Stefano, un eroe cerveseVieni, mi sa che parlano del tuo amico. Ricorderò sempre queste parole di mia madre, che mi invita a guardare il TG. Di amici in divisa, ne ho sempre avuti, e ne ho tuttora. Finanzieri, Carabinieri, Forestali, Paracadutisti della Folgore… Lui era della Polizia. Lui era Stefano Biondi, conosciuto per caso al posto di polizia estivo di Pinarella in via Val di Non e subito diventati amici, più grazie al suo carattere solare che al mio più legnoso. Lo avevo sentito al cellulare la sera prima, dopo il solito rammarico per non avere ancora avuto il trasferimento vicino casa, ci eravamo accordati per l’ennesima serata in allegria. Vederlo li sulla strada coperto da un telo, è stato un trauma, che tutt’oggi non ho superato. Stefano era buono ed altruista davvero, non è una frase di circostanza. Adesso lo sanno tutti. Lo sanno tutti perché è successo quello che è successo. In genere, però, la gente vede solo la divisa, non si ferma mai a riflettere sul vissuto di chi la indossa, e meno ancora su quello dei famigliari, che ne condividono gioie e dolori. Penso alla sua mamma, penso alla sorella Marzia. Penso ad un mio carissimo amico carabiniere, romagnolo come Stefano, pronto alla battuta come Stefano, soprattutto buono e generoso come Stefano, che ha dovuto sacrificare Pasqua e famiglia per cercare Igor. Per proteggerci. Venerdì 21 Aprile 2017 ci sarà tanta gente per onorare Biondi. Vorrei che tutta quella brava gente, e molta di più, tutti i giorni fosse altrettanto vicina e solidale a tutti i nostri uomini in divisa e rispettive famiglie. Il modo migliore per combattere il male è fare e volere bene…

Il Conte che non conta

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