Il blog di Cervia e Milano Marittima

Il Conte torna a parlare dell’ormai famoso cartello “Bologna Mare” posizionato a Lido di Savio e lo fa riportando una curiosità storica.

Romagna mia, terra di patacate (una c sola) questo è storicamente provato, anche senza i film di Fellini. Surreale e patacata come una trama felliniana la trovata di far passare la dicitura consuetudinaria Bologna Mare come storico antico toponimo di Lido del Savio.

Fosse anche vero, ve ne siete accorti dopo oltre 60 anni? Se tutti sapevate, perché quando hanno messo il nome Lido del Savio siete stati tutti zitti? Io avrei qualche cosa da ridire se la mia Milano Marittima, da oggi a domani, qualcuno venisse a ribattezzarla Modena Marittima o Lido dei Pini.

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Cartello Bologna Mare. Foto: Elisa Cagnani

Proprio per far luce sulle tante patacate saltate fuori e messe in abbondanza anche nei libri in occasione del centenario di Milano Marittima è nato questo blog, per raccontare la storia vera. La storia che si fa e si dimostra coi documenti, come questo blog ed io per primo, abbiamo sempre fatto a vostro beneficio. Purtroppo a Cervia da sempre, invece, la realtà passa per fantasia e la fantasia per storia, e nel caso di Milano Marittima si è fatto in modo di prendersi meriti non propri ed occultare invece tanti demeriti assolutamente cervesi nei nostri confronti.

Scrivere che Bologna Mare è una denominazione storica e scriverlo sul cartello marrone, cozza palesemente non solo con la storia, ma anche con lo stesso articolo 38 del codice stradale!

MILANO MARITTIMA NORD

Qualcuno ha fatto notare che da tempo a Lido del Savio fanno gli sburoni e con buona pace di Bologna Mare si fanno chiamare Milano Marittima Nord. Che poi è la verità, anche intere zone di Cervia ad un certo momento hanno iniziato a considerarsi Milano Marittima quando non lo sono mai state, tipo la zona Terme, la zona Amati ecc. Da una parte un problema di poca auto stima, dall’altra un modo furbesco per aumentare i prezzi di affitti e vendita delle case a ruota con la Milano Marittima vera. Per approfondire il discorso, potete leggere l’articolo riguardo i veri confini di Milano Marittima.

LIDO DI SAVIO ERA MILANO MARITTIMA?

Dicevo che documenti per attestare Bologna Mare non ne fanno vedere, mai. Io invece vi propongo una foto che attesterebbe che Lido del Savio (noi abbiamo sempre detto DEL SAVIO) era Milano Marittima davvero! È la cartolina, fine anni ’50 primi ’60, di un hotel e dopo il nome si legge Lido del Savio e fra parentesi Milano Marittima.

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Lido del Savio (Milano Marittima)

Abbiamo lo scoop? Assolutamente no. Non è neanche un errore di stampa, solo una faciloneria, una piccola patacata, un modo non per fare gli sburoni e confondere le acque come oggi, ma proprio per facilitare chi allora non conosceva la nostra zona.

Come ho scritto più volte, e adesso vi dimostro con le foto, allora Lido del Savio non aveva praticamente nulla a livello di servizi, mentre l’adiacente Milano Marittima aveva già tutto dall’epoca del fascismo. Proprio a fine anni ’50 anche le banche aperte d’inverno, segno che la comunità dei residenti era numerosa, altro che bosco di Heidi dove non c’era nessuno. Quindi, i primi albergatori di Lido, per comodità, si appoggiavano all’ufficio postale di Milano Marittima per la loro casella postale e per altrettanta comodità scrivevano Milano Marittima come riferimento postale non territoriale.

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Ecco perché in alcune didascalie gli stampatori hanno scritto tout court Lido del Savio Milano Marittima. Ma da qui a prendere spunto per fare cartelli storici c’è un abisso. Lo capisce anche un cretino.

Come ho subito scritto il giorno della posa del cartello, pensando (e sperando ndr) ad un foto montaggio, purtroppo l’Italia è piena di cartelli storici falsi o sbagliati che poi è arduo rimuovere quanto invece è purtroppo facile mettere su.

ERRORI DEL PASSATO

Lo storico incontro di Teano fra il re Savoia e Garibaldi in realtà non fu affatto a Teano, fu a Vairano Patenora, dove tutt’oggi c’è il palazzo baronale Ausiello. Siccome dopo il fatto nessuno aveva preso provvedimenti, fu un amministratore di Teano a prendere l’iniziativa e dare al proprio paese la paternità dell’evento. Che poi è diventato leggenda intoccabile. Tanto è vero che già nel 1911 la nipote di Garibaldi stesso, assieme ad alcuni generali e storici, avevano richiesto che si facesse verità, ma furono censurati dal fascismo che non voleva cambiare la vulgata ormai entrata a far parte della trita e ritrita propaganda nazional popolare.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

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