Sabato era tutto lì, il “concept” come parlano i fighetti, che poi magari non sanno coniugare un congiuntivo. Il 9 Marzo 2019 bastava leggere i quotidiani locali, non uno studio della Bocconi, per capire dove siamo. Sul Carlino dominava la notizia “Forese, fondi in arrivo per strade e parcheggi (…) perché il Forese richiede una cura particolare” ovvero altri 360.000€ dopo i 5 MILIONI già stanziati tempo fa. Insomma, un titolo (con tutto il rispetto per il Forese) che ti saresti aspettato per Milano Marittima. Invece no. Invece sul Corriere ecco la grande news salvifica della località più figa d’Italia “Caino e Pepita rilanciano la movida del centro di Milano Marittima”. Come al solito, agli altri (per carità) la sostanza, a noi (purtroppo) l’apparenza. Che a Milano Marittima abbiamo strade da terzo mondo” (Corriere 2/3/2019) è una realtà, ma mai nessuno se ne interessa, albergatori per primi, visto che residenti annuali siamo pochissimi e non abbiamo cassa di risonanza. Mi ricordo benissimo sul Corriere del 17 Settembre 2013, cioè 6 anni fa, un noto personaggio lamentarsi giustamente “Mancano i progetti e le proposte” eppure la situazione di Milano Marittima non era così stagnante, su diciamocelo: dopo i nuovi cessi della Stella Maris vippissimi con le mattonelle griffate Valentino, qualche intelligente aveva rilanciato di arruolare dei writers per colorare i cassonetti della mondezza e renderli fashion (Corriere 8/7/2013). Davanti a questa propositività di altissima gamma si resta ammirati… Davanti ad una Cervia che ha infilato un bar nella storica pescheria, sta per infilare un ennesimo ristorante nel Magazzino Darsena (fare negozi e ristorante nel Darsena è anche questa un idea vecchia di 30 anni, unica novità la spa benessere), e recentemente ha presentato come novità il progetto dell’Arena sull’Acqua che in realtà era un identico progetto proposto (e bocciato) dal compianto Zimbo Guidazzi (era piaciuto anche a Cristina Mazzavillani Muti per la Darsena di Ravenna) come scrissi nel mio articolo Viva la rivoluzione scritto nel 2015. Prima parte, con quali novità Milano Marittima affronta il 2019? Innanzitutto, con pochi metri del cosiddetto Nuovo Lungomare fra le vie Ponchielli e Mascagni. Chiamarlo Nuovo Lungomare è sbagliato semanticamente, perché un nuovo Lungomare sarebbe il rifacimento di un vecchio Lungomare che mai abbiamo avuto, a Milano Marittima, e sappiamo per colpa di chi, e sappiamo che fatto questo tratto finirà li (a Novembre 2018 dovevano iniziare i lavori per il tratto verso Cervia ma siamo già a Marzo 2019 e non si è mosso nulla ndr), non ci sarà un vero Lungomare di Milano Marittima continuativo, insomma, come a Cervia, che arrivi a costeggiare le Traverse fino alla Varese. Lungomare che naturalmente Palanti aveva disegnato già alla fondazione (1912) e che anche dopo con gli interventi urbanistici fascisti era in fieri (1937) sotto il nome Viale Lungomare 23 Marzo (il 23 Marzo 1919, fondazione dei Fasci di Combattimento). Insomma, un Lungomare atteso dal 1912 fatto per poche centinaia di metri nel 2018/19 sarebbe la prima grande opera per Milano Marittima, inaugurato con fasto manco fosse la nuova via Emilia… mah! Il centro ippico Le Siepi (in territorio di Ravenna) sorse nel 1974, idem il circolo Tennis, il Golf Club addirittura nel 1984 e dire che tutti erano previsti già nel 1931! Quanto al circolo nautico nacque grazie ad alcune famiglie di habitué di Milano Marittima appartenenti all’alta borghesia e alla nobiltà, e per fortuna, perché sono state quelle famiglie a dare a Milano Marittima quell’alone di vero glam oggi sputtanato dai neocafoni e dalle starlette che, comunque, è l’ unica cosa che mantiene viva l’immagine della baracca. Un’altra grande e salvifica prospettiva il parcheggio alla fantomatica 21a Traversa, esistente solo sulla carta, che mi chiedo quanto sarà utilizzato, a due chilometri circa dal Centro, dopo che la gente ha snobbato i grandi parcheggi a 300 metri (colosso di ferraglia viale Ravenna ex hotel Tritone) e ad un chilometro (ex Tiro a Volo). Ma il progetto del 2008 che prevedeva ben 440 posti auto alla ex Mantovana, cioè vicinissimi tanto al centro che alla spiaggia, che fine fece?
