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Bagnini uniti contro la Bolkestein ma il web si incazza

Venerdì 26 Settembre 200 soci della Cooperativa Bagnini di Cervia si sono riuniti contro la Bolkestein. Nel frattempo il web insorge.

La sentenza del Consiglio di Stato che tre settimane fa con la Bolkestein ha annullato la proroga delle concessioni fino al 2033 è arrivata come una doccia fredda su tutta la penisola italiana, ma i bagnini cervesi non ci stanno e pensano di riunirsi in un consorzio per essere più competitivi.

IL CONSORZIO ANTI BOLKESTEIN

Venerdì 26 Settembre erano 200 i bagnini riuniti nella sala eventi dell’Hotel Dante a Cervia per discutere del da farsi dopo che il Consiglio di Stato ha fissato al primo Gennaio 2024 la riassegnazione di tutte le concessioni balneari.

Da quella data non saranno più i legittimi proprietari di un’attività nella quale hanno investito e che in molti casi mandano avanti con impegno e sacrificio da generazioni.

Bagnini uniti contro la Bolkestein ma il web si incazza

Il presidente della Cooperativa Bagnini di Cervia, Danilo Piraccini, ha proposto l’idea di creare un consorzio in modo da essere uniti e compatti contro la Bolkestein. Un’idea appoggiata e ripresa anche dall’assessore al turismo Andrea Corsini che dopo le tre ore di assemblea è intervenuto nel tardo pomeriggio per fare il punto della situazione.

E IL POPOLO DEL WEB? SI INCAZZA!

Nel frattempo sui social scoppia la polemica e c’è chi dice che la realizzazione di un consorzio contro la Bolkestein verrà senza mezzi termini bloccato dall’Europa, in quanto non rispetterebbe le regole basilari per partecipare alle aste che partiranno dal 2024.

Non solo polemiche, ma anche rabbia, è infatti venuto a galla nei social un malessere che giaceva in sordina nei confronti dei nostri bagnini. Sotto i vari post riguardanti la Bolkestein in molti gioiscono per questa situazione e si lamentano del fatto che i bagnini avrebbero da sempre pagato delle concessioni a prezzi stracciati e che negli anni ’90 si sarebbe addirittura creata una legge per salvaguardare il rinnovo delle concessioni in loro favore.

COME FINIRÀ?

Insomma, l’idea è quella che ci troviamo di fronte ad una situazione molto tesa e complicata che vede da una parte i bagnini difendere il lavoro di intere generazioni, dall’altra l’Europa che vuole il libero mercato delle spiagge, e in mezzo alcuni cittadini che ne dicono di peste e corna.

Come finirà? Dite la vostra nei commenti!

Concessioni balneari: stop nel 2023

Sganciata la bomba sui bagnini: il Consiglio di Stato ha deciso che tutte le concessioni balneari italiane dovranno terminare il 31 Dicembre 2023.

Una doccia fredda per i nostri gestori balneari, che non lascia nemmeno uno spiraglio di possibilità in quanto il Consiglio di Stato, con un’articolata pronuncia pubblicata nel tardo pomeriggio di ieri, ha deciso che “le concessioni balneari devono essere riassegnate entro massimo due anni tramite gare pubbliche, poiché l’estensione al 2033 è contraria al diritto europeo in quanto proroga automatica e generalizzata”.

Fine del concessioni balneari nel 2023

Milano Marittima

Lo stesso provvedimento prevede che “dal giorno successivo, non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza”.

Addirittura, secondo Palazzo Spada, le concessioni balneari non sarebbero più validi già oggi, ma “al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni, nonché di tener conto dei tempi tecnici perché le amministrazioni predispongano le procedure di gara richieste e nell’auspicio che il legislatore intervenga a riordinare la materia in conformità ai principi di derivazione europea”, è ancora accettabile mantenere l’efficacia delle attuali concessioni balneari fino al 31 Dicembre 2023, cioè fra poco più di due anni.

Confcommercio afferma: “La decisione è tanto inaspettata quanto sconvolgente per un settore che a livello nazionale coinvolge oltre 30 mila famiglie e che risulta strategico per il territorio ligure e quello imperiese in particolare (banche qua in Romagna non si scherza ndr).

All’improvviso il massimo organo di giustizia ha spazzato via tutte le battaglie portate avanti in questi anni dai balneari schierati contro la direttiva europea Bolkestein che erano riusciti a rimandare la questione fino a tutto il 2033.

Sembra che sia giunto il momento del cambiamento epocale nella gestione degli stabilimenti balneari italiani. Cosa ne pensate?