Il blog di Cervia e Milano Marittima

La Colonia Varese a Milano Marittima è una delle colonie di architettura fascista più famose in Italiana.

La Colonia Varese fu intestata a Costanzo Ciano ed è situata in Viale Matteotti a poche centinaia di metri dalla Colonia Montecatini. Qui, nel 1970, Marcello Aliprandi girò “La ragazza di latta” e in seguito, nel 1983, Pupi Avati vi ambientò il film horror “Zeder” sceneggiato insieme al fratello e Maurizio Costanzo.

muratori cmc ravenna
I muratori posano davanti al cantiere della Varese
cmc ravenna costruzione milano marittima
1938, il piano terra in costruzione. Sono riconoscibili l’ingresso con le 6 colonne e le 7 finestre laterali

LA MAESTOSITÀ DELLA COLONIA VARESE

La Colonia Varese fu progettata da Mario Loreti nel 1937 e fu costruita dalla CMC di Ravenna nel 1938 per conto della Federazione dei Fasci di combattimento di Varese. L’anno dopo, nella primavera del 1939, la colonia era già diventata realtà.

progetto

La superficie comprendeva ben 60,928 mq di cui 4,530 coperti e un volume di 62,176 mc, vi potevano alloggiare al suo interno fino a 800 bambini opportunamente divisi tra maschi e femmine tramite camerate e refettori.

colonia varese
La Colonia Varese appena completata e ancora intitolata a Costanzo Ciano

Osservando i progetti di costruzione originali abbiamo avuto la conferma che nella corte centrale era stata pensata una statua nella posa del saluto romano; probabilmente raffigurante Costanzo Ciano o Benito Mussolini.

colonia varese statua

Un altro aspetto interessante, che è possibile vedere nelle 165 tavole originali donateci della C.M.C. e che non è mai stato portato a termine, riguarda la costruzione di una cappella e di un piccolo caseggiato adibito ad isolamento per i bambini che contraevano malattie durante il soggiorno.

tavola cmc ravenna

Una testimone che è stata nella Colonia Varese negli anni ’50 ci ha riferito che quando i genitori andavano a trovare i bambini non gli era permesso di entrare, si potevano salutare solo attraverso la recinzione perimetrale.

LA COLONIA VARESE DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Nei primi mesi del 1944 la Colonia Varese finì nelle mani dei tedeschi che la usarono come campo di concentramento, obitorio, ospedale e carcere come ha raccontato Giovanni Giordani nelle memorie che puoi leggere qui. Ma è già nel febbraio del 1943 che vi è testimonianza in un paio di documenti dell’uso della colonia come ospedale da parte degli italiani.

ospedale militare

È quindi plausibile pensare che le cinque croci rosse, tre sul tetto e le due ancora oggi visibili nelle facciate vista mare, siano state dipinte in quel momento e non dai tedeschi come si è sempre ipotizzato.

foto aerea raf 1944
A sinistra la Colonia Montecatini con la torre di 55 metri distrutta. A destra la Varese con le tre croci sul tetto
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1987, foto di Flavio Contoli con la croce visibile anche ai giorni nostri

Nel 1945, alcuni mesi dopo la liberazione di Cervia, gli Alleati del 450° Squadron RAAF usarono il cortile della colonia come deposito per i loro kittyhawk.

Colonia Varese Aeroporto MilanoMarittima

IL MISTERO DELLE RAMPE

Il corpo centrale che vediamo oggi dal mare non è quello originale costruito nel 1939.

colonia varese milano marittima
Il corpo centrale con le rampe nel 1939
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Le vecchie rampe viste dall’interno

La voce popolare ha preso per vero il fatto che quella parte di struttura fu abbattuta dai tedeschi in ritirata ed è per questo motivo che oggi la colonia appare come nella foto sottostante.

il mistero delle scale della varese

Ma una foto del 1947 dimostra che ciò non è vero, perché in quell’anno la struttura era ancora in piedi, come fra l’altro riportano almeno un paio di testimoni dell’epoca.

il mistero delle scale della colonia varese
Luglio 1947, i bambini di Budrio posano insieme alla maestra Ada Poli (terza fila a sinistra).

Fatto sta, che negli anni ’50 la colonia si presentava così:

il mistero delle scale della Varese
20 Ottobre 1958, la Colonia Varese senza le scale. Foto Zangheri

A questo argomento abbiamo dedicato un apposito articolo di approfondimento che ti invitiamo a leggere cliccando qui.

IL RIUTILIZZO NEL DOPOGUERRA

Alcune testimonianze hanno riportato che tra il ’46 e il ’47 la colonia venne in parte riutilizzata dai bambini. Di questo potrebbero essere una testimonianza i disegni fiabeschi ancora oggi presenti e che di fatto sono in netto contrasto con la filosofia militaresca data ai bambini sotto il regime fascista.

La colonia fu presieduta da un custode fino al 1969 e dagli anni ’90 è sotto la competenza dei Beni Culturali in quanto ha compiuto i 50 anni dalla data di costruzione.

I PRIMI CROLLI NELLA COLONIA VARESE

Tra il 2014 e il 2015 è avvenuto per la prima volta un crollo di una parte della colonia, segno che la struttura sta diventando seriamente più pericolante di quanto non lo fosse già prima.

Colonia Varese Milano Marittima google maps foto satellitare
Immagine del 2016 che mostra il crollo di un’ala della colonia

LE FOTO D’EPOCA DELLA COLONIA VARESE

colonia varese milano marittima

colonia varese milano marittima

1940, i bambini davanti alla colonia creano con la sabbia il profilo di Mussolini
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1940, l’adunata nel piazzale

colonia varese milano marittima

milano marittima colonia varese 1939
La Colonia Varese appena completata nel 1939

Il progetto di Roberto Pasini per far diventare la Colonia Varese un moderno centro universitario europeo

colonia varese roberto pasini

Il Conte Ottavio Ausiello-Mazzi e Thomas Venturi

22 risposte

    1. come sarebbe bello rimetterla in sesto…sono patrimoni nazionali che mandiamo alla rovina, non solo come manufatto ma anche come ricordi

      1. Io la rimetterei in sesto e la destinerei a casino’ hotel immaginatela con un’approdo dal mare cosa potrebbe diventare il problema sino le leggi attualmente in italia ci sono 4 casino’ 2 a venezia e 1 a sain vincent 1 a sanremo un 5° a campione d’Italia ma non è italia è in territorio svizzero su terreno italiano un’enclave italiana anni fa la deputata di FI Brambilla aveva detto che avrebbe fatto una legge per l’apertura di un casino’ in ogni regione ma è passata nel dimenticatoio un siciliano che vuole giocare d’azzardo si deve affidare ai casino’ gestiti dalla mala quindi senza controllo

  1. È una vergogna lasciare degli ecomostri del genere in un litorale meraviglioso che é quello Romagnolo, oltretutto quei muri parlano di sofferenze. Radere tutto al suolo.

    1. Sofferenze? Per la guerra ok,, ma non era nata per fare soffrire, bensi dare la possibilità a chi non aveva i mezzi di godere di un soggiorno al mare ! Una delle tante iniziative positive del periodo fascista. …..ma forse è quella idea che disturba ?

    2. Lo stile razionalista è l’unico che lascerà nel tempo la traccia positiva dell’architettura italiana, escluse le poche, solite immancabili eccezioni. Ho viaggiato abbastanza ed esempi simili li ho visti solo nelle colonie italiane in Africa. Non credo ne esistano altri esempi nel resto del mondo. All’epoca l’architetto era una figura carismatica, rispettata e quasi sempre onorata. fa sempre beneGuai a discriminare troppo ma dire la verità

  2. Attenzione! Credo sia errato dire che il corpo centrale delle scale sia stato abbattuto durante la guerra dai tedeschi. Infatti esistono testimonianze con documentazione fotografica, dove nel 1947 la struttura era ancora integra e completa. In questi anni la struttura ospitò una 50ina di bambini con il progetto di riattivarla come colonia.
    Rimane una domanda chi e perché hanno demolito il corpo centrale per poi ricostruirlo e lasciarlo incompleto?

  3. Mio padre Guido, classe 1921, fu marinaio della regia marina, imbarcato sulla motonave “Loredana”.
    La motonave fu silurata e affondata a sud della costa di Sardegna (Torre Delle Stelle) , dal sommergibile HMS Safari il 10 aprile 1943, molti i morti e feriti, mio padre ed un amico, fortunatamente, non rimasero feriti e si salvarono perchè, a nuoto, riuscirono a raggiungere la riva. Varie peripezie lo accompagnarono alla fine della guerra, compresa una appartenenza partigiana. Non parlava mai volentieri della guerra ma io bambino (sono del ’46) ero curiosissimo e a volte, di solito dopo cena, riuscivo a fargli raccontare qualcosa. Fra le cose che mi raccontò ci furono storie legate al campo di aviazione, alle colonie (Varese e Montecatini) ai mitragliamenti di “Pippo”, i bagni fuori stagione nel canale per salvarsi dalle bombe e tanto tanto altro. Oggi mi dispiace moltissimo di non avere mai preso appunti e di avere scordato molto dei racconti e delle testimonianze dirette di chi, e non solo mio padre, quei periodi li ha vissuti in prima persona. Parlate della colonia Varese, nata come colonia ma che, durante la guerra, ha cambiato più volte destinazione sia coi Tedeschi che con gli alleati per poi ritornare colonia dopo la guerra, come giustamente sottolineato da voi. Qui posso inserire i miei ricordi che parlano di un tentativo di riportarla in opera più o meno alla fine degli anni ’50, rifacendo solo la parte molto danneggiata dagli avvenimenti bellici visto che le ali si erano salvate e ben conservate. Quindi un tentativo, mai ultimato, di ripristinare la vecchia destinazione d’uso. Per quello che riguarda, invece, la torre (scale) della Montecatini è sicuro che fu abbattuta perchè non fosse utilizzata come osservatorio, tutti i racconti di allora dicevano questo ma non sono sicuro che furono i tedeschi a farlo, i miei ricordi sono confusi, furono gli alleati a farla saltare per togliere un punto importante di osservazione alle truppe tedesche, così come fu fatto, sempre se la memoria non mi inganna, con lo stabile che chiamavano “e semafor” in te Bisat? La famiglia Battistini fu custode per lungo tempo della colonia Varese, Sauro (Paolo) Battistini e il fratello Giuseppe (ex Banca Popolare) forse sanno qualcosa in più. Enrico Cecchini, Cervia

  4. A seguito di recenti rinvenimenti di documenti e foto inedite sulla Colonia Varese, ci stiamo organizzando per esporre tutto il materiale cartaceo in un locale pubblico di Cerviao Milano Marittima, con entrata ad offerta libera.

  5. La struttura è. Molto imponente. Non mi dispiacerebbe fare un video generale. Il regista Avati ha fatto quel film proprio nell’anno in cui sono nato io. Sarei molto curioso di entrare in quelle mura per osservarne gli ambienti. Ma purtroppo non credo si possa farlo.

  6. Questa costruzione bisognerebbe recuperarla per obbiettivi non solo turistici ma anche storici e didattici e lasciarla abbandonata alla distruzione mi sembra solo un crimine. Ha anche una particolare struttura architettonica che sarebbe da ripristinare.

  7. Sono di Reggio Emilia ma mi sento anche figlio adottivo di Cervia che frequento da quando ero bambino (oggi ho 46 anni). Ogni volta che vengo in riviera non manco di fare lunghe passeggiate, specie in bicicletta, per esplorare il territorio che negli anni mi ha sempre riservato sorprese oltre a tante ferite. Le vecchie colonie in particolare hanno sempre catturato il mio immaginario. Tanto è vero che anni fa, da appassionato di fotografia, avevo realizzato un piccolo lavoro fotografico sulle colonie della zona tra Pinarella e Tagliata. Ne avevo fatto addirittura un piccolo calendario autoprodotto che avevo inviato anche al Comune di Cervia da cui però non ho avuto nemmeno risposta. Nel mio cuore vive il desiderio che queste architetture non vadano perdute ma possano avere una nuova vita. Purtroppo in questo paese manca la lungimiranza da parte di chi governa la cosa pubblica.
    Grazie all’autore dei contenuti di questo sito che ho scoperto solo di recente.

  8. Ci sono stato dentro a quel casermone è una schifezza, purtroppo per demolirlo ci vogliono un sacco di soldi e il comune non li ha, io dico vendete la terra a un privato e dategli tutte le concessioni basta che tiri giu tutto e faccia una bella pulizia cosè quella schifezza in pieno m.marittima

    1. Per me invece è una meraviglia affascinante. La ricordo da sempre così….con tutta quella Pineta che la circonda e le da un aspetto ancora più misterioso, talvolta sinistro e comunque perso nel tempo. Spero che rimanga a lungo così…..che mi sopravviva.

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