Milano Marittima family
Claudia Cardinale davanti allo storico Hotel Bellevue

Parlare di 70 anni di una Milano Marittima che si sta per salutare per sempre, è parlare di tutta una vita, di tutto un mondo, di tutta una ritualità, e farlo pestando un tappeto di foglie coi magici colori autunnali e cullati da un pallido sole di una lunga Estate si San Martino, è ancor più nostalgico, più triste. I ricordi della grande “family” che era l’élite della VERA Milano Marittima. Quasi basterebbe guardarsi negli occhi, per capirsi, per evitare di fare paragoni sul circostante. Così pensavo mentre parlavamo della NOSTRA Milano Marittima con una signora la cui famiglia qui ha fatto epoca, e qui non ritrovandosi più, ha deciso di lasciare la leggendaria magione del nonno. A maggior ragione quando ai propri occhi non si crede leggendo certi articoli di cronaca nostrana. “Oltre 30 hotel in vendita, molte le strutture disponibili sul mercato, alcune ANCHE RECENTEMENTE RINNOVATE, ma secondo gli operatori manca la domanda (…) il pezzo pregiato pare essere il 4 stelle COMPLETAMENTE RIMODERNATO GIUDICATO SPLENDIDO al prezzo altisonante di 8,3 milioni” (Corriere 11/11/18). Udite udite, ma davvero? Praticamente il prezzo di due villini! Un affarone! Ma come può mancare la domanda? Non vogliono venire tutti a Milano Marittima? Ma possibile che uno rinnovi un 4 stelle, con spese suppongo proporzionali, e poi lo metta in vendita? Questo piccolo reportage sul mercato, anzi sul buon mercato hoteliero a Cervia e Milano Marittima pare ampiamente smentire certe “ricette ” messianico salvifiche che, una tantum, qualcuno ci somministra. Sul Carlino 30/10/18 ci spiegavano che Milano Marittima è (ci mancherebbe altro) la “località dell’eleganza e della mondanità” però “soffre di un arretratezza strutturale “ovvero gli hotel che molto si sono rinnovati molto hanno lavorato, gli altri no. Allora come mai abbiamo tutti sti alberghi da vendere? E nella lista tanti proprio nuovi di zecca? Ce lo spiegheranno? Poi vorrei capire anche come si possa essere un posto “in” quando appunto ci sono tante vecchie strutture, e lasciamo perdere l’extra alberghiero! Più che mai smentita, e del resto poco ci voleva oltre due risate, l’altra ricetta di “rilancio”, il vaticinio esposto nel Corriere 3/11/18 dove si sosteneva come formula vincente per Milano Marittima “lusso, family hotel e bed breakfast”! Incentivare la creazione di altri hotel per famiglie, trasformare cioè Milano Marittima in un enorme villaggio kinderheim turistico, sai che glamour fashion e mondanità! Dal paese dei grandi capitani d’industria al paese di capitan Fracasso, il vecchio sogno dei cervesi in salsa 2018. Quando si erano alleati con le dirigenze fasciste per mandar fuori dai coglioni i fondatori milanesi con le loro villette d’élite per costruire altre colonie proletarie… E si erano anche ripresi un bel pezzo della concessione originaria del 1912 tanto per gradire. Nello stesso articolo del Corriere 3/11/18 anche qui una ulteriore contraddizione palese nell’affermare “ma Milano Marittima ospita anche gli hotel di LUSSO, perché la località CONSENTE di praticare prezzi alti rispetto ad altre”. In base a quali meraviglie Milano Marittima “consente” questo esoso tariffario? Cosa offre? Offre solo una propaganda ridicola. Senza scomodare persone inascoltate, sbeffeggiate, anche offese, fra residenti storici e storici turisti che già decenni fa davano l’allarme, adesso che la frittata è fatta, ed è rimasta indigesta, arriva la beffa dell’AVEVAMO RAGIONE. Sul Corriere 6/11/18 ho letto da un imprenditore ancora sulla piazza ciò che anche i miei genitori dicevano buon 20 anni fa “abbiamo perso tutta la clientela di riferimento, gli attuali frequentatori della località non sono alla portata di questo luogo”… Ma che bella scoperta! E con la politica dei prezzi al ribasso, dei localini da periferia caciarona, degli alberghetti proletari, che salvezza possiamo sperare per Milano Marittima? E questa è la stessa gente che poi fa fare le grandi analisi strategiche alla Bocconi di Milano? Ma non vi viene da ridere? Avevamo già l’esempio, da non seguire, di Rimini. Proprio quando Rimini faceva mea culpa rinnegando il turismo di massa della ragazzaglia alcolizzata e casinista se non addirittura vandala e delinquente cosa è stato fatto a Milano Marittima? Invece di non ripetere l’errore patente, e mantenere alto il livello, via con la furbata con l’ideona di prenderci qua quella bella clientela e via di “movida”! E la colpa non è stata solo di alcuni imprenditori che sono riusciti a fare ciò che hanno voluto, ma di tutti quelli che potevano se non impedirlo almeno lamentarsi allora, ma anche lì siamo al solito cancro: tanti hanno creduto di poter cavalcare l’onda, arriva più gente ergo arrivano più soldi tutto il resto chi se ne frega! I giovani possono spendere, e poi non hanno tante pretese, quindi si fatica di meno e si guadagna pure di più… Una volta la categoria più potente era quella degli albergatori (oggi i bagnini), avere un hotel anche medio piccolo era come avere un blasone. Leggere che adesso si fatica a dar via hotel di prestigio nuovi e a prezzi tutto sommato “modici” rispetto all’andazzo locale dovrebbe finalmente farla capire…

Il Conte Ottavio

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