La spropositata attenzione mediatica ad un ponticello forse serve a toglierla da ben altri aspetti irrisolti di Milano Marittima.
Per fare un’indagine di mercato, o semplicemente capire il livello di turismo che negli ultimi anni ha preso piede nella mia Milano Marittima, basta leggere le centinaia di commenti di gente in totale visibilio per la collocazione del ponticello del Canalino che collega i due tratti di lungomare. L’opera vitale che Milano Marittima aspettava, l’opera imprescindibile per la vacanza perfetta.
ANDARE IN ESTASI PER 4 METRI DI ASSI
Aveva ragione una vecchia negoziante a dirmi che agli esordi di Milano Marittima non avevamo granché, neanche i marciapiedi, ma si girava in abito da sera. Adesso dicono che abbiamo tanta roba ma fanno venire in vacanza certa gente.
Il bello è che adesso sul Canalino ci sono ben 7 ponti contro i 3 di Cervia sul Canale Porto, i 4 di Venezia sul Canal Grande o proprio i 7 della mia Verona sull’Adige. Tutta gente che ama tanto Milano Marittima e che degli altri 6 ponti, come del resto di tutta la vera Milano Marittima, non gli è mai fregato nulla.
E dire che il ponte pedonale sul 2 Giugno è stato chiuso mesi e mesi, eppure… E dire che il ponte adiacente del 2 Giugno, praticamente cadente, è stato per anni un cesso tipo resto archeologico, eppure…
E dire che hanno massacrato lo storico ponte sul Matteotti dopo averlo anche scippato dei suoi vasoni finiti in cantina (ne abbiamo parlato qui ai tempi), eppure…
Aveva ragione, e ne parlammo allora (era il 2014), quando alla Biennale uno studio di Cesena (Studio De Gayardon) notava che quella della Milano Marittima attuale è “una storia che parla di incuria, Milano Marittima palcoscenico di una dance macabre in cui la città stessa danza attorno ai suoi fantasmi in uno scenario urbano sempre più rarefatto”.
UN PROGETTO RIMASTO IN CANTIERE 110 ANNI
Voi direte, ma come, ponte e lungomare sono nuovi di zecca! Beh, bisogna essere dei gran pirla per vedere la novità in un lungomare che avrebbe dovuto esserci già dalla nascita di Milano Marittima 110 anni fa e poi riproposto come logico in tutti i successivi piani regolatori, visto che fino agli anni ’70 c’era spazio per fare un’autostrada a 4 corsie, opera che (cfr Corriere 14.10.2022) “veniva osteggiata da alcuni bagnini e albergatori” evidentemente molto potenti e che, soprattutto, non avevano ancora la prospettiva di diventare discoteche e ristoranti aperti tutto l’anno, quindi con la necessità di avere davanti un bel viale d’accesso tutto nuovo ed attrezzato.
IL NUOVO TREND DI MILANO MARITTIMA
Sulla nuova clientela di Milano Marittima si erano espressi già persone come il famoso cantante Eros Ramazzotti e il semplice bagnino del Mare Pineta. Sul Carlino del 21 agosto 2014 Ramazzotti parlava davvero della perdita di una terra promessa, di un mondo diverso, la Milano Marittima conosciuta nel 1984 e purtroppo cambiata “tranquilla solo dentro l’hotel”, dando anche una botta ad un celebre bagno dicendo che per esempio a Miami il famoso Nikki Beach era decentrato e gestito “con più attenzione alle esigenze di tutti”. Il 22 Agosto era su tutti i quotidiani Voce, Corriere e Carlino.
Sulla Stampa del 1 Agosto 2014 Stelio Missiroli, bagnino storico del Mare Pineta dal 1966 che aveva servito reali e grandi industriali, sulla situazione della spiaggia di una Milano Marittima che non conosceva ancora le possibilità che si sono date oggi commentava già con “Il problema è il lavoro extra al mattino, quando sui lettini o nelle cabine trovo i resti delle notti folli”. Sono passati 10 anni e invece di buttare acqua sul fuoco si continua a buttarci legna secca.
Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi