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Amarcord il Cluny Bar

Se il Grand Hotel Cervia, con il ristorante “Le Briò” è stato ed è l’albergo che i cittadini cervesi ricordano con maggior affetto, il Cluny Bar di Luisa e Peppino Manzi, è il locale che ha scritto una pagina di storia nel “centro” di Milano Marittima. Ho incontrato Peppino e la sua graziosa signora Luisa a Cesenatico, dove attualmente risiedono, e per prima cosa ho detto, da amico e cervese, che il loro “Piano Bar” non meritava il trattamento che gli è stato riservato. Ma riviviamo assieme la storia del primo “American Piano Bar” aperto su una passeggiata cittadina e raccontiamo alcuni momenti dell’attività, così come fece anche un’affezionata ospite di Milano Marittima che gli dedicò addirittura una poesia: “Splendido come ce ne sono pochi, esordisce la nostra amica, in un angolo un piano bianco a coda. Un pianista accarezza la tastiera. Sorseggio una bevanda “dolce”, dolce come la vita quì a Milano Marittima. Davanti a mè un lento passeggio, uomini, donne, ragazzi, bambini. Il mondo cammina, ma quì il tempo sembra si sia fermato, come in un’isola in mezzo all’oceano della vita. Mi guardo attorno, i tavoli sono pieni, il pianista suona e una voce armoniosa ricorda amori nuovi e amori lontani. Ma poi verrà l’inverno, i giorni passeranno, la vita scivolerà in un anno nuovo. Ritornerà l’estate, ritornerà il mio mare, ritornerà per mè uno spendido caffè. La canzone del pianista si spegne in un applauso e penso con un sorriso sulle labbra a una sera che tornerà. Una sera al “Cluny Bar”.

Amarcord il Cluny Bar

Il Cluny Bar, mi racconta Peppino, è nato da un sogno. Una notte sognai mio padre chi mi osservava mentre lavoravo in mezzo a tanti tavoli pieni di clienti, ad un certo punto dell’osservazione mi disse: “vai benissimo, continua così” e da quel “benissimo“ è nata la voglia di aprire un bar tutto mio. Fu così che, ispirato dal Bar Basso di Milano e dall’Harris Bar di Venezia, trovato il luogo adatto, progettai il Cluny. L’avvio con Luisa, il 16 maggio 1969, è stato di grande attesa, perchè ancora non c’era la clientela per il Cluny, ma Peppino e Luisa, assieme ai loro 3 figli la pensavano diversamente, e forte delle sue esperienze accumulate in giro per il mondo, cominciò a far sedere al pianoforte artisti come Renato Mattarelli, Thomas Bernard, il fratello di Thomas Nigel che suonava esclusivamente al Quisisana di Capri, allo Sporting di Gstad e alle Vele di Dubay. Inoltre, e questo non è da tutti, al loro fianco si sono formati e affermati numerosi Barman quali: Giancarlo Raschi di San Marino, Giancarlo Rossi, Bruno Iacomini, (in seguito diventato campione del mondo) Adriano Farabegoli, Mauro Nunziatini, Andrea Poni, Maria Cristina Graziani. Tutti professionisti che devono al Cluny e a Peppino Manzi, il loro trampolino di lancio.

Amarcord il Cluny Bar

Poi vennero le prime crisi, dovute alle mucillaggini, al cambiamento delle abitudini e della clientela, alle manifestazioni di intolleranza da parte di alcuni soggetti preposti ai controlli, tanto cambiò la situazione, che al Cluny fece capolino, dopo un adeguato restailing, una ristorazione in piena regola, guidata da Peppino e Luisa, con proposte molto mirate sui crostacei e il pesce dell’Adriatico. Per un po’ tutto andò bene, ma poi si sentì la necessità di rivedere l’offerta e nel 2000 il Cluny Bar cambiò politica commerciale e il figlio Marco, ormai diventato grande fra i tavoli e dopo alcune esperienze nelle zone caraibiche, propone alla famiglia di modificare il sistema del servizio per passare ad un lavoro che rispondesse alle esigenze giovanili che frequentavano e frequentano tuttora il “salotto” di Milano Marittima. E nel 2000 nasce “Antigua Blues“, viene eliminato il piano bar per introdurre l’assordante musica dei giorni nostri (togliendo così quel fascino anni 60 che si respirava passando davanti al n.71 di Viale Gramsci). L’attività del Piano Bar Cluny/Antigua Blues è stata chiusa il 24 settembre del 2005 lasciando spazio ad un negozio di vestiti.

Giorgio Rocchi

Discorsi da bar (Prima parte)

Il Conte propone una rassegna dei bar e gelaterie che hanno fatto la storia della vecchia Milano Marittima.

Chi aveva il gelato più buono a Milano Marittima? Per opinione generale, il bar Giglio (di Sartoni davanti all’Hotel Flora), seguito a ruota dalla Perla (di Bagioni) e dal Riviera (dei Giorgi). Il bar più figo? Boh, Sicuramente il più originale era il Cristallino (oggi Caffé della Rotonda) con montagne di verde nel pergolato a dimostrazione che, ben prima che ce lo portasse la Pro Loco di Fanelli, in Rotonda Primo Maggio un presepe l’avevamo già!

Discorsi da bar (Prima parte)

Quanti erano i bar a fine anni ’80? Moltissimi e tanti aperti anche l’inverno fra Ottobre e Pasqua. Perché Milano Marittima era molto più viva una volta di quanto oggi vogliono farvi credere. D’inverno, poi, eri certo di trovarci tutta gente di Milano Marittima, perché i bar erano territoriali come i seggi elettorali, ci andavano solo le persone della zona. D’inverno, Perla e Sporting erano chiusi e nei relativi piazzali (sgombri) giravamo in bici. Invece alla Diciassettesima Traversa il Bar Cacciatore del Cavalier Catalano era aperto.

Solo in tempi recenti, credo nel 1991, la Perla iniziò a rimanere aperta da San Valentino in poi. I più maturi di Milano Marittima ebbero un primo ritrovo nel bar-circolo di Viroli, dove oggi c’è il ristorante Al Pagliaio (già Raffaele). Poco distante, il bar Verdi era per i ragazzi della scuola alberghiera (ve la ricordate quando era in Viale Ravenna?), mentre in angolo Via Ariosto c’era il Circolo Repubblicano (poi sede dei vigili). Il ritrovo si spostò da Budini al Gran Bar, sotto al grattacielo a mare, il quale aveva pure il biliardo che fu però eliminato dall’ultimo gestore romano insieme al telefono pubblico e agli elenchi di tutta Italia, come una volta li aveva lo Sporting.

L’elemento giovanile, invece, iniziò a ritrovarsi al Barbanti, dove in un recente capodanno anch’io diedi una mano in amicizia e, Lunedei, la titolare, propose di assumermi! Era naturale appoggiarsi lì, per chi stava diventando ometto ma era ancora legato all’oratorio della Chiesa Stella Maris e soprattutto al campetto che c’era a fianco! Poi si spostarono al bar Centrale (oggi Harley) e difatti prese vita la squadretta di calcio che rappresentava Milano Marittima nel torneo dei bar.

Il Centrale ebbe vari gestori, Lonzardi (già bar Arena Mare), Benzi (la famiglia alberghiera), Plazzi (hotel Belvedere, ristoranti Zi Teresa e Brasserie), Nanni (poi Boutique Francis). Quante volte con il figlio di Claudio o la figlia di Francesco abbiamo giocato al Canalino o acceso il Jukebox.

Dov’è oggi la Banca Popolare c’era il bar Griglia D’Oro di Guidazzi, altro ritrovo nei rigidissimi inverni milanomarittimesi dominati dalle forti nebbie commentate dal caro nautofono di Cervia. Ma anche quello, oggi, non c’è più. Continua…

Firmato

Il Conte Ottavio Ausiello-Mazzi