbattere i Magazzini del sale (e non solo)

L’antica mania cervese di distruggere storia e habitat rischiò di vedere il culmine con l’abbattimento dei Magazzini del Sale e della Torre San Michele. Ecco una storia che nessuno vi racconterà mai.

Tempo fa, fra le innumerevoli proposte per favorire il recupero della storia locale a beneficio anche del turismo (proposte che i nostri haters fanno sempre finta di non leggere accusando questo blog di essere solo portatore di polemiche) scrissi riguardo al fatto che si dovrebbe recuperare la storia dell’antico castello di Cervia (qui la sua storia) e della presunta sepoltura del grande re Odoacre.

magazzini del sale cervia

La rocca di Cervia

L’ANTICO VIZIETTO CERVESE

Ma è più probabile che a Cervia ci siano somiglianze con un altro re barbaro, Attila. Lo dimostra l’atavica mania dei cervesi a distruggere anche la loro storia oltre al loro habitat. Si potrebbe fare l’esempio della pineta di Pinarella, rasa al suolo a inizio ‘800 per fare campi di patate. Quella che c’è adesso fu ripristinata per volere di Mussolini. Stessa sorte doveva avere anche la pineta della mia Milano Marittima, lo confermano le lettere del fondatore Giuseppe Palanti dove dice “abbiamo salvato la pineta dall’essere trasformata in campi dai cervesi”.

Comunque, sono poi tornati alla carica mezzo secolo dopo col progetto di far fuori la pineta dietro le traverse di Milano Marittima per farci un parco divertimenti e affiancare una nuova lottizzazione edilizia con maxi rotonda di accesso all’altezza della Colonia Varese. Sembra il progetto che vediamo oggi, invece erano gli anni ’60. Progetto che allertò a livello locale e nazionale quelli che allora non si chiamavano “verdi” ma verdi lo erano davvero e si facevano sentire. Ovviamente gli storici di oggi, o sedicenti tali, questa storia non la raccontano mai, chissà perché. Restano però articoli molto ben scritti su periodici come “La Piê” del settembre 1962 e “Le vie d’Italia” dell’ottobre 1962.

magazzini del sale cervia

L’area che doveva essere interessata dal parco divertimenti

Del resto si erano già messi in testa di far tabula rasa delle origini di Milano Marittima stessa e degli odiati fondatori milanesi, volendo cancellare il nome Milano Marittima tout court. Basta leggere le imbarazzanti parole di Aldo Spallicci su La Piê del giugno del 1962 (ne ho parlato qui). 1962, ovvero i 50 anni della creazione di Milano Marittima, vedete quanti bei regali le stava offrendo Cervia? Che adesso si prende tutti i meriti dello sviluppo e soprattutto del successo della città giardino in maniera anti storica e soprattutto vergognosa. Comunque, già dal 1958 abbiamo prova della tentata deforestazione di Milano Marittima addirittura dai libri di antologia delle scuole medie dell’epoca.

antologia scuole medie umberto foschi la pineta di cervia

Una guerra durata fino a tempi recenti, quando Cervia non voleva per Milano Marittima neanche il Golf Club (oggi è una delle attività che fattura di più ndr), dovette insistere gente importante sulla stampa nazionale come Luca Goldoni (cfr Carlino 11.7.2019) mio ex vicino di casa che queste cose le racconta sempre.

Visto che i cervesi sono da sempre anche gli ultimi in regione per numero di laureati, quindi poco avvezzi a tutto ciò che è cultura, non hanno voglia di tabula rasa solo a Milano Marittima (per esempio ogni volta che parliamo della Colonia Verese pullulano le esortazioni di bravi cervesi che ne chiedono la demolizione) ma anche a casa loro. Eh si avete capito bene, basterebbe vedere come hanno ridotto Borgo Marina, che non ha più niente di marinaro ma è tutto un baretto ed un ristoro come un Oktoberfest permanente. Stessa cosa dicasi per luoghi fondamentali come l’antico mercato ittico (bar) o i Magazzini del Sale/Darsena (bar e bar/ristorante).

LA QUESTIONE DEI MAGAZZINI DEL SALE

E pensate che i cervesi volevano far tabula rasa proprio dei Magazzini e della torre San Michele. Ma anche di questo, oggi, ve ne parla qualcuno? Qualche storico? Qualche sindaco? Qualche assessore? Qualche incontro in biblioteca? Assolutamente no. Vige la regola aurea del, tacere, tacere, tacere e bombardare la gente su libri, siti, televisione con pubblicità di storielle di comodo. Peccato, però, che ogni tanto capiti che qualche cosa riaffiora…

Fu una fortuna, dopo aver scritto questa storia dei Magazzini, ed ovviamente aver ricevuto fior di insulti e accuse di menzogna, che un noto giornalista, nipote di uno dei due personaggi importanti che riuscirono ad evitare la demolizione, abbia scritto della vergognosa faccenda sul Corriere del 23 febbraio 2013 e più recentemente in quello del 6 maggio 2022.

Quindi, cari amici lettori, non stupitevi se oggi a Milano marittima sembra di essere per 12 mesi all’anno in una città bombardata piena di cantieri; quelli sono abituati a volere distruggere il bello e la storia.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Mostra dell’architetto Focaccia

Mostra dell'architetto FocacciaDal 20 Giugno all’8 Luglio 2013 i Magazzini del Sale (Sala Rubicone) ospitano una PICCOLA mostra di GRANDE interesse: “Il Novecento di Matteo Focaccia” a cura del riccionese Andrea Speziali, studioso molto giovane ma anche molto preparato. Focaccia è stato un protagonista dello sviluppo di Milano Marittima e consiglio vivamente una visita a questa mostra a turisti e residenti. Particolarmente ai residenti consiglio d’assicurarsi il libro-catalogo, miniera di notizie ed immagini, queste ultime raramente alla portata di tutti. Il documento che merita assolutamente d’essere visionato si trova in fondo a destra dell’ingresso e porta la dicitura “Comune di Cervia, variante al Piano Regolatore Settembre 1941″ e riguarda Milano Marittima fra il Canalino e il Canale della Cupa (confine con Savio). Documento ingiallito che, ad un occhio attento e critico come il mio, offre tanti spunti di riflessione. Innanzitutto, sollecitati da me, gli stessi curatori non avevano fatto caso ad un’anomalia. Il progetto porta la data 1941 (cioè siamo in pieno periodo fascista) eppure i nomi delle strade, in primis il Viale Matteotti, hanno nomi post-fascisti. Ciò fa supporre che questa sia una rivisitazione postbellica d’un progetto del 1941, cioè precedente. Alla Terza Traversa spicca la dicitura “Nuova Chiesa di Santa Maria della Vittoria“. Ciò conferma quanto riportai (basandomi su appunti di Pilandri) in un altro mio scritto e che cioè ben prima della Stella Maris di Padre Geremia, la nostra città aveva già una chiesa e con tanto di nome, spesso questa notizia mi è stata contestata anche dai frati che dicono di non averne memoria in archivio. In matita rossa è segnato fra la Dodicesima e Diciannovesima Traversa il Poligono di Tiro in spiaggia. Ma ciò che più attrae è “Nuovo Viale della Passeggiata al mare in progetto“. Vuol dire che già nel 1941 Focaccia aveva in mente per Milano Marittima un lungomare come lo ha Cervia e come c’è in quasi tutte le località di mare e villeggiatura. Però poi il lungomare, la città dei vip, non l’ha mai visto realizzato: il perché sarebbe da approfondire, anzi il perché è sotto gli occhi di tutti, ma non andiamo oltre per non farmi dare ancora del polemico e rompiscatole.

Mostra dell'architetto Focaccia

Piano regolatore di Milano Marittima di Giuseppe Palanti

La Ventiquattresima e la Venticinquesima Traversa sono segnate in modo da arrivare molto dentro l’area pinetale, ed è all’incirca la zona che avrebbe dovuto ospitare il Woodpecker, che sfrattato dalla Terza Traversa poi finì alla Bassona. Nonostante queste due strade siano segnate qui (vedi pag. 42 del catalogo) e in altre cartine più recenti di Milano Marittima non mi pare né ricordo di averle mai viste realizzate in siffatta maniera. Un’altra curiosità, da mettere in relazione con i cambiamenti recenti in quella zona, riguarda l‘Anello del Pino. So che ci sono state per mesi polemiche pro e contro la cessione di alcuni lotti di pineta all’Anello del Pino e in Viale Matteotti, resi edificabili. Nel piano in questione, guardando attentamente, effettivamente all’Anello del Pino già allora erano messi in conto alcuni lotti edificabili però NON sono quelli resi edificabili attualmente. Sono alcuni lotti contrassegnati dai numeri progressivi 146, 147, 148 e 149. Si tratta di lotti all’interno del giardino, i primi due fra la Undicesima e Dodicesima Traversa; gli altri due fra la Sedicesima e Diciassettesima Traversa. Nel lotto numerato 135 ho avuto il piacere di scoprire già segnato un grande albergo legato alla storia della mia famiglia. Poi all’altezza della Quindicesima Traversa era stata pensata un’ennesima rotondina, mentre ai lati della Quattordicesima Traversa sono segnati ipotetici “locali pubblici” forse negozi?. Dopo uno scambio di battute con lo squisito Andrea Speziali (che mi ha omaggiato del libro, imitando in ciò la nipote di Palanti l’anno scorso quando mi accompagnò alla mostra sul nonno) ho incontrato la mia prof. d’arte alle medie Afra Cagnetta, la quale ha detto che noialtri giovani DOBBIAMO lottare per preservare queste eredità culturali. Le ho risposto che è così, ma molti “adulti” dovrebbero fare lo stesso, perché se sono essi i primi a far fuori questa eredità, come facciamo poi noi a difendere l’inesistente?

Il Conte che non conta