romagna Archivi - Pagina 2 di 2 - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Nobile Romagna nostra

Nobile Romagna nostraNel mio articolo “Romagna brutta storia” chiudevo scrivendo che la nostra storia romagnola è come uno scrigno pieno di perle e preziosi che vanno esposti ed ammirati dopo che non pochi storici e politici hanno fatto di tutto per nasconderli e seppellirli. La storia della Romagna, sociale, culturale, economica, così come ci viene sempre presentata, non è che una vulgata mistificatoria, che purtroppo ha sedimentato troppi capisaldi e luoghi comuni destituiti in verità fattuale e documentale da ogni fondamento, e c’è anche da darne la colpa a quei Romagnoli che si sono fatti guidare da certe ideologie, conniventi per comodo di un centralismo che al massimo permetteva alla Romagna solo propaganda turistica rivierasca, turismo balneare discotecaro e fatto di sagre paesane su cui la nostra terra basava poi tutto il suo appeal. Il resto era robaccia da dimenticare o da vergognarsi.

Andate a spiegare che Sigismondo Malatesta non fu la bestia sanguinaria che ci dicono e che alla sua corte nacque l’opera italiana con quelle Azioni Teatrali, quasi un preludio ai film di Fellini. Sembra che lui come Borgia e Caterina Sforza passassero il tempo a fare della Romagna un mattatoio perenne, andate a dire invece che il duca Cesare diede un grandissimo impulso e contributo alla moderna cartografia, che poi ebbe illustre esponente nel nobile Rosetti, e che la Tigre di Forlì fu la prima a parlare chiaramente dell’uso della anestesia medica, in quella stessa Forlì che poi ebbe il grande Morgagni. Già, la nobiltà romagnola, quanto le si deve!

Nel numero 3 del Marzo 1949 apparve sulla Rivista Araldica il primo di una serie di articoli dedicati alle nostre famiglie gentilizie. La presentazione è da leggere attentamente. Dice più di quel che sembra:

“Dato fisionomico della nobiltà romagnola è la assoluta aderenza alle condizioni ed alla mentalità popolari, ed a quella aliquota avanzata del popolo che ne rappresenta e ne interpreta i sentimenti e le aspirazioni. In tutta la storia della Romagna è assente una qualsiasi forma di altero baronaggio, che d’altronde quel popolo, particolarmente libero, male avrebbe tollerato, ma piuttosto assolse sempre una funzione di vera e propria rappresentanza popolare, vivendo la sua vita a contatto stretto col popolo ed esaltando essenzialmente questa sua singolare funzione. Ed è forse per questo ruolo tenuto nei secoli dalla classe più alta, che quella regione è politicamente così matura”.

Cari lettori, romagnoli e non, ma avete capito cosa c’è scritto qui? Tutto. Che la Romagna è una regione storica con date peculiarità, che non è una terra arretrata ed immorale da tenere a bada sotto custodia della Emilia ma addirittura una terra politicamente matura, senza bisogni di sudditanza a più evoluti governi e governanti. Che la Romagna era già avanti nei tempi e nelle prospettive generali non grazie ai famosi governi locali di Sinistra dal Dopoguerra in poi, ma grazie ad una fattiva nobiltà e ciò da secoli è secoli.

Quanti luoghi comuni distruggono queste poche righe della Rivista Araldica del 1949! Quante bugie, quante imposture smaschera! Nel 1949 una pubblicazione nobiliare che reconditi fini poteva mai avere? Nel dire semplicemente la verità? Romagna. Oltre piadina, cappelletti, spiagge, ballo liscio e discoteche c’è di più. Ma molto di più.

Ottavio Ausiello Mazzi

Romagna brutta storia

romagna brutta storia

Sigismondo Pandolfo Malatesta

Particolarmente negli ultimi due secoli, Ottocento e Novecento, la Romagna ed i romagnoli hanno sofferto un vero genocidio culturale. Com’è potuto succedere che da un popolo di primitivi si sia passati nel giro di una o due generazioni ad un popolo di standard scandinavi? Quando, anni fa, un noto forlivese professore di storia insisteva sulla non esistenza della Romagna storica e non solo, aveva in un certo senso ragione: la Romagna che i suoi colleghi ci hanno troppo spesso raccontato non è mai esistita, se non appunto nelle loro deformazioni o invenzioni. Il risultato è aver distorto la visione della nostra terra e della nostra gente ad intere generazioni. Una sequela di luoghi comuni su fatti e su personaggi, indegna dell’antichissima e nobilissima storia romagnola, ricca messe di personalità cruciali nei più svariati campi a livello europeo e anche mondiale.

