mercato immobiliare Archivi - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Milano Marittima si fa in due

Dividere Milano Marittima in zona più o meno importanti è un assurdo storico ed un danno economico per molte persone.

Credevamo che Milano Marittima l’avessero fatta Palanti e la società milanese, poi col boom economico del dopoguerra tutti gli imprenditori che a vario titolo e mestiere hanno dato vita alla località tutto l’anno, non certo venuti da Cervia ma dalle campagne, specialmente della zona di Forlì e Cesena, e poi tanti altri da varie regioni italiane o addirittura dall’estero. Pensavamo che una garden city, per sua natura, non possa avere un centro ed una periferia o zone più importanti e altre meno, perché appunto è una città giardino e nei giardini non esistono periferie o centri come nei paesi tradizionali. Era il marchio distintivo di Milano Marittima. Appunto, era.

IL DECLASSAMENTO DELLE TRAVERSE

Ancora negli anni ’80, vendere o affittare un negozio o un appartamento in Viale Gramsci costava come farlo all’Ottava Traversa. Anzi, proprio quella che oggi chiamano zona traverse era la parte più importante di Milano Marittima per la presenza massiccia di ville di grandi famiglie e di grandi alberghi, i migliori. Oggi no, proprio per le traverse è arrivato il disprezzo, il declassamento, il deprezzamento. Chi ha stabilito che un appartamento o un negozio, che prima valeva alle traverse esattamente come un omologo nei pressi della Rotonda Primo Maggio, oggi non vale più granché? Viene spontaneo chiedere con che autorità, con che prerogativa e con che cognizione di causa qualcuno arriva fresco fresco a casa nostra a fare classifiche e rovinare interessi di famiglie storiche. Ebbene, sono certe agenzie, che fra l’altro non pare capiscano che sono poi anch’esse a perderci, perché potrebbero chiedere molto dappertutto, ed invece si perdono a fare zonizzazioni assurde a Milano Marittima, applicando criteri che qui non hanno assolutamente senso, perché Milano marittima è altro.

milano marittima semaforo verde?

L’Hotel Geranio

Fra l’altro ancora oggi nella cosiddetta zona periferica ci sono gli hotel più stellati di Milano Marittima, non è strano? Non è strano che personaggi famosi come Arrigo Sacchi abbiano casa, hotel e bagno in periferia? Non è strano che già negli anni ’50 alla Settima Traversa ci fosse il secondo Grand Hotel di Milano Marittima, ed anche un hotel come il Geranio Principe, della famiglia Focaccia, più caro del Mare Pineta? E che alla Diciannovesima Traversa l’hotel Bellevue del mitico Silvano Collina avesse anche lui una clientela pari al Mare Pineta? Quindi fa molto strano che queste agenzie, che pompano di continuo quanto fa figo comprare a Milano Marittima, si segano il mercato inventandosi una zonizzazione che danneggia chi da decenni in certi punti di Milano Marittima ha investito con negozi, case e hotel.

Forestieri che arrivano e decidono se casa tua adesso è in zona figa o meno, se adesso puoi chiedere tot o tot, insomma dovrebbero farsi gli affari loro, ma alla fine si fanno pure gli affari tuoi. Ci perdi pure parecchio, perché fai molta più fatica a piazzare casa o negozio e non puoi più chiedere quello che chiedevi prima. È uno strano modo, anzi uno strano mondo, dove tu o la tua famiglia vi siete fatti il mazzo per oltre mezzo secolo e arriva qualcuno da fuori a decidere il valore del tuo investimento e se davvero la tua fatica è valsa qualcosa.

ABITARE A MILANO MARITTIMA COSTA PIÙ CHE A BOLOGNA

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La lettura dell’ultimo reportage su Ravenna Today dell’11 Marzo 2023 intitolato Abitare a Milano Marittima costa più che a Bologna dove si legge che oggi esiste “Milano Marittima” e “Milano Marittima Traverse”, inventando una differenza mai esistita. Il mondo ormai va in questo senso. Leggere che “i prezzi si abbassano di molto se ci si sposta nelle traverse” va ad intaccare tanto la vision che si dà alla gente sulla zona, come fosse serie B, se non addirittura C, e va ad intaccare le possibilità di reddito di tanti, visto che a Milano Marittima non hanno investito solo i bagnini

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Mappa del catasto

È bene non dimenticare che la tassazione è identica tanto in centro che alle traverse, come da Delibera Comunale n86 dell’11 aprile 2006, allorché l’Agenzia del Territorio operò una revisione del classamento delle unità immobiliari di Milano Marittima tutta, visto l’articolo 1 comma 335 legge 311 del 2004 che prevedeva l’attivazione su richiesta dei Comuni di processi di revisioni di rendite catastali nelle microzone comunali che hanno particolare anomalia rispetto al resto del territorio comunale (scostamento significativo del valore medio di mercato rispetto al valore catastale)

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Milano Marittima ricchi e poveri

Cervia, il comune più povero del ravennate che attrae la riccanza forestiera. Un caso più unico che raro.

Quando i feticisti del centro di Milano Marittima, che guai a chi glielo lo tocca, hanno visto affacciarsi sulle sacre sponde della Rotonda Primo Maggio una mensa aziendale peschereccia da pochi euro, non si sono fatti una domanda? Quando, poco distante, un luogo cult della Milano Marittima storica come La Perla si è convertita da gelato blasonato a chiosco proletario della piadina, non si sono fatti una domanda? Quando distruggono ville con giardini per farci cumuli di appartamenti pollaio, non si fanno una domanda? Quando illustri hotel 4 stelle superior diventano family hotel, non si fanno una domanda? C’è bisogno che continui l’elenco?

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Quando La Perla si convertì a piadineria

CERVIA È LA CITTA PIÙ POVERA DELLA PROVINCIA DI RAVENNA

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Il Corriere Romagna del 1 febbraio 2023

“Le persone facoltose scelgono ancora questa località” leggevo il primo febbraio 2023 nell’articolo del Corriere intitolato “La regina del mattone resiste”. Se regina del mattone è nel senso che è certamente la località dove si impiegano più mattoni, allora siamo d’accordo, altrimenti ho seri dubbi. Primo perché i ricchi da che mondo è mondo vogliono stare fra loro e secondo, da fonti ufficiali, tipo un articolo del Carlino datato 28 agosto 2018, Cervia è una città di poveracci, la città più povera addirittura dell’intera provincia di Ravenna.

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Il Resto del Carlino del 28 agosto 2018

Per esempio Cotignola, che ha un quinto degli abitanti di Cervia e non ha certamente fra i contribuenti bagnini fashion, albergatori glamour e famosi vip, risulta più ricca della nostra località balneare.

Correre a prendere casa per stare in mezzo alle classi proletarie, che a Milano Marittima vengono alloggiate da parecchi datori di lavoro in tanti condomini, se non addirittura ville, pare un controsenso. Bisogna poi vedere non solo cosa offre una località, ma cosa compri: case con giardini grandi come fazzoletti e appartamenti che hanno davanti alle finestre le scale per accedere a quelli di sopra, per esempio. Basti per tutte una mia amica che si è vista proporre un appartamento da 650.000€ che apre su una delle tante strade che sembrano percorsi di guerra del 1945 e non strade di una pretesa località di élite.

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Nello stesso articolo del Corriere, per esempio, si dava in vendita una nota villa storica per 2.850.000€. Villa che fra l’altro conosco benissimo perché da bambino andavo a giocarci coi nipoti di una contessa milanese, adesso sarebbe impossibile, poiché è circondata a ciambella da una massa di appartamenti che fanno tanto pollaio. L’articolo dice anche che abbiamo tante case in vendita da un minimo di 230.000€ ad un massimo di 2.500.000€. Difficile trovare qualcosa sotto il milione, ma senti un po’!

LA STAMPA NAZIONALE CONTRO MILANO MARITTIMA

A leggere invece la stampa nazionale di tutte le colorature, Milano Marittima è ben altro e non certo Gstaad o Monte Carlo. Il Giornale l’ha più volte etichettata come lido popolare, al massimo per l’uomo medio (31.7.2018), capoluogo nazionalpopolare del divertimentificio di massa e del peggior proletariato vacanziero (1.8.2019). La solita spocchia di La Repubblica ci ha tacciato di “piccola frazione balneare” (1.8.2019) mortificando anni di propaganda vip, glamour e fashion internazionale o sedicente tale. Libero del 6.8.2019 sfotteva la “panza proletaria” dei nostri turisti. Ma il peggio fu una martellante campagna del Fatto Quotidiano che il 31.7.2019 definiva Milano Marittima “nuova capitale immorale d’Italia”.

P.S. Allora fui l’unica voce tramite questo blog a difendere il nome di Milano Marittima, nessuno disse nulla, neanche il nostro sindaco che a mio avviso due paroline alla redazione del Fatto Quotidiano poteva e doveva dirle… tutti zitti quelli che dicono di amare Milano Marittima.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Milano Marittima non esiste?

Milano Marittima sembra una delle sue frequentatrici vip, talmente rifatta che il volto originario è irriconoscibile come in un quadro di Picasso.

È la Milano Marittima del fondatore Giuseppe Palanti solo nel nome e nella propaganda, ma nei fatti, e basta girarla, è una nuova città di immobiliaristi e architetti. Pare una città bombardata o terremotata, dove bisogna abbattere ciò che resta per poi ricostruirla da capo. Del resto basta confrontare la planimetria del Palanti con l’attuale per vedere che è rimasto ben poco del concept di Palanti e che, anzi, ci fu ben poco già dal principio, dati i pessimi rapporti dell’allora Comune di Cervia coi fondatori milanesi, non messi da subito in condizione di realizzare il progetto di Milano Marittima.

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La protesta di alcuni anni fa sulla cementificazione

Un noto personaggio sul Corriere del 17 settembre 2013, ovvero ben 9 anni fa, lamentava “Mancano i progetti e le proposte, si parla solo di spiaggia e di mattone”. E dopo 10 anni siamo sempre lì: Milano Marittima è un grande mercato immobiliare, punto, tutto il resto è secondario.

GRUPPO MISTO E LEGA ALL’ATTACCO SULLA CEMENTIFICAZIONE DI MILANO MARITTIMA

Sempre sul Corriere (qui l’articolo), ma del 12 dicembre 2022, leggiamo “Scontro in Consiglio Comunale, troppe villette in costruzione (…) un Ordine del Giorno che farà discutere (…) un numero impressionante di villette in costruzione (…) innumerevoli abbattimenti di alberi e di pini (…) trasformando edifici in palazzi (…) l’opposizione chiede inoltre conto sul numero degli alberi abbattuti (…) hanno forse vinto gli interessi degli immobiliaristi sull’interesse pubblico? (…) il turismo cerca centri storici pulsanti di vita non aggregati urbani vuoti e fatti de seconde case, no ai casermoni ecc”.

Milano Marittima è si ormai un aggregato urbano vuoto, ma lo è da oltre 20 anni, lo scoprono adesso? Anche quello che chiamano centro commerciale naturale di Milano Marittima è in realtà un centro commerciale innaturale, perché raduna attorno alla Rotonda Primo Maggio, e poco oltre, solo negozi di una o due tipologie a partire dell’abbigliamento, mentre ancora a fine anni ’80 Milano Marittima contava su una proposta commerciale annuale estesa a tutta la città a partire dalle traverse.

I PINI STANNO BENE SOLO NELLE PUBBLICITÀ

È veramente paradossale che nelle pubblicità dei nuovi immobili, sopratutto nei render, sia rappresentata una quantità spropositata di alberi e di pini attorno al fabbricato in vendita. Una visione che è in contrasto con la realtà dato che, proprio per realizzare i nuovi immobili, i pini sono le prime vittime delle ruspe con la solita ratio che quando c’è da vendere i pini sono la meravigliosa pineta di Dante e Byron, quando c’è da costruire sono invece tutti malati o di scarso valore.

Il cervese Nino Giunchi, unico vero conoscitore della città del sale, mi ribatteva spesso che Milano Marittima non esiste perché non le riconosceva una storia degna di quella della sua Cervia, e sapeva di mandarmi in bestia. A pensarci oggi, davanti a questa tabula rasa continua che elimina quel poco che era rimasto della nostra identità, forse Nino non aveva tutti i torti… e la rabbia rimane uguale.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi