rino alessi Archivi - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Cervia, beata ignoranza

Un articolo di giornale sulla valorizzazione della storia locale da spunto al Conte per parlare di quanto in realtà la storia non sia mai stata importante per Cervia.

Partiamo dalla fine. Sul Corriere di oggi, 19 Luglio 2021, mi ritrovo un grande articolo sulla avvenuta presentazione della Mappa dei Luoghi della Cultura, progetto che coinvolge operatori del turismo, turisti e cittadini della località. Leggo che tutto nasce dall’onda delle emozioni che hanno ispirato alcuni scrittori, poeti e filosofi al cospetto di Cervia. Cavoli, al cospetto di Cervia, neanche fosse Roma o Parigi…

Cervia, beata ignoranza

Corriere di Romagna del 21/07/2021

Certo, per tutti casa propria è la città più bella del mondo, e subito penso al carissimo Nino Giunchi appena scomparso, a come gli brillavano gli occhi quando parlava della sua adorata Cervia, quella vera, quella della quale ormai parlava solo lui, non quella dei dépliant per turisti o libri ruffiani debitamente confezionati per accreditare vulgate di comodo. Grande Nino, quante ore della mia vita hai arricchito, anche se come a tutti i vecchi cervesi ti stava sulle balle Milano Marittima e tutto il resto… Tu sapevi tutto, eri sempre assolutamente documentato, e come ti arrabbiavi a sentire o leggere tutte quelle cazzate spacciate per storia! Tu e Zimbo, quanta ne sapevate.

Una Cervia da sempre allergica alla cultura, infatti, è la città della Romagna che da anni in tutti i sondaggi ha il più basso numero di laureati e ha l’8% degli studenti della scuola alberghiera che vengono da fuori (cfr Corriere 19.1.2012). Mai si sono volute altre scuole superiori in più di quella.

A Milano Marittima erano tanti i luoghi della cultura con la maiuscola, dai simposi del conte Volpe, al famoso Trebbo Poetico nato addirittura in un campeggio e poi scippatoci da Cervia. Fra i luoghi dove respirare cultura a vario titolo c’erano i negozi atelier di artisti di buon nome, dal plurucitato Werther Morigi, Pantieri, Venturini, Onestini, la galleria Borghi che proponeva i primi Schifano, e l’immancabile Vialetto degli Artisti nato nel 1974, per la quale riapertura mi sono battuto e adesso si è trasformato in un ennesimo anonimo mercatino che qualche mia amica con grazia ha soprannominato Via Margutta di Milano Marittima…

La vergogna di non aver letto riga o sentito verbo quando abbiamo perso l’unica libreria e ancora prima il mitico Neddo Cicognani, ideatore ed animatore di rassegne davvero culturali e che ha portato a Milano Marittima grandi firme.

Cervia, beata ignoranza

Neddo Cicognani

Neddo, però, da sempre è stato bistrattato, a partire dalle tante difficoltà che gli venivano create per dargli una debita location per le conferenze, le quali a quanto pare, davanti al suo negozio in via Ravenna accanto al cinema prima e poi davanti alle poste, davano fastidio. Allucinante!

Non è molto che un altro vero vip di Milano Marittima come Dino Amadori, luminare di medicina, faceva fatica a farsi sentire nella sua intervista per la musica a tutto volume sparata dai locali vicini… E poi parlano di cultura… L’unico che difese e ricordò sempre Neddo fu Luca Goldoni. Che ha avuto il torto di denunciare per primo il bordello e la decadenza di Milano Marittima e non gli è stata perdonata.

Cervia, beata ignoranza

Luca Goldoni sul Resto del Carlino

A leggere l’articolo di oggi trovate cento nomi, ma non il suo, ci trovate nomi di gente che a Milano Marittima non ci ha mai messo piede e manco l’ha mai nominata, come Ezra Pound, un amico della contessa Carla Approvini sorella di mio nonno. Luca Goldoni no. Luca Goldoni che a Milano Marittima aveva casa e veniva anche in inverno, poi ha preso casa anche a Cervia, appassionato di vela… Lui no.

È citato anche Rino Alessi, che i cervesi hanno trattato malissimo, è citata la solita Grazia Deledda, la cui villa è stata per anni dependance dormitorio e parcheggio di un hotel che ci stendeva i panni… È citato Max David, la cui villa ho proposto anni fa come luogo di incontro culturale e finalmente qualcuno si è mosso, ovviamente senza darmi la soddisfazione dell’idea. Come quando nel 2014 col blog portammo a Milano Marittima RAI Storia per un documentario e nessuno dei piani alti fece verbo, ci mancherebbe, la gente indipendente la sua indipendenza deve pagarla cara.

È citato Dante e non sanno che nella vecchia élite di Milano Marittima c’era una sua discendente diretta che aveva qui la villa, oggi divenuta appartamenti pollaio… È citato Guareschi e ovviamente i cervesi non hanno la minima idea che il vero Don Camillo, morto nel 2016, era nato a Montaletto di Cervia nel 1922, vero nome padre Tommaso Toschi, anche lui ovviamente messo da parte perché iperattivo sacerdote anti comunisti… Quando è morto arrivarono ai frati francescani del convento di Bologna condoglianze da tutto il mondo, anche dal nipote della imperatrice Sissi…

Dalla Cervia tanto culturale e amante della sua storia, non credo sia arrivata una sola riga…

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Grattacielo Marinella

Il grattacielo Marinella sancì il cambiamento di Milano Marittima che da quel momento subì una rapida cementificazione che ancora oggi non accenna a fermarsi.

Per comprendere al meglio quanto fosse lungimirante Milano Marittima negli anni del suo sviluppo, bisogna fare qualche passo indietro e tornare agli anni ’50, quando l’ingegner Eugenio Berardi di Lugo decise insieme al Comune di costruire in mezzo alla pineta un grattacielo di 90 metri e 21 piani in cemento armato.

grattacielo marinella

Il grattacielo Marinella in costruzione

L’inaugurazione del Marinella è avvenuta il 16 Luglio 1957, appena un anno dopo viene ampliato il bar e nel 1959 nell’ammezzato apre l’Hotel Rossella (il nome di una figlia dell’ing. Berardi). Dipoi vengono altresì realizzati il night al piano interrato ed il ristorante con terrazza e ballatoio. Nel suo appartamento al Marinella è morto il grande giornalista e scrittore cervese Rino Alessi.

grattacielo marinella

 

CHI È EUGENIO BERARDI

Eugenio Berardi (1921-1977) si laurea a Bologna nel 1949 e inizia la sua carriera a Lugo. Sposato con la prof. Marinella Ragazzini (da qui il nome del grattacielo), si trasferisce a Faenza, dove nei primi anni ’50 fonda la Società Immobiliare Marinella con la quale realizza incredibili progetti come i tre grattacieli della Riviera Romagnola: Marinella I a Milano Marittima, Marinella II a Cesenatico (1958) e il Grattacielo di Rimini.

Grattacielo Marinella

IL FALSO PRIMATO DEL GRATTACIELO MARINELLA

In una targa posta all’ingresso del Marinella viene scritto che il grattacielo in questione è stato il primo in Italia. In realtà questa affermazione è errata. E’ il Torrione INA il primo grattacielo italiano ed è stato terminato nel 1932 con un’altezza di 57 metri. Si può dire allora che il nostro grattacielo Marinella sia stato il più alto costruito in quell’epoca? Assolutamente no, perché questo record lo detiene un altro grattacielo, ovvero la Torre Piacentini a Genova terminata nel 1940 con un’altezza di ben 108 metri. Anche la Torre Breda di Milano terminata nel 1954 era, con i suoi 116 metri, già ben più alta del Marinella e viene segnato come edificio più alto d’Italia dal 1954 al 1958, anno nel quale viene superato dal Marinella II di Cesenatico che deterrà il record per soli due anni.

Grattacielo Marinella

La targa all’ingresso del grattacielo Marinella

Come accennato in apertura, la costruzione del grattacielo Marinella diede il via alla grande cementificazione di Milano Marittima che prosegue ancora oggi senza sosta. Di questa situazione ne ha parlato il Conte in diversi articoli ma i suoi concetti si possono riassumere nell’articolo “La Città Giardino che non ha un negozio di fiori“.

Il Conte Ottavio Ausiello-Mazzi e Thomas Venturi