Ultimamente la nostra storia non è stata travisata tanto in base a idee personali o di ideologie politiche, quanto dal marketing, che tutto riduce a fumettone, ad uso e consumo per vendere prodotti e pacchetti turistici, con buona pace della verità storica e dello spessore, anche altissimo, dei singoli personaggi. Basti citare, per tutti, il recente revival di Sigismondo Pandolfo Malatesta, il Lupo di Rimini. Fumettismo fuorviante, durato parecchio, partito con personaggi medievali come quelli che ci offre Dante, che invece riconosceva il loro spessore individuale e territoriale, per arrivare alla sagra del Passatore. Anzi, potremmo allungare lo spettro temporale arrivando ai romagnoli dei film di Fellini. Dante descrive i romagnoli in modo empatico ed obiettivo, nei lati positivi e negativi, non ne fa in blocco dei subumani (ancorché all’Inferno) portati al peggio del peggio, come hanno fatto per esempio i volgari e semplicistici “studi” di stampo positivista fra Ottocento e Novecento. Una vision cui poi tutti si sono accodati o attenuti, addirittura nei testi per l’infanzia (vedi Sangue Romagnolo in Cuore).

Fermiamoci a fare una semplice riflessione. E’ mai possibile che la terra oggi nota in tutto il mondo per essere una terra assolutamente parte della modernità, anzi sempre all’avanguardia, leader nel campo delle innovazioni, la terra emblema della bella vita e del divertimento, la terra della gente intraprendente, socievole, accogliente, la regione italiana ai primi posti per altruismo, solidarietà, volontariato, sia nata così all’improvviso? Che sia frutto di una o due generazioni del Dopoguerra, dopo secoli e secoli assolutamente bui, la Romagna che si è sempre fatto a gara a denigrare? La terra di ignoranza, di violenze inaudite, di individualismi esasperati, modificandola in tutti gli aspetti antropologici, culturali e religiosi, dal primo dei nobili signori all’ultimo dei contadini?

Per secoli ci hanno propinato una storia in totale negativo, con connotazioni fosche ai limiti del morboso. Pensate a qualche nome, vedrete che è così. Hanno viziato le nostre menti, soprattutto per dirci che essendo nessuno dovevamo sempre avere bisogno degli altri, del padrone, di qualcuno di migliore di noi. Una Romagna mai descritta nel suo svolgersi autonomamente, ma sempre in relazione sussidiaria a ciò che succedeva o volevano Bisanzio, a Roma, a Firenze, a Ferrara, a Bologna. Non è e non fu così. Un solo esempio. Dietro la Romagna oggi indiscusso riferimento dell’igienismo, del wellness, della sanità eccellente ecc, come non vedere che su questo tema la Romagna già era all’avanguardia coi suoi illustri figli di nome Morgagni, Mercuriale, Negri, Giannotti-Rangoni ecc? 

La Romagna è uno scrigno pieno di tesori preziosi che vanno esposti ed ammirati dopo che troppa gente li aveva voluti nascondere seppellendoli sotto secoli di bugie e distorsioni.

Ottavio Ausiello-Mazzi

Vittorio Sgarbi sta con Milano Marittima

vittorio sgarbi sta con milano marittima

Vittorio Sgarbi sta con Milano Marittima

Il tornado che ha devastato buona parte del verde del mio Piccolo Parioli fra la Quinta e la Nona Traversa, con una piccola incursione alla Quarta proprio nella villetta dei pronipoti del fondatore Bianchi e nel retro della chiesa Stella Maris, è stato mercoledì 10 Luglio. Tanto i soccorsi sono stati veloci, che già nel weekend molta gente, che forse in quei giorni aveva la TV guasta o guardava solo i Puffi o Temptation Island, diceva che in fin dei conti non era accaduto granché, che tutto era bello libero e addirittura per fortuna nessun pino era rovinato sulle case e alberghi. Forse qualcuno avrà pensato ad un nuovo, originalissimo allestimento del Maggio in Fiore, vedendo quello strano mix di tronchi e fiori. Certo è che come ho già detto, il piano di ripresa è scattato subito, e ci tengo a ringraziare Vittorio Sgarbi per il suo video-pensiero, che come si sente, da piccolo veniva a Milano Marittima, luogo molto amato da tanti Ferraresi.

La sua famiglia, ad esempio, andava in hotel all’Anello del Pino, ma ricordo come la sua amatissima mamma fosse particolarmente attratta e legata proprio a Villa Perelli difronte casa mia, un luogo topico di Milano Marittima e purtroppo decisamente colpito dal tornado, come una villa accanto appartenuta ad amici di famiglia discendenti dei Medici di Toscana. Per anni Elisabetta Sgarbi è venuta proprio alla mia Settima Traversa presso l’hotel Perla Verde.

vittorio sgarbi sta con milano marittima

Giardinieri al lavoro dopo il tornado in Piazzale Genova. Foto Ausiello-Mazzi

Ieri mattina, 15 Luglio, prima che una pioggia battente fermasse i lavori, si era ancora al lavoro, nel piazzale Genova i giardinieri comunali erano già intenti a ripianare i fiori nelle aiuole del vero Maggio in Fiore, e mi hanno invece infastidito certe uscite sul web e sulla stampa locale, dove si attribuiscono meriti per puro lecchinaggio da parte di chi, non solo non è stato né colpito ne presente, ma manco sa cosa ha scritto, e anche da parte di chi con certe carnevalate avrebbe la pretesa di aver dato a noialtri addirittura un diversivo, un po’ di spensieratezza. Significa soprattutto non aver capito assolutamente nulla, cioè di quale mazzata, non solo ambientale paesaggistica ci sia stata, ma di quale mazzata psicologica abbiamo ricevuto noi veri cittadini storici delle traverse colpite, quelli che in 10 minuti si sono visti volare via decenni di ricordi carissimi. Perché noi siamo in simbiosi con il verde di Milano Marittima, un concetto più proprio a certa cultura tedesca, di ieri e di oggi, mentre i “nuovi” hanno più dei parassiti di Milano Marittima, loro sono interessati al nome e basta, perché per loro è come le firme dei vestiti, delle auto, degli orologi ed anche delle zoccole che sfoggiano…

Qualcuno mi ha chiesto un conto dei pini caduti ma non ho avuto cuore, la mente si inceppa ad ogni inizio della lista, da quando sono partito guardando il giardino, già bellissimo, dove abitava la contessa Porcelli, che con tutti i tronchi stesi pareva diventato una segheria… Valentina Todoli, figlia di Germano, che ho visto sinceramente provata, ha detto che torneremo come prima, ed io mi auguro che anche i privati si attivino per ripristinare le alberature, altrimenti lo sforzo del Comune, sarà insufficiente.

Quante volte Vittorio Sgarbi avrebbe gridato capra! capra! capra! Quando a neanche un’oretta dalla devastazione, centinaia di persone convenivano sulla zona disastrata, non per aiutare ma per dare intralcio, fregandosene ampiamente di calpestare recinti e piante, di passare sopra i tronchi con biciclette e carrozzine, facendo selfie col sorriso e fregandosene dei divieti e degli inviti dei forestali dei Carabinieri dei residenti, con frasi tipo “Ed io adesso secondo lei, che non mi fa passare, dove porto il cane a passeggio”, “Cercate di liberare la Traversa per sera che domani devo arrivare in edicola”, “Lasciami fare la foto in pace, rientra in casa tua e non rompermi i coglioni”.

Perché c’è stato anche questo, e ce n’è stato tanto…

Il Conte

Matteo Salvini a Milano Marittima

Matteo Salvini a Milano Marittima

Matteo Salvini a Milano Marittima con l’avvocato Chiesa

Estate di due anni fa, praticamente la stessa ora in cui sto scrivendo adesso, cioè l’ora di pranzo, l’ora in cui andavo in spiaggia per evitare la turba molesta. Sul Canalino un uomo, solo, sta guardando la statua della Madonna messa lì nel 2009 dal Cardinale Tonini. Vi guardo e vedo che è Salvini, il Matteo, come avrebbero detto i nostri tanti turisti Lombardi di una volta, quelli della mia infanzia, anzi gli chiedo se sia lui perché mi stupisce che sia lì da solo senza scorta. Un accenno alla Romagna e finisce lì. In questi giorni molti hanno messo in discussione la vera fede di Matteo Salvini, per carità sono fatti suoi, però una foto rubata davanti alla nostra Madonna sarebbe entrata nella nostra storia, come ci è entrato il Cardinale Tonini che quando eravamo a tavola, in Seminario a Ravenna, e può testimoniarlo la nipote di un ministro della Repubblica che ci andava con me, era molto ma molto meno conciliante burro e sorrisi di come poi si proponeva, all’ora di cena in tv nelle interviste da Enzo Biagi e soci…

Matteo Salvini a Milano Marittima

Matteo Salvini a Milano Marittima il 30 Luglio 2019

Chi legge i miei articoli sa che non lecco nessuno, anzi, e ho anche rifiutato più di un invito ad andarci, da Salvini, come quella volta che non volli accompagnare al Papeete, per un colloquio molto Romagnolista, l’onorevole Sergio Castellaneta ed il mio grande amico Riccardo Chiesa, l’avvocato della Romagna. Quindi, I soliti non facciano finta di non capire quanto segue. Che “Il fatto quotidiano” si sia messo di punta a Maoler denigrare Salvini e con lui Milano Marittima non è tanto simpatico. L’ultimo articolo datato 25 Giugno 2019 a pagina 9 è volendo ben confezionato, peccato che la confezione sia vuota, vuota proprio di contenuti… A partire dal povero reporter che viene in spiaggia a Milano Marittima per “Interpellare il Vate che prende il Sole in piedi a petto ignudo” (…) “come fosse stato sorpreso in un momento privato” è già una becerata, perché è evidente che Salvini sulla battigia non è in un momento istituzionale, e volerlo accostare a Mussolini ai bagni di Riccione è una puerilità che sfocia nel cretinesco col paragone con Aldo Moro sulla spiaggia di Ostia con scarpe e completo, come modello di passate eleganze marine smarrite.

Che a Milano Marittima venisse gente più chic lo sappiamo benissimo, noi vecchia élite, ma mai nessuno si è presentato sulla battigia in completo, con le scarpe lucide e addirittura il soprabito, neanche dopo un colpo di sole Agostano. Come abbiamo letto su Repubblica, questo era dovuto ad un complesso di Aldo Moro, non a Moda Mare… Quanto alle “bischerate” di Matteo Salvini, non credo siano più delle bischerate di tanti politici a partire proprio da Aldo Moro, che forse tutto vestito come era avrà davvero preso un colpo di sole pesante per esprimere quella enorme stronzata delle “Convergenze Parallele”… Stronzata politica e stronzata semantica.

Due passaggi mi hanno urtato, uno parte dal titolo “Il Capo d’Italia col Daspo al decoro” che chiederebbe decoro agli altri senza praticarlo lui: chi ha scritto evidentemente parla di rispetto ma è il primo a non darlo agli altri, perché non è corretto chiamare un ministro della Repubblica, per di più vice presidente, “Capo d’Italia” per sminuirlo e offenderlo. Piaccia o meno Salvini ha un ruolo e va rispettato, andate a leggervi la Costituzione della Repubblica a partire dal articolo 54, e questo ve lo dico da pronipote di 2 estensori, evidentemente a tempi loro altrettanti Capi d’Italia visto che si chiamavano Enrico De Nicola e Vittorio Emanuele Orlando…

Lo squallido si rasenta quando si sfotte, anzi si offende, facendo riferimento alla “Ostensione del ventre atomico di una collanina col crocefisso di legno di quelle che danno sui pullman delle gite ad Assisi”. Ora, premesso che davanti al Papeete c’è proprio il nostro Santuario Francescano Stella Maris (per fortuna il “Il fatto Quotidiano” non sa che la Chiesa di Milano Marittima nacque grazie al Duce sennò giù ascrivere che Salvini viene per questo) cosa c’è di spregevole in siffatta collanina, che rappresenta la Fede più semplice del popolo italiano da 800 anni? Avesse ostentato una catena col crocifisso in oro la battuta sarebbe stata è un regalo di un boss… Io stesso sul mio atomico petto di uomo di 57 kg ho portato in spiaggia, e non solo, proprio un piccolo crocifisso così, benedetto anche dal priore di Assisi ospite qui alla Ottava Traversa da una mia amica, anche perché dal 2012 ero il Cerimoniere della chiesa. Dov’è il becero? Dov’è il ridicolo? Come dice il primo articolo della Costituzione, lo stato italiano si fonda sul lavoro, Milano Marittima da un ventennio è diventata la spiaggia dei lavoratori e dei proletari, è normale che un politico nazional-popolare venga qui, è marketing ragazzi, il resto sono solo chiacchiere…

Il Conte

Delfini a Cervia

Diciamocelo subito, vedere dei delfini a Cervia non è certo una novità, questi grandi mammiferi marini appartenenti all’ordine dei cetacei se ci si spinge al largo non sono rari da vedere. Infatti è quanto successo ad un gruppo di pescatori cervesi che durante la loro uscita si sono imbattuti in gruppo compatto e lo hanno filmato regalando, complice l’alba sul mare, uno spettacolo davvero suggestivo.