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A Milano Marittima partono i bastimenti

Il mese di Ottobre porterà via da Milano Marittima le storiche suore Orsoline di Verona e, udite udite, forse non solo quelle.

Le ultime custodi stanno mandando verso la casa madre stoviglie, mobili e persino le piante di una casa che è stata di tanti di noi di Milano Marittima, almeno io ho dei bellissimi ricordi. Ricordo ancora il sapore dei brodini, delle pastine, soprattutto delle polpette. Le colorate pastiglie parigine di zucchero come premio. Erano le nostre suore Orsoline di Verona, fra le quali c’è stata anche una Mazzi del mio grande clan, don Antonio compreso, un Mazzi Dal Vento, il suo ramo.

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La villa delle suore Orsoline a Milano Marittima

ADDIO ALLE SUORE ORSOLINE

E il vento di Ottobre porterà via definitivamente le storiche suorine da Milano Marittima, e già si parla di una prossima fila di negozi davanti alla loro villa sul Gramsci, magari una speculazione a ciambella tipo la vicina piazzetta dell’Ottocento. Tanto si finisce sempre li.

Tanti dicono di amare Milano Marittima, ma sono balle, amano solo quello che può fare Milano Marittima per loro e non quello che loro potrebbero fare per Milano Marittima, anche solo tenendola più pulita. Da tanto tempo vi avevo annunciato che sarebbero andate via le Orsoline, ma, in fin dei conti, a pochi importa questo luogo del cuore e della memoria. Basta leggere i tanti commenti sulla nuova lottizzazione all’ex Bar Barbanti, altro luogo topico di Milano Marittima, almeno della mia, quella vera. Vi avevo annunciato la cosa 2 anni prima dei giornali.

PARTONO I BASTIMENTI E CON ESSI ANCHE L’ORGOGLIO

Stesso dicasi per la notizia della nuova location di Julian, avete aspettato come sempre di vederla scritta dalla stampa locale, che spesso arriva molto più in ritardo di me. E per altre grida di stupore, disappunto o di incazzatura, aspetterete che la stampa locale ufficializzi, sempre in ritardo, ciò che vi ho già scritto pochi giorni fa ma che non avete colto, e che vi riscrivo adesso qui, ovvero che si da per prossima la chiusura di un noto locale in centro a Milano marittima. Perché un locale non può vivere solo di un nome, ancorché prestigioso, se poi non fattura perché la nuova clientela di Milano Marittima è di basso livello economico, spesso bassissimo a dirla tutta. Stessa sorte sembra esserci anche per un altro famoso locale che tanto ha fatto parlare e tante polemiche ha innescato a Cervia, area Canale Porto, che detto en passant è territorio di Cervia ambo lati. E le sorprese non sarebbero finite qui…

Poi avremo sempre il fesso ed i bugiardi che daranno tutta la colpa ai rincari del periodo che viviamo e vivremo nei mesi venturi. Facile. Trovare sempre colpe comode, e soprattutto esterne, è un classico comportamento cervese.

Partono i bastimenti, si dice in gergo familiare, ovvero è un modo per dire che vanno via pezzi da 90, che si perde qualcosa di identitario, di importante, ricordi, affetti. Non avete idea di quanti privati storici o attività siano in fuga da Milano Marittima cercando di realizzare il più possibile fintanto che si riesce ancora a raccontare favole a persone a cui piace sentirle. Anche qui avremo il commento del solito pirla, arrivato da molto poco e da molto lontano, che dirà che qua è ora di cambiare tutto, tanto a lui che gliene frega? Non gliene frega neanche di aver lasciato il suo paese di origine, figurati quanto gliene frega della storia di quello di arrivo. Ovviamente lo trovi su Facebook con scritto nelle informazioni del profilo “Vive a Milano Marittima” perché questo, invece, gli importa parecchio.

MILANO MARITTIMA PERDE PEZZI

Privati di un intera fila di negozi storici in Viale Matteotti per nuovo look, privati di uno spicchio storico della Rotonda Primo Maggio, privati delle nostre storiche Orsoline, privati di intere aree pinetate a rullo, anzi a ruspa continua. Ma troveremo sempre chi ha ancora il coraggio, oppure il dovere debitamente consigliato, di scrivere “Milano Marittima sempre bellissima”, e allora smetti di piangere e ti viene una bella risata.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Le suore Orsoline di Milano Marittima

Con la scomparsa delle suore Orsoline quale sarà la fine delle strutture come la villa Liberty appartenuta ad uno dei fondatori di Milano Marittima?

