Il blog di Cervia e Milano Marittima

Il turismo popolare incentivato a Milano Marittima ha accorciato la stagione, ridotto le attività di alto livello e relativi incassi.

Primi giorni di Maggio 2023. Milano Marittima deserta, nessun turista “normale” solo qualche pullman di ragazzi delle gite, e vederli negli hotel sedicenti 4 stelle o più, già fa capire come siamo messi, o meglio come ci hanno ridotto. Non so se a Capri e Montecarlo trovi gite scolastiche negli hotel blasonati. Si vedono solo muratori ed operai, una città cantiere più che una città giardino. Fra l’altro lavorano 7 giorni su 7, festivi compresi, e quanto agli orari… lasciamo perdere.

LA STAGIONE È SEMPRE PIÚ CORTA E POPOLARE

Ai primi di maggio avevamo già un mese di stagione alle spalle perché avevamo il turismo giusto, quello coi soldi, e quando ci sono i soldi c’è sempre il sole e voglia di spenderli. Soprattutto avevamo il turismo tedesco, non vincolato da feste e triccheballacche del weekend. I tedeschi migliori, quelli che aprivano e poi venivano a chiudere la stagione a settembre/ottobre.

Adesso ad aprire e chiudere, e anche fare la stagione a Milano Marittima, lo vediamo chi viene, fra l’altro gente che fino a pochi anni fa manco sapeva dove fosse Milano Marittima sulla cartina. Incrementare questo turismo non solo è stato deleterio per tante attività a livello commerciale, ma ha anche dimezzato la stagionalità per tutti. Da marzo ad ottobre siamo passati da metà giugno a ferragosto e non è colpa di questa gente se hanno i tempi limitati fra la chiusura e la riapertura di uffici, fabbriche e scuole, inutile quindi rompere le palle con la solfa del voler allungare la stagione. Hanno fatto di tutto e continuano a far di tutto per accorciarla e renderla un casinificio con tutti gli annessi e connessi.

Sappiamo benissimo che i ragazzotti alcolici vengono solo i 2 giorni del weekend e così anche quelli che hanno preso le seconde case ed è quindi impossibile avere continuità e stabilità lavorativa. Fa davvero pena sentire alcuni operatori del turismo che in tante sparate giornalistiche pretendono di dare lezione all’Europa col nostro “modello”, restano dei contadini dell’800 che guardano il cielo e le previsioni pregando che non piova. E pensare che quando Milano Marittima funzionava con la gente giusta le giornate di pioggia erano le migliori perché i turisti facevano ancor più shopping che nei giorni di sole.

MILANO MARITTIMA, UN PROGETTO ABORTITO PER SCELTA

touring milano marittima
Il Touring negli anni ’40/’50 con camerieri in giacca bianca

Come ho scritto in “Tradire Milano Marittima felici e contenti“, sono riusciti a fare quello che volevano fare fin dal principio: abortire una località di pregio per gente di livello. Quello che è stata Milano Marittima fino agli anni ’90 finché avevamo imprenditori di livello che hanno difeso la posizione. Quelli che scherzavano (ma fino ad un certo punto) quando dicevano che sarebbe stato meglio diventare un comune autonomo da Cervia per tutelarsi.

Quando su tutta la stampa nazionale si parla di Milano Marittima come di “lido popolare” (Il Giornale 31.7.2018), “capoluogo nazional popolare del divertimentificio di massa del peggiore proletariato vacanziero” (il Giornale 1.8.2019), “piccola frazione balneare” (Repubblica 1.8.2019) dove impera la “panza proletaria” (Libero 6.2.2019) “accessibile sotto tutti i profili” (Vanity Fair 6.9.2017) mi viene in mente che appunto fin dal principio volevano abortirla la bella Milano Marittima dei signori.

Quando il senatore Alessandro Schiavi, un socialista che aveva in mano le case popolari italiane, insisteva con Palanti perché facesse una città giardino proletaria a prezzi a buon mercato, per fortuna Palanti andò dritto per la sua strada. Ma forse è vero che la vita, anche quella di una città, è un cerchio, ed eccoci arrivati alla “Milano Marittima Village” di certe insegne…

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

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