Il blog di Cervia e Milano Marittima

Gianni Casadei, presidente di Federalberghi, dà fuoco alle polveri mettendo in dubbio la coesistenza di sport e movida.

Quando si tratta di cambiare il passato, a Cervia sono specialisti, basta vedere tutto il ciarpame messo in atto per esempio nel 2012 per dare un racconto di comodo di Milano Marittima e del suo Centenario. Quando si tratta, invece, di rivedere il presente, ecco il totale immobilismo. Eppure, qualcuno finalmente pare scompigliare il composé.

A dire il vero, noi del blog è proprio dal 2012 che insistiamo su certi aspetti, e c’è chi ci ha accusato di far politica. Beh, prendo occasione per dire che siamo innanzitutto liberi cittadini con liberi cervelli, abbiamo il diritto di avere delle idee su casa nostra e di esprimerle sul nostro blog.

FEDERALBERGHI INFIAMMA IL DIBATTITO

Lo strano è che da anni, proprio chi di dovere come politica e associazioni di categoria, tacciano su troppi argomenti ma, ripeto, qualcuno adesso si fa sentire, o meglio, non le manda certo a dire, come leggiamo in un’ennesima, interessante e coraggiosa intervista sul Corriere del 18 ottobre 2023, preceduta da un’altra altrettanto importante sul Carlino del 13 ottobre 2023.

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Leggiamo “Cervia punto di riferimento per alcuni sport? Il dibattito è aperto ma Federalberghi non nasconde la contraddizione che fa capo a questo progetto, come possono convivere infatti vacanza attiva e movida? A dar fuoco alle polveri il presidente Casadei”. “Se raccontiamo che Cervia è la città dello sport e della natura come coniughiamo le esigenze degli atleti Ironman con la movida fracassona? (…) Il mondo della notte è in grado di assicurare le oltre 40.000 presenze di Ironman in un solo weekend oppure la movida è legata al solo pendolarismo e durante gli eventi potrebbe fare un passo indietro a favore dei pernottamenti?“.

SPORT VS MOVIDA

Il presidente Gianni Casadei, a mio avviso, ha finalmente aperto una questione che smantella la favoletta che da 20 anni ci propinano, e che ho su decine di ritagli di giornali locali e non, ovvero che a Cervia e a Milano Marittima tutto può convivere in armonia senza problemi… balle! Per non passare per lecchino, fermo gli elogi e metto sul tavolo qualche domanda forse scomoda.

  1. Il problema è un problema per tutti, cioè un problema che esiste da tempo, oppure lo è diventato quando è diventato un problema solo per un’associazione di categoria in particolare?
  2. Quando a Milano Marittima iniziava un rivoluzionario cambio di passo che ha rovinato l’immagine della località e rovinato anche parecchie attività, la mia compresa, come mai certe potenti associazioni che avevano un potere contrattuale pesante da sempre non hanno aperto bocca per difendere il nostro modello turistico?
  3. Quando la propaganda martellava che non c’erano problemi a Milano Marittima, anzi, chi si lamentava non capiva una mazza di turismo e di evoluzione dei tempi e mercati, perché c’è stato il silenzio assenso totale?
  4. La movida fracassona non può convivere con gli atleti, ma può benissimo convivere con i residenti ed il turista normale, magari con turisti di élite venuti per 40 anni e scappati via da non poterne più?
  5. Chi ha visto il deprezzamento delle proprietà, tipo appartamenti o negozi, chi ha visto sparire la propria clientela e dovuto chiudere bottega, possibilmente senza debiti, non meritava riflessioni e ascolto? Oppure abbiamo cittadini di serie A e di serie Z?
  6. Capisco che 40.000 presenze in un weekend sono una manna, ma lo sono poi anche per tutte le altre attività? Questi 40.000 cosa lasciano sul territorio a bar, ristoranti, boutique, tabaccai, edicole? Perché Cervia non è solo alberghi e bagni. Nei giorni del Ironman, pare che a Milano Marittima, a partire dal centro, gli esercenti non abbiano visto beneficio a livello di incassi.

Quanto all’idea che il mondo della notte possa fare passi indietro a favore degli eventi sportivi, non ci credo, basti vedere cos’è successo per il Covid, quando davvero la movida andava sospesa, almeno quell’estate, invece la prima preoccupazione fu quella di preservarla.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

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