movida Archivi - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Milano Marittima, la street bar

Alle traverse di Milano Marittima c’era una compresenza diffusa di bar attivi, 18 per essere precisi, 16 dei quali su Viale Matteotti.

Da quando hanno trasformato il bellissimo Viale Matteotti da viale principale di Milano Marittima, viale-tunnel di pini affacciato su tanti bei negozi, in viale dei cassonetti e dei suk pakistani, è difficile spiegare e far capire che qui c’era fior di movida, tanto per usare un termine moderno che per quei tempi è inappropriato ma serve a dare l’idea, specie a chi, oggi, crede che bar e localini della vita di Milano Marittima siano una prerogativa di un fazzoletto di terra limitrofo alla discoteca Pineta.

milano marittima

Bar Birreria Spaten

Non iniziamo con l’obiezione cretina che tira in ballo Cluny, Sporting, Perla e Nuovo Fiore, locali che conosco meglio del 99% di chi oggi frequenta Milano Marittima e che in questo discorso non c’entrano nulla. Senza, ovviamente, nulla togliere al loro prestigio ed importanza.

bar centrale

Central Bar (Bar Centrale)

bar tiffany milano marittima

Io e mia mamma davanti al Bar Tiffany

Il discorso è che, soprattutto fra anni ’70 e ’80, alle traverse c’era una compresenza diffusa di bar attivi, 18 per essere precisi, 16 dei quali proprio su Viale Matteotti, il vero street bar di Milano Marittima. Lavoravano tutti e anche tantissimo.

I BAR CHE DAVANO VITA A MILANO MARITTIMA

Tolta la coppia sul 2 Giugno, ovvero il bar Spaten all’angolo della Prima Traversa accanto alle Poste e il bar Woodpecker all’angolo Terza Traversa davanti all’hotel Vela, i 16 sul Matteotti erano: Bar Rossi 19a Traversa, Bar Cacciatore 17a Traversa, Bar Jimmy 15a Traversa, Bar Micaela 9a Traversa, Bar Tiffany 9a Traversa, Bar Kiss 8a Traversa, Bar Royal 7a Traversa, Bar Riviera 5a Traversa, Bar Aurelia 5a Traversa, Bar Gazzelle 4a Traversa, Bar Tritone 3a Traversa, Bar Barbanti 3a Traversa, Bar Bridge al Canalino, Bar Centrale al Canalino, Bar Cinema Arena Mare, Bar Griglia D’Oro angolo Vialetto Ortigara.

Kiss Bar

Kiss Bar

Bar Riviera Milano Marittima

Il Bar Riviera

Se il fenomeno successivo degli street bar di Viale Milano ha totalmente stravolto la way of life e l’immagine di Milano Marittima, i bar del Matteotti, come tanti altri a Milano Marittima, erano invece perfettamente partecipi di quel sistema turistico di alto livello che era l’imprinting dalla fondazione, oltre a dare vita a tutta la località in maniera diffusa. La clientela di allora si affezionava molto a quei bar e a chi li gestiva. Non contavano assolutamente né la posizione (non c’era l’ossessione contadina del centro) ne tantomeno il fattore moda (cioè “sono” perché frequento il tal posto). Insomma era un paese normale.

LA CONDANNA A MORTE

Insistendo col far passare l’idea che tutto ciò che non si trova nel cosiddetto centro non conta, ecco che praticamente tutti questi bar, ma anche negozi, hanno chiuso perché la clientela veniva dirottata verso il centro, non solo psicologicamente ma anche materialmente con la creazione del famoso trenino che prelevando i turisti davanti agli hotel fa saltare tutta la classica passeggiata sul Matteotti. Addirittura il treno passa in Viale 2 Giugno e al ritorno nel Matteotti non fa fermate.

Oggi restano il bar Centrale sul Canalino, il bar Jimmy, il bar Cacciatore dei fratelli Catalano e soprattutto il bar Riviera dei cugini Giorgi che, aperto tutto l’anno, è il maggior punto di riferimento e di ritrovo per tanta gente.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Milano Marittima agrodolce

Fare di Milano Marittima un circo non è la strada giusta per aiutare la località né in estate né in inverno.

La solita zuppa, altro che agrodolce. Le interviste di questo gennaio 2023 sul bilancio delle festività appena finite a Milano Marittima sono il solito bollettino che riporta, ovviamente, che sono tutti contenti, tutto è stato positivo, siamo sempre bravi ecc. Quanto al lato negativo, ovviamente, la colpa è come sempre della contingenza, e ci mancherebbe! Ogni volta è così, si nega l’evidenza per non perdere faccia e facciata, se ci sono lati positivi è merito loro, i negativi sono sempre colpa altrui o comunque esterna. Che bravi!

milano marittima

Il peggio non è che da 20 anni hanno preso una strada sbagliata su come gestire Milano Marittima, ma hanno intenzione di rimanerci e, anzi, fare pure peggio. Quando leggo È mancato il capodanno di piazza sia a Cervia che a Milano Marittima, prima era un appuntamento imperdibile” mi chiedo se sia mai possibile che nel 2023 certa gente che ha la pretesa di gestire una località che si vuole glamour abbia ancora idee da paesani: la festa di piazza! Che comunque per capodanno a Milano Marittima non è mai esistita! Tutto quello che fanno è riproporre una mentalità da perenne sagra paesana, a partire dai mercati e mercatini, oltre difficilmente vanno o sanno andare.

MILANO MARITTIMA FRA EVENTI, MERCATINI E… CASINO

Questa estate preparatevi al mercatino floreale, un’altra cazzata, fra l’altro in una Milano Marittima dove da anni non esiste più neanche un negozio di fiori dopo la chiusura della Todoli in Viale Romagna. Vengono i brividi a leggere “Se si vuole fare incoming occorre ritornare (?) ad un programma di eventi grandioso, tornare (?) a pensare in grande anche per la bassa stagione”. Insomma la mentalità paesana al parossismo, questa fissa per gli eventi, che alla fin fine si risolvono in un gran casinificio, come se Milano Marittima non ne avesse abbastanza. Non servono manager glamour, basta un direttore di Festival dell’Unità e sono a posto. A Milano Marittima se il partito di chi voleva portarci il Casinò ha più volte perso, il partito di chi vuole portarci casino vince sempre da vent’anni, si chiami movida o eventi.

Ma pensate a far bene il vostro mestiere! Un cliente soddisfatto è la migliore pubblicità, un turista soddisfatto è la migliore garanzia che torni. Siamo andati avanti per decenni con una Milano Marittima assolutamente vincente senza bisogno di queste baracconate, che possono poi portare solo turismo da baracconate, un turismo mordi e fuggi per di più. Fa ridere leggere che per gli eventi 2023 stanno navigando a vista e attendono un incontro o quant’altro (Corriere 17.1.2023) segno di una vera vision turistica a lungo termine e non fatta di occasioni al momento, e di un’illuminazione sulla via di Damasco, pardon viale Gramsci.

ESEMPI DA SEGUIRE

Ho appena visto il manifesto della scomparsa della signora Maria Focaccia Calderoni che ha gestito per una vita lo storico Hotel Orsa Maggiore. Un baluardo dell’hotellerie di Milano Marittima a gestione familiare e genuina, quello che la gente cercava e che ormai non trova più. Quella che ha replicato in grande anche il tanto lodato Antonio Batani. Proprio Batani aveva capito che bisognava preservare la nostre caratteristiche migliori, al massimo potenziarle, invece sta gente vuole stravolgere tutto, e siate sicuri che i loro eventi saranno le solite occasioni della triade “bere – mangiare – casino”, non aspettatevi eventi di altro genere. Eventi, poi, non vuol dire niente. Un concerto di Riccardo Muti è un evento, ma per questa gente gli eventi sono solo casinificio.

Avevamo poi una pineta da favola ed una cittadina organizzata in maniera già moderna fin dal 1912. Hanno fatto di tutto e tutto stanno facendo per omologare Milano Marittima a qualsiasi altra località, dove resta solo il nome e niente più, o quasi, del suo DNA che la rendeva unica, una vera regina. Adesso, che come tanti altri pionieri del turismo originario se ne è andata anche la dolce e cara signora Maria Focaccia, una di quelle persone che hanno fatto Milano Marittima, abbiamo perso un esempio di cosa fosse fare davvero turismo e non circo e casinificio. Ciao signora Maria, grazie per tutti i momenti passati nella nostra Milano Marittima e per la nostra Milano Marittima.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Milano Marittima a bomba

Non è una stagione partita col botto ma un botto c’è stato… e pure altro.

Della bomba carta scoppiata a Milano Marittima, che ha incendiato due macchine, diranno che non c’è da farne un caso, che si tratta di un episodio isolato e che il resto come risse e vandalismi rientra nella norma di tanti posti ormai, e loro così continuano a fare cassetto, tanto cassetto con questa bella gente, con questo cosiddetto turismo new stile del poca spesa tanta resa. Tanta resa per loro, perché poi i danni li paghiamo noi abitanti che ci troviamo danneggiati e non possiamo rivalerci per ovvi motivi.

milano marittima spadafino rotonda don minzoni

Sarebbe bello ed utile ogni mattina fare un collage riassuntivo delle notti di Milano Marittima tramite le registrazioni delle tante telecamere, così si vedrebbe bene la situazione reale della località e di quella che loro chiamano movida. Il quotidiano La Voce di giovedì 3 agosto 2006 titolava “Milano marittima all’alba sembra una discarica” ed ovviamente nessuno ha preso provvedimenti, dopo 16 anni siamo ancora qua a sentirci dire che forse la località rischia di avere una brutta nomea.

UNA ROTTA CHE NON SI VUOLE CAMBIARE

Sul Corriere del 22 aprile 2017 si leggeva di una petizione di 130 imprenditori esasperati dalla maleducazione imperante. È servita a molto, come la lettera di protesta, sempre sul Corriere ma in data 22 agosto 2022, del signor Monteleone su una Milano Marittima in balia dei vandali alcolici.

Caro signore, purtroppo ormai il 90% di Milano Marittima è impostato in funzione di questo turismo, lei crede che tutti questi abbeveratoi, tutte queste mangiatoie, tutti questi ostelli a prezzi stracciati, faranno qualcosa per tornare non dico agli antichi fasti ma almeno alla normalità? Assolutamente utopistico. Ci campano, e ci campano alla grande. Per molti di loro questa estate 2022 è stata una stagione d’oro, anzi di platino.

Sul Corriere del 24 agosto 2022 leggo di 3 risse la stessa notte della bomba carta all’ex ristorante Spadafino: “Milano Marittima ancora una volta presa di mira da una sparuta minoranza di vandali che rischiano di infangare il nome della località”. Minoranza? Rischiano? Ma possibile che davanti a tanti fatti, non episodi, e dopo tanti ma tanti anni di questo andazzo, che è ormai una moda, si cerchi ancora di metterci la pezza?

Basta girare non solo di giorno, ma soprattutto la sera dopo le 23 fino all’alba per vedere decine di gruppi, spesso di minorenni, che girano dappertutto col solo scopo di fare casino, danni, bere, pisciare ovunque e bestemmiare. Arroganti e spavaldi sicuri dell’impunità dovuta all’età e alla complicità di genitori e nonni che sono peggio di loro. Nel weekend arrivano i rinforzi dei 30/40enni, spesso con facce talmente poco raccomandabili che pare l’ora d’aria della galera a rovescio.

Recinzioni di case che diventano deposito dei vuoti delle bottiglie bevute al ritorno dal centro, panchine dei giardini dove invece che da fiori sei attorniato da tappi di birre e cicche di sigarette, aiuole dove trovi bottiglie e addirittura bicchieri di vetro in teoria vietati. Una città non giardino ma di postumi alcolici, pozze di vomito incluse. E dire che proprio difronte al luogo della bomba carta c’era il famoso Panino Bomba di Sandro Topciu, aperto tutto l’anno 24 su 24, un primato nazionale. Mai ferie.

milano marittima

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pattume

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LA MILANO MARITTIMA ATTUALE

Ormai a Milano Marittima si va avanti ad aprire baretti, pizzetterie e a costruire appartamentini a raffica. D’estate sto bel bordello di ragazzaglia, d’inverno un paese ormai deprivato dei suoi negozi normali e dei suoi residenti stabili sostituiti da decine di dipendenti stranieri o di lontane regioni italiane che abitano negli appartamenti dei condomini pagati dai titolari delle loro attività. Un paese spremuto come un limone e alla fine resta l’amaro.

A titolo informativo, per il solito saputello che salta su a dirmi che non ho titolo per parlare di Milano Marittima o non dovrei affrontare certi aspetti della situazione della località, ripeto per la centesima volta che io a differenza di te sono a casa mia, in ogni senso, la mia famiglia appartiene alla storia turistica di Milano Marittima dal 1951 e a quella economica dal 1959, e dal 1968 siamo residenti tutto l’anno e abbiamo avuto fior di attività contribuendo non poco a tenere alto (noi si) il livello, altro che chiacchiere o invenzioni degli ultimi arrivati.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Milano Marittima e l’educazione in panchina

A Milano Marittima l’immondizia abbandonata per le strade, fuori dai bidoni e sotto le panchine sta diventando un problema.

