turismo Archivi - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Carissima Milano Marittima

Lamentarsi continuamente dei prezzi salati di Milano Marittima, veri o presunti, è diventato uno sport sempre più diffuso.

Se c’è una cosa che davvero mi irrita, oltre al fatto che abbiamo un’infinità di professori di milanomarittimologia, è l’altra categoria altrettanto numerosa di coloro i quali farebbero carte false per venire nella mia cittadina, ma pretendono di farlo quasi gratis. Sempre i primi a vantarsi di essere o di venire qui, però poi basta l’euro di un parcheggio a pagamento ed apriti cielo, i vip delle pere cotte alzano alti lamenti da far invidia ai decibel sparati dai baretti del centro nelle notti estive.

La vacanza è un diritto, addirittura un diritto costituzionale garantito da quella Costituzione che fu redatta e firmata anche da due membri della mia famiglia, Enrico de Nicola e Vittorio Emanuele Orlando. Non è però un diritto farla a Milano Marittima, tantomeno un dovere proporla a prezzi stracciati, cosa che comunque da anni è sempre più praticata in vari settori.

milano marittima

Corriere Romagna

“Si sta innescando una pericolosa corsa al ribasso” si leggeva su Carlino, Corriere e Voce il 14 giugno 2013 e già eravamo avanti con l’andazzo. Un clima più da “si salvi chi può” che da veri professionisti del turismo, soprattutto del preteso turismo vip che, addirittura, secondo alcuni pappagalli farebbe scuola in Europa.

PREZZI ALTISSIMI A MILANO MARITTIMA?

Se il prezzo fa la clientela, ecco che vedendo la clientela che abbiamo da 20 anni capiamo subito che i prezzi in realtà sono molto bassi e accessibili, altro che fantasia. Il proliferare di negozi da ipermercato, di pizzetterie e piadinerie conferma il vero target della località. Ci sono locali che fanno prezzi alti? Alti per chi? Dipende. Non puoi venire a fare il fenomeno giocando a fare il vip a Milano Marittima (e non vedi l’ora di farlo perché il complesso di inferiorità ti rode) e pretendere prezzi da bar della stazione del paese. Un barista, un ristoratore, un negozio hanno tutto il diritto di chiedere il prezzo che gli pare, nessuno ti obbliga ad entrare a consumare o acquistare quando il prezzo è chiaramente esposto. Non si può venire a Milano Marittima per poi tornare a casa incazzati e postare sui social decine di foto di conti di bar e ristoranti, magari con insulti e accuse di ladrocinio. Molto scorretto, molto squallido e per nulla glamour.

milano marittima

Il Resto del Carlino

I turisti di alto o altissimo livello che hanno fatto la fortuna e la nomea di Milano Marittima, quella nomea che ancora oggi puntella un baraccone pericolante e sul quale ultimamente sono piombati a mangiare in parecchi, pagavano senza storie, anzi lasciavano la mancia e portavano anche dei regali! Il turismo popolare e proletario, che oggi è il 90% di Milano Marittima, invece è sempre più pretenzioso da quando è stato corteggiato, coccolato se non addirittura viziato. Si sente padrone, ed i primi ad averlo notato, facendone le spese, sono stati i negozianti e i lavoratori di hotel e bagni, vittime di infiniti episodi di arroganza, pretenziosità e maleducazione a livelli professionali.

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Corriere Romagna

Finita l’era in cui “Milano Marittima metteva soggezione”, diceva un noto personaggio sul Carlino del 25 luglio 2012, o quando “sedersi al Nuovo Fiore valeva più di un gelato” (Corriere 19 dicembre 2012) “la Milano marittima bella e impossibile per i più” (Voce 3 settembre 2012).

Ribadisco che venire a Milano Marittima non è un diritto in base al quale si dovrebbero praticare prezzi da campeggio. Purtroppo venire a Milano Marittima, anche in strutture sedicenti stellate, è diventato una troppo facile possibilità di massa.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Milano Marittima ricchi e poveri

Cervia, il comune più povero del ravennate che attrae la riccanza forestiera. Un caso più unico che raro.

Quando i feticisti del centro di Milano Marittima, che guai a chi glielo lo tocca, hanno visto affacciarsi sulle sacre sponde della Rotonda Primo Maggio una mensa aziendale peschereccia da pochi euro, non si sono fatti una domanda? Quando, poco distante, un luogo cult della Milano Marittima storica come La Perla si è convertita da gelato blasonato a chiosco proletario della piadina, non si sono fatti una domanda? Quando distruggono ville con giardini per farci cumuli di appartamenti pollaio, non si fanno una domanda? Quando illustri hotel 4 stelle superior diventano family hotel, non si fanno una domanda? C’è bisogno che continui l’elenco?

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Quando La Perla si convertì a piadineria

CERVIA È LA CITTA PIÙ POVERA DELLA PROVINCIA DI RAVENNA

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Il Corriere Romagna del 1 febbraio 2023

“Le persone facoltose scelgono ancora questa località” leggevo il primo febbraio 2023 nell’articolo del Corriere intitolato “La regina del mattone resiste”. Se regina del mattone è nel senso che è certamente la località dove si impiegano più mattoni, allora siamo d’accordo, altrimenti ho seri dubbi. Primo perché i ricchi da che mondo è mondo vogliono stare fra loro e secondo, da fonti ufficiali, tipo un articolo del Carlino datato 28 agosto 2018, Cervia è una città di poveracci, la città più povera addirittura dell’intera provincia di Ravenna.

milano marittima

Il Resto del Carlino del 28 agosto 2018

Per esempio Cotignola, che ha un quinto degli abitanti di Cervia e non ha certamente fra i contribuenti bagnini fashion, albergatori glamour e famosi vip, risulta più ricca della nostra località balneare.

Correre a prendere casa per stare in mezzo alle classi proletarie, che a Milano Marittima vengono alloggiate da parecchi datori di lavoro in tanti condomini, se non addirittura ville, pare un controsenso. Bisogna poi vedere non solo cosa offre una località, ma cosa compri: case con giardini grandi come fazzoletti e appartamenti che hanno davanti alle finestre le scale per accedere a quelli di sopra, per esempio. Basti per tutte una mia amica che si è vista proporre un appartamento da 650.000€ che apre su una delle tante strade che sembrano percorsi di guerra del 1945 e non strade di una pretesa località di élite.

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Nello stesso articolo del Corriere, per esempio, si dava in vendita una nota villa storica per 2.850.000€. Villa che fra l’altro conosco benissimo perché da bambino andavo a giocarci coi nipoti di una contessa milanese, adesso sarebbe impossibile, poiché è circondata a ciambella da una massa di appartamenti che fanno tanto pollaio. L’articolo dice anche che abbiamo tante case in vendita da un minimo di 230.000€ ad un massimo di 2.500.000€. Difficile trovare qualcosa sotto il milione, ma senti un po’!

LA STAMPA NAZIONALE CONTRO MILANO MARITTIMA

A leggere invece la stampa nazionale di tutte le colorature, Milano Marittima è ben altro e non certo Gstaad o Monte Carlo. Il Giornale l’ha più volte etichettata come lido popolare, al massimo per l’uomo medio (31.7.2018), capoluogo nazionalpopolare del divertimentificio di massa e del peggior proletariato vacanziero (1.8.2019). La solita spocchia di La Repubblica ci ha tacciato di “piccola frazione balneare” (1.8.2019) mortificando anni di propaganda vip, glamour e fashion internazionale o sedicente tale. Libero del 6.8.2019 sfotteva la “panza proletaria” dei nostri turisti. Ma il peggio fu una martellante campagna del Fatto Quotidiano che il 31.7.2019 definiva Milano Marittima “nuova capitale immorale d’Italia”.

P.S. Allora fui l’unica voce tramite questo blog a difendere il nome di Milano Marittima, nessuno disse nulla, neanche il nostro sindaco che a mio avviso due paroline alla redazione del Fatto Quotidiano poteva e doveva dirle… tutti zitti quelli che dicono di amare Milano Marittima.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Milano Marittima Über Alles

Fra gli anni Cinquanta e Novanta Milano Marittima si è caratterizzata come colonia balneare tedesca, poi qualcosa è cambiato.

Rivolete il turismo tedesco? Potrebbe essere d’aiuto l’attuale (dal 2018) ambasciatore tedesco presso la repubblica italiana i cui zii, almeno fino a metà anni ’80, hanno avuto un’edicola a Milano Marittima e un bagno a Cervia. Lo so perché la mamma ed i nonni del diplomatico erano buoni amici di mia madre e di mia nonna, la baronessa Ligresti di Signorino, e perché in edicola ci passavo tutti i giorni.

QUELLO CHE I TEDESCHI NON TROVANO PIÙ

Ma tornare a certi fasti la vedo durissima, perché nulla più è rimasto di ciò che attirava i tedeschi. In primis il verde, ormai un vero ricordo se si gira per viali e traverse, vittima più di motoseghe che di eventi meteorologici per i motivi che sappiamo, balle giustificazioniste e propaganda a parte. Non trovano più quella splendida romagnolità, messa da parte da ricambi generazionali poco interessati a mantenerla e da veri ricambi etnici nel paese e nelle attività. Non trovano ormai più anche la cucina tradizionale, che questa stagione 2023 sparirà in non pochi altri hotel dove miracolosamente era sopravvissuta.

Loro parlavano quasi solo tedesco, gli altri quasi solo dialetto romagnolo del forlivese o cesenate, ma si capivano a meraviglia. Abbiamo avuto clienti di hotel, bagni e negozi, fedelissimi e affezionatissimi a Milano Marittima per almeno ’70 anni, poi si è fatto di tutto per deluderli e hanno preferito altri lidi. Lo dicevano, eppure troppa gente è rimasta sorda ed ingrata. Non vengono più i tedeschi, verranno altri, qui la gente verrà sempre, chi se ne frega dicevano… Poi abbiamo visto che gente hanno fatto venire. I tedeschi erano il 90% percento dei turisti e Milano marittima deve tantissimo a loro. Dopo la fondazione dei milanesi, dal boom in avanti, Milano Marittima era davvero Germania Marittima. Perlomeno di un certo target, che non era assolutamente quello che qualche imbecille racconta tuttora, ovvero, niente sandali e calzini ma tanta eleganza, simpatia ed educazione.

IN PASSATO CI PORSERO SEMPRE L’ALTRA GUANCIA

Erano anni in cui il marco valeva più del dollaro e qua ne spendevano tantissimi nonostante le carognate cervesi che fin dal principio di Milano Marittima hanno rischiato di farli scappare.

milano marittima Vecchia cartolina del cimitero militare tedesco

In primis la vicenda del cimitero di guerra tedesco (la sua storia puoi leggerla qui), sui particolari meglio non entrare, una vergogna e mi fermo qua.

milano marittima 1963 gioventù comunista figc 1963, Milano Marittima, manifestazione FIGC

Poi nel 1963, la guerriglia urbana contro i tedeschi di Milano Marittima ad opera dei teppisti della gioventù comunista, pagina altrettanto grave e della quale ho già scritto qui. Nonostante ciò, i tedeschi non ci hanno mai abbandonato.

Nel 1966, quando ci fu il tornado che distrusse il Gabbiano e fece volare gli ombrelloni fin dentro le Saline di Cervia, i turisti tedeschi si diedero da fare per aiutare albergatori e bagnini e non solo, qualcuno lo ricorda ancora con commozione. Poi nel 1989 con la famosa mucillagine, sono stronzate quelle secondo cui i tedeschi fecero fagotto e andarono via per poi quasi non tornare più. Intanto c’è da dire che la mucillagine venne in un mese da sempre poco frequentato dai tedeschi, e poi posso assicurare che almeno fino a metà anni ’90 i tedeschi rimasero graniticamente fedeli alla loro vacanza a Milano Marittima. E ancora nei primi anni Duemila non erano pochi anche se iniziavano ad essere più i tedeschi dell’ex zona sovietica, quindi la più povera. Hanno progressivamente lasciato perché ogni anno trovavano sempre meno riconoscibile Milano Marittima, ecco la verità che ovviamente non vi raccontano perché altrimenti molta gente dovrebbe fare mea culpa sulle scelte sciagurate fatte sia a livello turistico che amministrativo urbanistico. Amen.

TUTTA MILANO MARITTIMA PARLAVA TEDESCO

Sono cresciuto che da Marzo ad Ottobre a Milano Marittima si parlava quasi solo tedesco, lingua fondamentale per chi era nel turismo a qualsiasi livello. Negozianti, commesse, bagnini, camerieri, addirittura la messa alla Stella Maris era in lingua tedesca! Fra l’altro io ho da generazioni zii e prozii tedeschi, e parlo a ragione ancor più veduta rispetto ad altri, che o sono ignoranti o bugiardi o ambedue le cose, e che senza decenni di cassetto pieno di marchi tedeschi sarebbero ancora a contare gli stronzi dei fenicotteri nelle saline, altro che storie.

Se la cura con cui oggi si lecca, anzi addirittura si tutela certo turismo degli ultimi anni di Milano Marittima, si fosse avuta nel tutelare e conservare i tedeschi, sarebbe ancora bellissimo.

Chiudo con una nota finale che chi ha vissuto quei tempi ricorderà benissimo. Eravamo “contro” solo durante le partite della nazionale di calcio, altrimenti noi tifavamo Germania e loro Italia, e soprattutto non abbiamo mai, ripeto mai, avuto problemi di alcolismo molesto e vandalismo per eventuali troppe birre. Del resto amavano troppo la mia località. Adesso invece, che vengono apposta a fare casino e vandalismi, guai a fargli delle sanzioni, questi turisti si che ce li dobbiamo tenere stretti stretti.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Gli ultras di MiMa

Fino a quando esisteranno gli ultras di MiMa e la propaganda patinata venderà fumo non potremo invertire la rotta intrapresa da 20 anni.

Gli ultras di MiMa non sono certo discendenti dei fondatori milanesi. Non sono neanche, come chi scrive, membri di famiglie residenti a Milano Marittima tutto l’anno da oltre mezzo secolo e magari con attività più o meno storiche e di prestigio com’era per la mia famiglia, legata alla storia turistica della città di Palanti dagli anni ‘50.

Gli ultras di MiMa

CHI SONO O CHI CREDONO DI ESSERE GLI ULTRAS DI MIMA?

Ovvero quelli che ben che vada hanno qui la casetta del weekend da pochi anni o addirittura vengono a farci un giro saltuariamente, ma naturalmente qui sono di casa, sanno tutto loro, guai a contraddirli, anzi, sono loro che ti danno la patente se puoi o soprattutto non puoi parlare o scrivere di Milano Marittima in certi termini.

Ovviamente il loro termine preferito è MiMA. Se ne riempiono la bocca quanto più spesso possibile per avvalorare davanti al uditorio che loro appartengono al clan degli habitué o simili. Fossero solo dei poveri montati e saccenti sarebbe il minimo, sono anche decisamente arroganti e strafottenti, credono di poter dire e fare tutto, sicuri della totale impunità, perché a Milano marittima si è penalizzato per decenni solo gli imprenditori di alto livello ed il turismo dello stesso tipo, mentre guai a dare regole di civile convivenza al turismo attuale che fa pena ma che assolutamente vogliono tenersi stretto. Forse perché è innanzitutto poco impegnativo da gestire a livello professionale, mentre quello di alto livello necessitava di imprenditori preparati che, a Milano Marittima, sono scemati sempre più senza trovare eredi e ricambio generazionale. Ovviamente si maschera la situazione, perché fare autocritica costa, ed orgoglio e soldi non aiutano a guardarsi dagli errori di troppi anni.

Quindi, da una parte i nuovi arrivati che devono incensare la località perché finalmente ci sono approdati loro e non possono dire che è diventata sempre più proletaria, come scrivono i giornali nazionali da tempo, e dall’altra parte certi imprenditori che comunque continuano a mettere soldi nel cassetto e certa politica che chiude gli occhi e non apre le orecchie alle critiche, convinta di essere sempre nel giusto, neanche fosse Dio in terra e denunciando ogni perplessità come becero attacco per rompere le scatole.

Continue sparate di propaganda su riviste di regime e giornali fiancheggiatori su una fantomatica Milano Marittima bella ed elegante che sa conquistare e attrarre, anzi, che sa anche far tornare il turismo straniero tradizionale, è pietoso più che ridicolo. Basta girare per le strade e la spiaggia e si vede la differenza. Per fortuna di certa gente non si vede invece la differenza non solo fra la Milano marittima reale e quella di propaganda auto referenziale, ma la differenza astrale fra la Milano marittima di oggi e quella che fu fino almeno metà anni ‘90 in termini di verde, di pulizia, di vera eleganza, di vera offerta turistica, di professionalità e qualità in ogni situazione.

Pensare o credere che Milano Marittima di oggi sia identica alla passata perché quattro pirla vanno a spararsi la posa nel determinato bar o nel determinato bagno in spiaggia è assurdo. Magari sono gli stessi che su tutto il resto, perché gli fa comodo, vogliono essere pari pari come i veri signori della Milano Marittima di tanti anni fa, che strano. Ogni anno sento sempre più persone che lavorano nei vari settori che lamentano un degrado nel rapporto con la gente che alligna a Milano Marittima, tornano di continuo due parole, maleducazione ed arroganza alias prepotenza che si esplicita spesso anche in gesti come fregarsene della segnaletica sui viali, non raccogliere gli escrementi dei cani, lasciare sporchi parchi, giardini, marciapiedi e panchine.

Tanto a Milano Marittima tutto è concesso, basta dire “io amo MiMa” e sei il benvenuto. Basti dire che il 15 Luglio alle ore 19, in piena rotonda Primo Maggio, sotto le frasche dei banani del giardino di Aalen, c’era un uomo che urinava senza vergogna, e il giorno dopo nello stesso punto, ore 17, c’era un altro uomo a irrorare pure lui…

Il 31 Agosto 2014 sul Corriere Romagna un’assessora diceva che bisognava ripescare la vera Milano Marittima oscurata per troppo tempo da una superficiale immagine di vetrina. Dopo 8 anni possiamo dire che invece si è fatto di tutto proprio per favorire la bella cartolina di propaganda senza operare in nulla nella sostanza, nel necessario, e ovviamente non mancano appunto gli ultras di Milano Marittima che quando hanno le loro 4 vetrine pseudo fashion, il loro baretto pseudo vip adooooorano MiMa lo stesso perché Milano Marittima per loro è tutta li. Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Guide Turistiche cercasi

Il blog Cervia e Milano Marittima e Riviera Experience sono alla ricerca di guide turistiche abilitate da formare per i Bunker Tour.

È partito con una serie di tutto esaurito il 2022 dei Bunker Tour organizzati dal blog Cervia e Milano Marittima e Riviera Experience, ed è iniziata in questi giorni la caccia alle guide turistiche per sostenere la fitta programmazione di tour che si terranno nel corso della stagione estiva ormai alle porte.

guide turistiche cercasi bunker tour

La partecipazione ai Bunker Tour è stata fino ad oggi superiore alle più rosee aspettative e per la stagione estiva è stato programmato un fitto calendario di uscite che si terranno ogni weekend da maggio fino alla fine di agosto. Se ci sarà richiesta, non è da escludere che proseguiranno senza sosta anche per tutto settembre e oltre. Ci sono già all’attivo tre guide turistiche certificate ma c’è bisogno di più forza lavoro per sostenere al meglio tutti e 4 i mesi della stagione estiva.

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Si ricercano nello specifico guide turistiche appassionate o esperte di Seconda Guerra Mondiale che, visto la specificità dell’argomento, dovranno comunque seguire un periodo di formazione. È un’occasione davvero unica per entrare a far parte del team Bunker Tour che da 8 anni è in constante crescita e ha portato migliaia di turisti in visita ai bunker tedeschi ancora presenti a Cervia e nell’area dell’ex aeroporto alleato di Milano Marittima.

Se sei una guida turistica e vuoi entrare a far parte del team Bunker Tour, invia la tua candidatura a info@riviera-experience.it.

Per avere più informazioni sul progetto Bunker Tour visita il sito ufficiale bunkertour.it.