russi Archivi - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Tipi da Milano Marittima

Il Conte ci propone una carrellata dei nuovi “tipi da Milano Marittima” che ritroveremo per le vie della nostra località anche nel 2023.

Dalla fine degli anni ‘90 del secolo scorso, e veramente era un altro secolo ed un altro mondo, la mia Milano Marittima ha visto allignare una serie di nuove figure, diciamo sociali ed anche social, che ne hanno mutato profondamente il profilo primigenio. Era, innanzitutto, un signorile basso profilo, che non vuol dire una località smorta stile conventuale chiusa in naftalina, come qualche furbetto oggi vuol far credere per giustificare il troiaio che chiamano movida, ma semplicemente educazione, rispetto, eleganza e stile.

I TIPI DA MILANO MARITTIMA

movida milano marittima

Classici tipi da Milano Marittima

Milano Marittima era uno stile e diventando moda ha perso il suo DNA. Proprio partendo dal casinificio sedicente movida, un primo socialtipo è quello della serie tronista della nota trasmissione, che a Milano Marittima invece trova da sedersi sugli sgabelli meno comodi delle vie deputate. Essenzialmente borgatari, con tutti gli annessi e connessi, cioè la negazione totale di quel glamour che vorrebbero rappresentare. Specialmente il coté femminile si può parafrasare con il noto titolo del film Sotto il vestito niente, perché davvero oltre l’apparenza c’è il vuoto come nelle matrioske. Con la differenza che queste sono di legno, quelle sono quasi tutta plastica. La loro puzzetta al naso è ormai arcinota, riflesso condizionato da tante ore passate in fila nello smog della S.S. 16 più che di intima boria.

Poi, ci sono i Cugini di Campagna, ovvero i contadinotti del nostro forese, quelli che in trasferta si fanno subito sentire grazie ai decibel vocali e che hanno inventato l’essere vestiti da Milano Marittima, ovvero un dress code del come presentarsi o meno e guai a sgarrare.

Poi abbiamo i MiMa Friends , i pirla che hanno inventato questo orrendo acronimo e lo hanno sempre in bocca come la sigaretta di Clint Eastwood nei film western. Non c’entrano una mazza con Milano Marittima, però vogliono assolutamente accreditarsi come habitué, e questo acronimo melenso di falsa affezione ha purtroppo avuto successo.

Parenti degli Sburoni a Noleggio, quelli che affittano le auto di grossa cilindrata anche solo per un ora per venire a fare su e giù dai nostri viali e farsi ammirare e godere come i premiati di Cannes sul red carpet quando ne scendono dopo aver parcheggiato alla Rotonda Primo Maggio.

Nel coté proletariato i sotto tipi sono due, il primo è quel Proletariato Maletta (sfoggio di costumi come slip inguinali in colori psichedelici o più spesso fantasia mimetica militare stile nascondiamo i Cannoni di Navarone), fiorito con i family hotel e certi bagni dal nome famose, che ha invaso anche le parti più aristocratiche di Milano Marittima e che vede pater familias e baldi giovani al cui confronto Adriano Pappalardo sembra un lord inglese. Mentre l’altro sotto tipo riguarda i Camerieri Rampanti. Un tempo erano educati e invisibili, e avendone conosciuti tanti posso dire che sono tutti ragazzi perbene a cui tanto deve il nostro turismo. Oggi te li ritrovi a gavazzare nei locali, pure in anticipo sui loro clienti in vacanza. Ovviamente sono i tuttologi di Milano Marittima, moltissimi poi vantano residenza e addirittura di essere di Milano Marittima.

La categoria “io c’ho la casa a Milano Marittima” è alquanto invasiva ed invadente, vuoi perché va di pari passo con la cementificazione, vuoi perché si crede la padrona della località, come se prima qui non ci fossero persone residenti da una vita e alle quali devono molto, dato che qualsiasi paese rispecchia in primis chi ci abita da sempre. Poi, magari, hanno solo un bilocale che neanche i bassi di Napoli, ma se la tirano come avessero il Petit Trianon di Versailles.

Arriviamo ai Milano Marittima Lovers, quelli che “amano” Milano Marittima, che anzi la amano di più addirittura in inverno. Cazzate. Rispetto agli anni passati c’è molto meno da amare su tutti gli aspetti, però dirlo fa figo e il mare d’inverno è una moda che va seguita come il nuovo vangelo. Peccato che l’inverno e il mare ci fossero pure prima, peccato che Milano Marittima fosse più abitata, più verde e con un’infinita di negozi e servizi oggi spariti, ma ci sputavano sopra dicendo che era una landa desolata e che noi eravamo matti a viverci, che a lorsignori gli sarebbe venuta la depressione o si sarebbero sparati dopo una settimana. Stronzi. Chi vive a Milano Marittima da lunga data questi discorsi li ha per forza di cose già sentiti.

C’è stata anche la parentesi dei turisti russi, distanti anni luce dall’eleganza dei nostri habitué tedeschi, maniere comprese. Se di tedeschi in sandalo e calzini bianchi non ne abbiamo mai visti, beh, di russi parecchi e non solo. Lui col berretto stile Capitan Findus, lei con gonne e cappellini di paglia stile mondine di Riso Amaro.

Mi direte, neanche due righe sulla categoria degli addii celibato e nubilato? In realtà sarebbe da dire due madonne ma con oltre 9 secoli di nobiltà sul groppone certe cose neanche dovrei pensarle, figuriamoci scriverle. Più che altro sarebbe ora che chi di dovere scrivesse non ordinanze di facciata ma dei sostanziosi verbali di sanzione.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Russi a Milano Marittima?

Viaggio nel mito dei miliardari russi che a Milano Marittima avrebbero dato soldi a tutta randa a boutique e agenzie immobiliari.

Come il mio antenato San Wladimir di Kiev, che si sta rivoltando nella tomba per quanto sta succedendo in questi giorni, io tempo fa mi rivoltavo dalle risate a leggere le solite sparate su una calata, poi mai avvenuta in realtà, di masse di miliardari ed oligarchi russi a Milano Marittima che avrebbero iniziato a dare soldi a tutta randa alle boutique e agli immobiliaristi. Manco avessimo da offrire tenute stile Chianti o ville barocche stile Bellagio! L’importante era fare scena, come sempre, per nascondere la realtà.

IL MITO DEI RUSSI

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La miliardaria russa Galina Genis

I russi avevano comprato storiche location come il ristorante Al Caminetto o la splendida Villa Perelli-Touring, essendo Milano Marittima “una località sempre più trendy e ricercata dai miliardari arabi e russi” titolava il Carlino del 18 Novembre 2012. Si era poi parlato anche di arabi, che però non ho mai visto, e ci fu la proposta di abbattere un pezzo di pineta per farci un eliporto per loro, perché fossero facilitati a venire a fare shopping a Milano Marittima.

LA DURA REALTÀ

Sulla situazione stagnante e i pretesi miracoli dei russi già parlava il Corriere del 23 Novembre 2013 ponendo una pietra tombale. L’anno successivo, sul Corriere del 5 Novembre 2014, uscì un’intervista ad un noto operatore immobiliare di vecchia famiglia di Milano marittima sull’ipotetico “sbarco di turisti russi a caccia di case eccellenti. Dopo un primo momento di grande euforia, quando si pensava fossero arrivati i nuovi paperoni, il clima si è raffreddato. Qui arrivano i russi meno abbienti, quelli facoltosi sbarcano sull’altra costa a Forte dei Marmi”. Amen!

Difatti, quelli che giravano per Milano Marittima erano russi con magliette a righe marinare, stile Capitan Findus, e russe coi capelli di paglia in stile mondine del film Riso Amaro, non davano certo l’idea degli oligarchi glamour che avevano fatto il guardaroba in Via Monte Napoleone.

QUELLI RICCHI NON VENGONO DA NOI

In un intervista alla Stampa dello stesso 2014, in data 20 Ottobre, c’era scritto che i russi calati in Italia sono “molto importanti e molto riservati”, esattamente come la vecchia élite di Milano Marittima prima del bordello della movida. L’intervistato, membro della Italian Russian Association, era chiaro “cercano soprattutto eleganza ed anonimato”.

E vuoi proprio che vengano proprio qui, dove da 20 anni siamo un circo cafonal, dove si viene per spararsi la posa con la fuori serie in affitto per la mezz’ora del parcheggio in centro?

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi