giovan battista giuffrè Archivi - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Milano Marittima mitra e tagliatelle

Scopriamo i nomi e le storie dei personaggi di cronaca nera che hanno avuto un legame diretto con Milano Marittima.

milano marittima mitra e tagliatelle

ANNAMARIA MONETA CAGLIO

A guardarla in foto, sugli scogli del mio Canalino di Milano Marittima, sembra più la famosa sirenetta di Copenaghen, che colei che fu detta Il Cigno Nero, alias la famosa contessa Annamaria Moneta Caglio, sedicente discendente di Giulio Cesare, certamente col nonno scienziato e primo italiano premio Nobel. Recentemente aveva venduto la villa di famiglia con 6 mila metri quadrati di parco, ma un tempo veniva a Milano Marittima come tanti blasonati.

Annamaria Moneta Caglio

Annamaria Moneta Caglio a Milano Marittima

Protagonista del famoso caso Montesi, il primo scandalo sessuale a coinvolgere politici (era il 1953), la contessa aveva preferito cambiare costa e cambiare mare. Altro che la canzone del cervese Piero Focaccia, i cui parenti, dopo essere stati domestici dei conti Passerini di Firenze nella loro villa di Milano Marittima, avevano aperto una pensione all’Ottava Traversa; mia madre ricorda bene la cugina di Piero, sua coetanea poi sposata al nord. Si trattava di una di quelle pensioni-ristorante allora in voga.

CESARE CASELLA

La famiglia successiva alla gestione della pensione all’Ottava Traversa, Anna Sirri e Andrea Zanetti, ebbero fra i clienti fedeli i familiari di Cesare Casella, protagonista del famoso sequestro del 1988, che mise fine alla cosiddetta industria dei sequestri e che comunque fu il primo a vedere l’impegno attivo di una madre.

milano marittima

Cesare Casella

MIRKO PANATTONI

Ma Milano Marittima, e la stessa traversa, hanno visto e continuano a vedere la famiglia di un altro famoso sequestro, il sequestro del piccolo Mirko Panattoni del 1973. La famiglia che gestisce a Bergamo il noto ristorante Il Pianone è da generazioni affezionata all’Ottava Traversa, e ormai le generazioni sono quattro, io ne ho conosciute tre. Andavano dagli amici Rossi nello scomparso hotel Pic Nic e adesso in un hotel poco distante che fu uno dei primi di Milano Marittima per la cucina. Mi ricordo che la vecchia cuoca, Irma Sedioli, usava sempre quel famoso Sale di Cervia (essendo il marito ed il figlio tabaccai) che allora nessuno aveva in pregio come oggi, manco fosse chissà che, ma sappiamo i poteri del marketing. Il caso Panattoni fu il primo caso di bambino rapito.

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Mirko Panattoni

LUCIANO LUTRING, IL SOLISTA DEL MITRA

Un’altra pensione storica, oggi scomparsa, che vantava una cucina da ristorante di grande blasone, era la Lucciola della famiglia Villa, accanto al tutt’ora storico Bar Riviera. Ci feci fra l’altro pure il pranzo della Cresima nel 1986. Il titolare era il mio dirigente della squadra di pallavolo e avevano abitato anche nel mio stesso palazzo. Ebbero come cliente milanese, che apprezzava molto Milano Marittima, Luciano Lutring detto Il Solista del Mitra, dichiarato in Italia e Francia, nemico pubblico numero uno. 500 rapine all’attivo e una storia rocambolesca, compresa l’amicizia epistolare con Pertini. Il prototipo di tanti sburoni dalla carriera nera che poi hanno iniziato, specie negli ultimi anni, a venire a fare i fenomeni nella Milano Marittima vetrina e non più signora.

Luciano Lutring, il solita del mitra

Luciano Lutring, il solita del mitra

GIOVAN BATTISTA GIUFFRÈ

Assolutamente da ricordare è Giovan Battista Giuffrè, il protagonista di truffe finanziarie di fine anni ’50, che fece perdere ai frati francescani somme enormi da renderli davvero dei poveracci senza la regola del santo di Assisi. Vittima anche il nostro parroco Geremia Ronconi, quello che mi ha battezzato quando ricevere i sacramenti a Milano Marittima era ancora un rito di fede non un rito di moda.

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Giovan Battista Giuffrè

Proprio la perdita di somme ingenti, fece si che la Stella Maris non avesse il campanile, e tanto altro del grandioso progetto originale. Le storielle fiorite dopo sono tutte cazzate. Fra l’altro ho visto in esclusiva non pochi documenti dell’archivio parrocchiale, su questo periodo e non solo…

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Il campanile che non fu mai costruito

La Stella Maris è sprovvista di un campanile ma nonostante questo si sentono riecheggiare le campane per Milano Marittima ogni giorno. Perché?

La chiesa Stella Maris di Milano Marittima, fu costruita tra il 1956 ed il 1959 e fu voluta fortemente da padre Geremia Ronconi, un uomo dalla forte personalità e grandi idee. Purtroppo, padre Geremia non riuscì a realizzare tutto quello che era stato progettato, come per esempio la stazione radio, la sala congressi e mostre d’arte ed il campanile.

Il campanile che non fu mai costruito

Il campanile nel progetto originale del 1956 dell’architetto Carmelo Bordone

Proprio per questo motivo la chiesa di Milano Marittima non ha delle vere e proprie campane ma uno stereo con campane registrate da un’altra città e che vengono diffuse tramite potenti altoparlanti.

PERCHÉ NON FU ERETTO IL CAMPANILE?

innanzitutto, è falsa la leggenda secondo la quale all’epoca ci fu un referendum tra parrocchiani e residenti. Questo fantomatico referendum avrebbe stabilito che, per non rovinare il paesaggio, non si doveva fare il campanile, il che è assurdo. Nessuno si ricorda di questa consultazione popolare, che essendo un vero referendum ecologista anti-litteram avrebbe dovuto, invece, fare storia.

Di certo sappiamo che il dottor Piercarlo romagnoli, che abitava alla Quarta Traversa e aveva sposato Maria Virginia Palanti, era contrarissimo al campanile dietro alla vetrata ed aveva chiesto a padre Geremia che fosse realizzato di lato. La figlia Paola Romagnoli Motta non ricorda né referendum, né raccolte firme ma solo accese discussioni. Inoltre, non ne abbiamo traccia neanche nelle memorie dello stesso padre Geremia, che se la cosa fosse avvenuta davvero, gli avrebbe certamente dedicato almeno una riga nelle sue memorie.

Il motivo dietro al fatto che la chiesa Stella Maris di Milano Marittima non ha un campanile è semplice: finirono i soldi per via del Caso Giuffrè.

Giovan Battista Giuffrè

Giovan Battista Giuffrè era un bancario che lavorava a Imola. Riciclatosi consulente finanziario, prometteva la moltiplicazione dei capitali a chi gli affidava i soldi. Sui suoi maneggi, arrivati a livelli consistenti, fu istituita una Commissione Parlamentare d’Inchiesta per smascherarlo (morirà in miseria in una casa di riposo di Lugo). Il relatore Raffaele Mattioli, romagnolo, in una lettera resoconto a Malagodi del 1959 scriveva “Ma che credevano, che avesse trovato la pietra filosofale?” Innumerevoli i membri del clero vittime del siciliano e dei quali sempre Mattioli scriveva: “Brava gente come i devoti, i frati ed i preti, tutti clienti del Giuffrè”. Fra essi anche il parroco di Milano Marittima padre Geremia Ronconi (1920 -1992) parroco ufficialmente dal 1958 ma già presente ed attivo dal 1953.

Il progetto dell’architetto Bordone fu però realizzato in minima parte, proprio perché sparirono i soldi grazie al Giuffrè, che a Milano Marittima fece anche altre vittime. Il progetto originale prevedeva che sulla sommità del campanile venisse posta una fedele riproduzione della Madonna del Duomo di Milano, la cosiddetta “Madunina”, illuminata da un faro.

Da nostre fonti sicure, sappiamo che il Comune ha intenzione di costruire il campanile ed è già stato disegnato il progetto che però richiederà, nel caso, dei finanziatori.

Il Conte Ottavio Ausiello-Mazzi