Stamattina, Mercoledì 22 Giugno, andando nella farmacia vicino a casa a Milano Marittima, ho visto un capannello di gente e mi aspettavo una bella fila. Poi mi sono reso conto che era gente, più che altro di passaggio a piedi sulla pista ciclabile, che commentava la sporcizia sul marciapiede.

immondizia milano marittima

Immondizia davanti alla Farmacia alla Nona Traversa

Un signore, mentre facevo la foto, mi ha pure mostrato il cumulo di cicche di sigaretta li accanto. Gli ho risposto: sai che novità! E gli ho pure detto che quando avevamo un altro target di turisti queste scene e queste situazioni non le vedevamo mai.

L’IMMONDIZIA IN GIRO PER MILANO MARITTIMA

milano marittima Anello del Pino davanti condominio kent

Anello del Pino davanti condominio kent

Non si contano le panchine che sono dei veri bivacchi dove tutto viene lasciato nonostante basterebbe allungare un braccio nel cestino li vicino.

milano marittima immondizia viale due giugno angolo nona traversa

Viale 2 Giugno angolo Nona Traversa

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Edicola Anello del Pino

Trovare panchine pulite alle traverse è una caccia al tesoro, anzi una caccia al decoro. Non parliamo dell’Anello del Pino, dove addirittura si campeggia allegramente allestendo anche grigliate o momenti di relax con i lettini, manco fosse il proprio giardino di casa.

immondizia anello del pino davanti edicola

Anello del Pino davanti all’edicola (che fatica arrivare al bidone)

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Anello del Pino davanti hotel Sahara

Alle bottiglie e cartacce si aggiungono spesso sui marciapiedi i ricordini o ricordoni di fido che, evidentemente, non è cosa fashion raccogliere. Li lasciano li con una nonchalance da lasciare quasi ammirati, tanto è il coraggio di questi sedicenti amici degli animali ma non del rispetto civico e dell’igiene.

anello del pino davanti hotel adria

Anello del Pino davanti hotel Adria

Ho sentito spesso lamentare la chiusura o rimozione delle tante fontanelle. Col tempo ho capito che hanno fatto bene, perché vedere persone, a partire dagli arroganti e prepotenti ciclisti vestiti da Giro d’Italia, che aprono i getti a tutta randa per poi magari lasciarli aperti una volta riempita la borraccia, era più che una vergogna un crimine. Una volta che lo feci notare mentre aspettavo, il Pantani di turno mi ha assalito con furia dandomi non solo parecchi titoli non proprio nobiliari ma mi ha pure chiesto se l’acqua la pagavo io… Vuoi ragionare con bifolchi del genere?

IL BIGLIETTO DA VISITA PER I TURISTI

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Viale Matteotti vicino alla “centralissima” Rotonda Primo Maggio

Milano Marittima

Piazzale Napoli davanti all’ufficio informazioni turistiche

Senti dall’alba i netturbini in azione che fanno un gran rumore ma poi ti alzi, giri per Milano Marittima e trovi ancora tanto sporco e l’orrore visivo che cozza con l’immagine di località fashion da trovare ad ogni angolo, a partire dal cosiddetto salotto glamour del centro, davanti a negozi e ristoranti che si vogliono glamour e il meglio della località, tutta una fila di bidoni gialli, grigi, marroni e verdi della raccolta differenziata sbattuta in faccia ai turisti che spesso fra quei bidoni devono farci lo slalom o ci devono condividere, anche lì, proprio le panchine pubbliche.

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Anello del Pino

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Viale 2 Giugno vicino hotel Capri

Ripeto, tutto questo lo vedete ogni giorno in ogni strada, se poi a qualcuno fa più piacere o comodo gongolarsi nella carta pesta di certe riviste patinate create ad hoc dalla propaganda, questo è un altro discorso ed un’altra Milano Marittima… Che non è la mia, che non è quella reale.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Licenze turistiche a Milano Marittima

Fra parcheggi selvaggi, decoro turistico e bidoni lasciati a marcire, in questi giorni a Milano Marittima ne abbiamo viste di tutti i colori.

Siamo d’accordo che un comune che fa tanta pubblicità per dieci bidoncini di ferro messi attorno alla Rotonda Primo Maggio, che riproducono il piano regolatore di Milano Marittima del 1912, e poi lascia che accanto facciano una mostra poco decorosa file di bidonazzi di plastica pieni che la gente deve evitare a slalom durante il passeggio nel salotto di Milano marittima, capisce poco o addirittura niente di immagine.

Licenze turistiche a Milano Marittima

A MILANO MARITTIMA ABBIAMO UN PROBLEMA CON LA SPAZZATURA

Per non dire dei gruppi di bidoni puzzolenti (a maggior ragione perché lasciati a fermentare al sole) sul lungomare altrettanto strombazzato e per di più davanti ad alberghi 4 stelle (diventati family) come Savini, Michelangelo, Miami e Rio, dove quando ero bambino fiorivano invece ampi roseti profumati.

Licenze turistiche a Milano Marittima

Ma il decoro privato, ormai, manca da anni ed anni, e in tutto. Si continua a lasciare, per comodo, la propria immondizia dove capita, i più educati almeno la lasciano accanto ai bidoni normali delle traverse.

Licenze turistiche a Milano Marittima

spazzatura edicola

Licenze turistiche

spazzatura strada

Il capitolo dei parchi pubblici dall’Anello del Pino fino alla ciclabile Spallicci, per esempio, è infinito, fra chi lascia le bottiglie e le cartacce testimoni di gavazzate notturne, e chi sapendo di farla franca al 99% continua a parcheggiare nelle aree pinetali ancora non lottizzate, o sui giardini come quello davanti alle scuole elementari, un vero must di Milano Marittima ormai.

Licenze turistiche a Milano Marittima

parcheggio selvaggio

L’ARTE DELL’ARRANGIARSI CON IL PARCHEGGIO

Ci si mettono di mezzo pure i camperisti, che sapendo benissimo dove hanno aree organizzate per loro, parcheggiano dove gli pare con tutto ciò che ne segue, mancando gli scarichi. La Ventiseiesima Traversa di Milano Marittima è una lunga fila perenne di camper, molti anche alla Diciannovesima Traversa.

Licenze turistiche a Milano Marittima

All’Anello del Pino hanno sloggiato per paura delle righe blu, ma in area Stadio dei Pini e addirittura nel parcheggio delle Terme di Cervia il bivacco resiste.

Licenze turistiche a Milano Marittima

IL FASHION CHE ABBONDA A MILANO MARITTIMA

Poi il decoro personale. H24 orde di perennemente ciabattati e canottati girano per quella che sarebbe la località votata al fashion.

Tanti, tantissimi anche a torso nudo e purtroppo addirittura solo col costume a slip. Fare le ordinanze e poi non fare multe è solo la ennesima propaganda di facciata. Ho visto un nutrito gruppo di uomini tutti a torso nudo, e la maggioranza in costume slip, farsi tutta la Terza Traversa per raggiungere il parcheggio del campetto della chiesa Stella Maris, e non è stato decente da vedere visto il luogo.

Licenze turistiche a Milano Marittima

Un personaggio importante del Touring Club in occasione del Centenario disse, ed è la verità, “Pensavamo di non essere mai abbastanza eleganti per frequentare i suoi viali” (Voce 3.9.2012) e altri sempre giustamente raccontano come “Milano Marittima metteva soggezione” (Carlino 25.7.2012). A proposito di Touring, già secondo Grand Hotel di Milano Marittima, continuano a rompere quel po’ di recinzione che c’è per entrare a pisciare nel giardino.

recinzione residence touring

Sono i turisti vip che fanno anche i vandalismi più immaginifici, come tirar per aria le transenne del Canalino ecc..

Licenze turistiche a Milano Marittima

Mentre sto scrivendo questo articolo è arrivato vicino a me un gruppo di 17 burine che con la scusa della festa di addio al nubilato urlano come cowboy al rodeo. E stamattina, in un bar da poco riesumato, c’erano una ventina di ragazzotti da addio al celibato in costume da bagno e t-shirt, segno che non basta riprendere un nome o una ragione sociale per ripetere un ambiente e una clientela. Lontani anni luce dalle parole di un habitué “sedersi al Nuovo Fiore valeva ben oltre un gelato” (corriere 19.12.2012).

LA CLASSE E LO STILE ALLA BASE DI OGNI PERSONA

Classista io? Ma fatemi il piacere. L’educazione e il decoro sono e dovrebbero essere di tutti. Vittorio Zucconi su venerdì di Repubblica del 28 Luglio 2017 ricordava che “A Milano Marittima arrivavano i fortunati, la casta, potervi villeggiare era un traguardo sociale dopo una lunga marcia mistica”.

La differenza della Milano Marittima rimasta intonsa fino metà anni ’90 e gli ultimi 20 anni è evidente. Sento ancora qualche imbecille che chiede “È arrivata la gente? C’è gente a Milano Marittima?” La domanda sarebbe “Che tipo di gente?” Ma la risposta la si trova girando per strada o guardando dal balcone ad una qualsiasi ora del giorno e della notte.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi