Il blog di Cervia e Milano Marittima

I tunnel sotto la città di Cervia sono mito o realtà? Abbiamo raccolto diverse testimonianze per rispondere alla famosa domanda.

Da anni ci occupiamo di portare alla luce la storia della nostra città e di svelare ciò che c’è dietro a tante stranezze e misteri, fino ad arrivare alle vere e proprie leggende tramandante di padre in figlio. In questo caso siamo a metà fra il mistero e la leggenda perché quando si parla di tunnel sotterranei cervesi, sono tante le persone che ne hanno sentito parlare e quelli che giurano di averli addirittura percorsi.

I tunnel sotto Cervia
Potevano avere questo aspetto alcuni dei più lunghi tunnel di Cervia?

In questo articolo, purtroppo, non vi daremo risposte certe ma cercheremo di fare un po’ di chiarezza mettendo in ordine le testimonianze di quei cervesi che ne confermano l’esistenza. C’è da dire che, abbiamo appurato, alcuni confondono i tunnel con i sotterranei degli edifici dei quali Cervia è ben nutrita (non che questo sia meno interessante sia chiaro).

I TUNNEL DI CERVIA

Sono diverse le testimonianze che confermano la presenza di un tunnel sotterraneo che dalle scuole Pascoli arriva alla chiesa di Santa Maria Assunta, il Duomo di Cervia per intenderci. Anni fa, Maurizio Villini, propose di mettere i paletti a scomparsa sotto la porta a mare per chiudere il passaggio di giorno e aprirlo la sera ma gli fu risposto che non era possibile installarli per via del vuoto che c’era sotto la pavimentazione.

Enrico Mazzolani dice che anni fa un tunnel fu percorso da alcuni operai del Comune che riuscirono ad arrivare strisciando appena sotto all’orologio comunale. Un’interessante testimonianza di questo tunnel è data da Riccardo Fontana “Da ragazzino ci inoltrammo entrando da quella che era la sede degli scout nel cortile della parrocchia. All’epoca si potevano percorrere solo brevi tratti e il resto era murato”.

Alessio Battisti spiega che “Mio babbo era del 1922 e mi ha sempre detto di esserci passato più volte nel periodo che era partigiano per nascondersi durante i rastrellamenti”.

A riguardo, molto importante è la testimonianza di Giuseppe Benazzi “Quello è il tunnel dell’ex Seminario, La salida de’ Siminèri, la nostra muntagna in te zir di quatar canton. Oggi non più esistente. Il tunnel sotterraneo andava dalle cantine del Seminario al retro dell’altare maggiore del Duomo e permetteva ai seminaristi di passare nell’Abside. Su quel sotterraneo, ci sarebbe da scrivere molto, in parte, l’ho già fatto nei miei racconti. Dirò solo che toccò a me ricoprire di un pannello di legno la precedente opera del muratore che aveva sigillato il varco con un muro di mattoni. Fu quello l’ultimo attimo di vita di quel manufatto che aveva oltre duecentocinquant’anni di storia e del quale conservo le foto dell’entrata mentre lavorava il muratore. foto che sono attualmente nella mia collezione privata, come documento”.

Nino Giunchi invece nega l’esistenza dei tunnel in quanto tali, asserendo “A Cervia non esistono passaggi sotterranei. L’unico passaggio sotterraneo, poi neanche tanto sotterraneo in quanto c’era una cunetta ed era ben visibile a tutti, era fra il Duomo e il Seminario” continua Giunchi “Se poi qualcuno vuol confondere le fognature con passaggi sotterranei è liberissimo di farlo e anzi posso suggerirvi diverse fognature fatte a volta con pietre. Una è fra il Viale Roma e il canale nel Viale Volturno dalla parte mare. Altre due sempre fatte a volta con pietre sono dietro al borgo dei salinari, una per parte, e un ragazzino può benissimo starci in piedi. Una terza è nella circonvallazione Ovest e anche questa va direttamente nel canale. L’unico passaggio segreto era a Cervia vecchia e dalla Rocca portava fuori in campagna. Questo è documentato da Sangallo il Giovane e se qualcuno vuol vedere i documenti deve andare alla Galleria degli Uffizi a Firenze. A Cervia non si possono fare passaggi segreti, anche volendo, in quanto bisognerebbe andare in profondità e dopo poco sarebbe pieno d’acqua. Io i sotterranei di tutti gli edifici di Cervia li ho fatti da ragazzino e quando la falda è alta sono pieni d’acqua, come quello del Duomo e quello del Suffragio. In quello delle scuole Pascoli giocavamo quasi tutti i giorni a “roba sel”.

Renato Lombardi ci fa sapere che tracce storiche di questo tunnel si trovano in un saggio di Umberto Foschi il quale scriveva che fu attivo dal 1828 al 1908 e che “Il Seminario era alloggiato in alcune case della cerchia urbana retrostanti il Duomo. I seminaristi potevano recarsi in chiesa mediante una galleria che da uno scantinato del Seminario portava ad un altro piccolo scantinato del Duomo”.

il mistero dei tunnel sotto cervia
Una parte del tunnel murato sotto la chiesa

Un altro tunnel sarebbe partito dall’ospedale di Cervia per arrivare alla chiesa Madonna del Pino sulla Statale. Un altro ancora, riporta Tusoni, aveva l’ingresso in Viale Roma alla scuola Ressi, passava poi attraverso la circonvallazione e aveva una prima uscita vicino a Simba che è stata murata già negli anni ’90, proseguiva poi fino alla chiesa Madonna del Pino. Nei primi anni 2000 era già impraticabile a causa della presenza di acqua e cedimenti.

LE COLONIE A MILANO MARITTIMA

Leggenda vuole che vi sia un passaggio interrato fra le due colonie più famose di Milano Marittima. Da una foto aerea, scattata il 27 Marzo del 1944 dalla RAF, è possibile vedere una linea che dalla Colonia Montecatini finisce con una piccola deviazione in un’ala della Colonia Varese. Potrebbe essere la traccia del tunnel? Potrebbero averlo dissotterrato i tedeschi per usarlo come trincea di collegamento fra le due colonie che avevano occupato? Probabilmente rimarrà un mistero.

colonia varese montecatini raf 1944

Ci racconta Pietro Biagi che nei sotterranei della Colonia Varese si celerebbero altri cunicoli e lui stesso ne percorse uno verso il mare. Questa è la sua testimonianza “Circa vent’anni fa eravamo a caccia dei famosi tunnel della Colonia Varese, una volta trovato l’accesso, muniti di caschi da minatore, picchetti e CB per poter comunicare con chi rimaneva fuori, andammo strisciando come Marines fra pareti strette per circa 20 minuti fino a quando arrivammo in una stanza allagata nella quale notammo un tavolo con delle sedie”.

Thomas Venturi

Una risposta

  1. Mio babbo era del 1922 e mi ha sempre detto di esserci passato più volte nel periodo che era partigiano per nascondersi durante i rastrellamenti
    Alessio Battistini

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