Il blog di Cervia e Milano Marittima

Avanti Savoia
Emanuele Filiberto Duca D’Aosta

Il Maggior Generale Arturo Campanelli apparteneva ad una nobile famiglia residente a San Giovanni a Teduccio (NA) che con la mia condivideva plurime parentele con le famiglie Sorrentino ed Oliva. Fu aiutante di Campo del duca Amedeo d’Aosta re di Spagna (+1890) ed educatore di suo figlio Emanuale Filiberto d’Aosta (+1931). Costui fu il comandante della famosa Terza Armata durante la Prima Guerra Mondiale, per le cui esigenze belliche nel 1917 la pineta di Cervia subì una pesantissima deforestazione per la costruzione delle trincee da cui si ricavarono 95.000 quintali di legname! Nella vecchia toponomastica di Milano Marittima il Duca d’Aosta fu ricordato in un tratto di quello che per noi è Viale Romagna, l’anello concentrico alla Rotonda Primo Maggio. Mentre nel 1929 suo figlio, Amedeo duca delle Puglie (+1942) fu ospite d’onore ad una grande cena di gala rimasta negli annali dell’hotel Mare Pineta. Era appassionato di volo, nonché grande amico di quell’Italo Balbo che a Milano Marittima aveva una villa non molto lontano dal celebre albergo sopracitato. Una settimana dopo la sua morte, Milano Marittima dedicò ad Italo Balbo una strada, quella che per noi oggi è Viale Gramsci. Se è vero che la Romagna è tradizionalmente terra repubblicana, molti non sanno che i re Savoia avevano anche sangue romagnolo, essendo diretti discendenti dei celebri capitani di ventura Naldi di Brisighella, nonché di Caterina Sforza! Amedeo di Savoia duca delle Puglie, poi d’Aosta, fu viceré d’Etiopia e risiedeva ad Addis Abeba. Piazzale Addis Abeba era il vecchio nome dell’attuale Piazzale Napoli e in lingua indigena significava “Nuovo Fiore”, cioè il fiore all’occhiello, ovvero la città prediletta della monarchia Negus. Nella versione italiana ha fatto molto successo come nome di parecchi bar, compreso quello sotto al Pineta della famiglia Laghi. Ma c’è di più, il Piazzale Addis Abeba s’affacciava su di un vasto lotto che Mussolini regalò ai frati Francescani, da sempre a lui vicinissimi e da lui favoritissimi. E non fu un caso se i frati battezzarono la prima cappellina “Santa Maria della Vittoria” proprio in onore della vittoria di Addis Abeba del 1936, che sancì la nascita dell’Impero fascista di Mussolini.

Il Conte che non conta

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