E poi, le colonie come ipotetico polo universitario? Anche qui si parte da struttura pregressa e fascista, e ci si impianta su una idea che già fu fallimentare quando fu avanzata 30 anni fa, fra l’altro ad un surreale incontro nel salone superiore dello Sporting. Innanzitutto perché fra trattative con le facoltà e l’italica burocrazia, anche se la sede fosse aperta, i corsi inizierebbero non prima del 2050, e poi perché Milano Marittima non ha assolutamente nulla per supportare un polo universitario o scientifico. Già Cervia è un secolo che vergognosamente non ha un più utile istituto superiore per i giovani nostrani (Carlino 4/3/2019) e neanche un ospedale decente, figuriamoci l’utilità di una sede del genere e la possibilità che “resista” nel tempo… Utopia. Dopo aver già impiegato anni colpevolmente lunghi a intitolare qualcosa ai Fondatori cosiddetti “milanesi” (perché la società era a Milano ma i componenti non erano tutti di Milano, sarebbe ora di dirlo) altri anni siderali, finalmente, per dedicare qualcosa anche ai nostri “pionieri” del turismo di Milano Marittima, cioè i nostri romagnoli, anzi i miei concittadini, visto che allora abitavano negli alberghi in larga maggioranza. Mi aspettavo qualcosa di più, da un comune ricco e così glamour, magari un bel cippo o una simil bacheca con foto d’epoca o piccoli ritratti dei celebrati uomini, e non certo un asticella con una targhettina come quella posta sul Lungomare.
Un conto la sobrietà, un conto la miseria, ma sicuramente è una mia idea, e sicuramente anche questa sbagliata. Giorni fa un gentile lettore, il signor Luigi Pansecchi, appartenente ad una famiglia di noti “pionieri ” imprenditori di Milano Marittima dal 1937, mi ha regalato tanti curiosi e preziosi ricordi, ma anche simpaticamente “correggendo” un mio errore di location. Cioè l’idea del famoso Circuito di Milano Marittima è nata in una macelleria di viale Gramsci e non in una macelleria di Piazzetta Mercatino, comunque legata alla prima. L’idea, però, era un idea splendida e vincente a prescindere, ovvero allora avevamo fra noi gente semplice ma con idee bellissime per Milano Marittima, sia a livello turistico come questa sia, e torno alla famiglia di Pansecchi, come quando la signora Pansecchi con un amica (Battistini) chiesero a Mussolini di passaggio una chiesa per la cittadina (una chiesina, quella delle Orsoline, già c’era come chiesa di Milano Marittima, ma era una cappella poco più e non bastevole per una popolazione in aumento)… E torniamo ancora al progetto Arena di Zimbo oggi proposto per nuovo senza neanche nominarlo. Chiudo con una domanda che come al solito non avrà risposta, specie da quelli che parlano tanto di identità cittadina ecc… Ovvero, perché non è stato onorato Federico Tiozzi? Quello che inventò il Treno dell’Amicizia per riconquistare i Tedeschi dopo la grandissima figura di merda del 1963 quando durante la grande manifestazione della Federazione della Gioventù Comunista ci fu una raffica di atti vandalici e violenti mirati a distruggere ombrelloni, mosconi e automobili a targa tedesca, con scritte sui muri tipo “Mangia patate tornatevene a casa vostra”? (fino agli anni ’90 a Milano Marittima la clientela era in maggioranza tedesca, con tinte di svizzeri, olandesi, pochi francesi ndr). Andò anche a Monaco di Baviera (grandissimo bacino turistico di Milano Marittima col Baden Wurttemberg) quasi un ministro degli esteri del turismo locale: altro che stitici “studi” alla Bocconi o inutili giornaletti di Life o Experience.
Il Conte