antonio batani Archivi - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Milano Marittima agrodolce

Fare di Milano Marittima un circo non è la strada giusta per aiutare la località né in estate né in inverno.

La solita zuppa, altro che agrodolce. Le interviste di questo gennaio 2023 sul bilancio delle festività appena finite a Milano Marittima sono il solito bollettino che riporta, ovviamente, che sono tutti contenti, tutto è stato positivo, siamo sempre bravi ecc. Quanto al lato negativo, ovviamente, la colpa è come sempre della contingenza, e ci mancherebbe! Ogni volta è così, si nega l’evidenza per non perdere faccia e facciata, se ci sono lati positivi è merito loro, i negativi sono sempre colpa altrui o comunque esterna. Che bravi!

milano marittima

Il peggio non è che da 20 anni hanno preso una strada sbagliata su come gestire Milano Marittima, ma hanno intenzione di rimanerci e, anzi, fare pure peggio. Quando leggo È mancato il capodanno di piazza sia a Cervia che a Milano Marittima, prima era un appuntamento imperdibile” mi chiedo se sia mai possibile che nel 2023 certa gente che ha la pretesa di gestire una località che si vuole glamour abbia ancora idee da paesani: la festa di piazza! Che comunque per capodanno a Milano Marittima non è mai esistita! Tutto quello che fanno è riproporre una mentalità da perenne sagra paesana, a partire dai mercati e mercatini, oltre difficilmente vanno o sanno andare.

MILANO MARITTIMA FRA EVENTI, MERCATINI E… CASINO

Questa estate preparatevi al mercatino floreale, un’altra cazzata, fra l’altro in una Milano Marittima dove da anni non esiste più neanche un negozio di fiori dopo la chiusura della Todoli in Viale Romagna. Vengono i brividi a leggere “Se si vuole fare incoming occorre ritornare (?) ad un programma di eventi grandioso, tornare (?) a pensare in grande anche per la bassa stagione”. Insomma la mentalità paesana al parossismo, questa fissa per gli eventi, che alla fin fine si risolvono in un gran casinificio, come se Milano Marittima non ne avesse abbastanza. Non servono manager glamour, basta un direttore di Festival dell’Unità e sono a posto. A Milano Marittima se il partito di chi voleva portarci il Casinò ha più volte perso, il partito di chi vuole portarci casino vince sempre da vent’anni, si chiami movida o eventi.

Ma pensate a far bene il vostro mestiere! Un cliente soddisfatto è la migliore pubblicità, un turista soddisfatto è la migliore garanzia che torni. Siamo andati avanti per decenni con una Milano Marittima assolutamente vincente senza bisogno di queste baracconate, che possono poi portare solo turismo da baracconate, un turismo mordi e fuggi per di più. Fa ridere leggere che per gli eventi 2023 stanno navigando a vista e attendono un incontro o quant’altro (Corriere 17.1.2023) segno di una vera vision turistica a lungo termine e non fatta di occasioni al momento, e di un’illuminazione sulla via di Damasco, pardon viale Gramsci.

ESEMPI DA SEGUIRE

Ho appena visto il manifesto della scomparsa della signora Maria Focaccia Calderoni che ha gestito per una vita lo storico Hotel Orsa Maggiore. Un baluardo dell’hotellerie di Milano Marittima a gestione familiare e genuina, quello che la gente cercava e che ormai non trova più. Quella che ha replicato in grande anche il tanto lodato Antonio Batani. Proprio Batani aveva capito che bisognava preservare la nostre caratteristiche migliori, al massimo potenziarle, invece sta gente vuole stravolgere tutto, e siate sicuri che i loro eventi saranno le solite occasioni della triade “bere – mangiare – casino”, non aspettatevi eventi di altro genere. Eventi, poi, non vuol dire niente. Un concerto di Riccardo Muti è un evento, ma per questa gente gli eventi sono solo casinificio.

Avevamo poi una pineta da favola ed una cittadina organizzata in maniera già moderna fin dal 1912. Hanno fatto di tutto e tutto stanno facendo per omologare Milano Marittima a qualsiasi altra località, dove resta solo il nome e niente più, o quasi, del suo DNA che la rendeva unica, una vera regina. Adesso, che come tanti altri pionieri del turismo originario se ne è andata anche la dolce e cara signora Maria Focaccia, una di quelle persone che hanno fatto Milano Marittima, abbiamo perso un esempio di cosa fosse fare davvero turismo e non circo e casinificio. Ciao signora Maria, grazie per tutti i momenti passati nella nostra Milano Marittima e per la nostra Milano Marittima.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Batani, vecchia Romagna (Seconda parte)

La seconda parte dell’articolo del Conte dedicato alla memoria del grande albergatore Antonio “Tonino” Batani.

Continua da: Batani, vecchia Romagna (Prima parte)

“Sono innamorato di Milano Marittima” così Batani chiudeva l’intervista sul N.7 di “Milano Marittima Life” dove si era limitato a parlare di lavoro. Mentre per il 99% degli intervistati (una cinquantina su 15 numeri) la rubrica è solo l’occasione per mettersi in mostra e, soprattutto, per spacciarsi per gente di Milano Marittima (è la prima cosa che dicono) quando nessuno lo è! Del resto per supplire alla mancanza di una pagina umoristica, qualcosa su cui ridere devono pur mettercelo!

Antonio Tonino Batani Palace Hotel Milano Marittima

Antonio “Tonino” Batani

Nell’intervista Batani menziona la clientela “di alto profilo” della nostra vecchia Milano Marittima, ed è verissimo. Oltre all’alto potere di spesa c’era l’alto potere socio-culturale, nomi da Almanacco di Ghota e da CDA delle grandi industrie.

Oggi i “vip” di Milano Marittima sono nei giornali di gossip e negli album di figurine dei calciatori. La notizia che i figli vogliono creare un nuovo grande albergo (riattare il Lido) mi fa piacere due volte, dato che gran parte di quell’hotel fu fatto grazie alla vendita di tre poderi della sorella del mio bisnonno, la baronessa Maria Ligresti (1883-1925). Tra l’altro è pure dietro casa mia e, la butto sfacciatamente li, non mi dispiacerebbe essere invitato all’inaugurazione!

Un altro aspetto fuori dal coro e lungimirante dei Batani, è l’essere cauti sul turismo russo, da molti visto come “salvifico”. Anni fa certi hotel di Milano Marittima si erano esaltati “Boom di richieste per le suite superlusso, per i russi qui è meglio della Versilia, cercano lusso e shopping” (Carlino 14.8.2013). Alla fine però leggevi di prezzi trattabili! Batani disse “I russi purtroppo aumentano, chi l’ha detto che il flusso dell’est porta ricchezza agli hotel?” (Corriere 5.10.2013) continuando a puntare sull’usato garantito “Ho sempre fiducia nei tedeschi” (Carlino 27.4.2015). Anche gli esperti avvisavano chiari “Vogliono soprattutto vacanze ricche non solo dal punto di vista del lusso, ma anche per qualità e varietà di attrattive, non amano le spiagge affollate, quindi disertano il mare” (Carlino 25.8.2013).

Noi, oltre a spiagge nazionalpopolari affollatissime, dove anche i bagni più “In” sono casinifici per ragazzotti urlanti e vomitanti, cos’abbiamo da offrire? Neanche le villone con grandi giardini e piscine, da loro tanto richieste (per motivi di privacy e sicurezza visto che hanno la fobia dei rapimenti), perché quelle fatte così, a Milano Marittima le hanno rase al suolo tutte per farci gli appartamenti pollaio col giardino misura zerbino, dove una sdraio ci va si e no!

Un anno dopo si iniziò a dar ragione a Batani guardando in faccia alla realtà “Si pensava fossero arrivati i nuovi Paperoni, qui arrivano solo i russi meno abbienti, quelli facoltosi sbarcano sull’altra costa” (Corriere 5.9.2014). Perché la residenza “fantasy” fa ridere, il turismo fantasy proprio no…

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Batani, vecchia Romagna (Prima parte)

Il Conte ricorda la semplicità e la vera romagnolità del famoso albergatore Antonio “Tonino” Batani.