Ci sono ancora suore Orsoline a Milano Marittima? Quante sono rimaste? Hanno venduto? Cosa ne sarà del loro istituto? Sono le principali domande che si ripropongono da ormai 3 anni assieme ad una ridda di presunte verità da bar sul fatto che la proprietà sia già cambiata, e si fanno nomi di noti albergatori limitrofi, di grandi società e addirittura dell’Università di Bologna. Di certo sappiamo che è un boccone ghiottissimo, data anche la vasta spiaggia privata di pertinenza. Ed in centro a Milano Marittima, anzi in pieno centro, come adesso si sono inventati.

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La mia idea è che ci faranno l’ennesima speculazione immobiliare selvaggia. Altrettanto certo è che è un altro pezzo della Milano Marittima storica pronto a sparire. Come la colonia Montecatini, dove ho giocato a pallavolo, come la colonia dei Camilliani, dove ho fatto la seconda elementare.

Dalle Orsoline di Verona ho fatto l’asilo e la prima elementare. Le mie suore, di Verona come la mia famiglia, una delle più vecchie della città scaligera. Quando sentivo parlare le suore, ricordo ancora il loro accento pari pari a quello di mia nonna. Ho ancora in bocca il sapore delle loro polpette, dei loro brodetti, delle loro caramelline di zucchero colorato.

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Villa Galli

La proibizione di giocare nel lato della villa antica in stile Liberty che si era fatto nel 1914 uno dei fondatori di Milano Marittima, il Galli, poi ceduta già nel 1926 alle suore Orsoline perché c’erano i pesanti contrasti fra i milanesi ed i cervesi, un capitolo vergognoso che ovviamente oggi non vi racconta nessuno.

La chiesa fatta dalle nostre suorine fu la prima chiesa di Milano Marittima finché Mussolini non regalò ai suoi cari amici frati francescani un lotto di terra, di poco oltre 19 mila metri quadrati, per farci la chiesa di Santa Maria della Vittoria.

La chiesetta delle Orsoline

Le suore Orsoline le volevano tutti ma nessuno voleva cedere la competenza parrocchiale. Cervia voleva tenersele strette imponendo il confine della neonata parrocchiale di Milano Marittima alla attuale Rotonda Primo Maggio verso nord. Il vescovo, assolutamente sfinito per le liti, decise il confine parrocchiale di Milano Marittima, che è tuttora valido, alla attuale Rotonda Don Minzoni. E così, ecco le suorine frequentare la Stella Maris, nonostante i frequenti attriti coi francescani, dei quali ho buona memoria anch’io…

Allora eravamo tutti bimbi di Milano Marittima davvero, non era moda portare i bimbi dalle suore di Milano Marittima come portarceli a catechismo e alle elementari. Altra verità che non si può dire altrimenti apriti cielo!

Gli ultimi anni sono stati poco felici per i non pochi attriti dovuti ad alcune sorelle dal caratterino tutt’altro che evangelico. Per fortuna resta ancora custode della vecchia guardia e della vecchia gentilezza Suor Lauretta, che macina anche in inverno tanti chilometri in bicicletta per andare a trovare gli anziani rimasti soli. Quanto ai prezzi, pare non fossero così esosi se il nido costava sui 350 mensili per tenere i bimbi dalle 7 del mattino alle 6 di sera, spiaggia compresa. Addirittura la materna costava quasi la metà della cifra suddetta.

Quanta nostalgia ho guardando le mie foto in quel giardino fra 1978 e 1981. Vederlo senza vita alcuna, senza più neanche le sante messe nell’altare esterno, mi lascia sempre turbato. So che a tanti non interessa nulla, come non interessa nulla in realtà di Milano Marittima, a meno che non sia il nome da sfoggiare con tutti gli annessi e connessi di pseudo stronzate vip, glamour, fashion, exclusive ecc…

Vederci a breve nuovo cemento con nuovi appartamenti e negozi, perché questa sarà sicuramente la sua fine, è triste. Perché era un punto di riferimento importante per la vita cittadina, quando Milano Marittima era ancora una cittadina non un casinificio.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi