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Cervia al tempo dei contrabbandieri

Cervia al tempo dei contrabbandieri non era la tranquilla località di mare che tutti ci immaginiamo. Il racconto di Paolo Maraldi.

La Torre San Michele è conosciuta dai non più giovani come la “torre dei finanzieri”, che in romagnolo diventa “la tora di finanzir”, meglio conosciuti come “i ciutur”: i tappi. Non so esattamente il perché ma ci sono tante discordanti motivazioni, non tutte molto simpatiche.

La torre era la caserma dei finanzieri e c’erano anche le celle con tanto di robuste inferriate per i catturati in attesa di trasferimento nelle carceri a Ravenna.

A quei tempi, fino alla fine degli anni ‘50 praticamente, il compito della Guardia di Finanza era quello di combattere il furto di sale dalle Saline di Cervia e dai rispettivi magazzini, più gli sbarchi in mare degli scatoloni di sigarette contrabbandate dalla ex Jugoslavia.

Cervia al tempo dei contrabbandieri

La torre quando c’erano i finanzieri

COME FUNZIONAVANO GLI SBARCHI

Era un compito non proprio facile, poiché questi sbarchi funzionavano così: una grande motobarca partiva dalla Jugoslavia carica di scatoloni di sigarette, si fermava a un tot di miglia dalla costa e a quel punto entravano in azione i contrabbandieri, che con grandi e veloci motoscafi, tutti blu per mimetizzarsi, trasbordavano gli scatoloni dalla motobarca e velocemente, cercando di non essere intercettati, arrivavano a terra, le sbarcavano, e quelli a terra le caricavano su auto o furgoni per portarle nei vari depositi.

cervia ai tempi dei contrabbandieri

Immagine dal web

La Guardia di Finanza con mezzi meno veloci, sia in mare che in terra, doveva impedire che ciò accadesse, e possibilmente sequestrare i vari carichi arrestando i manigoldi.

I punti preferiti per gli sbarchi erano le foci dei fiumi. In un secondo tempo, quando tutte o quasi le barche da pesca a vela della nostra flotta marinara erano state motorizzate, si aggiunse il contrabbando della nafta, e a questo erano impreparati. Ciò era dovuto al fatto che la nafta per queste barche era pagata da parte dei pescatori un quarto del costo di quella al distributore.

Ogni imbarcazione veniva rifornita in base alle ore di pesca e relativo consumo. E qui inizia il contrabbando! I pescatori dichiaravano molte più ore di navigazione e spesso restavano in porto perché guadagnavano di più vendendo la nafta in esubero che andando a pesca.

CERVIA AL TEMPO DEI CONTRABBANDIERI TRA PESCATORI E NAFTA

Il tutto non era così semplice come sembra dalla mia descrizione, anzi, poiché i pescatori dovevano riuscire a dimostrare il consumo e di notte, con vari espedienti, dovevano passare la nafta ai contrabbandieri che caricavano queste botti metalliche in auto; di solito erano delle Ardea perché erano veloci e capaci di caricare queste botti.

Se le auto venivamo fermate, erano scoperti, poiché la nafta veniva controllata e quella da pesca aveva un colore diverso da quella venduta nei distributori. I personaggi mito di questo traffico erano Malo, per il contrabbando, e Piumino per la Guardia di Finanza.

Paolo Maraldi

Voglia di ridere

Dire che la Torre San Michele possa essere ispirata ad un disegno di Michelangelo fa sorgere solo una domanda: avete voglia di ridere?

VOGLIA DI RIDERE PARTE 1: ESSERE SBORONI VS FARE GLI SBORONI

La rivalità fra Cervia e Cesenatico è assodata. Due località per certi versi simili, per altri diversissime. Se Cesenatico si fa un vanto dell’episodio di Garibaldi (che in Romagna non è poca cosa) Cervia, specie nell’ultimo ventennio, ha cercato di farle da contraltare rispolverando nostalgie papaline pregiandosi d’essere la città dei papi.

Da quello dello Sposalizio del Mare (Barbo) a quello che la rifece nuova a fine ‘600 (Pignatelli). Cesenatico fa testo nel mercato ittico nazionale, come altre località adriatiche (vedi Chioggia) ed ha tuttora un’attivissima marineria tipica che anima anche il noto Presepe sull’acqua. Noi abbiamo puntato tutto sul sale, anche perché la marineria cervese ormai è sparita e si sono venduti anche le barche storiche come quella che ospitò Giovanni-Paolo II (cfr. Corriere 3.6.2014).

Cervia molto si vanta della presenza di Arrigo Sacchi, che cervese non è, di contro Cesenatico si vanta di Alberto Zaccheroni che invece di Cesenatico è. Almeno finora nessuno aveva messo in discussione il maggior blasone cesenaticense: il porto firmato Leonardo da Vinci.

Leonardo “IL” genio per antonomasia. Come poter dir di più? E invece no, a Cervia ci siamo riusciti, è venuta fuori una “perla” che finalmente potrebbe non farci più sfigurare a confronto coi cugini d’oltre Zadina.

VOGLIA DI PIANGERE O VOGLIA DI RIDERE: SE LE COSE NON LE SAI, SALLE!

Una notizia storica “bomba” che però non è apparsa su riviste specializzate, o sulla cronaca nostrana, bensì l’apprendiamo in modo molto fashion come va di moda oggi, dall’ultimo numero di “Milano Marittima Life” (Anno 6 Numero 12 Estate 2014) dove a pagina 86 leggiamo che la Torre San Michele “SEMBRA ESSERE ISPIRATA AD UN VECCHIO DISEGNO DI MICHELANGELO BUONARROTI”.

LEGGI ANCHE: la VERA storia della Torre San Michele

Già quel “sembra” è tutto un programma, e si potrebbe finirla qui. Ma il giochino del dico non dico funziona sempre. Intanto, basta andare a Portonovo e ci si ritrova davanti la torre gemella della nostra; e chi vuol fare meno strada basta che vada a vedere Castel Sismondo a Rimini per trovare una torre altrettanto simile, segno che o Michelangelo s’era impegnato pochino con la fantasia, o la stessa idea apparteneva a parecchia gente!

Torre di Portonovo

La torre di Portonovo

Del resto, come in tante cose della vita, l’importante è crederci.

Il Conte che non conta

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Torre San Michele

La Torre San Michele è un simbolo di Cervia e ha una storia molto antica.

Nel seicento e per tutto il secolo successivo, i pirati erano molto presenti nel nostro Mare Adriatico, le loro scorrerie portavano spesso distruzione e malessere nei porti del litorale. È in questo contesto che si rese necessaria la costruzione della Torre San Michele.

COME TUTTO EBBE INIZIO

Cervia, per via del suo ricco commercio basato per la maggior parte sul sale, poteva essere facile preda di questi attacchi, per questo motivo, il Conte Michelangelo Maffei, Tesoriere di Romagna che già costruì i Magazzini, tra il 1689 e il 1691 fece erigere la Torre San Michele, una poderosa fortezza di 3 piani a pianta quadrata di 13 metri e alta 22. Il nome deriva dal fatto che sopra il portone d’ingresso si trovava e si trova tuttora un’effige di marmo dedicata al Santo.

torre san michele cervia

La Torre San Michele e il vecchio ponte

LA TORRE SAN MICHELE ERA UN VERO FORTINO

L’ingresso originale della torre era posto al secondo piano, raggiungibile tramite una scalinata che al suo apice finiva in un ponte levatoio di legno.

Al suo interno poteva ospitare fino a 300 soldati ed era così suddivisa: al piano terra vi era la cucina, nei primi due piani vi erano gli stanzini della guarnigione, mentre al terzo e ultimo piano si trovava la “piazza d’armi”, la quale, nel XVIII era attrezzata con una colubrina di bronzo, due cannoni a media gittata e altre armi più leggere. In caso di attacco, una campana avvisava la popolazione cervese dell’imminente pericolo.

caserma val sugana

Quando era Caserma Val Sugana

LA TORRE AI GIORNI NOSTRI

La Torre San Michele continuò a svolgere il suo compito anche dopo la proclamazione del Regno d’Italia, quando divenne sede della Guardia di Finanza e caserma Val Sugana. Nel 1862 venne demolita la scalinata esterna insieme al ponte levatoio e l’ingresso fu spostato al piano terra. In seguito, dopo un periodo di abbandono, fu restaurata diventando la sede della Biblioteca Comunale di Cervia. Solo negli ultimi anni è sede dell’ufficio turistico.

Torre San Michele

La Torre San Michele e il vecchio ponte delle paratoie

Una piccola curiosità su questa storica torre è che dal 1691 funse da Faro improvvisato per il Porto Canale di Cervia, infatti, a quei tempi la spiaggia si trovava sotto di essa e non dove la vediamo oggi, cioè circa un chilometro più avanti. In seguito all’avanzare della linea costiera dovuta al processo alluvionale del territorio, nel 1756, fu necessario costruire più a est un faro che rimase in funzione fino al 1865. Nel medesimo anno, con un’altezza di 16 metri e una portata luminosa di 14 miglia, fu progettato e costruito da Ferdinando Forlivesi, il Faro di Cervia che ancora oggi possiamo ammirare lungo il Porto Canale di Cervia.

Thomas Venturi