“Per tutti semplicemente Tonino” dice l’articolo-tributo del Sole 24 Ore, del 21 Dicembre 2015, con un colonnone di ben 93 righe su Antonio Batani. Nella Riviera dove alcuni bagnini s’incazzano se non li chiami “Beach Manager”, Batani ricordava sempre le umili origini, i faticosi inizi e chi gli era stato vicino (come i colleghi dell’appartamento sotto al mio), la voglia di fare bene che dobbiamo a 50 anni di turismo tedesco.

Antonio Tonino Batani Palace Hotel Milano Marittima

Antonio “Tonino” Batani

ANTONIO BATANI, UN ROMAGNOLO VERO

Ci piaceva la sua romagnolità, che dovrebbe fare scuola alle giovani leve, schiave dell’esterofilia. Mare e spiaggia sono ovunque, ma la Romagna la trovi solo in Romagna. Tipicità che Batani portava anche in tavola direttamente dal suo orto (Vero n.17 del 2014), smentendo un suo amico che s’era permesso di dire (Carlino 10.8.2012) che Milano Marittima è vip perché non ci sono mai stati hotel a gestione tradizionale.

Pensioni e cucina romagnola a Milano Marittima

L’orto di Batani dietro al suo hotel Miramonti ad Acquapartita

Ma questo suo amico a Milano Marittima non c’era quando proprio al Mare Pineta era presente il chiosco della piadina! Invece Batani non si è mai abbandonato a quello “sburonismo” arrogante e saccente da arrivisti che hanno certi suoi colleghi, spesso solleciti a occultare le proprie radici e solo perché hanno l’hotel da due generazioni, si pubblicizzano con foto patinate, manco fossero i Kennedy. Ma le riviste patinate serie, sanno chi sono i veri “grandi” degli anni d’oro; come l’albergatore-manager faentino Beppe Lama, che fu al Gallia ancora prima di Batani e premio Forbes 5 stelle 2013 alla carriera. Perché io, che sono davvero di Milano Marittima, li so e li faccio i nomi di chi ha fatto Milano Marittima.

“Non siamo gente che butta i soldi nelle auto di lusso o che fa vacanze dall’altra parte del pianeta. Siamo rimaste persone alla buona, ma ambiziose nel nostro lavoro”

Batani a La Stampa del 7.7.2015

Una Lezione a quelli più preoccupati del nuovo suv, piuttosto d’incentivare l’attività (tanto col caldo e il sole la gente viene, no?); quelli di casa a Tenerife, ma che non sono mai andati a Ravenna a vedere i mosaici; quelli che al bar mangiano il bombolone con coltello e forchetta, pensando di essere fini e glam, simulando invece un autopsia; quelle che oggi si fanno passare per “le signore di Milano Marittima” e non è tanto che servivano in tavola anche me, e se qualcuno le saluta rispondono “Ma perché, noi ci conosciamo?” tronfie di aver fatto i soldi, ma terrorizzate che qualcuno le ricordi come erano.

“Stravedeva per Milano Marittima” (Carlino 24.12.2015), eppure non ho mai sentito Batani vantarsi di essere di Milano Marittima come fanno tanti fenomeni, addirittura mentendo. Come i pirla che nell’insegna ci scrivono a caratteri cubitali “Milano Marittima” poi sotto in piccolo il nome dell’attività, come fosse secondario rispetto alla location!

USCITA DI SCENA IN GRANDE STILE

I funerali di Batani si sono svolti a Pinarella, quanti abitanti di Pinarella usano la Stella Maris come ennesimo palcoscenico di vanità per complessi di inferiorità? Come se a Milano Marittima il Signore fosse diverso! Ma Signori se lo si è, lo si è ovunque, e con questa scelta, che ha stupito molti, Batani “semplicemente Tonino”, è uscito di scena dando ancora una lezione.

Continua: Batani, vecchia Romagna (Seconda parte)

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi