Il blog di Cervia e Milano Marittima

Alcuni modi di dire a Milano Marittima hanno un fondamento mentre altri, come MiMa, sono del tutto privi di senso.

Ormai il 90% di noi residenti storici di Milano Marittima è sparito, e con noi tanti ricordi e tanti modi di dire del nostro gergo colloquiale paesano di quando eravamo una località a sé stante, non come adesso che ci hanno ridotti a quartiere di Cervia.

Mi.Ma.

DIFFERENZE SOSTANZIALI

Chiamare la Rotonda Primo Maggio semplicemente la Rotonda, non ha per niente lo stesso significato in bocca ad uno di noi vecchi residenti rispetto ai nuovi o ai turisti. Chiamarla semplicemente la Rotonda è una sciocchezza, in generale perché non è l’unica e nemmeno la più vecchia. Noi la chiamavamo così in quanto era implicito che fosse quella, perché d’inverno lì attorno c’erano tante attività di prima necessità che attiravano la vita dei residenti ed era logico ritrovarsi un po’ tutti lì per le nostre necessità, non come adesso per mettersi in vetrina. C’era il macellaio Roli, c’era la Coop, le banche, la posta , c’era Rasini ecc.

Per i forestieri, a partire dai cervesi, era “e staz dal Moti” o “la piazza delle 5 colonne” perché da bravi paesani di campagna ragionavano secondo i loro standard, non certo da Garden City, e vedevano lì la piazza per eccellenza della nostra cittadina. Perché allora la differenza da Milano Marittima era tanta, vicine per motivi spaziali, ma lontane anni luce per quasi tutto. Ed è sbagliata l’abitudine di oggi di scrivere tutt’uno Cervia Milano Marittima. Cervia era Cervia, Milano Marittima era Milano Marittima, punto.

mima stork club franco califano
Lo Stork con la pubblicità Milano Marittima nord

Come non è mai esista Milano Marittima Nord (oggi addirittura si trova con scritto alta) o addirittura Lido del Savio Milano Marittima. Certamente, per pubblicizzare un locale come lo Stork o un’eccellenza come Le Siepi faceva più figo scrivere Milano Marittima Nord. Quanto a Lido del Savio Milano Marittima, che pur si trova in vecchie cartoline o dépliant, è un errore dovuto al fatto che molti alberghi per comodità avevano la casella postale a Milano Marittima e quindi, per sicurezza di recapito, aggiungevano il nome della città giardino.

MIMA NON ESISTE

locandina mima on track
Locandina recente con l’acronimo MiMa

Come vedete qui c’è tutta una storia dietro, mentre oggi l’orribile acronimo MiMa non ha nessun senso se non nella volontà di qualcuno di usare questo ridicolo vezzeggiativo per darsi arie da fighetto habitué. Nonostante un sito alberghiero racconti che MiMa è il nome con cui noi residenti chiamiano affettuosamente la località, è una vera stronzata inventata di sana pianta ed urta che sia sempre più usata addirittura in stampati istituzionali.

Che poi MiMa per moltissimi coincide addirittura col solo cosiddetto centro, il resto non esiste, e stranamente nessuno dice nulla di questo restringimento della località, poi però quando ho scritto sui veri confini della località (puoi leggerli qui) alcuni si sono incazzati come gatti ai quali è stata pestata la coda perché si sono sentiti esclusi dal loro oggetto del desiderio e privati del sentirsi qualcosa di speciale perché abitano o credono di abitare a Milano Marittima.

LA QUESTIONE DELLE ZONE DI MILANO MARITTIMA

mima piazzale napoli zona barbanti
Cartolina del Piazzale Napoli con la dicitura Zona Barbanti

Mai esistite zone a Milano Marittima, anche se nel gergo storico poi si diceva zona aeroporto per le traverse o zona Barbanti a ridosso Canalino, perché tutta la proprietà fino alla Terza Traversa era della famiglia Barbanti. Di contro il quartiere Di Vittorio di Cervia ha finito per dirsi prima zona Amati dai vecchi proprietari terrieri, poi dirsi parte di Milano Marittima. Oggi nessuno capirebbe che viale dei Carabinieri non è il Matteotti ma il Dante, o che il Piccolo Parioli erano alcune traverse. Mai usato, per esempio, viale Ravenna ma sempre viale dello stadio, o viale del grattacielo a mare per viale Forlì, posto che poi a rigor di architettura manco è un vero grattacielo, l’unico in realtà è il Marinella.

Per non dire del bellissimo viale dei Pini, oggi massacrato della cementificazione militante, che si chiama così dal 1948 e non più col nome fascista di viale Vittorio Veneto, e anche qui c’è una storia, una brutta storia dietro. Anche il Canalino della Prima Traversa non è il suo nome ufficiale, ma è rimasto nell’uso comune. Oggi, purtroppo, nella toponomastica “fai da te” Canalino è spesso usato per indicare il Canale Porto ed i locali che vi insistono.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

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