Milano Marittima Archivi - Pagina 7 di 83 - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Caffè Siesta, il caffè di Cervia

Tutti avrete bevuto almeno una volta il Caffè Siesta, ma forse non tutti siete a conoscenza che proviene dall’unica torrefazione cervese che sia mai esistita, vero?

La storia che vi raccontiamo oggi è perlopiù sconosciuta a chi non è del settore, e molti di voi probabilmente non immaginano che Cervia ha una propria torrefazione, la Torrefazione Caffè Siesta, che da più di 40 anni rifornisce bar, alberghi e ristoranti con le sue miscele realizzate con chicchi selezionati provenienti dai più svariati paesi del mondo.

caffè siesta castiglione di cervia ravenna

Siamo andati a scoprire la sua storia e ci siamo fatti raccontare direttamente dai torrefattori come avviene la produzione che ancora oggi è realizzata in modo completamente artigianale come si faceva una volta.

Ah, non dimentichiamoci un dettaglio non da poco ai giorni nostri: stiamo parlando di una piccola impresa a conduzione familiare che resiste e lotta ogni giorno contro la grande distribuzione.

LE ORIGINI DEL CAFFÈ DI CERVIA

Iniziamo questo viaggio dagli albori, ovvero quando nel 1982 il cervese Daniele Lucchi, all’età di 34 anni, riesce finalmente a coronare il sogno coltivato fin dall’adolescenza: fondare una sua torrefazione di caffè. Il suo principale obiettivo era quello di ricercare miscele di qualità che potessero essere gustate anche da chi, come sua mamma, aveva uno “stomaco delicato”. Con l’aiuto della figlia Simona, Daniele Lucchi, da più di quarant’anni, porta avanti la sua passione in un angolo remoto di Castiglione di Cervia.

Ad oggi la Torrefazione Caffè Siesta continua a produrre quelle miscele studiate e testate con meticolosità e grande impegno conservando da allora la stessa lavorazione semplice e naturale.

COME SI FA IL CAFFÈ

Immaginate di vedere una grande lavatrice dove sotto al cilindro rotante vi è posizionato un fuoco alimentato a gas. Davanti ad essa, pronto ad accogliere il caffè cotto, si trova un cestello con una griglia dove un’aspirazione ad aria permette al caffè di raffreddarsi in maniera spontanea grazie a delle pale meccaniche che muovono i chicchi di caffè.

torrefazione caffè siesta castiglione di cervia ravenna

Questa macchina si chiama tostatrice e a lei spetta, assieme al torrefattore, il ruolo più importante: trasformare le qualità di caffè grezzo nel caffè pronto per essere miscelato.

torrefazione caffè siesta castiglione di cervia

Ogni qualità di caffè lavorata nella Torrefazione Caffè Siesta è lavata e selezionata e viene tostata singolarmente per rispettarne i tempi di cottura. In un secondo momento, una volta che il caffè tostato si è raffreddato, viene mischiato per creare le varie miscele. Quando si parla di miscela di caffè, infatti, si intende l’unione di più qualità di caffè provenienti da piante coltivate in vari paesi del mondo.

IL CAFFÈ SIESTA È UNA REALTÀ CHE VI INVITIAMO A SCOPRIRE CON I VOSTRI OCCHI E… CON IL VOSTRO PALATO!

torrefazione caffè siesta castiglione di cervia ravenna daniele e simona lucchi

Simona e Daniele Lucchi nella sede del Caffè Siesta a Castiglione di Cervia

Non capita tutti i giorni di entrare in una vera torrefazione di caffè ed è facile immaginare che possiate essere curiosi di scoprire questa affascinante realtà del nostro territorio proprio come lo siamo stati noi, per questo motivo vi invitiamo ad andare a trovare Simona e Daniele a Castiglione di Cervia in Via Pozzetto 31, assaggiare il loro caffè e, perché no, portarvi a casa anche una confezione di vero caffè cervese.

Per orari di apertura e informazioni potete andare sul loro sito internet cliccando qui e non dimenticate di seguirli sui social Facebook e Instagram per scoprire tutti i segreti di uno dei prodotti italiani più amati al mondo.

Milano Marittima agrodolce

Fare di Milano Marittima un circo non è la strada giusta per aiutare la località né in estate né in inverno.

La solita zuppa, altro che agrodolce. Le interviste di questo gennaio 2023 sul bilancio delle festività appena finite a Milano Marittima sono il solito bollettino che riporta, ovviamente, che sono tutti contenti, tutto è stato positivo, siamo sempre bravi ecc. Quanto al lato negativo, ovviamente, la colpa è come sempre della contingenza, e ci mancherebbe! Ogni volta è così, si nega l’evidenza per non perdere faccia e facciata, se ci sono lati positivi è merito loro, i negativi sono sempre colpa altrui o comunque esterna. Che bravi!

milano marittima

Il peggio non è che da 20 anni hanno preso una strada sbagliata su come gestire Milano Marittima, ma hanno intenzione di rimanerci e, anzi, fare pure peggio. Quando leggo È mancato il capodanno di piazza sia a Cervia che a Milano Marittima, prima era un appuntamento imperdibile” mi chiedo se sia mai possibile che nel 2023 certa gente che ha la pretesa di gestire una località che si vuole glamour abbia ancora idee da paesani: la festa di piazza! Che comunque per capodanno a Milano Marittima non è mai esistita! Tutto quello che fanno è riproporre una mentalità da perenne sagra paesana, a partire dai mercati e mercatini, oltre difficilmente vanno o sanno andare.

MILANO MARITTIMA FRA EVENTI, MERCATINI E… CASINO

Questa estate preparatevi al mercatino floreale, un’altra cazzata, fra l’altro in una Milano Marittima dove da anni non esiste più neanche un negozio di fiori dopo la chiusura della Todoli in Viale Romagna. Vengono i brividi a leggere “Se si vuole fare incoming occorre ritornare (?) ad un programma di eventi grandioso, tornare (?) a pensare in grande anche per la bassa stagione”. Insomma la mentalità paesana al parossismo, questa fissa per gli eventi, che alla fin fine si risolvono in un gran casinificio, come se Milano Marittima non ne avesse abbastanza. Non servono manager glamour, basta un direttore di Festival dell’Unità e sono a posto. A Milano Marittima se il partito di chi voleva portarci il Casinò ha più volte perso, il partito di chi vuole portarci casino vince sempre da vent’anni, si chiami movida o eventi.

Ma pensate a far bene il vostro mestiere! Un cliente soddisfatto è la migliore pubblicità, un turista soddisfatto è la migliore garanzia che torni. Siamo andati avanti per decenni con una Milano Marittima assolutamente vincente senza bisogno di queste baracconate, che possono poi portare solo turismo da baracconate, un turismo mordi e fuggi per di più. Fa ridere leggere che per gli eventi 2023 stanno navigando a vista e attendono un incontro o quant’altro (Corriere 17.1.2023) segno di una vera vision turistica a lungo termine e non fatta di occasioni al momento, e di un’illuminazione sulla via di Damasco, pardon viale Gramsci.

ESEMPI DA SEGUIRE

Ho appena visto il manifesto della scomparsa della signora Maria Focaccia Calderoni che ha gestito per una vita lo storico Hotel Orsa Maggiore. Un baluardo dell’hotellerie di Milano Marittima a gestione familiare e genuina, quello che la gente cercava e che ormai non trova più. Quella che ha replicato in grande anche il tanto lodato Antonio Batani. Proprio Batani aveva capito che bisognava preservare la nostre caratteristiche migliori, al massimo potenziarle, invece sta gente vuole stravolgere tutto, e siate sicuri che i loro eventi saranno le solite occasioni della triade “bere – mangiare – casino”, non aspettatevi eventi di altro genere. Eventi, poi, non vuol dire niente. Un concerto di Riccardo Muti è un evento, ma per questa gente gli eventi sono solo casinificio.

Avevamo poi una pineta da favola ed una cittadina organizzata in maniera già moderna fin dal 1912. Hanno fatto di tutto e tutto stanno facendo per omologare Milano Marittima a qualsiasi altra località, dove resta solo il nome e niente più, o quasi, del suo DNA che la rendeva unica, una vera regina. Adesso, che come tanti altri pionieri del turismo originario se ne è andata anche la dolce e cara signora Maria Focaccia, una di quelle persone che hanno fatto Milano Marittima, abbiamo perso un esempio di cosa fosse fare davvero turismo e non circo e casinificio. Ciao signora Maria, grazie per tutti i momenti passati nella nostra Milano Marittima e per la nostra Milano Marittima.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Milano Marittima Über Alles

Fra gli anni Cinquanta e Novanta Milano Marittima si è caratterizzata come colonia balneare tedesca, poi qualcosa è cambiato.

Rivolete il turismo tedesco? Potrebbe essere d’aiuto l’attuale (dal 2018) ambasciatore tedesco presso la repubblica italiana i cui zii, almeno fino a metà anni ’80, hanno avuto un’edicola a Milano Marittima e un bagno a Cervia. Lo so perché la mamma ed i nonni del diplomatico erano buoni amici di mia madre e di mia nonna, la baronessa Ligresti di Signorino, e perché in edicola ci passavo tutti i giorni.

QUELLO CHE I TEDESCHI NON TROVANO PIÙ

Ma tornare a certi fasti la vedo durissima, perché nulla più è rimasto di ciò che attirava i tedeschi. In primis il verde, ormai un vero ricordo se si gira per viali e traverse, vittima più di motoseghe che di eventi meteorologici per i motivi che sappiamo, balle giustificazioniste e propaganda a parte. Non trovano più quella splendida romagnolità, messa da parte da ricambi generazionali poco interessati a mantenerla e da veri ricambi etnici nel paese e nelle attività. Non trovano ormai più anche la cucina tradizionale, che questa stagione 2023 sparirà in non pochi altri hotel dove miracolosamente era sopravvissuta.

Loro parlavano quasi solo tedesco, gli altri quasi solo dialetto romagnolo del forlivese o cesenate, ma si capivano a meraviglia. Abbiamo avuto clienti di hotel, bagni e negozi, fedelissimi e affezionatissimi a Milano Marittima per almeno ’70 anni, poi si è fatto di tutto per deluderli e hanno preferito altri lidi. Lo dicevano, eppure troppa gente è rimasta sorda ed ingrata. Non vengono più i tedeschi, verranno altri, qui la gente verrà sempre, chi se ne frega dicevano… Poi abbiamo visto che gente hanno fatto venire. I tedeschi erano il 90% percento dei turisti e Milano marittima deve tantissimo a loro. Dopo la fondazione dei milanesi, dal boom in avanti, Milano Marittima era davvero Germania Marittima. Perlomeno di un certo target, che non era assolutamente quello che qualche imbecille racconta tuttora, ovvero, niente sandali e calzini ma tanta eleganza, simpatia ed educazione.

IN PASSATO CI PORSERO SEMPRE L’ALTRA GUANCIA

Erano anni in cui il marco valeva più del dollaro e qua ne spendevano tantissimi nonostante le carognate cervesi che fin dal principio di Milano Marittima hanno rischiato di farli scappare.

milano marittima Vecchia cartolina del cimitero militare tedesco

In primis la vicenda del cimitero di guerra tedesco (la sua storia puoi leggerla qui), sui particolari meglio non entrare, una vergogna e mi fermo qua.

milano marittima 1963 gioventù comunista figc 1963, Milano Marittima, manifestazione FIGC

Poi nel 1963, la guerriglia urbana contro i tedeschi di Milano Marittima ad opera dei teppisti della gioventù comunista, pagina altrettanto grave e della quale ho già scritto qui. Nonostante ciò, i tedeschi non ci hanno mai abbandonato.

Nel 1966, quando ci fu il tornado che distrusse il Gabbiano e fece volare gli ombrelloni fin dentro le Saline di Cervia, i turisti tedeschi si diedero da fare per aiutare albergatori e bagnini e non solo, qualcuno lo ricorda ancora con commozione. Poi nel 1989 con la famosa mucillagine, sono stronzate quelle secondo cui i tedeschi fecero fagotto e andarono via per poi quasi non tornare più. Intanto c’è da dire che la mucillagine venne in un mese da sempre poco frequentato dai tedeschi, e poi posso assicurare che almeno fino a metà anni ’90 i tedeschi rimasero graniticamente fedeli alla loro vacanza a Milano Marittima. E ancora nei primi anni Duemila non erano pochi anche se iniziavano ad essere più i tedeschi dell’ex zona sovietica, quindi la più povera. Hanno progressivamente lasciato perché ogni anno trovavano sempre meno riconoscibile Milano Marittima, ecco la verità che ovviamente non vi raccontano perché altrimenti molta gente dovrebbe fare mea culpa sulle scelte sciagurate fatte sia a livello turistico che amministrativo urbanistico. Amen.

TUTTA MILANO MARITTIMA PARLAVA TEDESCO

Sono cresciuto che da Marzo ad Ottobre a Milano Marittima si parlava quasi solo tedesco, lingua fondamentale per chi era nel turismo a qualsiasi livello. Negozianti, commesse, bagnini, camerieri, addirittura la messa alla Stella Maris era in lingua tedesca! Fra l’altro io ho da generazioni zii e prozii tedeschi, e parlo a ragione ancor più veduta rispetto ad altri, che o sono ignoranti o bugiardi o ambedue le cose, e che senza decenni di cassetto pieno di marchi tedeschi sarebbero ancora a contare gli stronzi dei fenicotteri nelle saline, altro che storie.

Se la cura con cui oggi si lecca, anzi addirittura si tutela certo turismo degli ultimi anni di Milano Marittima, si fosse avuta nel tutelare e conservare i tedeschi, sarebbe ancora bellissimo.

Chiudo con una nota finale che chi ha vissuto quei tempi ricorderà benissimo. Eravamo “contro” solo durante le partite della nazionale di calcio, altrimenti noi tifavamo Germania e loro Italia, e soprattutto non abbiamo mai, ripeto mai, avuto problemi di alcolismo molesto e vandalismo per eventuali troppe birre. Del resto amavano troppo la mia località. Adesso invece, che vengono apposta a fare casino e vandalismi, guai a fargli delle sanzioni, questi turisti si che ce li dobbiamo tenere stretti stretti.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Milano Marittima, nomi e cognomi

Ancora oggi sono tante le famiglie legate a Milano Marittima che hanno due cognomi. Scopriamole.

“Ma voi di Milano Marittima avete tutti due cognomi?” mi rispose stupita una persona dopo che le avevo presentato due amiche. Poi mi fermai a pensare, ed effettivamente un fondo di verità c’è in quella domanda. Fra l’altro, adesso che il nuovo diritto di famiglia permette di dare alla nascita il doppio cognome ai figli, chi non può vantare un albero genealogico gentilizio, spaccerà agevolmente un albero ginecologico col cognome materno in più.

milano marittima cognomi

Siccome c’è l’idea assurda che il doppio cognome è roba da nobili, vedremo anche nella mia Milano Marittima i nuovi doppio cognominati che si spacciano per signori, andando così ad affiancare quelli che si sono già auto promossi tali solo per averci comprato casa o più furbamente per aver modificato l’indirizzo. Infatti, tante vie da sempre a Cervia sono a voce ma non sulla carta diventate Milano Marittima, stesso vale per Malva, Zona Amati e Terme. Qualche aspirante piccolo Lord già si nota nelle recenti liste scolastiche.

Nella storia passata o contemporanea di Milano Marittima le famiglie col doppio cognome sono veramente tante. Onde evitare future pretese o fraintendimenti, posso farne una lista credo completa. Dove si trovano semplici famiglie locali legate al turismo come i Fiammenghi Flamigni del ristorante Sorrento o i Ridolfi Sbaraglia dell’hotel Ridolfi, non vi sono quarti di nobiltà. Poi abbiamo famiglie della grande borghesia imprenditoriale come i Serena Monghini o i Quadalti Senzani, di rilevanza internazionale. Poi ci sono anche quelli a metà strada, cioè veri nobili ma impegnati in attività come gli Ausiello Mazzi (boutique abbigliamento) e Ricci Bartoloni (boutique abbigliamento) oppure con hotel come Zanotti Cavazzoni (Quisisana) e Ricci Maccarini con la pensione Isabella.

LA LISTA DEI DOPPI COGNOMI

Tornando a voler fare una bella lista di famiglie legate a Milano Marittima a vario modo, ecco i famosi due cognomi:

Guidelli Guidi
Drei Dona’
Ginanni Fantuzzi
Paulucci Ginnasi
Rinaldi Ceroni
Ausiello Mazzi
Zanotti Cavazzoni
Merlini Paladini
Bargagli Petrucci
Giuliani Ricci
Luti De Sere
Ricci Maccarini
Ricci Bartoloni
Travaglini Diotallevi
Rivani Farolfi
Serena Monghini
Moneta Caglio
Ridolfi Sbaraglia
Fiammenghi Flamigni
Dall’Aste Brandolini
Bartolini Salimbeni
Reggiani Romagnoli
Annibali Giulianini
Baldi Calari
Fabri Guarini
Treccani Degli Alfieri
Quadalti Senzani
Belluzzi Pergami
Castelbarco Albani
Hercolani Fava Simonetti

Effettivamente, siamo davvero tanti! E ci sarebbe anche l’architetto Vietti Violi, che negli anni Trenta realizzò un fantastico progetto per lo sviluppo di Milano Marittima post fondazione milanese (ne ho parlato qui), che ci avrebbe portati ad essere molto meglio di Monte Carlo, soprattutto prima di Monte Carlo, una pagina della nostra storia che nessuno, tranne me, ricorda mai in questo paese che più sta andando indietro e più ha pretese di essere invece ai vertici della proposta turistica e residenziale.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Milano Marittima Fantasy Life

Da qualche anno esiste una Milano Marittima parallela, una Milano Marittima assolutamente immaginaria che vive solo su certe pubblicazioni.

Domanda, se un estraneo, uno che non vi conosce e non vi ha mai visto, raccontasse la vostra, ripeto la vostra vita, vi farebbe piacere? Soprattutto, sarebbe attendibile? La risposta, ovviamente, è no. Stesso discorso vale per la storia e la vita di una località e della sua comunità.

milano marittima fantasy life

Se mi irrita chi da tempo si sforza di scrivere una presunta storia della Milano Marittima passata in tutte le occasioni, mi irrita anche chi cerca di darne una immagine attuale totalmente destituita dalla realtà. Una realtà per me quotidiana da mezzo secolo e per i miei genitori pure di più.

MILANO MARITTIMA SECONDO FANTASY LIFE

Succede ad ogni pagina di ogni numero di “Fantasy Life“. Ogni volta devo prepararmi psicologicamente ad affrontare le parti scritte, fuochi pirotecnici di aggettivi esornativi buttati a piene mani esaurendo tutto il vocabolario, quello dei sinonimi incluso, tanto che si perde spesso il filo della frase, così come il senso del limite e spesso pure del pudore.

Leggo cose del tipo “La vacanza a Milano Marittima? uno stile di vita e forse qualcosa in più. Partiamo con una shopping experience d’obbligo a Milano Marittima. Sui suoi centralissimi viali e nelle corti più appartate affacciano lussuose vetrine di abbigliamento, alta gioielleria, la moda made in Italy si mescola ai brand internazionali emergenti. La passeggiata si fa elegante e modaiola, si respira un mood unico, si progetta una serata raffinata, in uno dei tanti ristoranti top. (…) Qui si può contare su strutture ricettive prestigiose, con ambienti impreziositi dal dettaglio elegante, angoli verdi dove iniziare splendidamente la giornata con una golosa colazione. Anche la spiaggia super attrezzata. (…) Antiquariato d’autore, allestimenti luminosi fascinosi, servizi e strutture per infinite attività in cui ricaricarsi, sport nelle innumerevoli manifestazioni”. Basta, mi fermo qui e tiro il respiro, oltre a tirarci una riga sopra come farei sul compito di un mio alunno essendo pur sempre un diplomato maestro elementare.

LE PAROLE CHE NON CAMBIANO LA REALTÀ

Chiunque, a prescindere, vede che questa mitragliata di aggettivi sfocia nel ridicolo. Fantasy Life, non è cambiando le parole che si cambia la realtà, men che mai un paese. Non è con le chiacchiere di un bravo influencer che si risolvono i problemi strutturali e incancreniti di una cittadina. Non si rendono conto che proprio così rischiano l’effetto opposto, perché poi quando si fa esperienza sul campo la realtà risulta ben diversa dopo una sola giornata. Siamo d’accordo che il basso profilo che era tipico di Milano Marittima, quella vera, quella signora non vip, è ormai archeologia della memoria, ma un minimo sindacale di sobrietà sarebbe auspicabile, credo. Ma forse a chi, per fare una copertina e dare una presunta immagine glamour di Milano Marittima sbatte due valigie firmate Louis Vuitton davanti alla fontana della Primo Maggio, a questo concetto è davvero estraneo. Domanda, ma saranno due valigie Louis Vuitton autentiche o tarocche come tanta immagine di Milano Marittima che va di moda da 20 anni?

Specifico che ho diritto alle mie considerazioni, a maggior ragione su chi scrive di casa mia, e che detta rivista, godendo del patrocinio del Comune di Cervia, è quindi in parte pagata da noi residenti, per questo abbiamo il diritto di dare un parere su ciò che paghiamo.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi