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Il delfino Lalla, la star di Cesenatico

Il delfino Lalla ci riporta agli anni 50 quando Cesenatico divenne la città dei delfini ma i cervesi non la digerirono molto bene…

Il delfino Lalla, la star di Cesenatico

Il delfino Lalla

CESENATICO: LA CITTÁ DEI DELFINI

C’è stato un tempo nel quale Cesenatico fu conosciuta come “La città dei delfini” con tanto di cartello all’ingresso della città. Siamo negli anni ’50, a quei tempi i marinai subivano (non so se anche oggi sia così) la “piaga” dei delfini i quali, loro malgrado, finivano nelle reti da pesca rompendole e mangiando il pescato. Quando questo accadeva i marinai avevano la brutta abitudine di uccidere quei poveri mammiferi marini la cui unica colpa era quella di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Addirittura vi erano premi in denaro per la loro uccisione. Ma un giorno, le cose andarono diversamente.

Il delfino Lalla, la star di Cesenatico

Archivio Nanni

LALLA IL DELFINO DI CESENATICO CHE FECE INGELOSIRE I CERVESI

Un tardo pomeriggio di fine estate, un peschereccio fece rientro nel porto di Cesenatico trasportando con se un delfino che era rimasto impigliato nella rete. Quei marinai, animati da più buon cuore a dispetto dei loro colleghi, ebbero pietà dello sventurato e decisero di adottarlo e rilasciarlo nel tratto della Vena Mazzini tra il canale e il ponte di Via Anita Garibaldi.  Lo chiamarono Lalla.

Divenne una vera e propria attrazione per cittadini e turisti che potevano assistere ogni giorno alle sue meravigliose evoluzioni. Il passaparola fece si che, nel giro di poco tempo, da poche decine di curiosi, le evoluzioni di Lalla venissero ammirate da centinaia di persone di tutte le età e provenienza.

Il delfino Lalla, la star di Cesenatico

LA MORTE DEL DELFINO PER MANO DEI CERVESI

Lo spettacolo andò avanti per alcuni anni fino a quando, in una notte di fine anni ’50, alcuni cervesi partirono con un furgone alla volta di Cesenatico per andare a rubare Lalla. La tirarono fuori dall’acqua, la caricarono dentro al furgone, e senza prendere troppe precauzioni la trasportarono fino al canale di Cervia. Il mattino seguente a Cesenatico non si parlava d’altro e la voce che il delfino era finito a Cervia non tardò ad arrivare. Addirittura si mobilitò l’Azienda di Soggiorno che si preoccupò di riportare Lalla a Cesenatico. Ma lo stress subito e le poche accortezze, soprattutto dovute al precedente trasporto, non le permisero di sopravvivere e arrivò a Cesenatico morta. Gli autori del gesto spiegarono che quella voleva essere solo una goliardata finita male. Ai posteri l’ardua sentenza.

il delfino alla, la star di cesenatico

Foto scattata la notte del rapimento

LALLA II E LA COLLABORAZIONE CON IL MIAMI SEAQUARIUM 

Cesenatico subì il lutto e per l’occasione venne allestita una camera ardente in una vasca presso l’Azienda di Soggiorno. Qualche mese più tardi fu risparmiato dalle reti un altro delfino che fu subito ribattezzato “Lalla II” e ospitato anch’esso nella tratto della Vena Mazzini che nel frattempo stava diventando un vero e proprio acquario. Cesenatico a quel punto era diventata amica dei delfini e si decise così di ufficializzare la cosa.

A Lalla II si decise di affiancare un compagno per farla sentire meno sola e fu così che vennero presi contatti con il Miami Seaquarium, a quei tempi l’unico centro al mondo specializzato in delfini. Gli americani furono entusiasti di donare per una giusta causa un loro delfino a Cesenatico.

Il delfino Lalla, la star di Cesenatico

10 Agosto 1960, arrivo di Palooza. Archivio Moretti

UN MATRIMONIO TRA DELFINI 

Il giorno dell’arrivo di “Palooza” nella ridente cittadina balneare romagnola, l’acquario fu preso d’assalto da migliaia di persone fra fotografi, giornalisti e cinegiornali che assistettero a una vera e propria cerimonia nuziale fra Lalla e Palooza con ospite d’eccezione la direttrice del Miami Seaquarium. I due delfini non ebbero però vita lunga e morirono di freddo nel lontano gennaio del 1963.

In seguito arrivarono altri delfini periodicamente rimpiazzati. Cesenatico rimase la città dei delfini fino al 1982, anno in cui, con l’inizio di leggi create a tutela dei cetacei, si decise di liberare in mare gli ultimi due delfini rimasti, una mamma con la figlia, visibilmente provati dall’acquario di Vena Mazzini.

Finì così una storia lunga trent’anni che rese famosa Cesenatico e i suoi delfini anche fuori dai confini nazionali. Una storia fatta di allegria ma anche di tristezza causata dalle morti in cattività dei poveri delfini. Una storia poco conosciuta che però merita di essere ricordata, non fosse per onorare Lalla, quel primo fortunato, ma al contempo sfortunato, delfino graziato dai marinai.

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Il Conero si vede da Cervia?

Il Conero si vede da Cervia? In questo articolo proviamo a rispondere a una delle domande più in voga nel periodo estivo.

Tutti almeno una volta nella vita vi sarete chiesti cosa sia l’ultimo promontorio che dalla spiaggia di Cervia si vede a sinistra in mezzo al mare. Partiamo subito col dire che la risposta è più complessa di quanto si possa pensare ma oggi voglio provare a trovare il bandolo della matassa.

La prima domanda da porsi è: in linea d’aria il Conero si vede da Cervia? Per capirlo ho utilizzato Google Earth che è uno strumento molto attendibile in quanto offre reali immagini satellitari con le giuste proporzioni. E’ così possibile constatare come il Conero in linea d’aria rimanga dietro ad Ancona se guardiamo da Cervia.

Il Conero si vede da Cervia?

A questo punto entra in ballo la curvatura terrestre e bisogna tenere conto che proseguendo con lo sguardo in linea retta verso l’orizzonte, la superficie terrestre tende a scomparire, e lo fa in maniera esponenziale in questo modo: a 360 metri la superficie terrestre andrà sotto di 1cm, a 2,5km di 50cm, a 8Km di 5 metri, fino ad arrivare a 50km che sarà sotto di 200 metri.

50/55Km sono in linea d’aria la distanza di Monte San Bartolo da Cervia, che è alto poco più di 200 metri, questo vuol dire che da Cervia non sarebbe visibile nemmeno quel monte o almeno non in maniera così distinta. Tenendo conto che il Conero dista 130km in linea d’aria da Cervia, scopriamo che quel monte per essere visto dovrebbe essere alto 1400 metri, (il calcolo potete farlo anche voi qui) quando invece è solo 572 (e non complichiamo le cose andando a calcolare anche lo scarto dello schiacciamento della terra ai poli).

Ma allora, se quei due monti che vediamo ad occhio nudo, in realtà non dovremmo vederli, come si spiega il fatto che li vediamo?

Il Conero si vede da Cervia?

Qui entra in gioco la “rifrazione”, e più in particolare un fenomeno chiamato miraggio superiore (si proprio come quelli del deserto). In pratica è possibile vedere oasi che in realtà si trovano oltre l’orizzonte, così come navi in lontananza oppure… i monti! In questo caso gli strati d’aria a contatto col suolo devono essere molto più freddi di quelli al di sopra degli occhi dell’osservatore. Se ciò si verifica si ha una riflessione totale dovuta alla rifrazione dei raggi degli oggetti distanti che, passando da un mezzo di trasmissione freddo (maggiore indice di rifrazione) a uno più caldo (minore indice di rifrazione) possono soddisfare la condizione di riflessione totale. L’osservatore a questo punto può vedere riflessi nel cielo oggetti molto lontani o addirittura al di là della linea dell’orizzonte.

Ed è quello che accade se da Cervia guardiamo verso il Conero, ovvero in linea d’aria non lo vediamo, ma se riusciamo a farlo è grazie alla rifrazione della luce. Ancona è 16 metri sul livello del mare e quindi più bassa del Conero (572m) che vi è subito dietro, quindi quella che vediamo è un’immagine riflessa e appiattita di Ancona e del Monte Conero insieme.

Il Conero si vede da Cervia?

Notare come il territorio del Monte Conero (frecce rosse) risulti staccato dal mare. Questo effetto è dato dalla rifrazione che ci proietta l’immagine del monte tra il mare e il cielo.

In conclusione, il Conero si vede da Cervia? Per mio modesto parere si e no, ovvero, non in maniera diretta ma indiretta e solo con le giuste condizioni atmosferiche.

Thomas Venturi