Il blog di Cervia e Milano Marittima

Milano Marittima al Verde
L’albero piantato da Giolo Foschi in Piazzale Napoli

Doveva venire Salvini per vedere a Milano Marittima un rappresentante dei “verdi”? Direte che è verde Lega non verde ambientalisti, ma perché i “verdi” ambientalisti c’entrano qualcosa più e meglio di Salvini con Milano Marittima? Non mi risulta ve ne sia almeno uno, uno che si faccia sentire, nonostante le tante occasioni per battersi non siano mancate (cementificazione) non manchino e, purtroppo, non mancheranno stando a certe voci… Sul Carlino 7/9/2018 leggiamo come il sindaco di Lugo ha dovuto far marcia indietro sull’abbattimento dei lecci di piazza Savonarola dopo barricate dei Verdi e 250 firme di cittadini… Qui a Milano Marittima quando mai qualcuno ha raccolto firme per tutelare il verde pubblico? Non viene tutelato manco il privato! Anzi! Quanti ne sento dei nuovi “residenti” (i fittizi, quelli stagionali) dire frasi “I pini stanno bene in pineta e basta” quindi giù a segare alberi se già non sono stati segati per farci i villini a schiera… Domanda spontanea: se verde e pini stanno bene solo in pineta, perché cavolo siete venuti in massa a Milano Marittima e non siete andati altrove? Risposta logica: perché Milano Marittima ormai non fa più rima con la sua immagine di Costa Verde dell’Adriatico (vedi idealtipo di Palanti) ma con l’immagine di location di sedicenti VIP, di moda, sedicente shopping, calciatori, veline e baraccone vario (idealtipo Lele Mora e De Filippi). Se Milano Marittima ha subito una mutazione genetica nell’ultimo ventennio è per questo, del resto se gli ignoranti sono pericolosi, gli ignoranti con l’arroganza dei soldi sono pericolosissimi e nocivi. Proprio Salvini è stato invitato a dare più sicurezza a Milano Marittima “famosa in tutta Italia per essere la Montecarlo italiana” (Carlino e Corriere a cazzate unificate 31/7/2018) quando non solo Milano Marittima non è più degna del paragone dal punto di vista del giro di affari (e lo sappiamo tutti) ma anche dal punto di vista “verde”. Con 250.000 mq di verde in una città di 195 ettari (cfr Il Giornale 26/8/2018) Montecarlo si aggiudica il secondo posto in Europa per verde pubblico. Luogo magico per eccellenza il Roseto princesse Grace, 4000 rosai di oltre 150 varietà: da noi invece chiude anche la Casa delle Farfalle! E Dio grazie che vengono a farci il Maggio in Fiore! Insomma siamo lontanissimo anche dalla Perla dell’Atlantico, l’isola verde del Portogallo che quest’anno va tanto turisticamente di moda, cioè Madeira (per inciso i conti dell’isola di Madeira sono i miei cugini Da costa de Sousa de Macedo). Che siamo un paese di poveri lo dicono da anni le statistiche delle denunzie dei redditi con CERVIA sempre in basso o addirittura fanalino di coda! Quando c’è da fare gli sburoni siamo Montecarlo, altrimenti vai col Congo! L’indagine più recente (Carlino 28/8/2018) dà incremento di redditi in tutta la provincia ravennate, tranne Cervia (24.757 contribuenti con imponibile medio di 17.344€, molto peggio della Bassa Romagna dove Fusignano Russi e Bagnacavallo hanno un terzo dei contribuenti ma imponibili superiori). “Piantare alberi è l’ultima moda, il record ai milanesi” (La Stampa 6/9/2018) sempre più cittadini curano il verde urbano, a Milano circa 500 accordi con singoli o gruppi di residenti, i privati si mobilitano… Nella Milano del Mare NO. Per i motivi sovraesposti, perché poi i vecchi residenti sono pochissimi, e sempre più… vecchi.

Milano Marittima al verde
Villa Angelina, Milano Marittima

“Milano Marittima sta invecchiando come la sua clientela” afferma un notissimo imprenditore ex dirigente di categoria, ma se si inizia e si chiude la stagione con i pullman di anziani chi è che li fa venire? Si Milano Marittima è vecchia, non più verde neanche belle strutture, e tanto degrado non lo si vuole vedere, dalle vecchie disastrate colonie (Varese, Montecatini, Balducci, Camilliani) hotel (Esperia, Terminus) parcheggi (viale Ravenna, Europa)… per finire a ville davvero storiche come Villa Angelina, chissà perché continuino a chiamarla “la villa verde” quando ha il nome sull’ingresso! Nata con una famiglia nobiliare e restata in loro proprietà fino ad inizi anni Duemila, ha subito lo scempio di una assurda pitturata, durante la quale chi scrive era attonitamente presente per caso fortuito… Ne approfitto per correggere l’articolo apparso sul Corriere il 2/9/2018: la “casa verde di viale Milano” mai e poi mai ha ospitato nel suo giardino il vicino ristorante Zi Teresa, così come Villa Perelli alias Touring in Piazzale Genova non è datata 1940 bensì cooperativa muratori fascisti cervesi 1941, e che ospitasse feste di classe è stata una realtà non un “si dice”. Questo per… rinverdire la memoria!

Il Conte che non conta

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