Il blog di Cervia e Milano Marittima

biennale di venezia
La Biennale di Venezia

Riqualificare vuol dire tutto e niente. Gli esiti, come i motivi, tanti. Quando il Duce e Piacentini fecero la nuova Pizza della Vittoria a Brescia, il vero scopo era distruggere l’identità di quel borgo popolare dissidente. Con certe scelte, si può far fuori l’identità di un luogo secolare o millenario. Così per Milano Marittima da Garden City coi villini, sempre più definita “un centro commerciale naturale” tout-court. Un conto è il riqualificare una periferia per portarla sullo stesso livello (parità) delle altre zone cittadine, ed è ciò che si propone alla Biennale di Architettura 2016 rispolverando intenti architettonici degli anni ’20/’30. Tutt’altro conto è riqualificare una periferia per poi lasciarla tale, sussidiaria rispetto ad altre zone cittadine. In poche parole quello che si prospetta per Pinarella-Tagliata vs Milano Marittima più volte definita “il salotto buono” o “la parte più pregiata della città” (Corriere 11.1.2014). Il 6 Maggio l’università di Bologna ha dato la Laurea Honoris Causa all’architetto Joseph Rykwert, il quale sostiene (insieme a tutti i colleghi) che la sfida degli architetti d’oggi è “costruire città giuste, ridurre le diseguaglianze tramite la progettualità” (Repubblica 6.5.2016). Alla quindicesima Biennale, il team del Padiglione Italia è chiaro e netto: un secco NO, in primis alle archistar, proprio le menti megalomani che spesso si propone di far intervenire a Milano Marittima tramite coperchi viari o grattacieli. Ed anche qui Milano Marittima andrebbe controtendenza. Rykwert è preoccupato perché in alcune zone “spesso è dominante un’architettura tendente all’oggetto vistoso” specificando che è una smania dei paesi poveri in via di sviluppo (Repubblica 6.5.2016). Milano Marittima come i paesi poveri in via di sviluppo??? Mica tanto glam-vip-fashion, come va di moda scrivere adesso. Il team del Padiglione Italia punta a riqualificare le periferie “solo opere nel degrado” (Carlino 5.4.2016) proprio per riequilibrare le parti. La riqualificazione Pinarella-Tagliata sarebbe anche un volano per favorire le giovani coppie, garantire sul mare lo stanziamento dei cervesi, recuperare la storia e la coesione sociale della località (Carlino 16.4.2016). Insomma, Pinarella e Tagliata alle persone del luogo. Giustissimo! Ma perché non è stato fatto lo stesso a Milano Marittima? Dove il clima è da riserva indiana? Nulla è stato fatto per favorire la stanzialità dei vecchi residenti, specie le nuove generazioni. Né per il recupero della vera identità di Milano Marittima, quella primigenia, di verde e bellezza, non certo di cementificazione e centro commerciale stile Iper o Esp. Avete notato che di Milano Marittima si parla sempre e solo in termini economici e mai come di un paese? I negozi, lo shopping, la famigerata movida, i baretti, i bagni, gli hotel, i turisti. Se da un po’ di tempo tutti vogliono sentirsi di Milano Marittima c’è anche il fatto che di noi, che di Milano Marittima lo siamo davvero, non si occupa più nessuno.

Il Conte che non conta

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