Il blog di Cervia e Milano Marittima

Quando la banda di Cervia (le) suonava
Pietro Nenni

Dissi ridendo “E che mi dice di D’Alema, che da giovane col padre veniva al camping Old River di Lido di Savio per i comizi del PCI ed oggi chiede al Vaticano il titolo di conte pontificio?” (Cfr. Il Giornale 8.9.2011). Terrazza dell’Hotel della Città, a Forlì, seduti a raccontarci aneddoti e a goderci un timido sole nella pausa d’un convegno, io e due vecchi socialisti romagnoli. La prof. faentina Lia Melandri, amica di famiglia dei Nenni, e l’appena scomparso Onorevole Stefano Servadei. Già fonte di molti risvolti del rapporto fra il suo grande amico Spaldo (Aldo Spallicci) con Cervia e Milano Marittima, avevo chiesto all’Onorevole se il conte Tommaso Della Volpe che negli anni ’50 animava la vita culturale di Milano Marittima (era pittore), fosse parente di quel Della Volpe che, nonostante il blasone, era stato fra i fondatori della sinistra romagnola. Del resto, anche mio nonno materno aveva buttato alle ortiche il blasone buttandosi “a sinistra”, mettendosi contro tutta la famiglia, restando poi escluso dagli affetti e dalla sostanziosa eredità. L’Onorevole Servadei, però, mi citava più spesso e molto più volentieri una illustre cervese, che ammirava tantissimo e portava come esempio di grandi valori umani e sociali. Lina Sacchetti. Difatti Servadei le aveva dedicato una conferenza nel Novembre del 1994 nei nostri Magazzini del Sale (Su E Rumagnol potete leggere l’intero intervento). Pietro Nenni, invece, fu avviato agli studi grazie ai datori di lavoro dei suoi genitori, ovvero i conti Ginnasi, poi per eredità Paulucci di Calboli Ginnasi e da sempre (in ben due rami) membri della élite vecchio stampo di Milano Marittima. Servadei ricordava la lingua tagliente di Nenni, che spesso s’abbandonava anche per iscritto a parole di fuoco. Redattore del “Secolo”, ad Ancona per un reportage sul Congresso Repubblicano del 1920, scatenò un putiferio dicendo che quel partito (da sempre il più importante della Romagna) non aveva futuro! Dovette fuggire sul primo treno utile “mentre la banda di Cervia convenuta per la manifestazione gli dava accanitamente la caccia” (scrive su “Storia Illustrata” n.278 Gennaio 1981 Giorgio Maiocchi). Ma di ciò, nelle cronache cervesi, non ho mai trovato menzione, chissà come mai. La prof. Melandri mi confidò anche che i Nenni diedero molto aiuto nel Dopoguerra a donna Rachele ed Edda Ciano. Edda, figlia del Duce che già da ragazza s’era montata la testa quando l’avevano fidanzata al conte Mangelli di Forlì. Forse nessuno sa che l’avventura “verde” della famiglia Todoli cominciò proprio dall’essere giardinieri dei conti Mangelli.

Il Conte che non conta

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