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Ripascimento della costa a Milano Marittima

Saranno apportati e stesi 170.000 metri cubi di sabbia tra la XXVI e la X Traversa.

Dal 15 al 25 Marzo, condizioni metereologiche e meteo marine permettendo, verranno apportati e stesi circa 170.000 metri cubi di sabbia per il ripascimento della costa a Milano Marittima tra la XXVI Traversa fino alla X Traversa, per un totale di 1,4 chilometri.

Ripascimento della costa a Milano Marittima

Il tratto interessato dal ripascimento

PERCHÈ IL RIPASCIMENTO DELLA SPIAGGIA DI MILANO MARITTIMA?

L’intervento è necessario poiché a Milano Marittima, soprattutto nel suddetto tratto, la spiaggia tende a ridursi e il problema è visibile persino ad occhio nudo: si passa da un’ampiezza media di 120/130 metri all’altezza del Porto di Cervia, fino ad arrivare 50/60 metri all’altezza del canale di Via Cupa (XXVI Traversa).

IL PROGETTO CONTRO L’EROSIONE COSTIERA

Con il progetto “Messa in sicurezza di tratti critici del litorale nelle province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna con sabbie sottomarine da aree off-shore” (Progettone 4), si prevede la realizzazione di interventi di ripascimento su tratti di litorale marino in erosione, in diversi Comuni costieri della Romagna (province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini), mediante l’impiego di sabbie prelevate da giacimenti sottomarini posti a una profondità di circa 45 metri ad una distanza di 30 miglia nautiche dalla costa.

L’intervento si occupa della messa in sicurezza di tratti costieri particolarmente critici, per un’estensione complessiva di circa 10,8 km di litorale interessato da erosione, subsidenza e rischio di ingressione marina.

Gli interventi, fra quello del ripascimento della costa a Milano Marittima, sono finanziati dalla Regione Emilia-Romagna per un importo complessivo pari a € 22.920.500,00

Il progetto rappresenta la quarta “edizione” di interventi di ripascimento dei litorali in erosione mediante utilizzo di sabbie provenienti da giacimenti off-shore realizzati dalla Regione Emilia-Romagna a partire dal 2002 (Progettone 1), ripetuti nel 2007 (Progettone 2) e 2016 (Progettone 3).

L’assessore ai Lavori Pubblici Enrico Mazzolani ha dichiarato: “Ringraziamo la Regione Emilia-Romagna e in particolare l’Assessore Irene Priolo per la grande attenzione ai temi della difesa della costa che per noi significano anche difesa della nostra economia turistica”.

Continua Mazzolani: “Siamo particolarmente grati per la tempistica dell’intervento che ci permetterà d’essere pronti per Pasqua. La difesa costiera è un elemento fondamentale per le nostre realtà e assume un duplice scopo: protezione delle persone e delle infrastrutture dai fenomeni meteo marini, e risorsa fondamentale per l’economia turistica”.

Amarcord i bagni di Milano Marittima

amarcord i bagni di milano marittimaUna volta i bagni di Milano Marittima si chiamavano coi nomi delle famiglie che li gestivano o, al massimo, avevano nomi di grandi città italiane. Da piccola andavamo al bagno Sartini, nel quale la famiglia intera sgobbava da mane a sera e ogni stagione riusciva a comprarsi un appartamento o un pezzo di terra. Marito in canottiera e moglie in vestaglietta sintetica e ciabatta di gomma, aiutati da figli e nipoti, facevano tutto, si apriva a giugno e si chiudeva a settembre, al bar si consumavano bibite o gelati confezionati, il massimo era la granita fatta col ghiaccio tritato e gli sciroppi Fabbri. C’era il gioco delle bocce e il calcio balilla, la rete per il volley e un quadrato di cemento per il basket, inevitabile trappola dalla quale i più uscivano con le ginocchia sbucciate e quei crostoni che duravano un mese.

Per oltre vent’anni siamo stati al bagno Roma, da Guido e dalla Silvia, che nel frattempo si erano evoluti e facevano lavorare gli altri, mentre loro controllavano e tenevano le relazioni, eleganti e all’ultima moda. Erano brave persone, educate, stavano al loro posto e si facevano benvolere, i clienti erano sempre gli stessi, amici dei miei genitori, famiglie di Bologna e Milano, veniva Mara Maionchi col Salerno e le bambine, poi la famiglia Prestinenzi, con la piccola Francesca che aveva perso anzitempo il padre ed era la cocca di tutti, e poi i Biazzo, che ogni giorno organizzavano i picnic sui lettini e il Signor Luigi con sua moglie e la figlia, mia coetanea. Mia madre passava molti pomeriggi con Ida Guardigli, la mamma di Anna Facciani, mentre mio padre si occupava della cambusa e preparava dolci e manicaretti per le numerose cene a casa dei vari bagnanti. Non esistevano i lettini giornalieri, che sono stati l’inizio della fine, prima cinque, poi dieci, poi venti, poi mille. Avere l’ombrellone in prima fila divenne una guerra di trincea, scarpe puzzolenti sotto il naso, radio a tutto volume e bottiglie di plastica e carte di panini ovunque. Il povero Guido, col quale mi davo delle incazzate terribili, dopo pochi anni cedette l’attività, subentrò un nuovo, aitante titolare, del quale ho rimosso anche il nome, che esordì affermando di preferire i clienti occasionali a quelli stabili, tanto è che a loro regalava i gettoni per la doccia calda e a noi, che avevamo l’ombrellone stagionale, li faceva pagare.

Dopo due estati emigrammo definitivamente, insieme agli amici Ponzi, al bagno Milano, dove tuttora abbiamo due ombrelloni contigui, i lettini non vengono dati e la prima fila è la prima fila, se pranzi ti apparecchiano con la stoffa e ti senti a casa, coccolato dopo una giornata di lavoro, libero di tacere o di parlare. Certo, qualche volta sorrido vedendo la sfilata mattutina di borse firmatissime e ascoltando lunghe dissertazioni sul cambio delle domestiche, ma posso sempre far finta di dormire, aspettando che ai primi di luglio arrivi la mitica Mary, vera grandissima signora della spiaggia, donna senza tempo, buona, semplice e affettuosa, grande fan della Lupi, o il grande professore di Bologna, con quel gruppo di amici docenti, che si reggono a stento sulle gambe, ma mi incantano nelle loro concitate conversazioni, sempre attuali e interessanti, così che cerco di allungare le orecchie per non perdere la battuta.

E gli altri bagni? Oggi si chiamano MiMa, Papeete, Paparazzi, Zefiro, pullulanti di lettini e strafighe, mentre resiste Oreste, meta dei vips forlivesi e il bagno Adriatico, pure quello amato dai miei concittadini. Gli snobboni scelgono il Mare Pineta, dove per arrivare a bagnarti i piedi ti ustioni nella sabbia rovente, dato che gli ombrelloni sono distanti e in tre file. Una menzione per Cervia, dove spopola il bagno Fantini, che è una specie di villaggio con fitness, beach volley, punto internet e mille ristoranti. Chapeau al proprietario, Claudio Fantini, grande imprenditore della spiaggia, da ragazzino qualcuno lo chiamava Fantozzi e invece, dopo essersi laureato in economia si è costruito un impero. bravo! Rimpiango il vecchio Kalumet (qui la sua storia), quella casetta su palafitte, dove ci si fermava dopo la passeggiata per un caffè o una fetta di torta preparata dalla proprietaria, austriaca, lei se ne è andata, sono arrivati gli imprenditori locali e zafff… Poi è bruciato… Insieme a tanti ricordi di un tempo che non potrà mai tornare…

Fulvia Fusaroli

La signora Fulvia Fusaroli ha scritto anche un pezzo bellissimo sul Cluny Bar 

Le regole da seguire in spiaggia a Milano Marittima

Un breve prontuario delle regole da seguire in spiaggia a Milano Marittima e Cervia nella prima estate Covid.

Nessuno se lo aspettava, perlomeno non così presto, ma è di ieri la notizia della riapertura delle spiagge il 18 Maggio, con almeno 12 giorni di anticipo rispetto alla data del 1 Giugno che era stata ipotizzata. Per dovere di cronaca, le spiagge non saranno le uniche attività riaperte, vi saranno ad esempio bar, ristoranti e parrucchieri ma è sulle spiagge che andremo a concentrarci in questo articolo.

Ce lo chiedevamo ormai da settimane: come staremo in spiaggia a Milano Marittima e Cervia? Finalmente c’è una risposta, una prima risposta, perché non è detto che le regole possano variare col passare dei giorni e delle settimane, anzi, sicuramente assisteremo a delle varianti nel corso dell’estate. Ma intanto andiamo ad analizzare quelle che sono le direttive odierne, ovvero quelle in vigore dal 18 Maggio per chi vorrà andare al mare.

LE REGOLE DA RISPETTARE IN SPIAGGIA: NO HAPPY HOUR E ASSEMBRAMENTI

E’ bene precisare che, c’era da immaginarselo, saranno vietati gli happy hour e tutte le forme di assembramento musicali e non. Ma andiamo alla questione più importante, ovvero le distanze da mantenere tra chi prende il sole o semplicemente si fa una camminata in riva al mare. Come per quando si va a fare la spesa, per accedere allo stabilimento balneare si dovrà mantenere la distanza di almeno un metro con percorsi differenziati per chi dovrà entrare o uscire. Va da sé  che, in caso di alto afflusso, i bagni potranno rendere obbligatoria la prenotazione attraverso il sito internet o una App. Il personale dovrà essere munito di ogni dispositivo atto a contenere il contagio, come mascherine, guanti e disinfettanti; proprio quesi ultimi andranno utilizzati più volte al giorno in ogni area comune come docce e bagni.

Veniamo alla parte più “importante” se così si può dire, il distanziamento tra gli ombrelloni. In spiaggia gli ombrelloni andranno posizionati in modo da avere una superficie di almeno 12 metri quadrati, basteranno invece 1,5 metri tra i singoli lettini o teli da mare appoggiati a terra. Come per tutti gli altri luoghi pubblici vale la regola di indossare sempre la mascherina laddove ci sia un certo numero di persone e non si riesca a garantire il famoso metro. Ovviamente chi andrà al mare con famiglia al seguito potrà stare entro questi limiti e varrà la responsabilità individuale.

Insomma, alla fine non ci saranno cabinotti in plexiglass a proteggerci, per fortuna oseremmo dire, ma delle semplice regole di distanziamento sociale. Siete pronti a prendere finalmente il sole? Cosa ne pensate di queste prime norme? Fatecelo sapere nei commenti!

Per conoscere tutto quello che c’è da sapere sul Coronavirus nel comune di Cervia, anche in diverse lingue, ti invitiamo a consultare la pagina del Comune (qui)

Se vuoi conoscere cosa succede a Cervia e Milano Marittima e rimanere aggiornato sulle notizie, visita la nostra sezione dedicata all’Attualità (qui)

Bonaccini, ci lasci vedere il mare

Caro Presidente Bonaccini, ci lasci vedere il mare. Un accorato appello di una riminese che raccoglie il pensiero di molti.

Caro Presidente Bonaccini,

sono una riminese che dal primo giorno ha rispettato TUTTE le REGOLE e vorrebbe continuare a rispettarle.

Oggi ho bisogno di capire. Non sono mai uscita, tranne che per fare la spesa. Ho sempre indossato guanti e mascherina.

Ho rispettato le distanze, sempre e con chiunque. Ho fatto tutto ciò che ci è stato chiesto di fare con civile responsabilità.

E non sono certo la sola, le assicuro che siamo in tanti! Siamo adulti e abbiamo compreso tutta la gravità.

Di pochi giorni fa l’annuncio della FASE 2. Il premier Conte con un Decreto, ancora molto prudenziale nei contenuti, ha sostanzialmente confermato le misure della FASE 1: gli spostamenti ammessi per “motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”. Si considerano “necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie”.

Potremo andare fuori regione nelle sole ipotesi di “comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”. Consentito “il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.

Dal 4 al 17 maggio sarà ancora esclusa “la possibilità di “svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto”, ma sarà consentito “svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività”.

Il Decreto ha consentito alle Regioni di continuare “…ad applicare le misure di contenimento più restrittive adottate dalle Regioni, anche d’intesa con il Ministro della salute, relativamente a specifiche aree del territorio regionale”.

E veniamo a noi. Fino a ieri sera tanti di noi, il popolo costiero, hanno esultato perché dal 4 maggio avremmo rivisto il nostro mare e avremmo potuto di nuovo camminare sulla nostre grandissime spiagge!

Parchi, si riapre sotto l’occhio della Protezione Civile. Anche la spiaggia è camminabile

Avevo iniziato il conto alla rovescia, fino a quando in tarda serata ho appreso della sua ordinanza.

E così, con infinito sgomento, tra i 20 punti del dispositivo ho appreso che:

“È CONSENTITA IN FORMA INDIVIDUALE… L’ATTIVITÀ MOTORIA E SPORTIVA ALL’APERTO”; “È CONSENTITA LA RIAPERTURA DI PARCHI E GIARDINI”, ma sono “INTERDETTI AL PUBBLICO LE SPIAGGE E GLI ARENILI, IN CONCESSIONE O LIBERI, IVI COMPRESI LA BATTIGIA”.

IN ALTRE PAROLE DAL 4 CAMMINARE NEI PARCHI SI, MA IN SPIAGGIA NO!

Ed ora sono qui a scriverle, caro Bonaccini, sperando di poterne riuscire a comprendere il senso di una disposizione che pare scritta da chi le nostre spiagge sembra non averle mai viste!

E così ho fatto un rapido calcolo, senza alcuna necessità di ricorrere ad analisi topografiche complesse!

Noi a Rimini (il solo comune di Rimini) abbiamo più di 16 chilometri di spiaggia: 16 mila e 200 metri.

Quando vado al mare – per arrivare a toccare l’acqua – dopo aver parcheggiato la mia bicicletta devo camminare per almeno 300 metri. Forse in altri punti qualcosa meno!

La nostra spiaggia è davvero grandissima!

Con un conto approssimativo ho cercato di capire cosa vogliono dire 16 chilometri di costa! Quanto spazio è?

I NOSTRI 16 CHILOMETRI DI COSTA RIMINESE – per un arenile di 200 metri – VORREBBERO DIRE UNA SUPERFICIE DELL’ARENILE È DI OLTRE 3 MILIONI DI METRI QUADRATI !

SE LA REGOLA – DA TUTTI CONDIVISA – E’ QUELLA DI MANTENERE LE DISTANZE PERCHE’ SOTTRARCI MILIONI DI METRI PER POTER CAMMINARE? PERCHE’ MAI VIETARE DI CAMMINARE IN SPIAGGIA, VISTO CHE VORREBBE DIRE ESCLUDERE UN’ENORMITA’ DI SPAZIO IN CUI POTERCI MUOVERE!

La gravità l’abbiamo compresa.

Ci permetta di continuare a credere che le regole hanno un senso.

Ci permetta di continuare a rispettarle.

Ci lasci camminare sulla spiaggia.

Ci lasci vedere il mare da vicino.

Se la coerenza è certamente una dote, saper cambiare idea quando è necessario è rara intelligenza.

Grazie Presidente Bonaccini per quanto ha fatto fin qui.

Rimini, 1-5-2020

Carla Franchini

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Amarcord la spiaggia di Cervia

La spiaggia di Cervia negli anni 40 era molto diversa da oggi. Chiudiamo gli occhi per un attimo e immaginiamola. 

Negli anni ’40 la spiaggia era più corta di almeno 30 metri, adesso è più lunga perché il mare, con le sue correnti, ogni anno deposita lungo il litorale Cervese circa un metro di sabbia. Le cabine dei bagni erano di legno, non avevano bar e i servizi igienici li lascio alla vostra immaginazione. I bagni, come ho detto, non avevano il bar, però ogni 200 metri c’era un chiosco Bar. Non esistevano ancora i frigoriferi, e le ghiacciaie erano troppo ingombranti e costose, quindi, raffreddavano le bibite mettendole a bagno in una grande bacinella di lamiera zincata, (la plastica ancora non c’era) con due stecche di ghiaccio col quale, oltre a raffreddare le bibite, facevano con un apposito attrezzo, che raschiava il ghiaccio, delle squisite granatine, le quali, oltre ai bomboloni, erano anche il pezzo forte di ogni chiosco.

OMBRELLONI? NO GRAZIE!

Fino agli anni ’50 gli ombrelloni non c’erano: solo tende! Queste tende erano fatte cosi: un palo piantato in terra, una tela simile ad un grande lenzuolo con due bastoni infilati alle estremità. Un bastone veniva fissato al centro dell’albero, con l’altro bastone veniva tesa la tela e fissata a terra con dei picchetti. Man mano che il sole girava veniva spostata anche la tenda, girandola, dopo aver tolto i picchetti a terra, facendo in modo di aver l’ombra tutto il giorno. La doccia era solo all’aperto e per farla bisognava andare sotto ad un soffione, e con una pompa a mano che si chiamava a “Farfalla”, si doveva tirar su l’acqua per sciacquarsi.

amarcord la spiaggia cervia tende

Le tende a Cervia

C’era il noleggio dei mosconi che erano in legno e molto pesanti per vogare. Il bagnino faceva le sabbiature ai clienti che le richiedevano. Preparava al mattino presto delle fosse circondate di sabbia che sembravano “bare” all’interno delle quali potessero stendersi le persone. Poi verso le 12.00/13.00, quando la sabbia era bollente, il malcapitato si stendeva nella fossa (restava fuori solo la testa) e veniva interamente ricoperto con questa sabbia bollente. Naturalmente tutto a pagamento.

LA PUBBLICITÀ NELLA SPIAGGIA DI CERVIA DEGLI ANNI ’50

Per la pubblicità, non c’era la Fonospiaggia come ora, ma dei piccoli aerei che volavano bassissimi e facevano volantinaggio, lanciando fra i “bagnanti”, come li chiamavano una volta, volantini seguiti da caramelle, torroncini, (che se cadevano in testa a qualcuno, facevano il botto) oppure giochini di legno, campioncini di profumi.

Questi ultimi omaggi, che erano un po’ troppo pesanti, atterravano con un piccolo paracadute. Gli aerei oltre che volare bassi, andavano anche molto piano, non a passo d’uomo naturalmente, ma erano comunque inseguiti da grandi folle, adulti e bambini, per raccogliere di tutto e di più di quel che lanciavano. In questa folle corsa veniva distrutto tutto il lavoro che i bambini avevano fatto, tipo: piste per la gara con le palline o i coperchini delle bottiglie, castelli di sabbia, formine, ecc. Dimenticavo una cosa importantissima: essendo la spiaggia molto più corta, poteva succedere che violente mareggiate spazzassero via chioschi, mosconi, cabine, che andavano ad arenarsi lontano, fin sul lungomare.

C’era anche trampolino, posizionato a circa 300 metri da riva, con due pedane per i tuffi a 3 e 6 metri dall’acqua. Naturalmente, come sempre c’erano i soliti esibizionisti che dai 6 metri facevano tuffi, anche molto belli. Al trampolino ci si arrivava a nuoto o col moscone, ma bisognava ancorarsi a una certa distanza di sicurezza per far sì che se qualcuno scivolava, cadesse in acqua e non sul moscone.

Le Bacheche dei fotografi di spiaggia erano posizionate a una certa distanza, l’una dalle altre; erano esposte le foto più belle come richiamo e servivano anche da recapito per i bagnanti. Ricordo il nome di due fotografi di quei tempi: Foto Lanes e Foto Guerra.

Anno dopo anno la spiaggia cambiava, si evolveva. Sono poi arrivati gli ombrelloni, all’inizio solo nelle prime file, poi sempre più indietro, fino ad eliminare le tende, i bagni e cabine in muratura. Ogni bagno aveva il proprio bar, che ha reso inutili i chioschi, e la Fonospiaggia ha abbattuto gli aeroplanini.

L’evolversi della spiaggia, da questo momento in poi, penso l’abbiate visto tutti. I giovani, chiudano per un attimo gli occhi, e volino con quegli aeroplanini; facciano finta di volare e dall’alto vedere cabine in legno, tende e qualche chiosco.

Paolo Maraldi

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