rimini Archivi - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Quando King Kong venne in Romagna

Per la nostra serie “Storie di Romagna” oggi torneremo indietro nel tempo fino al 1976, anno nel quale uscì al cinema King Kong.

La mia curiosità riguardo a ciò che sto per raccontare deriva dal fatto che da bambino ho sentito varie storie di miei compaesani che partirono da Cervia e da Milano Marittima per andare a Rimini a vedere il vero King Kong utilizzato nel celebre film. Alto 12 metri e costato 3 milioni di dollari, l’enorme pupazzo fu costruito da Carlo Rambaldi, i più lo ricorderanno in quanto è stato il creatore di Alien ed ET L’extraterrestre della famosa pellicola di Steven Spielberg.

UNA STORIA DA SCOPRIRE

Ma torniamo al nostro King kong, quello che fu esposto in Romagna, prima alla fiera di Rimini e poi a Fiabilandia, era l’animatronic usato in alcune scene del film.

Quando King Kong venne in Romagna

Fu mostrato al pubblico tra il 1976 e il 1978, disteso a pancia all’aria sotto un grande tendone del parco tematico ed era possibile toccarlo e fotografarsi affianco alla sua grande testa.

Quando King Kong venne in Romagna

King Kong a Fiabilandia. Foto: Tina

Quando King Kong venne in Romagna

King Kong a Fiabilandia. Foto: Tina

Dopo l’esposizione romagnola King Kong fu smontato e spedito in Argentina dove, prima a Buenos Aires e poi a Mar Del Plata, divenne parte di uno spettacolo nel quale veniva addirittura messo in piedi e fatto muovere attraverso i suoi sofisticati meccanismi, gli stessi che gli diedero vita davanti alla cinepresa. Purtroppo lo spettacolo era tanto costoso, quanto deludente, e per questo motivo in breve tempo fu cancellato.

Contestualmente, venne smontato il capannone eretto appositamente per ospitare il grande Kong che rimase esposto alle intemperie per mesi, fino a quando fu spostato con una gru in una vicina discarica in attesa di giudizio.

E fu così che l’originale King Kong da 3 milioni di dollari divenne meta di bambini, curiosi e senza tetto che ne staccarono le strutture metalliche e i tessuti per riutilizzarli come gli era più comodo.

Quando King Kong venne in Romagna

King Kong a Buenos Aires

Sono certo che tra i tanti lettori di questo blog ci sarà qualcun altro oltre a me che ha sentito questa storia e magari avrà piacere di riportare il suo ricordo e qualche foto.

Thomas Venturi

 

Bonaccini, ci lasci vedere il mare

Caro Presidente Bonaccini, ci lasci vedere il mare. Un accorato appello di una riminese che raccoglie il pensiero di molti.

Caro Presidente Bonaccini,

sono una riminese che dal primo giorno ha rispettato TUTTE le REGOLE e vorrebbe continuare a rispettarle.

Oggi ho bisogno di capire. Non sono mai uscita, tranne che per fare la spesa. Ho sempre indossato guanti e mascherina.

Ho rispettato le distanze, sempre e con chiunque. Ho fatto tutto ciò che ci è stato chiesto di fare con civile responsabilità.

E non sono certo la sola, le assicuro che siamo in tanti! Siamo adulti e abbiamo compreso tutta la gravità.

Di pochi giorni fa l’annuncio della FASE 2. Il premier Conte con un Decreto, ancora molto prudenziale nei contenuti, ha sostanzialmente confermato le misure della FASE 1: gli spostamenti ammessi per “motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute”. Si considerano “necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie”.

Potremo andare fuori regione nelle sole ipotesi di “comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute”. Consentito “il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.

Dal 4 al 17 maggio sarà ancora esclusa “la possibilità di “svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto”, ma sarà consentito “svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività”.

Il Decreto ha consentito alle Regioni di continuare “…ad applicare le misure di contenimento più restrittive adottate dalle Regioni, anche d’intesa con il Ministro della salute, relativamente a specifiche aree del territorio regionale”.

E veniamo a noi. Fino a ieri sera tanti di noi, il popolo costiero, hanno esultato perché dal 4 maggio avremmo rivisto il nostro mare e avremmo potuto di nuovo camminare sulla nostre grandissime spiagge!

Parchi, si riapre sotto l’occhio della Protezione Civile. Anche la spiaggia è camminabile

Avevo iniziato il conto alla rovescia, fino a quando in tarda serata ho appreso della sua ordinanza.

E così, con infinito sgomento, tra i 20 punti del dispositivo ho appreso che:

“È CONSENTITA IN FORMA INDIVIDUALE… L’ATTIVITÀ MOTORIA E SPORTIVA ALL’APERTO”; “È CONSENTITA LA RIAPERTURA DI PARCHI E GIARDINI”, ma sono “INTERDETTI AL PUBBLICO LE SPIAGGE E GLI ARENILI, IN CONCESSIONE O LIBERI, IVI COMPRESI LA BATTIGIA”.

IN ALTRE PAROLE DAL 4 CAMMINARE NEI PARCHI SI, MA IN SPIAGGIA NO!

Ed ora sono qui a scriverle, caro Bonaccini, sperando di poterne riuscire a comprendere il senso di una disposizione che pare scritta da chi le nostre spiagge sembra non averle mai viste!

E così ho fatto un rapido calcolo, senza alcuna necessità di ricorrere ad analisi topografiche complesse!

Noi a Rimini (il solo comune di Rimini) abbiamo più di 16 chilometri di spiaggia: 16 mila e 200 metri.

Quando vado al mare – per arrivare a toccare l’acqua – dopo aver parcheggiato la mia bicicletta devo camminare per almeno 300 metri. Forse in altri punti qualcosa meno!

La nostra spiaggia è davvero grandissima!

Con un conto approssimativo ho cercato di capire cosa vogliono dire 16 chilometri di costa! Quanto spazio è?

I NOSTRI 16 CHILOMETRI DI COSTA RIMINESE – per un arenile di 200 metri – VORREBBERO DIRE UNA SUPERFICIE DELL’ARENILE È DI OLTRE 3 MILIONI DI METRI QUADRATI !

SE LA REGOLA – DA TUTTI CONDIVISA – E’ QUELLA DI MANTENERE LE DISTANZE PERCHE’ SOTTRARCI MILIONI DI METRI PER POTER CAMMINARE? PERCHE’ MAI VIETARE DI CAMMINARE IN SPIAGGIA, VISTO CHE VORREBBE DIRE ESCLUDERE UN’ENORMITA’ DI SPAZIO IN CUI POTERCI MUOVERE!

La gravità l’abbiamo compresa.

Ci permetta di continuare a credere che le regole hanno un senso.

Ci permetta di continuare a rispettarle.

Ci lasci camminare sulla spiaggia.

Ci lasci vedere il mare da vicino.

Se la coerenza è certamente una dote, saper cambiare idea quando è necessario è rara intelligenza.

Grazie Presidente Bonaccini per quanto ha fatto fin qui.

Rimini, 1-5-2020

Carla Franchini

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Il Conero si vede da Cervia?

Il Conero si vede da Cervia? In questo articolo proviamo a rispondere a una delle domande più in voga nel periodo estivo.

Tutti almeno una volta nella vita vi sarete chiesti cosa sia l’ultimo promontorio che dalla spiaggia di Cervia si vede a sinistra in mezzo al mare. Partiamo subito col dire che la risposta è più complessa di quanto si possa pensare ma oggi voglio provare a trovare il bandolo della matassa.

La prima domanda da porsi è: in linea d’aria il Conero si vede da Cervia? Per capirlo ho utilizzato Google Earth che è uno strumento molto attendibile in quanto offre reali immagini satellitari con le giuste proporzioni. E’ così possibile constatare come il Conero in linea d’aria rimanga dietro ad Ancona se guardiamo da Cervia.

Il Conero si vede da Cervia?

A questo punto entra in ballo la curvatura terrestre e bisogna tenere conto che proseguendo con lo sguardo in linea retta verso l’orizzonte, la superficie terrestre tende a scomparire, e lo fa in maniera esponenziale in questo modo: a 360 metri la superficie terrestre andrà sotto di 1cm, a 2,5km di 50cm, a 8Km di 5 metri, fino ad arrivare a 50km che sarà sotto di 200 metri.

50/55Km sono in linea d’aria la distanza di Monte San Bartolo da Cervia, che è alto poco più di 200 metri, questo vuol dire che da Cervia non sarebbe visibile nemmeno quel monte o almeno non in maniera così distinta. Tenendo conto che il Conero dista 130km in linea d’aria da Cervia, scopriamo che quel monte per essere visto dovrebbe essere alto 1400 metri, (il calcolo potete farlo anche voi qui) quando invece è solo 572 (e non complichiamo le cose andando a calcolare anche lo scarto dello schiacciamento della terra ai poli).

Ma allora, se quei due monti che vediamo ad occhio nudo, in realtà non dovremmo vederli, come si spiega il fatto che li vediamo?

Il Conero si vede da Cervia?

Qui entra in gioco la “rifrazione”, e più in particolare un fenomeno chiamato miraggio superiore (si proprio come quelli del deserto). In pratica è possibile vedere oasi che in realtà si trovano oltre l’orizzonte, così come navi in lontananza oppure… i monti! In questo caso gli strati d’aria a contatto col suolo devono essere molto più freddi di quelli al di sopra degli occhi dell’osservatore. Se ciò si verifica si ha una riflessione totale dovuta alla rifrazione dei raggi degli oggetti distanti che, passando da un mezzo di trasmissione freddo (maggiore indice di rifrazione) a uno più caldo (minore indice di rifrazione) possono soddisfare la condizione di riflessione totale. L’osservatore a questo punto può vedere riflessi nel cielo oggetti molto lontani o addirittura al di là della linea dell’orizzonte.

Ed è quello che accade se da Cervia guardiamo verso il Conero, ovvero in linea d’aria non lo vediamo, ma se riusciamo a farlo è grazie alla rifrazione della luce. Ancona è 16 metri sul livello del mare e quindi più bassa del Conero (572m) che vi è subito dietro, quindi quella che vediamo è un’immagine riflessa e appiattita di Ancona e del Monte Conero insieme.

Il Conero si vede da Cervia?

Notare come il territorio del Monte Conero (frecce rosse) risulti staccato dal mare. Questo effetto è dato dalla rifrazione che ci proietta l’immagine del monte tra il mare e il cielo.

In conclusione, il Conero si vede da Cervia? Per mio modesto parere si e no, ovvero, non in maniera diretta ma indiretta e solo con le giuste condizioni atmosferiche.

Thomas Venturi

Cervesi avvistano uno Squalo Bianco

Era il 26 Ottobre del 2017 quando Gino Allegri e Lorenzo Fraiese, due pescatori di Cervia, ebbero un incontro ravvicinato con un esemplare di Squalo Bianco lungo circa 6/7 metri. Quel giorno si trovavano a 15 miglia al largo di Rimini, attorno alle 14 del pomeriggio quando, una delle due canne da pesca ha incominciato a muoversi: era lo Squalo Bianco che aveva addentato la loro esca. Subito i due cervesi hanno iniziato a filmarlo rimanendo impietriti; se si fossero trovati per qualche motivo in acqua, poteva essere la fine.

Pochi giorni più tardi, il 5 Novembre, torna a farsi vedere, questa volta da due sub e a soli 350 metri dalla spiaggia di Fano. Secondo Sauro Pari, esperto e referente della Fondazione Cetacea “Se si è spinto così vicino a riva sta male o cerca cibo”. Infatti, mentre i due subacquei lanciavano l’allarme, un grosso tonno si era incagliato fra gli scogli del porto. Probabilmente, secondo Pari, lo Squalo Bianco lo stava inseguendo ma ha poi lasciato perdere per via della scarsa altezza del nostro fondale.

Bimbi in mare e genitori sotto l’ombrellone

Bimbi in mare e genitori sotto l'ombrelloneChi ha figli lo sa, i bambini sono da badare a vista e anche un solo secondo di distrazione può portare a situazioni pericolose ma a quanto pare questo concetto non è ben radicato nella mente di tutti i genitori. E’ per questo motivo che l’Associazione Marinai di Salvataggio di Rimini attraverso il Resto del Carlino ha lanciato un appello riguardo ad un fenomeno che, a detta loro, è in forte crescita, ovvero quello dei bimbi in mare e i genitori sotto l’ombrellone.

Leggi anche: Cosa fare a Cervia con i bambini

Il bagnino di salvataggio Pino Paci ci tiene a precisare che “La sorveglianza di anziani, disabili e sopratutto bambini piccoli deve essere compito di parenti che ne hanno la responsabilità”. Il bagnino Stefano Simoni, d’altro canto, racconta un fatto occorso alcuni giorni fa ma che sta diventando sempre più frequente “In acqua si trovavano una bimba di 3 anni e i due fratellini di 4 e 5. Dopo aver soccorso i piccoli abbiamo cercato di rintracciare papà e mamma che si trovavano sotto l’ombrellone”.

Alla base del problema sembrano esserci gli smartphone e molta superficialità con anche tanta fiducia nei bagnini che però, tengono a precisare, devono tenere sott’occhio un’area pari a quella di 7 campi da calcio e vedere tutti è praticamente impossibile. Insomma questo sembra essere il pericoloso trend dell’estate 2019 e non possiamo che accorarci all’appello dei bagnini riminesi!

Voi cosa ne pensate? Avete notato situazioni simili a quelle raccontate? Diteci la vostra!