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Colonia Varese, dopo 40 anni arriva la pulizia del parco

La Regione ordina la pulizia del parco della Colonia Varese a Milano Marittima.

Inizia la manutenzione del parco della Colonia Varese (qui la sua storia), ci informa il Carlino del 4 marzo 2023: “Per motivi di sicurezza (?) si renderà necessario (?) procedere all’abbattimento di diversi alberi di pino che non offrono più garanzie di stabilità (…) recenti schianti di alberi avvalorano la tesi che certe alberature attualmente possano costituire un reale pericolo (?) per le persone soprattutto durante fenomeni atmosferici particolarmente violenti”.

messa in sicurezza e manutenzione del parco della colonia varese

Corriere di Romagna

I PINI COME SCUDO NATURALE

Non è una tesi ma una realtà che ultimamente sono invece le persone ad essere un pericolo per i pini, specialmente quando sega di qua e tomba di là, i pini si trovano con delle radici degne dei ravanelli ed è logico che cadano anche solo a scorreggiarci vicino. Durante le burrasche degli ultimi anni chiunque poteva vedere che proprio alla Colonia Varese, come in altri punti ancora molto alberati, non era caduto un albero, massimo massimo qualche ramo, ed è la sacrosanta verità. Più pini si fanno fuori, meno scudi naturali abbiamo. Non a caso il forte vento del 2019 si è incanalato proprio in punti che già erano stati ampiamente privati di pini in precedenza prendendo forza senza incontrare resistenza, come è successo alla Settimana Traversa, una delle prime aree fortemente cementificate a danno del patrimonio arboreo di origine

colonia varese milano marittima

La Colonia Varese a Milano Marittima

Scriveva la Santa Milizia 4 Agosto 1934 “A Cervia si ha la fortuna di trovare una spiaggia coperta di immensa boscaglia di resinosi pini fiancheggiante la riva del mare che modera la violenza dei venti”. Sul Corriere, sempre 4 Marzo 2023, leggiamo “Il parco del Delta del Po promuove il repulisti alla Varese, manutenzione verde ecc.”

LA PULIZIA DEL PARCO DELLA COLONIA VARESE

Sarebbe da ricordare, ma ovviamente non lo fanno, che il Comune di Cervia non ha mai preteso (diteci se sbagliamo) che questo terreno fosse mantenuto in modo decoroso pur avendo norme in proposito.

ordinanza 1761 del 3 Luglio 1986

Il Comune di Cervia fece un’ordinanza, la numero 1761 del 3 luglio 1986 sindaco Ciocca Vittorio, per salvaguardare il decoro cittadino dove il sindaco ordinava con decorrenza immediata “che tutti i luoghi di uso comune dei fabbricati, nonché le aeree scoperte private non di uso pubblico, recintate e non, devono essere tenuti puliti a cura dei rispettivi conduttori, amministratori o proprietari (…) Gli amministratori o i proprietari di aree o di fabbricati sono tenuti altresì a mantenere puliti i marciapiedi antistanti avendo cura di provvedere a sfalci periodici delle erbe”. E tutti sappiamo cos’è da decenni il marciapiedi della Colonia Varese. Quindi, dopo 40 anni annunciare lavori che andavano fatti 40 anni fa come chissà che premura per la colonia e il suo verde e la località fa veramente ridere.

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi

Future Colonie (Seconda Parte)

In questa seconda parte di Future Colonie il Conte fa notare come tutti i progetti legati a Milano Marittima finiscano sempre e solo in appartamenti.

Continua da: Future Colonie (Prima Parte)

Con buona pace dei proprietari di castelli, anche storici, come per esempio mio cugino il marchese Ligresti Tenerelli a Colloredo, un grande articolo del Sole 24 Ore del 9 Gennaio 2010 notava che i nuovi ricchi snobbano ormai le dimore di lusso storiche per nuovi attici ed appartamenti e l’esame comprendeva la notizia che l’asta dell’agenzia del Demanio, che nel 2009 si chiuse con l’offerta più alta in assoluto, riguardava un lotto di 2.950mq proprio a Milano Marittima, dove c’era un acquascivolo e dove erano consentiti interventi di nuova costruzione, anche residenziale.

Future Colonie (Seconda Parte)

La Colonia Montecatini interessata dal progetto Città delle Colonie

Aggiudicato con un rialzo del 32%, il bene situato sul lungomare di Milano Marittima era occupato fino al 31 ottobre 2010 e poi… e poi oggi 2021 stanno finendo di costruire le palazzine. Non più anche residenziale, ma solo residenziale. Come avviene ormai di regola a Milano Marittima da tanto tempo. Ci hanno fatto balenare tanti progetti per Milano Marittima, ma poi si finiva e si finisce sempre solo nel fare appartamenti. Ecco un altro motivo per cui il piano colonie a Milano Marittima non è mai decollato. Se non si finisce in appartamenti non interessa.

IL PIANO UNITARIO DELLA CITTÀ DELLE COLONIE

Già nella prima parte vi ho ampiamente spiegato quanti personaggi importanti volevano investire nelle colonie di Milano marittima negli anni ’80. Sempre il Sole 24 Ore del 18 Gennaio 2012 accennava alla vendita della Colonia Varese per aiutare le casse della regione e anche “Cervia il giornale della città” dell’Aprile 2013, dando conto del Piano Unitario della Città delle Colonie, scriveva che ben 25 colonie su 33 della zona, da Milano Marittima a Tagliata, erano interessate al progetto di rinnovamento.

Scriveva testualmente “Il fatto che nonostante il periodo di difficoltà economica ci sia interesse da parte dei privati proprietari delle aree inserite nel Piano della Città delle Colonie a formulare proposte, consente ragionevolmente di presumere che si possa intervenire entro breve alla riqualificazione delle aree”. Sono passati quasi 10 anni, non si è visto nulla. Solo una mostra ai Magazzini del Sale fatta di progetti bellissimi, in alcuni casi, e soprattutto per Pinarella.

Il piano Per la Città delle Colonie era stato approvato dal Comune il 16 Settembre 2008 ed in tale ambito era prevista la cessione del 25% di ogni superficie territoriale interessata al Comune per essere destinata ad uso pubblico. Due o più piani urbanistici approvati, uno dei quali per la Colonia Balducci in Viale Matteotti e poi… e poi niente. Sono state invece fior di aree pubbliche ad essere cedute dal Comune per farci appartamenti privati, cioè è stato fatto il contrario.

Basta l’esempio dei vari lotti di pineta, tanta pineta, fra Matteotti e Due giugno fra la 14a traversa e la 16a traversa, tutti cementificati, tranne uno tuttora in vendita ma col prezzo che viene continuamente ribassato ad ogni proposta così che andrà via finalmente per una penna ed una cannetta…

LA PROPOSTA DEL CONTE

E dire che io proposi per esempio una cosa utile e fattibilissima, convertire la Colonia Montecatini in Centro Congressi di Milano Marittima, ma mi risero in faccia durante la riunione. Un personaggio altolocato mi disse pure che io di queste cose non capivo nulla.

Per fortuna che ne capiva lui e soci e infatti vediamo come siamo ancora messi nel 2021, dopo oltre 15 anni dai fatti…

Il Conte Ottavio Ausiello-Mazzi

 

Se sei un fan del nostro Conte, leggi tutti i suoi articoli qui

 

Deturpata la storica duna della Varese

E’ di questi giorni la notizia che alcuni mezzi cingolati hanno deturpato, più o meno consapevolmente, la storica duna della Colonia Varese. Vogliamo condividere con voi il punto di vista de La Voce Romagnola che Lunedì 19 Agosto ha pubblicato l’articolo riportato qui sotto dove spiega l’importanza di quella famosa duna e i vincoli ai quali è sottoposta.

“LA ZONA “SPECIALE”

In un’area in cui sono stati stabiliti dei vincoli con lo scopo di mantenere e tutelare quella zona dal punto di vista naturale, ambientale e conseguentemente progettuale, sembra siano stati clamorosamente disattesi contraddicendo di fatto gli obbiettivi per i quali era stata sottoposta a “speciale conservazione”. L’area in questione è l’arenile (circa 300×100 metri) di fronte all’ex Colonia Varese di Milano Marittima, unica spiaggia del Comune di Cervia a conservare ancora le dune di sabbia. L’ex colonia Varese, progettata da Mario Loreti nel 1937 è un stata dichiarata da tempo “Zona Speciale di Conservazione”, incluso anche parco ed arenile fino al bagnasciuga. Quindi una zona sottoposta a vincoli.

deturpata la storica duna della Varese

La storica duna della Colonia Varese a Milano Marittima

La ZSC è un sito di importanza comunitaria che viene adottato dal Ministero dell’Ambiente ed è destinato all’applicazione su di esso di misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino degli habitat naturali e delle popolazioni delle specie per cui il sito è stato designato dalla Commissione europea. L’intera pineta di Cervia è sottoposta a questo vincolo e questo minuscolo lembo di terra che si affaccia sul mare è l’ultimo arenile cervese destinato alla conservazione del suo patrimonio naturalistico balneare. Dei 13-14 chilometri di costa completamente urbanizzata ed arenili occupati da attività turistico balneari, questi 300 metri di dune e spiaggia rappresentano l’unica realtà di come era originariamente la costa romagnola prima dell’avvento del turismo. Nonostante questi vincoli in primavera parte delle dune e della spiaggia sono state ruspate in barba ai più elementari dettami di conservazione naturale. Ruspa per conservare è un ossimoro. Infatti nelle zone destinate ad una speciale conservazione è necessario che tutti i piani o progetti che possano avere incidenze significative sui siti (ossia che non rispettano le “misure di conservazione” dei siti stessi) e che non siano non direttamente connessi e necessari alla loro gestione devono essere assoggettati alla procedura di valutazione di incidenza ambientale. Ma le immagini mostrano che una parte di quell’arenile è in concessione per servizi spiaggia (lettini e ombrelloni) ed un altro per attività imbarcazioni. Tutto legittimo ma surreale dal punto di vista delle necessarie valutazioni ritenute compatibili dal punto di vista ambientale. Dove sia poi la diretta connessione nonché l’obbligatoria necessità alla gestione di tale “speciale” conservazione riguardo quelle due attività, è oggettivamente un mistero.

Deturpata la storica duna della Varese

La duna vista dalla spiaggia. Foto annewild.de

Ma l’aver determinato tale compatibilità con i vincoli di una ZSC, apre di fatto la possibilità che anche il resto di quell’arenile possa godere in futuro della stessa possibilità turistico balneare o per lo meno con egual impatto e questo potrà logicamente valere anche per l’intera pineta di Cervia. Speriamo che la falla non si allarghi anche se contraddizioni del genere non sono una sorpresa in Romagna nella politica amministrativa di tutela di zone protette, ad esempio la possibilità di andare a caccia nella “tutelata” Pineta di Lido di Classe ha dell’incredibile. Poi è sintomatica la gestione dei rifiuti sulla Traversa XXII, con l’abbandono di inerti edili ma anche parti di imbarcazioni in vetro resina. La prova di come vengono conferiti i rifiuti e come sono considerate da chi se ne serve le aree adibite alla raccolta, completano un quadro che in quella zona, sembra non aver nulla di “speciale”.

Colonia Varese: prigione al mare

Dai ricordi di Giovanni Giordani che fu prigioniero nella Colonia Varese di Milano Marittima:

“Nel 1944 furono effettuati vari rastrellamenti dalla Gestapo, molti cervesi, tra cui io, diciottenne e mio padre Bruno, i pescatori Gigin e Bonaldo, famoso per la storica imbarcazione usata per lo Sposalizio del mare e un certo Meredo, fummo strappati dai nostri rifugi. Meredo, uomo loquace ma pauroso e impressionabile infatti, prima di andare dal barbiere a tagliarsi i capelli, dal timore di ammalarsi prendeva un’aspirina. Ci dirigemmo a piedi nel luogo di detenzione e non dimenticherò mai i familiari di Meredo che ci venivano dietro raccomandandogli di riguardarsi e di prendere le medicine né i pianti di mia madre.

Colonia Varese: prigione al mare

La Colonia Varese in funzione

Arrivati a destinazione ci colpì la scritta sul portone: “Lasciate ogni speranza voi che entrate”. Meredo, preso dalla disperazione, cominciò a piangere. Entrati in un enorme camerone vedemmo tanti giovani stesi sulla paglia e anche noi ci sdraiammo sfiniti. Ogni giorno ci conducevano ai lavori forzati: dovevamo costruire delle fortificazioni con grande fatica e le nostre madri, a piedi, ci portavano qualcosa da mangiare.

Colonia Varese: prigione al mare

I bunker tedeschi (segnati in rosso) ai quali lavorò Giovanni Giordani alla foce del Canale Cupa tra Lido di Savio e Milano Marittima nei pressi della Colonia Varese. Foto aerea del 1944.

Avevamo il terrore di essere deportati in Germania e, un giorno, mio padre cominciò a fare il pazzo e lo fece così bene che dopo qualche tempo in infermeria lo rilasciarono. Io ebbi la fortuna di svolgere un servizio all’esterno riuscendo a scappare. Non so come ma anche i miei compagni di sventura riuscirono a salvarsi. Oggi tutti quei giovani non ci sono più e la mia testimonianza vuole essere un omaggio e un ricordo di quel tragico momento vissuto insieme e che ancora mi commuove”.

Colonia Varese, il mito sta crollando

Si stanno verificando diversi cedimenti nella Colonia Varese che potrebbero essere un pericolo per i tanti curiosi spinti a visitarla.

Mi rendo conto che quando si ha un blog molto seguito si ha anche una certa responsabilità riguardo a ciò che si scrive e si è coscienti che quando si parla della storia di un luogo si rischia di creare un mito che potrebbe spingere i più curiosi all’esplorazione, come nel caso della Colonia Varese (qui la sua storia).

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La Colonia Varese in una foto di Flavio Contoli del 1987

IL CASO WOODPECKER

D’altronde è stato così, e lo è tutt’ora, per l’ex dancing Woodpecker. Da quando abbiamo iniziato a parlarne nel 2012, è incominciato un pellegrinaggio che sta dando non pochi problemi alla nuova proprietà, che si è vista costretta ad installare una recinzione per poi vederla abbattuta a più riprese.

Woodpecker Night Club, Milano Marittima. Foto: Thomas Venturi

Un problema simile ma molto più pericoloso, è quello che vedo sempre più spesso attraverso Facebook e Instagram, ovvero la massa di curiosi che sfida la precaria solidità della Colonia Varese.

Il punto cardine di queste righe è quello di esortarvi a non andare assolutamente all’interno di nessuna colonia abbandonata, questa in particolare, perché si sta sgretolando giorno dopo giorno. Negli ultimi anni ho seguito l’andamento strutturale di questo edificio e sono comparsi dei crolli importanti, addirittura un pino è cresciuto sul tetto!

I CROLLI ALLA COLONIA VARESE

Tra il 2014 e 2015 una parte dell’ala sinistra è crollata su se stessa e nella notte tra l’11 e il 12 Agosto 2020 un altro crollo, questa volta di una porzione adiacente alla spiaggia; tutto per colpa delle infiltrazioni dovute alle piogge e per fortuna in entrambi i casi non c’era nessuno sotto… ma se ci fosse stata una persona, magari un ragazzino?

Colonia Varese Milano Marittima google maps foto satellitare

Immagine del 2016 che mostra il crollo di un’ala della colonia

È giunto il momento che il Comune di Cervia e gli organi competenti prendano questa cosa molto seriamente perché non si può aspettare che capiti una tragedia, è giunta l’ora di fare qualcosa!

In quanto ricercatore storico e persona informata sull’edificio, ho il dovere di mettervi in guardia. Quel luogo ha più di 70 anni ed è solo questione di tempo prima che crolli addosso ad uno di voi, e prima o poi lo farà. Va bene la storia, la curiosità, ma qui c’è in gioco la vostra vita.

Thomas Venturi