La divisione di Milano Marittima in zone è un’invenzione recente che lede l’immagine e l’economia della città.
Tolta la recentissima ZTL di Viale Gramsci, e la comunque recente Zona Pedonale attorno alla Rotonda Primo Maggio, che almeno fino a metà anni ‘80 non fu attivata, a Milano Marittima non sono mai esistite zone intese come parcellizzazione del territorio. Nemmeno la Zona Amati, che si chiama così perché non è Milano Marittima se non per recenti interessi e manipolazioni topografiche (leggi qui i veri confini di Milano Marittima).
Vien da ridere a pensare ad un paradosso evidente su cui non riflettete mai, come su tanti altri aspetti. Da quando Milano Marittima da località di Cervia, cioè a sé come Pisignano o Cannuzzo, l’hanno retrocessa a quartiere di Cervia, cioè una appendice, il suo territorio invece di rimpicciolire si è man mano espanso in maniera progressiva. Un’assurdità! Del resto il nome Milano Marittima suscita ben noti appetiti, a partire da quelli di introiti, giustificando, si fa per dire, prezzi e quotazioni folli.
MILANO MARITTIMA A, B, C, NORD, SUD, OVEST, EST
Ancora nei ruggenti anni ’80 non esistevano differenze di presunte zone, ne per prestigio, ne per quotazione di negozi o immobili, fossero alla Ventesima Traversa o Viale Gramsci. Questa zonizzazione fittizia, è innanzitutto antistorica, perché Milano Marittima è una città giardino, dove per logica non possiamo avere né centro del paese né zone residenziali, industriali, direzionali ecc… Questo sistema di applica a città classiche, e Milano Marittima è un caso a sé. Difficile da capire?
Il peggio sono le conseguenze di immagine ed economiche. Creando queste zone fittizie, d’un botto si è iniziato a dire alla gente che veniva per turismo o ad investire in case o attività che c’erano, anzi ci sono, aree di serie A ed aree di serie B o addirittura C. Così se prima un negozio delle traverse, per esempio, valeva 10 come uno in viale Gramsci, adesso vale 2 e chi ha la proprietà si è visto deprezzare e disprezzare il suo investimento.
Leggo sempre tanta solidarietà ai bagnini, ma solo loro hanno investito nelle attività? Solo loro devono vedere tutelati i loro interessi? Altre categorie hanno avuto licenze e attività in regalo? Chiedo, ai tanti esperti e nuovi professori di Milano Marittima che hanno sempre voglia di darci lezioni. Si è davvero ribaltata la vision, il concept di Milano Marittima, anche su questo punto.
Leggere che solo il cosiddetto centro è la “parte più pregiata della città” (Corriere 11.1.2014) è offensivo per chi abita o ha attività in altre aree. Assurdo leggere di “periferia” o “zona periferica” (Carlino 5.4 2013 e 20.6.2013) per le traverse da sempre la parte più importante per Milano Marittima con gli hotel più stellati e la presenza delle famiglie più blasonate.
Quando poi non ti ritrovi accenni a “viali super centrali” (post 8n data sabato 18.12.2021 della Pro Loco) perché evidentemente i centrali o centralissimi non bastano più. Come se l’importanza fosse la posizione e non la qualità di ciò che si trova su una strada. Purtroppo, specie certe agenzie che non conoscono la storia del mio paese, continuano ad instillare nella gente l’idea di questa zonizzazione a compartimenti stagni. Addirittura si leggono annunci di appartamenti situati in una fantomatica Milano Marittima alta.
Che invece da sempre tutto convivesse lo dimostrano tanti fabbricati condominiali eretti già in epoca del boom degli anni ’50, ’60 e ’70 con la parte terra tutta adibita a negozi, negozi aperti anche in inverno. Basta guardare tutti i condomini del Matteotti dalla Ventesima Traversa in poi e capire che questa non era nessuna zona residenziale o alberghiera, era semplicemente Milano Marittima, una ed indivisibile.
Se avessero detto al grande albergatore Silvano Collina che il suo Bellevue, un hotel di prestigio con clienti pari o anche superiori al Mare Pineta, era in periferia solo perché alla Diciannovesima Traversa, si sarebbe messo a ridere, magari aggiungendo anche un “andìv in te casèn”, che è l’unico posto dove in tanti dovrebbero andare oggi invece di venire a rovinarci Milano Marittima.
Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi