Il blog di Cervia e Milano Marittima

Il Conte ci parla di un episodio volutamente dimenticato ma che poteva cambiare il turismo di Milano Marittima per sempre.

Tutti purtroppo hanno ancora presente le scene di guerriglia e delinquenza pura che hanno interessato Milano Marittima, tutta Milano Marittima e non solo il cosiddetto centro, questa primavera-estate 2021. E state sicuri che ne vedremo ancora nell’estate 2022.

Chi invece vi racconta che queste scene un tempo non erano una novità vi mente sapendo di mentire. Il problema della ragazzaglia molesta, specialmente la notte fra le 3 e l’alba, ormai sappiamo essere una conseguenza della cosiddetta movida o meglio del casinificio organizzativo e tutelato degli ultimi anni. La violenza urbana no. Vi mentono come al solito, per sviare l’attenzione e per non raccontare i veri precedenti.

LA MANIFESTAZIONE DELLA GIOVENTÙ COMUNISTA A MILANO MARITTIMA

Era il 1963, l’anno del famoso trattato sul nucleare e davvero una bomba atomica si scagliò su una Milano Marittima che proprio allora era nel pieno del suo splendore e boom turistico. Poteva essere la fine di tutto, o perlomeno un cambio di rotta nel turismo che avrebbe sconvolto il sistema di alto livello iniziato nel 1912.

milano marittima 1963 gioventù comunista figc
Milano Marittima, manifestazione FGCI. Foto: Archivio Zangheri

Era il 14 Luglio e l’assalto non fu alla Bastiglia ma a Milano Marittima, vista come la roccaforte del turismo elitario e tedesco. Un colpo davvero basso, quello della Gioventù Comunista, alla quale stranamente fu concesso di riunirsi proprio qui senza prevedere quello che era facilmente prevedibile. Come sempre in Italia. Anzi, tutelati come sono tutelati i ragazzacci di oggi, ai quali neanche a parlare di fargli delle belle multe, guai…

Milano Marittima, manifestazione FIGC. Foto: Archivio Zangheri
Milano Marittima, manifestazione FGCI. Foto: Archivio Zangheri

A vedere le foto della sfilata per le strade, conservate dal fantastico Archivio Zangheri di Cesena, li si vede in faccia, si leggono i loro cartelloni, i loro slogan di pura facciata. Un branco di vandali e delinquenti, forse resi sicuri dalla prestigiosa presenza al raduno di Enrico Berlinguer (che se era una persona educata e galantuomo ricordo che molto lo doveva alla sua nascita nobiliare e conseguente educazione), devastarono prima la pineta incolpevole sommergendola di immondizie (cfr Carlino 25.8.2021 con foto d’epoca) ma scatenarono un tale stato di paura da far chiudere i turisti terrorizzati negli hotel, mentre urlavano slogan razzisti contro i turisti tedeschi e addirittura andavano a rompere ombrelloni e mosconi in spiaggia (cfr La Stampa 16.6.2012).

Milano Marittima, manifestazione FIGC. Foto: Archivio Zangheri
Milano Marittima, manifestazione FGCI. Foto: Archivio Zangheri

Per fortuna che nei cartelli avevano scritto “Vogliamo la Pace, no al Fascismo in Spagna, vogliamo il disarmo della Polizia (e si capisce perché)”. Si vede bene qualche cartello di provenienza di compagni emiliani, proprio negli stessi anni in cui Guareschi frequentava Milano Marittima e in cui era attivo il vero Don Camillo che era originario della campagna cervese, come potete leggere in questo mio articolo.

IL TENTATIVO DI RIAPPACIFICAZIONE CON I TEDESCHI

Per fortuna allora avevamo ancora dei veri imprenditori a Milano Marittima, non come oggi con gente che spara solo cazzate di propaganda sui giornali patinati e poi si arrabbia se qualcuno racconta la verità. Per fortuna c’era Federico Tiozzi che si inventò “Il Treno dell’Amicizia”, ovvero caricare 300 turisti tedeschi meritevoli e fargli fare una settimana gratis di vacanze a Milano Marittima, un modo geniale per ristabilire la concordia con quel fondamentale turismo tedesco di Milano Marittima che già aveva avuto un colpo pesante col bruttissimo affare del Cimitero di Tedesco sradicato e sul quale meglio non dirla tutta fino in fondo.

Un modo anche molto romagnolo: la tradizione della ospitalità. Era bellissimo, per dirne solo una, vedere come si intendessero a meraviglia i turisti tedeschi, che praticamente non sapevano l’italiano, coi nostri bagnini o albergatori che neppure loro magari erano tanto pratici dell’Italiano ma più abituati al dialetto romagnolo. Per non dire di quando ci furono eventi meteo pesanti e i turisti tedeschi diedero una grande mano ai nostri concittadini.

Erano anche gli anni in cui nel campeggio di Lido del Savio veniva regolarmente la famiglia di Massimo D’Alema, quello per capirci che prima si è fatto il panfilo, poi ha iniziato a produrre vino come gli Antinori ed i Frescobaldi e nel 2011, insisti insisti, ha ottenuto dal Vaticano (per fortuna che si parla di mangiapreti) addirittura il titolo di Visconte e Cavaliere…

Distruggere il fedelissimo e lucrosissimo turismo tedesco a Milano Marittima sarebbe stato un disastro, come far abortire la nascita di uno sviluppo, e soprattutto del grande benessere di tante famiglie che a tutto ciò devono quello che sono oggi e che hanno potuto fare allora. Noi che quegli anni li abbiamo vissuti lo sappiamo bene e nessun nuovo arrivato, nessun ignorante, nessun politico da strapazzo del ultima ora deve permettersi di dire il contrario.

Negli anni ’80 il marco tedesco era più pregiato del dollaro statunitense, e fino agli inizi degli anni ’90 i tedeschi non ci hanno mai tradito, il tradimento è stato di chi ha voluto sconvolgere tutta Milano Marittima a beneficio di poche realtà, facendo allontanare il turismo classico e facendo chiudere quelle attività che di quel turismo vivevano, come la mia boutique La Tartana.

A distruggere il turismo di alto e buon livello non ci sono riusciti nel 1963, ma 30/35 anni dopo hanno centrato il colpo e, Fantasilandia Life a parte, è sotto gli occhi di tutti.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

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