Casa a Milano Marittima nel 2017-18“Razzismo immobiliare. Un appartamento in affitto? Anche qui per gli stranieri è difficile, anche a Ravenna l’elenco degli episodi è lungo” si leggeva sul Carlino 15/10/17. Riguardo Milano Marittima la situazione non è certo così. O perlomeno non lo è più. Infatti dopo gli anni del Boom fino agli anni ’70 chi voleva radicarsi a Milano Marittima annualmente faticava parecchio. E parlo di Italiani, in primis altri romagnoli. I proprietari tendevano a tenere case ed appartamenti sfitti in Inverno, preferendo far cassa coi villeggianti estivi, oppure se affittavano la locazione ovviamente si interrompeva a Pasqua, quando poi si poteva chiedere di più. Successe anche ai miei genitori. Quando nacqui era il 10 Aprile (1974) e pochi giorni dopo dovemmo lasciare l’appartamento di Viale Verdi vicino all’Alberghiera. Per fortuna mia madre aveva trovato un bellissimo appartamento alle traverse nonostante le venisse detto da alcuni residenti che non fosse in affitto… Attualmente, e proprio alle traverse, ma non solo, non si contano invece gli stranieri, perlopiù originari dei Carpazi, in tanti condomini, quindi nessun razzismo immobiliare! Non lungi da casa mia si è appena stabilità una famiglia africana, lo si vede anche dall’arredo tribale in giardino e dalla musica etnica che arriva in strada. Confinano con la villa storica di una famosa famiglia di grandi imprenditori, ed altre due ville siffatte le hanno davanti, altri nomi grossi della nostra economia nazionale da generazioni. Quindi nessuna ghettizzazione. Anzi, è stato molto più facile inserirsi a Milano Marittima agli stranieri che non, negli scorsi decenni, ad Italiani specialmente meridionali. Benché l’economia turistica di Milano Marittima debba moltissimo anche a questi stagionali primi fra tutti per percentuale e per laboriosità i Pugliesi… Fede ne fa tuttora l’elenco telefonico, con i cognomi del Sud perlopiù a Pinarella, Tagliata, Cervia ed il Forese. Riguardo poi “Milano Marittima Regina del mattone” (Corriere 9/10/17) i dati si possono leggere altrimenti, come la storia del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. Se flessione c’è stata, io direi che c’è stato più propriamente un rewind, un ritorno cioè alla normalità di prezzi rispetto a quelli “altissimi” degli anni 2007/2010 (Carlino 6/10/17) assolutamente legittimi, per carità (uno chiede quanto vuole) ma francamente la frase spot che Milano Marittima è la località 5 Stelle più importante d’Europa letta sul Carlino 20/4/2011 si può commentare come Fantozzi commentava il film della corazzata Potemkin… Vista altrimenti, insomma, parrebbe che non ci sia stato deprezzamento, ma perlomeno una stabilità se non un aumento. Anche perché una cosa è incontrovertibile: la maggioranza dei proprietari non ha nessun bisogno di soldi e quindi non ha bisogno di svendere, inoltre bisogna fare una differenza non da poco su chi è agente immobiliare e chi è invece immobiliarista… Se nel 2012 il prezzo minimo era di 3500€ al mtq secondo dati Nomisma riportati dal Carlino 14/7/12 oggi il minimo si aggira sui 4000€ (Carlino 6/10/17). Se il prezzo massimo nel 2012 era sui 5900€ ed oggi è sui 6600€ (Carlino 6/10/17) idem. Se nel 2015 a Cervia (facciamo un parallelo) si comprava sui 4200€ (La Voce di Romagna 30/9/2015) ed oggi un usato “centrale” a Milano Marittima va sui 4300€ si è al massimo in linea con il passato recente. Riguardo il passato un po’ remoto torno a ripeterlo: non esisteva una differenza così abissale come oggi fra il cosiddetto Centro e altre parti di Milano Marittima, sia per affitti che per acquisti. Avere per esempio un negozio all’Ottava Traversa o averlo alla Rotonda Primo Maggio pari era, noi c’eravamo e lo sappiamo… E tuttora poteva essere così, se qualcuno negli anni ’90 non avesse iniziato con una stupida e controproducente zonizzazione di Milano Marittima, che ha portato molte famiglie (non esistono solo i bagnini e la Bolkenstein) a vedersi deprezzata e svilita l’attività o la proprietà su cui aveva investito denaro e tanta fatica a scapito del Cerchio Magico di Viale Romagna…

Il Conte che non conta

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