La morte della marchesa Claudia Travaglini Diotallevi, della vecchia e più scelta élite di Milano Marittima, principalmente del mio Piccolo Parioli, mi ha riportato alla mente tanti nomi, cognomi, e tutte le atmosfere annesse e connesse a quei nomi e cognomi, spesso doppi. Persone, emozioni sono parte integrante di qualsiasi città, che non è né può ridursi al mero tessuto urbanistico e commerciale. Era sposata ad un noto architetto, donna Claudia, e proprio poche ore prima della sua scomparsa “Il Giornale” del 5/7/2018 pubblicava una illuminante intervista a Giuseppe Cappochin, Presidente del Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori alla luce dell’Ottavo Congresso Nazionale “Abitare il pianeta, città e territori nel futuro”. Già, abitare il futuro… Quanti lavori per la nostra città, che dovrebbero farcelo vivere meglio.
Uno è il nuovo pezzettino di Viale Matteotti, ormai aperto da un mesetto. Il presidente Capocchin ci dice che quando Renzo Piano ha progettato a Londra “The Shard” lo ha dotato di soli 40 parcheggi perché li passano tutte le linee della metro che servono. Noi a Milano Marittima centro non solo non abbiamo ancora un parcheggio funzionale degnamente proposto ed utilizzato ,ma tantissimi turisti non sanno neanche dove trovare i biglietti dell’autobus di linea che ci passa… Capocchin dice che a Lubiana la riqualificazione del centro ha generato PLUSVALORE, incentivando i privati ad investire, mentre ogni euro pubblico ne ha generati 4 privati, idem ad Amburgo per “Hefencity”, investiti 2,4 miliardi che poi hanno prodotto 8,5 miliardi di investimento privato… A Milano Marittima già si era partiti che i privati proprietari dei negozi antistanti avevano detto no a partecipare alle spese. Quanto a nuovi investitori esterni, sedotti dal nuovo Viale nemmeno la prospettiva, quanto al richiamo turistico, quelli che passavano prima passano oggi, anzi, forse meno dato che l’unica cosa sicura in questo tira e molla è che in quel tratto non si parcheggerà più. Un gruppo di negozianti Lunedì 9 Luglio ha portato in Comune una petizione per riaprire il tratto “pena il peggioramento della situazione economica delle varie attività del centro” si legge sul Carlino… L’imprenditore Massimo Natali parla anche di “qualcuno che aveva sostenuto la petizione per chiudere Viale Matteotti adesso ha cambiato idea”… Da una parte viene il parallelo col Ponte Mobile di Cervia, che appena fatto già non funzionava, né poi ha dato segni migliori, quindi un opera bella e nuova ma fatta tanto per fare piuttosto che per servire. E poi il solito gap, manca una vision generale, urbanistica ed economica, alla fin fine pur di far cassa va bene tutto o il contrario di tutto, speriamo nel caldo nel sole e nella Madonna, alla faccia della committenza alla Bocconi e delle campagne germanofile… Quando avevamo una Milano Marittima ancora decisamente rustica e selvaggia, avevamo una clientela ed un turismo di famiglie “in” tipo i Travaglini Diotallevi, e ci sono ancora esercenti di lungo corso, proprio del cosiddetto Centro, che ripetono spesso “Allora avevamo ancora strade di sabbia ma eravamo pieni di bella gente e gran signori eleganti che spendevano”. Adesso abbiamo arredi nuovi e presunti fighetti, e non serviranno certo a richiamarlo, quel target… Fra l’altro molti vedono nei cento metri del Matteotti una continuazione del Gramsci, già intristito anni fa e dove le attività soffrono (andate a parlare coi negozianti) i negozi di alta gamma sono quasi tutti spariti (due gioiellerie aiutano a tenere alta la bandiera) a favore di attività dozzinali da barcaccia da ipermercati non certo da viale esclusivo fashion glamour VIP. Ma mentre il Gramsci ha avuto costi ridotti il nuovo tratto Matteotti ha avuto costi esorbitanti rispetto a quello che non servirà e quello che, purtroppo, non renderà…
Se si voleva riqualificare, penso le priorità fossero ben altre! A partire da tutto il restante viale Matteotti dove c’è il vero cuore pulsante di Milano Marittima, anzi il vero cuore economico, dato che sono lì gli hotel, che sono lì gli appartamenti venduti o affittati a prezzi da Montecarlo, visto che sono sempre state lì le vecchie famiglie che facevano girare l’ economia. Tante volte non solo di Milano Marittima ma anche quella nazionale o internazionale. Dove tuttora non ci sono marciapiedi decenti, dove tuttora non c’è illuminazione decente ,dove tuttora le Traverse sono tanto piene di buchi da sembrare piccoli minigolf. Perché lo sappiamo dagli anni ’50 che i quattro pirla del Forese che vengono a fare i fighi e a spararsi la posa specialmente nel weekend attorno alla Rotonda Primo Maggio sono non solo socialmente inesistenti ma economicamente e turisticamente inutili. Il vero VIP o presunto tale che per esempio paga quel che paga per la villa o per la suite figa in hotel alle traverse ,poi si trova a fare un vero Camel Trophy se non una prova di sopravvivenza prima di arrivare allo splendido nuovo centro, il che nel 2018 è improponibile! E poi non si può continuare ad abbandonare il 99% di Milano Marittima e far piovere sempre sul bagnato, visto che anche quel 99% paga (eccome) le tasse al comune di Cervia che, essendo storicamente “di Sìnistra” distinguo classisti fra zone e relativi cittadini di serie A o B non dovrebbe farne… Molto più bello ed utile il Lungomare, sperando che prima o poi con qualche scusa non facciano i mercatini pure lì! A tutti coloro che insistono sul fatto che negli ultimi anni tutti i centri storici cittadini sono stati chiusi al traffico voglio far gentilmente notare che questo avviene esclusivamente per evitare che smog e vibrazioni del traffico veicolare possano minare monumenti, antiche chiese palazzi eccetera, monumenti chiese e palazzi storici del tutto assenti dal tratto di cui parliamo, che è solo un viale di negozi senza ormai più residenti, ergo il parallelismo non solo è sbagliato ma fa anche ridere, denotando ancora una volta la sopravvalutazione al limite del feticismo del luogo.
P.S. Comunque per chi vuole ancora continuare a sognare, c’è sempre Milano Marittima Life.
Il Conte che non conta
Bellissimo e veritiero specchio di ciò che è Milano marittima, per fortuna me ne sono andato cedendo l’attività, non vi sono prospettive future e di successo!