Hotel Mare Pineta Archivi - Il blog di Cervia e Milano Marittima

Hotel Mare Pineta

L’Hotel Mare Pineta di Milano Marittima ai tempi di Ettore Sovera, un’eccellenza romagnola la cui fama varcava i confini nazionali.

Anni ’60, Milano Marittima è nel pieno del suo prestigio. Viene gente da tutte la parti d’Italia, anche dall’estero, per godere dei servizi di prima categoria che ogni settore, da quello alberghiero a quello della ristorazione e dei bagni in spiaggia, è in grado di offrire. É una Milano Marittima che insegna a fare turismo a tutta la Riviera Romagnola e il suo nome è sinonimo di classe, qualità e divertimento.

No, non quel divertimento come lo interpretiamo oggi, è un divertimento raffinato, fatto di cavalcate nel maneggio dell’Hotel Mare Pineta e poi in spiaggia, di bagni termali e serate nei dancing a ballare i lenti. Si, forse divertimento non è il termine giusto, sarebbe più consono chiamarlo, Dolce Vita, vi dice qualcosa?

maneggio

Guardo la foto qui sotto e ne rimango estasiato. Lo sguardo di Ettore Sovera è rappresentativo di quegli anni, severo ma complice al contempo. Il direttore di cucina Alfredo De Stefanis, il direttore del ristorante Pasquale Martini e il capo cuoco Battista Gaudenzi, hanno sorrisi distesi e posano con fierezza per una delle tante foto di quel tempo che sapevano sarebbe poi finita su cartoline e dépliant con le più svariate destinazioni europee. Era la Milano Marittima la cui fama varcava i confini e non temeva concorrenza, la Milano Marittima che sapeva coccolarti e divertirti allo stesso tempo e che era il posto ideale nel quale vivere.

hotel mare pineta

Ettore Sovera, Battista De Gaudenzi, Pasquale Martini e Alfredo De Stefanis

A quei tempi l’Hotel Mare Pineta realizzava molte foto come questa, foto nelle quali lo staff veniva messo al pari della struttura ricettiva e fungeva da accento dorato per dare valore a tutto il contesto. Lo staff era il segreto del successo e le persone vi si affezionavano, creavano legami e tornavano anno dopo anno come a rivedere una seconda famiglia lontana dalla loro vita di città.

hotel mare pineta

Lo Staff di cucina e i camerieri rigorosamente in giacca bianca

hotel mare pineta

Il maestro Bedosti, Battista lo chef, Amedeo Sovera, Giuliana Sovera (Pucci), Martini il maitre, Gennarino il barman, Scaunich maestro di tennis

Guardando queste foto è tangibile quanto fosse alto il livello di attenzione per i dettagli e la professionalità, il tutto arricchito da figure fuori dall’ordinario come le “fruttaie” che vediamo ritratte nella prossima foto.

le fruttaie

Le fruttaie del Mare Pineta

Per capire quanto Ettore Sovera tenesse all’eccellenza e a fare dell’Hotel Mare Pineta una grande e prestigiosa famiglia, bisogna fare caso al fatto che non era raro vedere citati nelle pubblicità i nomi di tutti i componenti dello staff, come fosse un vanto… e difatti lo era!

hotel mare pineta

Sono tempi lontani, assolutamente irripetibili, fatti di grandi pionieri del turismo che hanno steso un tappeto intrecciato di fili dorati che chi è venuto dopo non ha saputo più ricamare.

Thomas Venturi

Teddy Reno rifugiato a Milano Marittima

Ferruccio Merk-Ricordi, in arte Teddy Reno, marito di Rita Pavone ha una storia che lo lega alla nostra Milano Marittima. Nella nostra città si rifugiò per nascondersi dalle truppe tedesche durante la seconda guerra mondiale.

TEDDY RENO: NOME D’ARTE, ETA’ E VITA PRIVATA

Ferruccio Merk-Ricordi, in arte Teddy Reno, nasce a Trieste nel 1926 da Giorgio Merk e Paola Sanguinetti, romana, di ascendenza ebraica. Il fascismo decise, ancora prima di varare le leggi razziste del 1938, di italianizzare il cognome dei cittadini che portavano cognomi di origine non italiana.

La famiglia Merk proveniva da un’antica stirpe dell’impero austroungarico e così Merk Von Merkenstein fu mutato in Ricordi. Come lo stesso Ferruccio ricorda, insieme ai suoi genitori veniva spesso in vacanza a Milano Marittima nell’albergo Mare Pineta del commendator Sovera con il quale iniziò una stretta amicizia.

Brillante e poliedrico artista, ha dedicato la sua vita alla musica e al cinema.

Tante sono state le partecipazioni al Festival di Sanremo e a film italiani di spessore quale Totò, Peppino e la Malafemmina.

Nel 1968 sposa una giovanissima Rita Pavone a Lugano: i due diedero scandalo. Teddy Reno, infatti, era separato dalla prima moglie, la produttrice cinematografica Vania Protti (poi Vania Protti Traxler) e ottenne il divorzio solo nel 1971, anno in cui entrò in vigore la legge sul divorzio in Italia. Con Vania ebbe anche un figlio, Alessandro Merk-Ricordi.

teddy reno in arte riccardo merk ricordi

Teddy Reno e Rita Pavone

LA FUGA DA TRIESTE A MILANO MARITTIMA

Nel 1943, con l’inasprirsi della guerra, la famiglia Ricordi-Sanguinetti decise di far perdere le proprie tracce e andarsene da Trieste per raggiungere Cesena, città nella quale iniziarono una nuova vita lavorativa e Ferruccio si iscrisse all’ultimo anno del Liceo Classico Monti.

Quando però, nel giugno 1944, i repubblichini friulani andarono a cercarli nella loro casa di Trieste, i Ricordi-Sanguinetti decisero che era ora di spostarsi da Cesena a andare nella vicina Milano Marittima, luogo che già conoscevano e nel quale avrebbero trovato più facilmente aiuto.

Andarono per primi Giorgio e Paola e il commendator Sovera dovette metterli in guardia comunicandogli che l’albergo Mare Pineta era stato requisito dalle truppe tedesche che ne avevano fatto un quartier generale per ufficiali di alto grado.

IL RUOLO DEL COMMENDATOR SOVERA

Sovera viveva a stretto contatto con loro, faceva buon viso a cattivo gioco e appena poteva passava ai partigiani tutte le informazioni che riusciva a carpire. Non si fece intimidire dalla situazione paradossale e invitò la famiglia Ricordi-Sanguinetti ad alloggiare nel suo albergo per nasconderli dai tedeschi, in mezzo ai tedeschi.

«Vi presenterò come miei grandi amici» disse, e fu così che andarono a vivere sotto falsa identità in una stanza affianco a quella di Sovera.

Teddy Reno rifugiato a Milano Marittima

L’Albergo Mare Pineta negli anni ’40

Un giorno Ferruccio decise di raggiungere i suoi genitori ma mentre si stava preparando, suonò l’allarme. Sarebbe dovuto scappare nel rifugio antiaereo, come aveva fatto altre volte, ma quel giorno era deciso a partire. Ferruccio salì sulla bicicletta in direzione Milano Marittima ma subito dopo Macerone gli americani iniziarono a bombardare e fu costretto a gettarsi dentro un fosso.

Passati gli aerei si rimise in marcia riuscendo a raggiungere Milano Marittima.

In seguito venne a sapere di essere sfuggito alla morte per miracolo: gli americani avevano bombardato la sua casa e il rifugio, distruggendoli. 

La famiglia Ricordi-Sanguinetti rimase nell’hotel Mare Pineta fino al giorno in cui il commendator Sovera organizzò la fuga di tre generali inglesi fuggiti da un campo di concentramento italiano dopo l’8 settembre 1943 e che lui aveva tenuto nascosto nella soffitta dell’albergo per tutto quel tempo.

IL RICONOSCIMENTO A TEDDY RENO DA PARTE DEL COMUNE DI CERVIA

Era il 2005 quando Teddy Reno, all’età di 79 anni, ricevette un riconoscimento da parte del Sindaco Roberto Zoffoli per sigillare il legame con la città nella quale si rifugiò all’età di 18 anni per sfuggire ai rastrellamenti tedeschi.

Per leggere gli articoli legati alla storia di Milano Marittima, dei suoi locali e attività storiche clicca qui

Cucina romagnola a Milano Marittima

Il Conte ci parla di come un tempo i turisti venissero a Cervia e Milano Marittima per gustare la vera cucina romagnola.

“Milano Marittima è la signora dell’Adriatico, l’unica che dalla pensione Maria con tagliatelle fatte in casa si è sempre tenuta alla larga” scriveva un disinformatissimo articolista in pieno centenario (cfr. Carlino 10.08.2012). Oltre che una cavolata, è offensivo per tutte le persone che con coraggio, intraprendenza, sudore e debiti hanno fatto la Riviera Romagnola.

Fin dai suoi esordi solo il Mare Pineta fu classificato come “albergo”, il resto erano tutte pensioni come Ebe, Quisisana, Taverna Verde, Al Bosco, Aurelia ecc. Ma forse per qualcuno tutto ciò è indegno dell’immagine di Milano Marittima di oggi e va quindi reinventata di sana pianta.

Proprio una pubblicazione del Touring Club del 1930 elogiava la cucina romagnola e casereccia del Mare Pineta quando a frequentarlo erano grandissimi nomi come i Savoia. Come al solito i documenti parlano chiaro e come al solito noi ve ne proponiamo uno davvero sfiziosetto, un menù del Mare Pineta proprio con le specialità della cucina romagnola. Basta leggere! Quanto alla striscia bianca, è facile che nasconda qualche piatto intitolato al Duce o a qualche gerarca di quelli che frequentavano il noto hotel prima dei famosi generali inglesi.

Ma come dicevamo spesso chiacchierando con Neddo e Zimbo, ormai a gestire la storia e l’immagine di Milano Marittima è tutta gente che non è di Milano Marittima e soprattutto non sa nulla della nostra città. Non sanno e né possono concepire come la vecchia élite villeggiante non disdegnasse, anzi ricercasse, la nostra tipica cucina romagnola.

hotel mare pineta

Le Fruttaie del Mare Pineta

Per decenni molti turisti, in primis i tedeschi che erano il 90% delle presenze, sono venuti proprio per questo, perché cercavano “la Romagna”. Ai tempi s’andava (come il celebre Fausto Coppi) alla pensione Mimosa o al Cacciatore per le tagliatelle e da Riccardo alla Zi Teresa per i suoi tortellini.

Che una clientela d’alto censo non disdegnasse le pensione posso ben dirlo anche io; ricordo, ad esempio, la pensione Lucciola della famiglia Villa con ottima cucina di pesce, se non mi credete chiedete alla moglie dell’assessore Grandu che ci ha lavorato.

In Viale dei Pini c’era la pensione Cigno del sindaco Masacci ed anche la pensione Cina della madre di Ottavio Righini. Lo stesso Claudio Plazzi, uno dei più noti ristoratori di Milano Marittima (Zi Teresa e Brasserie), viene proprio da una di quelle famiglie che gestivano le prime strutture di Milano Marittima come la pensione Belvedere, stesso vale per la patronessa del Caminetto (già al ristorante “Milano” di Veronese, oggi farmacia Morgagni).

Pensioni e cucina romagnola a Milano Marittima

L’orto di Batani ad Acquapartita

A smentire queste favole spacciate per storia di Milano Marittima dovrebbe essere l’associazione albergatori. Per fortuna c’è ancora chi appartiene alla vecchia guardia e dice ancora le cose come stanno: Tonino Batani, che non si vergogna mai di ricordare gli umili inizi della sua pensioncina a Cervia e tutt’oggi è fierissimo di poter viziare i suoi clienti coi frutti del suo orto personale, dicendo in una intervista a “Vero” del 1° Maggio 2014: “I turisti? Mi piace prenderli per la gola”.

Ad altri, invece, piace prenderci per il c…

Il Conte Ottavio Ausiello Mazzi