Teatro Comunale Marcello Aliprandi

Marcello Aliprandi

Il regista Marcello Aliprandi

Riguardo i nomi possibili per intitolare il nostro Teatro Comunale, l’alternativa a Fabio Battistini non può che essere Marcello Aliprandi (1934-1997). Di vecchio ceppo cervese tramite la nonna Clodovea Panzavolta, comunque la sua famiglia, nonché quella della moglie, sono legatissime alla storia della città a 360 gradi. Chi non conosce suo zio l’Ammiraglio Aliprandi? Direttore delle Saline e fondatore del Circolo Nautico? Marcello ha portato Cervia dove poi ha voluto essere sepolto, sia in bellissimi documentari, sia in film come “La ragazza di latta” che vede alcune scene girate proprio dentro il Teatro Comunale ancora in rovina! Collaboratore di registi come Lattuada e Luchino Visconti (nel Gattopardo) ha passato la passione per il cinema e teatro ai figli, come Timoty, che continua a firmare fiction di grande successo anche all’ estero. Marcello ha sposato una mia carissima amica, la contessa cervese Grazia Zanotti Cavazzoni, la cui famiglia essa pure è legatissima alla storia cittadina (possedevano Villa Igea) e con un antenato Ottavio Zanotti Cavazzoni attore alla corte del Re Sole a Versailles! Una curiosità: è di Aliprandi l’unico film non hard di Ilona Staller alias Cicciolina ( “Senza buccia”). Torno a ripeterlo, se davvero Cervia tiene alla propria storia ed alla propria identità, non può che scegliere fra Marcello Aliprandi e Fabio Battistini. Walter Chiari, Grazia Deledda e Palanti non sono cervesi. Quanto a Zimbo Guidazzi, col quale ho passato tante sere a chiacchierare, forse era meglio onorarlo di più in vita. Era una fucina di idee, nessuna praticamente raccolta, come può confermare la vedova Claudia Bissi… Colgo l’occasione per dire che il sondaggio popolare promosso dal Vicesindaco Armuzzi non solo è stato una bella idea “democratica” ma sta facendo vedere specie sui social quanto poco i Cervesi conoscano la storia della propria realtà, e come nel futuro sarebbe auspicabile che tali lacune venissero colmate dalle nostre scuole, dove si parla tanto di multicultura e poi si trascurano le glorie cittadine…

Il Conte che non conta