Il blog di Cervia e Milano Marittima

“Fermare una Porsche a Milano Marittima non é un evento eccezionale” (Carlino 28.4.2012). É una frase che, con alcune variazioni, si é letta tante volte e nello specifico riguardava l’arresto di una “signora di Milano Marittima” risultata evasore totale per una gran cifra. Il caso andò anche in cronaca nazionale (cfr. Il Fatto Quotidiano ecc) inutile dire che poi la persona in questione non solo non era di Milano Marittima, ma addirittura di un altro continente. In villa, presentataci come “hollywoodiana” (in realtà appartamenti a schiera di quelli nuovissimi) avrebbe nascosto una mini succursale del Louvre, tanti i pezzi di valore: a titolo di curiosità, come suo solito il Conte ricorda che anni fa ad un tiro di sasso da casa sua villeggiava una illustre famiglia francese (Daumet de Tessan) che davvero aveva legato il suo nome al museo parigino, e per motivi ben più edificanti! É in parte vero che ultimamente giorno e notte specie nel weekend, per la nostra città girino continuamente come in un circuito, macchine di grossa cilindrata. La notte pare che facciano le gare sfruttando i nostri lunghi viali dritti e deserti. Di giorno il motivo é diverso. “Tu non sai quanti vengono da me ad affittare l’auto e poi vengono da te a farsi vedere” mi confessò tempo fa un concessionario della provincia di Forlì. Ho ancora nelle orecchie ciò che diceva il solito cafone coi soldi in trasferta domenicale vantandosi della sua decappottabile per far colpo su una ragazza, e ne parlava come della “macchina squèrta” (scoperta, in dialetto). Ricordo anche la Maserati arancione che sfrecciava spesso d’estate per le nostre strade, ma sempre con autisti diversi. Pensai subito fosse un’auto da parata (la targa era sempre quella, oltre l’insolito colore). Naturalmente trovai il solito bastian contrario con la mente farcita dei luoghi comuni come la frase d’inizio articolo. Poi trovammo la foto del bolide come auto a disposizione dei clienti nella pubblicità di un noto bagno nei quotidiani nazionali. Nel regno delle puerili vanità paesane é così: si rischia la multa o già prima la si mette in conto pur di parcheggiare nel punto più in vista e di passeggio, per farsi vedere che si arriva a Milano Marittima con la fuoriserie e si scende proprio davanti ai locali modaioli. Gente coi soldi che non vale niente e cerca gratificazioni ed affermazione sociale con queste trovate. Sono solo tre le persone, anzi i personaggi su cui non ho dubbi riguardo il possesso del Ferrari che guidano: Luca Goldoni (scrittore), Pierluigi Righi e l’avv. Giardini. Anni fa nei nostri grandi alberghi di lusso veniva clientela con fuoriserie propria: adesso sono gli hotel ad affittargli il macchinone. Negli anni 50/70 certe auto e certe cilindrate erano per pochi. Basti dire, per esempio, che quando uscì il Mercedes 220/SE, questo costava più del Ferrari. Comunque, le grosse auto che circolavano per Milano Marittima si era certi appartenessero a chi le guidava o a chi se le faceva guidare dall’autista. Ricordo che spesso il Sig. Ermanno Maiani la Rolls se la guidava lui stesso, anche solo per andare a fare due chiacchiere alla Rotonda dall’amico Rasini del negozio di elettrodomestici. Invece i Guccerelli Winchler mandavano auto ed autista a prelevare l’insegnante di ripetizione dei figli, che abitava solo due traverse più in la. Oggi, tra le tante, mi tocca sentire qualcuno che, avendo fatto i soldi (da poco) fantastica con chi non lo conosceva prima di aver posseduto questa o quell’auto, benché chi scrive (e non solo) lo ricorda invece con la Simca o la Bianchina. Comunque proprio il Conte vi fa un campionario promemoria di chi aveva cosa:

Fontana Giovanni, Morgan 1600 verde
Prestinenzi Enzo, Cadillac
Venturi Gualtiero, Jaguar Mk2 grigio metallizzato
Maiani Ermanno, Rolls Royce Silver Shadow II nera
Donati Olimpio, Porsche 356/B rosso
Galeati Plata Jole, Mercedes 5000 verde
Ausiello Giuseppe, Mercedes 220/SE colore testa di moro
Picone Lea, Lancia Flavia Berlina 1800 grigio-blu
Guidi Piero, Porsche 965 rosso
Danesi Davide, Porsche 912 arancione
Conficoni Alverino, Jaguar XJ 4200 blu
Pantani Bagnoli Carmen, Fulvia coupè Zagato 1300 crema
Bezzi Franco, Mercedes Ali di Gabbiano 300 SEL bianca
Sedioli Franco, Lancia Fulvia Coupé 1300 marrone
Lamborghini Ferruccio, Lamborghini Espada nera
Maiani Grazia, Giulietta Sprint, metallizzata

Manlio Travaglini-Diotallevi aveva addirittura la concessionaria della Fiat a Ravenna (dal 1953) e partecipava anche a gare come il Premio San Marino. Una residente storica di Milano Marittima, la mia amica contessa Isabella Ginanni-Fantuzzi, ha sposato un pilota professionista, il conte Cristiano Del Balzo di Presenzano (Gero) che per 20 anni é stato fra l’altro a capo della scuola federale di pilotaggio di Vallelunga. Insieme hanno partecipato a rassegne come la mitica Targa Florio. La loro figlia, invece che dei cavalli-motore, si occupa di cavalli veri e scrive su importanti testate specialistiche. Del Balzo non era l’unico gentleman driver poiché Ferruccio Lamborghini (che aveva villa a Lido di Savio) s’era affiancato due piloti anch’essi nobili, cioè il conte Lurani ed il marchese Gerino Gerini amico di mia madre. La quale ricorda come “un incubo” un viaggetto proprio Milano Marittima-Bologna sull’auto guidata da Lamborghini (al quale regalò una Caveja come segno di ospitalità). Fu sempre lei a spalleggiare Gerini allorché questi faceva opera di convincimento sull’industriale emiliano perché comprasse una tenuta in Umbria come buon investimento (e difatti la comprò e li morì nel 1993). Accenno a tutto ciò perché mentre scrivo (Maggio 2013) siamo nel pieno delle celebrazioni del cinquantesimo della fondazione della ditta automobilistica Lamborghini (1963-2013). Per l’evento il di lui figlio ha scritto la biografia del padre, ricordando come iniziasse “facendo trasformazioni delle Topolino” il che mi ricorda come mi divertivo quando mia madre mi accompagnava all’asilo dalle Orsoline o alle Mazzini proprio con la sua Topolino nera 500/C decappottabile del 1995, ribattezzata non senza invidia dai miei compagni “la macchina di Nonna Papera”! In precedenza era proprietà di Aldino alias Gianfranco Vicari dell’auto officina (oggi scomparsa) di Via Romea 640 a Savio e meccanico personale del parco macchine della famiglia Ferruzzi.

Il Conte che non conta

2 risposte

  1. Gentile “Conte” una piccola precisazione sui titoli: mio zio Cristiano Del Balzo era duca, non conte. Titoli a parte grande sportivo e persona.

    1. Egregio signore, le virgolette sul mio titolo comitale sono fuori luogo essendo io un titolato autentico, ma mi stupisce che non sappia che suo zio non avesse diritto al titolo di duca non essendo il capofamiglia. Parlo per profonda conoscenza, non solo araldica ma anche personale, essendo io amico da anni di sua zia Isabella vedova di Cristiano come lo sono stato di sua nonna Susanna Ginanni Fantuzzi.

      Distinti saluti,
      conte Ottavio Ausiello-Mazzi

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