Come si è potuti arrivare alla situazione di avere una Milano Marittima in guerra nel fine settimana? Ce lo spiega il Conte.

Carabinieri, volontari della Associazione Nazionale Carabinieri, reparti cinofili, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Municipale e Street Tutor, Milano Marittima non vedeva così tante divise e spiegamento di forze dall’epoca della guerra e dell’aeroporto militare in pineta o quando gli inglesi avevano parcheggiato i carri armati attorno alla Rotonda.

Quando si continua a non volerla capire, si continua a ritrovarsi nella stessa situazione, anzi si peggiora. È andato a morire già da tanti anni un intero sistema turistico e ne hanno impostato un altro, questi sono i risultati. E finitela di dare colpa al Covid, non è il problema, al massimo una scusante. La generazione dei miei genitori ha avuto un’infanzia ed una gioventù negate dalla guerra e dai problemi del dopo, eppure non ha passato il tempo in risse e vandalismi, schiamazzi e alcolici fino al coma etilico, ma ha rimesso in piedi l’Italia facendo il famoso boom economico. Erano stati privati di tante cose ma avevano avuto la fortuna di essere educati coi vecchi sistemi.

milano marittima in guerra il resto del carlino
Il Carlino del 14.06.2021

Adesso aspettiamo solo il boom di qualche pistolettata, perché ormai questa solo manca, visto il campionario che abbiamo avuto anche nel ultimo weekend con pure il presunto stupro di una minore come scrive il Carlino del 14.6.2021. Questo mi riporta ad un po’ di anni fa quando fermai 3 notabili di Milano Marittima, uno dei quali oggi si fa paladino anti degrado, per chiedere che si fermasse un assurdo spot su una non meglio identificata Radio Milano Marittima che sparava ad ogni ora il jingle “TI LASCI ANDARE A MILANO MARITTIMA TI FAI TOCCARE A MILANO MARITTIMA TUTTO È CONCESSO A MILANO MARITTIMA LA VITA È SESSO A MILANO MARITTIMA”. Mi fu risposto a muso duro, e parecchio scocciato, che se trovavo la cosa inopportuna dovevo andare dai carabinieri perché loro non ci trovavano nulla di male. Loro. Pazzesco.

Quando fai questa bella pubblicità poi cosa ti puoi aspettare? Per anni hanno lasciato perdere l’andazzo, intanto il cancro cresceva, sicuro della impunità. Un turismo ricercato dopo il suo esilio da Marina di Ravenna, Riccione e Rimini, che già ne erano stufi e pentiti. Prendiamoli noi i ragazzi, hanno poche pretese e soldi da spendere. Evvai! Chi se ne frega se fanno casino per ore nelle stanze degli hotel o nei ristoranti, basta lascino i soldi. Poi hanno iniziato a lasciare anche il resto e siamo finiti al sangue che macchia i marciapiedi e le strade trasformate in pisciatoio. Ma ovviamente, anche qui, siamo noi che non capiamo il nuovo turismo, siamo noi che potremmo attrezzarci meglio magari accessoriando ogni pino con un bel wc glamour.

Milano Marittima in guerra

Un turismo di cialtroni che non solo adesso vengono da padroni a quattro soldi in una località un tempo di élite, ma addirittura dove gli si vuol dare la possibilità di non pagare neanche subito e farlo con comodo chissà quando, come leggo in una proposta sul Corriere del 7.5.2021. Insomma, davvero, “è finita l’era in cui Milano Marittima metteva soggezione”, come scriveva qualcuno sul Carlino del 25.7.2012, ben 10 anni fa ormai. Si, era ancora la mia Milano marittima e quella del mio compagno di giochi Gianluca Ricci, che sul Corriere del 14.6.2021 ha centrato il problema dicendo “ormai è chiaro che il problema vero è legato alla tipologia di clientela che oggi arriva a Milano Marittima”. Detto altrimenti, chi va per quei mari quei pesci piglia. E dire che con tutto il pesce che mangiano da generazioni i cervesi, dovrebbero ricordare benissimo cosa fosse il sistema turistico di Milano marittima che ha resistito almeno fino a metà anni ’90 del Novecento, minimamente scalfito neanche dalla mucillagine del 1989.


Sul Carlino del 14.6.2021 Sara Servadei ci offre un ottimo reportage, peccato che essendo probabilmente giovane le hanno raccontato male Milano Marittima di una volta. Scrive Servadei nell’articolo titolato “Inferno nel salotto del mare” che Milano Marittima la chiamavano il salotto buono o città giardino, qui c’era la Romagna chic fatta di locali esclusivi frequentati da personaggi ma ora è difficile distinguere l’anima elegante di Milano Marittima dietro il magma di giovanissimi che assediano le strade. No cara Sara, devi sapere, e con te tanti altri, che non è un luogo che è vip o esclusivo di per sé o per i locali. È la gente che lo frequenta che gli dà l’impronta. Oggi Milano marittima ha questo turismo e quindi da questa immagine, purtroppo. Non mi crederete, io non riesco a guardare certi video. Mi basta avere i lucciconi leggendo di risse, pugni, bicchieri rotti, lanci di sedie e minacce, vandalismo alle auto, come da Carlino del 14.6.2021 dove scrivono “Risse e coltelli, la violenza non si ferma. Denunciato anche un quattordicenne”, “Milano Marittima era un campo di battaglia” riporta il Corriere sempre del 14.6.2021, tanto da lasciare esterrefatto anche chi fa parte delle forze dell’ordine. Che è tutto dire, credo.

Milano Marittima in guerra corriere di romagna
Corriere di Romagna del 14.06.2021

Milano Marittima era un ambiente, uno stile, poi lo hanno fatto diventare un brand ed un baraccone dei presunti vip, la rassegna dei protagonisti del nulla e dei cafoni arrivisti arroganti ed esibizionisti. Poi lo step successivo è stato attirare anche il mefitico turismo del casinificio giovanile. La politica dei prezzi stracciati neanche da campeggio e il proliferare di localacci da succursale dell’Oktoberfest o da sagra paesana certo non vanno nella direzione di portare turisti di livello in una località che si pretende ancora di classe e di élite.

La mia opinione è che questa gente deve pagare, pagare subito e pagare salato perché il prezzo fa la clientela, e poi sarebbe ora di iniziare a fare multe a tappeto, non è bisogno di manganelli e tutor o di speciali ordinanze. Verbali, verbali e verbali. Schiamazzi notturni? Verbale. Offese a pubblico ufficiale? Verbale. Niente mascherina? Verbale. Fuori i documenti e fuori il portafoglio.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

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