tedeschi Archivi - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Milano Marittima Über Alles

Fra gli anni Cinquanta e Novanta Milano Marittima si è caratterizzata come colonia balneare tedesca, poi qualcosa è cambiato.

Rivolete il turismo tedesco? Potrebbe essere d’aiuto l’attuale (dal 2018) ambasciatore tedesco presso la repubblica italiana i cui zii, almeno fino a metà anni ’80, hanno avuto un’edicola a Milano Marittima e un bagno a Cervia. Lo so perché la mamma ed i nonni del diplomatico erano buoni amici di mia madre e di mia nonna, la baronessa Ligresti di Signorino, e perché in edicola ci passavo tutti i giorni.

QUELLO CHE I TEDESCHI NON TROVANO PIÙ

Ma tornare a certi fasti la vedo durissima, perché nulla più è rimasto di ciò che attirava i tedeschi. In primis il verde, ormai un vero ricordo se si gira per viali e traverse, vittima più di motoseghe che di eventi meteorologici per i motivi che sappiamo, balle giustificazioniste e propaganda a parte. Non trovano più quella splendida romagnolità, messa da parte da ricambi generazionali poco interessati a mantenerla e da veri ricambi etnici nel paese e nelle attività. Non trovano ormai più anche la cucina tradizionale, che questa stagione 2023 sparirà in non pochi altri hotel dove miracolosamente era sopravvissuta.

Loro parlavano quasi solo tedesco, gli altri quasi solo dialetto romagnolo del forlivese o cesenate, ma si capivano a meraviglia. Abbiamo avuto clienti di hotel, bagni e negozi, fedelissimi e affezionatissimi a Milano Marittima per almeno ’70 anni, poi si è fatto di tutto per deluderli e hanno preferito altri lidi. Lo dicevano, eppure troppa gente è rimasta sorda ed ingrata. Non vengono più i tedeschi, verranno altri, qui la gente verrà sempre, chi se ne frega dicevano… Poi abbiamo visto che gente hanno fatto venire. I tedeschi erano il 90% percento dei turisti e Milano marittima deve tantissimo a loro. Dopo la fondazione dei milanesi, dal boom in avanti, Milano Marittima era davvero Germania Marittima. Perlomeno di un certo target, che non era assolutamente quello che qualche imbecille racconta tuttora, ovvero, niente sandali e calzini ma tanta eleganza, simpatia ed educazione.

IN PASSATO CI PORSERO SEMPRE L’ALTRA GUANCIA

Erano anni in cui il marco valeva più del dollaro e qua ne spendevano tantissimi nonostante le carognate cervesi che fin dal principio di Milano Marittima hanno rischiato di farli scappare.

milano marittima Vecchia cartolina del cimitero militare tedesco

In primis la vicenda del cimitero di guerra tedesco (la sua storia puoi leggerla qui), sui particolari meglio non entrare, una vergogna e mi fermo qua.

milano marittima 1963 gioventù comunista figc 1963, Milano Marittima, manifestazione FIGC

Poi nel 1963, la guerriglia urbana contro i tedeschi di Milano Marittima ad opera dei teppisti della gioventù comunista, pagina altrettanto grave e della quale ho già scritto qui. Nonostante ciò, i tedeschi non ci hanno mai abbandonato.

Nel 1966, quando ci fu il tornado che distrusse il Gabbiano e fece volare gli ombrelloni fin dentro le Saline di Cervia, i turisti tedeschi si diedero da fare per aiutare albergatori e bagnini e non solo, qualcuno lo ricorda ancora con commozione. Poi nel 1989 con la famosa mucillagine, sono stronzate quelle secondo cui i tedeschi fecero fagotto e andarono via per poi quasi non tornare più. Intanto c’è da dire che la mucillagine venne in un mese da sempre poco frequentato dai tedeschi, e poi posso assicurare che almeno fino a metà anni ’90 i tedeschi rimasero graniticamente fedeli alla loro vacanza a Milano Marittima. E ancora nei primi anni Duemila non erano pochi anche se iniziavano ad essere più i tedeschi dell’ex zona sovietica, quindi la più povera. Hanno progressivamente lasciato perché ogni anno trovavano sempre meno riconoscibile Milano Marittima, ecco la verità che ovviamente non vi raccontano perché altrimenti molta gente dovrebbe fare mea culpa sulle scelte sciagurate fatte sia a livello turistico che amministrativo urbanistico. Amen.

TUTTA MILANO MARITTIMA PARLAVA TEDESCO

Sono cresciuto che da Marzo ad Ottobre a Milano Marittima si parlava quasi solo tedesco, lingua fondamentale per chi era nel turismo a qualsiasi livello. Negozianti, commesse, bagnini, camerieri, addirittura la messa alla Stella Maris era in lingua tedesca! Fra l’altro io ho da generazioni zii e prozii tedeschi, e parlo a ragione ancor più veduta rispetto ad altri, che o sono ignoranti o bugiardi o ambedue le cose, e che senza decenni di cassetto pieno di marchi tedeschi sarebbero ancora a contare gli stronzi dei fenicotteri nelle saline, altro che storie.

Se la cura con cui oggi si lecca, anzi addirittura si tutela certo turismo degli ultimi anni di Milano Marittima, si fosse avuta nel tutelare e conservare i tedeschi, sarebbe ancora bellissimo.

Chiudo con una nota finale che chi ha vissuto quei tempi ricorderà benissimo. Eravamo “contro” solo durante le partite della nazionale di calcio, altrimenti noi tifavamo Germania e loro Italia, e soprattutto non abbiamo mai, ripeto mai, avuto problemi di alcolismo molesto e vandalismo per eventuali troppe birre. Del resto amavano troppo la mia località. Adesso invece, che vengono apposta a fare casino e vandalismi, guai a fargli delle sanzioni, questi turisti si che ce li dobbiamo tenere stretti stretti.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Milano Marittima tedesca

Dove sono finiti i tedeschi che affollavano Milano Marittima? Il Conte fa un’attenta analisi dietro al fuggi fuggi generale degli ultimi 20 anni.

Fino alla prima metà degli anni ’90 Milano Marittima è rimasta praticamente fedele a quella di sempre e, fra le caratteristiche immutate, c’era la fedelissima presenza di turisti tedeschi. Anzi, i turisti tedeschi erano non solo maggioritari fra quelli stranieri, ma maggioritari in assoluto, in stagione si sentiva quasi solo la lingua di Goethe. Con tutti gli annessi e connessi, dalle messe alla Stella Maris, ai programmi ed annunci per radio in spiaggia, alle varie indicazioni turistiche. Tutti masticavano quel minimo di tedesco per farsi capire nel proprio settore.

milano marittima tedesca

LA LINGUA TEDESCA A MILANO MARITTIMA

Mi piace sempre ricordare come persone che a mala pena parlavano italiano, perché venuti a fare i bagnini o gli albergatori dalla campagna, perlopiù dalla zona di Forlì e Cesena e quindi abituati al dialetto, riuscissero a intessere rapporti umani di vera amicizia coi turisti tedeschi, che a loro volta poco parlavano italiano ma erano persone molto disponibili e carine assolutamente lontane da stupidi stereotipi di superiorità o rigidezza. Erano affezionati a Milano Marittima è alla sua gente, cosa che non si può dire di tanti turisti o secondi residenti di adesso.

A parte me, che ho mezza famiglia tedesca e tedesco anche un titolo nobiliare, il tedesco era parte di noi già da piccoli, una lingua non solo familiare, ma imparata anche alle elementari e addirittura a Natale in tedesco cantavamo anche le canzoncine tradizionali di rito.

LA FEDELTÀ TURISTICA

I tedeschi erano clienti fedelissimi. Non ci tradirono dopo la carognata del cimitero di guerra. Non ci tradirono nel ’63 dopo la carognata della guerriglia urbana dei giovani comunisti.

Milano Marittima, manifestazione FIGC. Foto: Archivio Zangheri

Milano Marittima, manifestazione FIGC contro i tedeschi. Foto: Archivio Zangheri

Con buona pace di fior di bugiardi non ci tradirono neanche dopo la mucillagine dell’89. Vi hanno sempre mentito per togliersi le responsabilità. Innanzitutto nel 1989 la mucillagine coincise col periodo stagionale che vedeva da sempre una scarsità rilevante dei tedeschi rispetto agli italiani. Quindi questo esodo teutonico in fuga da Milano Marittima è pura fantasia, e poi perché da sempre qui si trovavano così bene che anche questi gravi incidenti di percorso non li avevano mai fermati. Ma quando da incidenti occasionali si passa a un radicale cambiamento di rotta, allora ecco che tutto cambia. E cambiò.

IL CAMBIAMENTO DI MILANO MARITTIMA

Ogni estate ricordo bene le prime defezioni, le prime lamentele, di gente dispiaciuta, accorata, perplessa, più che arrabbiata. Perché dalla seconda metà degli anni ’90 i tedeschi hanno iniziato a trovare una Milano Marittima che era sempre meno verde, e sappiamo quanto questi popoli nordici amino la natura che qui era davvero sovrana. Poi hanno iniziato a trovare sempre meno locali normali e di livello sostituiti sempre più da un turismo orientato al casinificio giovanile.

Dopo 50 anni si sono anche stufati di tornare in hotel rimasti uguali e assolutamente invecchiati senza mai un minimo di restyling. Lo dicevano. Lo dicevano ma praticamente nessuno li ha ascoltati. Forse perché non era gente che urlava, quasi si scusavano di far notare il nuovo brutto andazzo di Milano Marittima e aver deciso a malincuore di non tornare più… E dire che la fortuna di Milano Marittima deve moltissimo a questi tedeschi il cui marco per anni fu valuta più pregiata del dollaro.

Posso dire che erano persone corrette, educate e sempre ben vestite, altro che cazzate di sandali e calzini, quelli magari li vediamo adesso grazie a tanti italiani… Mai visto un tedesco ubriaco o gruppi di tedeschi alterati, solo qualche grido di prassi durante le partite di calcio quando avevamo due nazionali da tifare, Italia e Germania, ed era bellissimo.

Disegno di un cliente tedesco per Peppino Manzi del Cluny Bar

Erano i primi a mandarci gli auguri a Pasqua e Natale, a portare un pensiero appena arrivati, perché mettevano le valige in hotel e la prima cosa che facevano era venire a salutarci come si fa fra buoni amici. Molti aprivano la stagione ad Aprile/Maggio e poi tornavano a chiuderla in Settembre/Ottobre. Che erano poi i mesi di più alta densità.

I NODI VENGONO AL PETTINE

Per chi non ha vissuto la Milano Marittima di quegli anni, oggi è difficile capire, più facile invece raccontare bugie, trovare modi per occultare la propria responsabilità davanti a scelte turistiche sbagliate che hanno rovinato non poche attività, scelte sbagliate che si continua a fare soprattutto puntando su un offerta al ribasso verso target assolutamente popolari e casinisti che possono far fare cassetto facile a pochi ma rovinare ulteriormente una località che ha perso la sua caratteristica e la sua classe, se non sui giornali di propaganda o agli occhi di chi proviene da realtà di basso livello e si entusiasma con poco a paragone di casa propria.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Romagna tedesca

Romagna tedesca: quando nasce questo sodalizio tra i tedeschi e i romagnoli? Molto prima degli anni del boom e delle vacanze in Riviera. La parola al Conte con un aggiornamento storico di qualità

Mi viene da sorridere quando leggo o sento che la Romagna ha scoperto i tedeschi e soprattutto le tedesche, con la guerra ed il seguente turismo balneare dal boom in poi. In realtà il legame fra queste due terre e questi due popoli è molto più antico e molto più concreto.

romagna tedesca

UN PO’ DI STORIA: QUANDO INIZIA LA ROMAGNA TEDESCA

Già basterebbe citare quanta importanza ha avuto questa terra bizantina per gli imperatori germanici del medioevo, e la trasmissione di quel diritto romano che li giustificava nelle loro pretese universali, nonché anti comunali e anti papaline.

Poi essere ambedue popoli di grandi guerrieri e condottieri. Addirittura intere dinastie di guerrieri e capitani di ventura, come i Naldi, i Barbiano, gli Sforza Attendolo, gli Zampeschi, i Malatesta, per non tacere di personaggi come i due forlivesi Giovanni dalle Bande Nere e quel Mostarda da Forlì che fu il rinnovatore della arte militare medievale, il primo che fece anche vestire di ferro I suoi soldati, che prima vestivano di cuoio.

LEONARDO DA VINCI NON AMAVA I ROMAGNOLI

Se Malatesta è il Lupo di Rimini, Caterina Sforza è la Tigre di Forlì. Famiglie come i Manfredi ed i Malatesta sfoggiano motti araldici in un tedesco addirittura arcaico, e molte famiglie come Malatesta, Rasponi, Guidi o Calboli vantano origini tedesche da grandi stirpi comitali carolingie o addirittura imperiali sassoni. Mentre i francesi hanno sempre avuto la puzzetta al naso e non hanno mai perso occasioni per rubare qualcosa, e così purtroppo Leonardo Da Vinci, oggi tanto celebrato a Cesenatico, che ebbe a scrivere proprio a Parigi “Romagna, capo d’ogni grossezza d’ingegno” (Codice Primo Quaderno 72 di Parigi).

WIR SIND IN DER ROMAGNA: SIAMO IN ROMAGNA!

Invece i tedeschi non solo non ci hanno mai derubato, ma ci hanno portato ricchezza, hanno avviato per esempio i primi scavi del palazzo di Teodorico addirittura nel 1943, in pieno conflitto, e ci hanno sempre ammirato  accogliendo a braccia aperte i nostri geni. Uno dei più sconosciuti è il conte di Linari, Rocco Guerrini, che costruì parecchie fortezze in Germania, dove poi trasferì la famiglia, i tuttora esistenti principi von un zu Lynar.

La famiglia veniva da un castello presso Faenza, ed era nota dal 1168. La famosa monarchia militare prussiana gli deve molto. Un altro della famiglia, Pietro, coi suoi studi avanguardistici e la cattiveria di Leonardo sui romagnoli rozzi e grossolani di cervello.

Il Conte

Se sei un fan del nostro Conte, leggi tutti i suoi articoli qui